Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 8 - 30 aprile 1903

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICA.LJ!'fTERE • SCIENZESòCiALJ 215 Ma la Ù1.:!scrizione della malattia, non acr,om pagnata e seguita dalla cura corrispondente alla diagnosi, era destinata a prJdurre eft\itti dannosi, o a no_n produrne alcuno. Le inchieste sulla vita pubblica di una città sono utili, se dalla rivelazione dei mali si dee trarre am maestran1ento per l'avvenire nella direzione di quella vita; sono inutili o dannose, se si riducono ad una platonica d1-rnunzia d'imperfezioni e di errori. Il Governo lasciò, che la inchiesta fosse liberamente compiuta, non s ingerì in essa, concesse al Presiùente 'della Commissione tutti i mezzi necessari per.compierla nel modo, che egli credeva il migliore. Ma con ciò non fece nulla per curare i mali, sui quali avea mandato ad inùagare; e Car fare e pubblicare quelle indagini, senza avere contemporaneamentP- "il fermo intendimento di portare rirneùio ai mali rivelati, non era, se non, per il Governo, un esJJediente atto a farlo usci1·e per il momento da una Jiilicile situazione, per il p-aese una tragica burla. Il Saredo ebbe ,torto di accettare il mandato, senza essere in pari tempo sicuro, che la direzione della cosa pubblica avrebhe pror,e<luto in maniera concorde coi risultamen ti del le sue indagini. E se questo fu l'errore del Presidente dena Commissione d'inchiesta, spiegabile con 4.uel giovanile entusiasmo per la sua missione,. on<l'ogli ru preso nel primo momento; la colpa del Gorerno ru precisamente in quella formula deJ disinteresse, nel la quale si volle racchiuùere il concetto della indipendenza, in cui ru lasciata la Cornmissi one irnl u iren te. Il lasciar<~ a ll uesta la indipendenza nol com pimento e nel la divulgazione delle sue indagini era un dovere, e non fu un merito; e se quel dovere si fosse tentate ù i Violare, il paP.se, avido di scandali più che di rinnovamento, non lo avrebbe tollerato. Ma il compimento di questo dovere non do,·ea significare .disinteresse dall"opera della Commis- ,sione e dalle consiJguenze della inchiesta; al éOntrario, 4.uesta forma di disinteresse era la sula forma, con cui al Governo era dato di ostacolare· quell'opera, e cli renderne nullo l'effetto. La vita rappresentativa si svolge sotto lo sguardo vigile e la direzione del Governo, il quale ha ai suoi ordini i Prefetti, ed ha anc11e · giornali chiamati a diffondere le idee, che esso sostiene, e a formare e mantenere le correnti della pubblica opinione ad esso favorevoli. Di tutti i fattori determinanti il carattere della rappresentanza elettiva il Governo è il più po- ...._tente. E questo suo potere diventa maggiore in quei luoghi, dove, come a Napoli, la educazione politica si trova tuttora nello stato embrionale. Ed io parlo ùi semplice linea direttiva, non volendo accennare all'abuso, che dai Governi si suol fare di tale lor potere per formare e mantenere le docili maggioranze parlamentari, nè ai mezzi troppo noti, coi quali i Governi sogliono con(incere delle proprie idee la stç1,mpa giorn diera, che ha il man-. dato di diffonderlo. S3 alla Commissione d'inchiesta non furono conceduti poteri, che andavano al di là di deterrni- \ nate o iD.determinate e generali manifestazioni della vita pubblica, bisog-naYa almeno porre in armonia con essa il rap1Jresentante politico del Govf\1'1io a Napoli e l'opera sua; cercare che fossero determinate con eguale armonia le correnti della fJU bblica opinione. Era questa la con~eguenza logica del Decreto, con cui era stata nominata la Com missione d'inchiesta. ' Ora il Prefetto di Napoli apparve inadeguato all'alto -:ompito di aiutare quel risPrgirnento di vita politica che doveva succedere al la demo] izione dei vecchi sistemi. Accenniamo a qualche fatto: la elezi.one nel col• legio di Avvocata dopo le dimissioni del Casale, affidata proprio ai suoi amici ed elettori; il lasc1are che il Sum monte, non più Sindaco, potesse toenare al palazzo municipale per porre in sal ,·o tutti i documenti, che volle sottrarre alle indagini; l'ostacolare lo scioglimento del Consiglio provinciale, e c'i alcune amministrazioni di Comuni rurali colpiti dalla Com missione Reale; la dire. zione delle elezioni provinciali affidata alle clientele colpite; il continuare a far capo alle vecchie classi conservatrici, che non giunsero a conservare se stesse, e complet:1ment9 decadute da ogni efficacia politica; senza pensare che il rinnovarn(:into napoletano può solo aspettarsi dalla viva corrente de1le idee moderne. Il Governo sa per quali ragioni, dopo la puhblicazione della inchiesta comunale, il Senato1·e Saredo fece le sue valige, e abbandonò il palazzo Ciccarelli insierne con tutti i suoi colleghi e impiegati, col fermo pro.Ponimento di non JJÌÙ tornarvi; e sa puro quale alta parola lo persuase a tornare, e a fare la inchiesta sulla provincia. I giornali governati vi Curnn quelli, elle con maggiore costanza cercarono di togli ere ogni efficacia alla inchiesta, e fecero oggetto dei loro attacchi violenti, delle più basse ingiurie, la stessa persona del Presidente della Commissione; nqn risparmiandola prima elle la inchiesta fosse pubblicata; e neppure dopo la morte, con parole clie recarono in tutti dolorosa impressione. Furono parallele e contemporanee l'opera della Commissione inquirente e quella della stampa governativa; la seconda diretta a distruggere gli effetti della prima! Che dovea fare il Saredo 1 Egli sperò di ottenere gli effetti desiderati indipendentemente dall'aiuto del Governo, e in due mo~i: 1 ° pubblicando una in'Chiesta tale da provocare lo scandalo senza reticenze, senza pietà, una fiera condanna generale della vita pubblica napoletana; 2° facendo sollevare con questa pubblicazione le vere e nuove energie della città per mezzo di nuovi e v_eri partiti. Sotto il primo aspetto egli fu costretto talvolta

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