Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 8 - 30 aprile 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE,· E SCIENZE SOCIAL! 209 LA FA.RS.1'\ RIVOLUZIONARIA NELSOCIALISf'1I0TALIANO La polemica impegnatasi tra Turati e Ferri, a proposito dei due scioperi di Roma, ci ha procurato un godimento estetico ed una soddisfazione morale schietti e profondi. Non si possono leggere gli scritLi d1 Filippo Turati di questi ultimi tempi senza ammirarli, senza provare vivo diletto, senza proclaIQ.arlo uno dei più forti ed el~ganti - forse il più forte e il più elegante - tra i prosatori e polemisti contemporanei. Niuno meglio di lui possiede l'arte di · dire le più atroci ingiurie in forma squisita togliendovi quasi il diritto e la vogl_ia di. ricambiarlo ; niuno più di lui sa mettere in evidenza le zoppicature della logica dell'avversario e trarne il massimo profitto. E tutto ciò con una forma svelta e smagliante, talvolta anche leziosa) e con termini azzeccati, e tal altra anche ricercati, che finisce collo stordire e col suggestion;1re chi ha ricevuto i suoi colpi. Così è che di l'ronte al 'furati t'a meschina figura il Ferri, cui nessuno potrà. negare mai la vastissima coltura; la vigoria della mente,· la spigliatezza polemica. Dàl giorno in cui Ferri, entrò nelle fila del partito socialista sino al Congresso d'lmola, tra lui e Tunati non c'è stato mai buon sangue. Si punzecchiarono sempre reciprocamente; e spesso dalle punzecchiature passarono alle bastonate da orbi. Tali quelle, 'che si sono assestate or ora, e che sulle spalle ùi Enrico Ferri devono aver lasciate lividure elle potranno scorriparire colle bagna ture all'arnica continuate per 11n buon rnesetto. Verte la contesa su questi due punti: 1 ° ci sono clue tendenze nel socialismo italiano; o qe n''è una :sola? 2° c'è in Italia un socialismo ?"ivoluzionario; e se c'è: come e quando ha esplicato la propria azione~ Sul primo punto nessuno oramai può dare torto a Turati _che nega la duplicità delle tenclenze. Noi in parte c'ingannammo q11ando, credendo che il deputato per Milano volesse seguire le orme delBernstein, affermammo chesierano delineate due tenclenze, che giudicammo fondate su di un largo substraturn di antipatie personali,ma non prive di differenze reali nella teoria e nel metodo. Queste differenze reali, però, scomparirono dal momento in cui il Turati dichiarò formalmente che il socialismo italiano dove,-a sopratutto preoccuparsi della meta (ìnale, cioè: della proprietà collettiva. La diversità poteva residuarsi nella d_ifferenza sul metodo che sarebbe ~tata bastevole per distinguere le due tendenze. Nia dopo il 'Congresso di Imola in cui furono proclamati con tanta serietà i famosi umoristici bisticci sul riformismo ... rivoluzionario sostenuto da Turati e sul rivoluzionarismo ... riformistico sostenuto da Ferri, in verità non era pm lecito di sostenere la esistenza di due tendenze. Il metodo del!' uno si rassomigliava come una goccia d'acqua ad un'altra a quello· dell'altro. Entrambi aspiravano alla rivotu,zione intesa nel senso copernica,,o e che deve arrivare fatalmente colla maturità dei tempi. Nè l'uno nè l'altro, poi, se mal non ricordiamo, si sono curati di chiarire bene il senso di questa rivoluzione, come ha tatto il Kautsk.y, che ha modificato la definizione, elle ne aveva dato Marx (Die Saziate Revolution. Berlin 1902 Buchhandlung Vorwarts.) E sarebbe bene che lo chiarissero per dileguare molti equivoci ed anche per ristabilire la pace tra ?"ivoluztonari e riformisti. Qi pare superfluo anche aggiungere che la for1nazione delle coscienze, su cui conta il Ferri, non può diversificarsi dall'azione delle riforme, su cui spera il Turati. Formazione delle coscienze vuol dire educazione. Ma s.i può educare in diversi modi; e possono essere tutti legittimi questi modi quando non è poss~bile adoperarne altri. Così la evoluzione politica italiana, la educazione, la formazione delle coscienze italiane in Italia prima del 1860, nori essendo possibile· in altro· modo, fu fatta da Giuseppe Mazzini colle cospirazioni, colle rivolte, coi tentativi insurre-. zionali. A nostro avviso questi metodi sarebbero legittimi pei socialisti se a loro fosse negata la libertà della propaganda; come sono legittim issimi in Russia dove si sta peggio che in Italia sotto i passati regimi. Se tutto ciò è innegabile, sentendo che, dopo il Congresso d'Imola, si discute ancora tra i socialisti italiani di una tenden~a riformistica e di una tendenza rivoluzionaria, verrebbe la voglia di sospettare che entrambi i partiti ad Imola cercassero di minchionarsi reciprocamente nascondendo il proprio pensiero o attenuandolo per assicurarsi la maggioranza ed attirare l'acq_ua al proprio mulino. E non si µuò negare che ci sia stata la reciproca minchionatura. Dopo ciascuna delle parti ritornò ad accentuare quello che credeva carattere proprio; ma con questa differenza. In Turati... ci fu armonia tra le pa.,- role e i fatti; aveva affermata l'utilità rlelle riforme e della lenta evoluzione e in conformità di tale affermazione scrisse, parlò ed agì. Ferri, invece, continue:>ad affermarsi rivoluzionario e propugnatore della forrnazione rapida delle cos<Jienze, con una specie di propaganda col fatto, che dovrebbe rassomigliare a quella degli anarchici più violenti. Ma la sua rimase affermazione purament@ verbale in contraddizione miserevole coi fatti. Il c,uo r•i1JOluzionaris mo non arrivò nemmeno alla partecipazione attiva ed alla solidarietà negli scioperi di Roma come gli ha rimproverat0 Turati. Il suo riooluzionarismo esteriormente non si scorge neppure nella conquista dell'Avanti! Non lo ebbe in mano con un assalto in regola; lo prese per fame! Se non fosse l'avversione mal celata di Filippo Turati pèr l'idea repubblicana noi saremmo interamente con 1 ui ; e l'ar-cordo non ci costerehbe al- -.

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