) I iui-·1sTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E sciENZE SOCIALJ 219 guono tre specie· di ricchezze: la terra che non è di nessuno, la t'orz~ del lavoro che è di ciascuno di noi, e il resto che sarà dei produttori quando il lavoratore prenderà il prodotto del suo lavoro, salvo le deduzioni sociali. Vi sarà dunque un rniaimum .di proprietà individuale, e siccome la produzione sarà soprattutto collettiva, la ·proprietà prenderà la stessa forma. Da queste vremesse bisogna dedurre la soppressione. quasi totale dell'eredità, nessuno dovendo godere altro che il prodotto del t>rop.io lavoro. Ed è questa in realtà la formula collettivista.· Essa ha il vantaggio di rispondere alle obiezioni degli economisti ortodossi, perchè mantiene l'aculeo tlell' interesse individuale. Essa ha un altro vantaggio, e cioè è il passaggio verso H comunismo, la solidarietà dovendosi sempre più svilup1.1arenel regime collettivista e con essa l'abitudine alla fraternità umana. I\ collettivismo prepara una coscienza nuova, generata essa pure dalla evoluzione economica delle cose, e l'idealismo può così conciliarsi col materialismo storico. Renard ci per,ionerà questa digressione. Una delle questioni più decisive è quella della ripartizione dei prodotti. Noi ne conosciamo già il principio. Si prenderanno sulla massa i crediti o le dotazioni che esigono il risparmio collettivo, l'educazione dei fanciulli, H servizio degli invalidi e anche le spe-;e di utilità· comune. Il resto sarà distribuito proporzionalmente al lavoro di cìascµno, rimunerando meglio però i lavori penosi o ripugnanti. Il nostro autore determina poi le attribuzioni dello Stato o del poiere sociale, che diventeranno soprattutto economiche ed educative. Come è giustci, l'arbitrato sarà In. regola suprema ùei conflitti tra collettività, e l'tlsercito. stanziale ceder.l il posto alle milizie. Per rompere la potenza schiacciante dell'au~orità nei tempi moderni, il sistema federativo_ s,trà instaurato, lasciando ai gruppi di popolazione· una quasi totale autonomia. La donna avrà dei diritti politid eguali a quelli dell'uomo, e la legislazione diretta si sostituirà progressivamente al regime rappresentativo. Del resto ci si occuperà meno del governo, destinato a poco a poco a svanire, e piuttosto dell'amministrazione delle cose. G. Renard ci mostra eccellentemente la superiorità della produzione regolata dal socialismo sulla produzione anarchica del cal'italismo. Segnala i benefici che procurerà la s·>p ~ff~sione dei parassiti la sparizione degli sperperi, la concentrazione suprema dell'industria e dell'agricoltura. Lo scambio semplificato libererà ·milioni di braccie, mentre che la macchina, in luogo di schiacciare e di radicare li proletariato diventerà la grande emancipatrice. Così a ·poco a poco l'eguaglianza, bandita dal mondo moderno, apparirà come una realtà, o almeno sin da principio, gli spaventosi contrasti che ci feriscono ora saranno estirpati. Solo il comunismo darà il livellamento sociale (ma noi abbiamo Yeduto che G. Renard è lontano di respin. gerlo) in un avvenire più lont~no. Tale è, in sostanza, l'opera che noi siamo f e1ìci di segnalare, in· qut>sta Rivista· alla democrazia italiana. Le Regime Socialiste è un volume che fa onore al pensiero socialista francese. Esso pone e risolve d_eiproblemi che_·nell'ora attuale appassionano~ tutti gli uomini çlegni del nome di uomini. E se, su certi punti, si può prestare alla controversia. i principi genernli che stabilisce sono d'un valore indisputibile Ha sopratutto il grande merito di dare un primo sguardo scien~ tifico - e non più utopistico - òe.lla società tale quale la concepiscono oggi i socialisti dei due emisferi. Per troJpo, tempo si è rimproverato dappertutto al proletariato,· _yhc ~ogn~ una trasformazione fondamentale del mondo, di 'non potere precisare le sue vedute. Onqai l'accusa non ha più senso. Il libro di Giorgio Renard, co11e tutti quelli che sono comparsi in questi ultimi anni, pr1"para . i tuturi Cahiers della democrazi)t socialista. e, anche meglio, la Magnr1, Char;ta della ·::maem...tncìpazione. PAUL L0u1s. STELLONCINI LETTERl\.RI Xl. Il monumento dello Stecchetti )t Helfonte * Una passione * l.,'esteUea e l'aniore * A f.ene a Parigi * 1•et l'egnl dell'a1•te * llimpianti * Ora- . no per Zola * Il malato d'A~ia * Ancora l'E~ · sposizJone di Ve~ezia. - . Sono anch'io fra gli '..'Amici dei Monumenti,,: ma non esattamente nel medei:;imo senso degli eruditi consoci dell'omonimo sodalizio fiorentino: rispettoso dei ruderi insigni e venerandi, non ne. sono però fanatico, come certuni, fino al feticismo, fino allo snobismo; nè tanto meno, sono amico dei monumenti, nel senso che io ami molto i troppi, per lo più deformi, _:pupazzi di marmo o cli bronzo, eh~ i vivi, per fare a se un po' di réclame, vanno erigendo e moltiplicando a,gl' illustri ,morti, in mezzo alle piazze e ai quadrivi d'Italia. No, no: io sono amico di tutt'altri monumenti: di quelli soli che ogni uomo valente sa e può costruire a sè stesso: " Exegi monimenti,m <Freperennius ,, ; e c.he. rimangono infatti, ben più signi:fìca~ivi e so~tanziosi di qualsiasi statua colossale ed epigrafe magniloquente, a dire che cosa un uomo sia stato, abbia valuto e voluto, qua.li idee_, quali affetti, quali visioni, quali forme, siano uscite da,l suo cervéllo. E sia lod·e, lode calda e senza restrizioni, alla Casa Zankhelli, promotrice munifica e degna collaboratrice di monumenti siffatti, che alcuni dei nostri mag-giori poeti, da lei molti anni or sono consacrati per la prima volta alla gloria, ,consacrano ora, nella lor vasta mole integrale, alla propria musa. Ieri era alla statua di Giosuè Carducci, che i Zanichelli facevano un pie- . distallo degno di lui e di essi; oggi, è alla figura non meno simpatica, f_9rse anche pi.~\ (e ~i scandalizzi pure chi vuole !) di loren?o Strccfietti, che gli editori felsinei dànno una base magnifica. Le Rime, infatti, dell'inernuribile, del proteiforme poeta, son qui raccolte, comP- quelle d'Enotrio, in più di seicento fitte e nutride pagine, stampate e rilegat~
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