RIVIS I'A JJaPOLARE DI POLITICJ, LETTERE E ~CIENZE SOCIALI 177 Del Vanni, come sociologo, sono ben noti, oltre il Programma critico (1888), i due saggi sullo studio ~omparativo delle razze inferiori (1884) e sulla teoria so- , ciologica della popolazione (1886). Nel primo ben consiglia va alla sociologia di proceder cauta, al suo affermarsi, senza esagerate ed ardite generalizzazioni; nel secondo la popolazione studiava non solo come fenomeno biologico, della evoluzione organica, ma come fenomeno sociologico, sottoposto alle influenze dell' ambiente, a dati fattori economici, politici ed etici; anzi, a proposito di alcune questioni malthusiane in Germania, cogliendo il momento etico della teoria della popolazione, contro l'eccesso di questa, che alcuni non buoni interpreti della dottrina di Darwin considerano ancora come un male necessario. un risultato cioè della teoria dell'evoluzione, Egli invocava una previdenza procrtatrice, di cui un primo passo sarebbe la riforma ,del diritto di famiglia, coll'accrescere importanza alla volontà degli ascendenti e porre così un limite al vincolo matrimonìale. Ma lì dove il Vanni spiegò intera la sua attività è nel campo della :filosofia giuridica; è quivi che rivelò in grado eminente il suo spirito critico, sia nell' analisi delle dottrine del Summer Maine (1892), dello Spencer (1893) o dei giuristi della scuola storica (1885), sia nella indagine puramente teoretica, collo studiare il diritto nella totalità de' suoi rapporti (1899) o col porre il problema della :filosofia del diritto in rapporto alla scienza, alla :filosofia, alla vita (1890), non escluso quindi il socialismo giuridico contemporaneo (1894). E come la sua maggior critica al socialismo fu di ritornare, con delle premesse individualistiche, alla scuola del diritto naturale e di essere stato ormai sorpassato dalla filosofia del Romagnosi, del Trendelenburg, del Krause, che nell'accordo dell'elemento individuale e del collettivo avevano additato l'ideale sociale e giuridico, così .acutamente pose in rilievo l'unilateralità del sistema --dello Spencer, il quale, pur movendo dalla biologia e ·dalla sociologia, era tornato alla nozione kantiana del ·diritto, come mero principio di coesistenza, anzichè ·trovarlo nella congiunzione armonica dei due momenti, l'individuale ed il sociale. Natura mite, il Vanni fu scevro da qualsiasi spirito d'intolleranza verso le altrui dottrine, che si faceva anzi un obbligo di ben conoscere, convinto com'era dei doveri della critica; la sua critic~ era però si eloquentemente vivace, quando affrontava il problema dei problemi, la ragion d'essere della sua scienza. E le scuole da combattere non eran poche: la scuola metafisica parlante ancora di una morale assoluta e di un assoluto diritto; la scuola tedesca sostituente alla :filosofia giuridica una teoria generale del dirìtto, una allgemeine Rechtslehre; la ~cuola analitica inglese, che solo ammet- _te una :filosofia del diritto positivo, basata sui primi principii tratti dalla comparazione dei sistemi legislativi più sviluppati; alcuni sociologi infine che, negando la :filosofia di un dato gruppo di scienze, la :filosofia giuridica vogliouo assorbita nella loro scienza, che dovrebbe invece rimanere " come dottrina generale della società, la quale, coordinando e integrando i risultati di tutte le singole scienze della vita sociale, mira a spiegare questa nella sua interezza, nella sua organica unità ,, . E appunto criticando l' Austin e la scuola analitica inglese, prescindente da ogni ricerca deontologica, che il Vanni pose in rilievo la funzione pratica della sua scienza. La :filosofia giuridica, dice, non può escludere la ricerca deontologica, ma deve porre, come il problema dell' essere, così quello del dover essere. Se il diritto è realtà fenomenica, non per questo la scienza deve rimanere in un indifferente quietismo; essa deve anzi contribù.ire potentemente al· suo svolgimento ed alla sua riforma; idea e fatto reciprocamente influendosi. la ricerca sarà induttiva e deduttiva ad un tem~ po. " tli c::i,de, scrisse, in un vero pregiudizio credendo che l' indagine demtologica e ideale contradica ai prin· cipii della ricerca positiva, mentre invece è voluta imperiosamente da questi ,,. Ecco dunq'ue assegnata alla :filosofia giuridica la sua alta ed ardua missione; essa è sintesi ed analisi, critica delle istituzioni e delle leggi esistenti, indagine espli• cativa del passato, face illuminante le vie ·dell' avvenire. Pienamente compreso di tale missione, il Vanni fece del suo insegnamento un apostolato; ed a Parma, a Bo• logna, a Roma, seppe trasfondere il suo entusiasmo ai giovani che numerosi lo ascoltavano, ai giovu.ni cui fu sempre rivolto il suo pensiero, fin, vaneggiando, negli ultimi istanti di sua vita. Se dovessimo lasciar libero sfogo ai nostri sentimenti, qui vorremmo ricordare del Vanni il cuore mite e generoso, la gentilezza dei modi, le confidenti espan• sioni dell'animo suo, quando, velato il volto da una leggiera malinconia, a noi parlava della scuola, delle aue delusioni innanzi l'Italia presente, delle sue speranze in una patria più grande e più degna de' suoi gloriosi destini. Sol valgono questi brevissimi cenni come l'omaggio' modesto reso ad un modesto e grande sacerdote della scienza (1). UGO DELLA SET A, (4) Quando ancora Icilio Vanni era poco conosciuto in Italia, N. Colajanni gli consacr6 una vera monografia apologetica nella Rioista di filosofia scientifica del Morselli contrapponendolo - Il sociologo ottìmista - al Gumplowioz - Il sociologo pessimista. Da quel giorno sono scorsi circa 20 anni; e durante quel tempo crebbe la fama dell'illustre perugino, e crebbe l' amici:zia che tutti i buoni sentivano per lui. Perci6 la redazione tutta si associa commossa alle parole che gli ba consacrato Ugo Della Seta. LA REDAZIONE. Noi I.e rivelazioni di Jaurès su l'affare Dreyfus. Dunque, cogliendo l' occasione dalla contestata ele• zione Sveton, J aurés ha tentato .di riaprire l'affare. Qualcuno ha fatto l'osservazione che sembra una fatalità che questo affare debba non potersi sopire, e forse questo è l'effetto della verità che, conculcata una volta, :finchè non è riuscita a trionfare completamente, conquide gli uomini e i popoli e li obbliga al tormento di fare e disfare, e rifare ancora l'opera loro. Comunque sia però è doloroso che uno di quelli uomini, pe' quali la conservazione della Repubblica dovrebbe essere subordinata a qualunque altra considerazione, - visto che dalla Repubblica soltanto e dalle istituzioni repubblicane è loro concessa la evoluzione verso quella forma di società che essi vagheggiano - voglia ora lanciare un'altra volta la Francia, per la via aspra di quelle agitazioni che poco tempo fa quasi la trassero alla rovina. Finchè Dreyfus scontava all'Isola del Di.avolo una pena per un delitto del quale egli si protestava innocente, e del quale non apparivano solide, nè convincenti le prove; era logico che tutti gli uomini amici della giustizia s'agitassero e volessero la luce e il trionfo della verità. La vittima soffriva, l'uomo era o pareva _____ f
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