Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 8 - 30 aprile 1903

RJVlSTA. PÒPULARÈ D1 POLJTÌCA., LÉ'I'TERE E SCIENZÈ SOCÌALJ . 217 saJJuto spingere la maggioranza ver.so net_n_rnurna sola di quelle riforme, che erano l'eclamate dalla pubblica opinione; composta di partiti popolari, essa lascia pazientemente, che sotto i suoi occhi trionfino sempre i vecchi criteri amministrativi, ereditati dal Governo dei Borboni, quando non acquistati dal Governo delle clientele. Si è giunti perfino a tollerare, che fosse respinta la proposta della refezione scolastica, non resµinta nepJJur dal Su:nmonte, e tale dm pel' Napoli è e deve essere parte essenziale nel programma dei partiti nuovi. La presente minoranza, in una parola, non sembra dissimile dalle minoranze [_)recedenti, e sem- , bra, che anch'essa si faccia trascinare in quella via di adattamenti, di transazioni, di facili sottintesi, propria, pur troppo~ di tutti i partiti napoletani. Tutto ciò ha prodotto il rnuta:nento dell'ambiente. Cioè, ha disposto la pubblica opinione_ in un modo diverso da quel che era disposta quando, nel 1900, ebbe luogo il processo rra il Casale e la Propaganda. Le conseguenze del mutamento ùell' ambiente sono, e sono state evidenti. La cittadinanza nel 1901 ebl:;>eun vero movirnento di reazione contro i 0olpiti dalla !nchiesta. Era quindi naturale che rimanesse disingannata nel vedere che una delle solite amministrazioni si era. insedia~a nel palazzo munidpale, e che era stata vittima di un equivoco, per il quale· avea creduto di decretare il trionfo al Senatore Saredo nel nome di persone, che non rappresentavano punto l'ideale di lui, e solo avean voluto giovarsene per togliere il potere municipale a persone e gruppi, che l'avean tenuto troppo a lungo. La cittadinanza vide allora, 0he era stato vano il suò entusiasmo, vana l'o,,era sua, se non era servita ad abbattere i vecchi sistemi, ma era servita solamente a determinare la situazione elettorale e politica in favore di alcuni e in danno di altri. E ricadde nella sua solita indolenza, indifferente alla sorte dei vinti, come all'opera dei vincitori. Essa, cioè, ai vecchi sistemi, risorti sotto forma ingannatrice, continuò ad opporre la sua vecchia indolenza. ,Qual sorpresa, se, in questo ambie_nte mutato, le elezioni provinciali restituirono i deplor"ati dalla inchiesta ali' Amministrazione; e li restituirono, anzi, così rafforzati da poter salire financo al seggio presidenziale del Consiglio ? Qual sorpresa se il paese assiste indifferente al processo contro il Casale? • E neppure alcune sentenze dell'Autorità Giudiziaria possono recare sorpresa. I magistrati sono uomini ;'1.1 pal'i degli altri; uomini, che per la loro educazione, per la loro coltura, come partecipano al movimento intellettuale e scientifico, così pure partecipano, da spettatori, ma da spettatori intelligenti, al movimento politico del loro tempo. Anch'essi subiscono la forza dell'ambiente; e la loro giustizia non è solo l'applicazione della legge, ma è anche la espressione più alta deÌla pubblica opinione. Andate un po' a spiegare diversamente che co: me un'alta espressione della opinione pubblica la sente~za, che, contro la querela del Casale, assolse il gerente della Propaganda . . Norma e prova unica in quel giudizio fu il sentimento dei più; esso ispirò la parola d~l Pubblico Ministero; esso la sentenza dei giudki. E che cosa volete che faccia l'Autorità Giùdiziaria. q_ uai1do vede che voi volete col li ire non per un alto ideale, ma per [Jrendere il posto dei col- .piti, e occuparlo alla lor man_ier,1 1 Dolorosa quindi è la presente situazione. µerchè essa dimostra che il molto che si è fatto minaccia di _andare com,,letarnente perduto. I colpevoli hanno ripreso coraggio e sperano riconquistare il l_JOtereperduto, pensanJo che se il nuovo non si è saputo costituire, può nella vicenda del vecchio. tqrnare la loro ·volta. E tutto ciò che esvongo non è espressione di un (.;Onvincimento personale, ma risponde ad un rigoroso esame di fatti. Rimedi e speran~e ve ne sono~ La situazione e grave: se col coraggio, wn l'audacia, con la tenacia del Sa.redo non si è riusciti che a far poco o nulla, in che cosa si può sperare per l'avyenire? ' Nè io· credo si po-:,sano sperare duraturi miglioramenti economici, quando non venga rinnovata la bèlse stessa della vita pubblica. Il sistema della clientela, cioè degli interessi particolari, corrompe e inquina tutto quello che si tenta di fare nello interesse generale. Anche il risanamento edilizio ru un bellbsimo ideale; ma venne tramutato in una :-:J:leculazione,che fu anche cattiva, e le case dei poveri, che si doveano -risanar~, sono sempre lì a dare doloroso spettacolo di sè; mentre si sono costruite case, i cui prezzi di locazione sono ·superiori alle stesse forze economiche delle classi agiate. Data perciò la presente situazione della Yita amministrativa a Napoli, neppure gli sforzi per fare della. città una città industriale, lasciano sperare che possano riuscire ad uno scopo proficao. Anche questo è un alto ideale, è questa la visione sicura dell'avvenire, ma nel viziato ambiente politico attuale, in cui il problema industriale può o -non essere inteso quale s'impone, o essere distratto in favore di determinati interessi, può accadere che o non se ne faccia nulla, o si faccia qualche cosa che non giovi proprio a quelle classi, a beneficio delle quali dovrebbe esser diretta. L'avvenire napoletano è in mano delle classi operaie e della piccola borghesia; solo di là può venire uno spiraglio di luce. Il miglioramento può solo aspettarsi da una unione di tutti i partiti che rappresentano queste classi. Bisogna, in una parola, organizzarle in partiti politici, strappandoli ai sistemi della clientela; Un buon esempio si ebbe dopo le elezioni provinciali. Allora le ca'marille erano superb'e del re-

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