' 174 RIVISTA POPOLARJf DI POLI'flCA,, LETTERE Jf SCIENZE SOCIALI importanza. Non è, del resto, un mistero per nessuno che i tedeschi, e specialmente il loro Imperatore e le sue tendenze, non sono eccessivamente popolari in America. La visita del principe Enrico non entusiasmò il popolo e chi conosce il carattere degli AmericanL facili alle più vistose e rumorÒse manifestazioni -e tien conto delle accoglienze che dal popolo Americano furono fatte al principe tedesco ~èL esamina alla streg•a di questi fatti le parole sfuggite a Dewey non può a meno di concludere che l'ammiraglio americano dicend-o quel che diceva rispecchiava, rappresentava - sia · pure involontariamente e senza mandato - l'opinione pubblica del suo paese, nelle sue antipatie, nella sua :fierezza e ne' suoi moniti. L'atteggia~ento tropI?o autoritario assunto dalla Germ;,.nia nella questione del Venezuela, la brutalità del commodoro tedesco bombardante un punto della costa Venezuelana, come se si fosse trattato d'un territorio qualunque di popolo barbaro, ha indignato gli Am.ericani ed ha fatto loro capire quali pericoli gli possono minacciare. D'altra parte una certa antipatia natarale di tutte le nazioni Anglo-sassoni per le Teutoniche (parenti, serpenti dice il proverbio; e Inglesi e 'l'edeschi sono, etnograficamente, cugini) fa si éhe facilmente gli Americani guardano di malocchio i Tedeschi e non sarebbero poi troppo dolenti di potei:li pettinarè un po'. L'espansione coloniale, l'immigrazione Tedesca in America, specialmente nel Sud del Brasile, nell'Ovest dell'Argentina., e in certe città degli Stati 1Jniti rappresenta un pericolo assai serio per le due Americhe perchè il popolo più potente che ne abita una parte non debba preoccuparsene., Ma Dewey aveva detto un po' troppo chiaramente quello che tutti pensano; e che sanno ·però non dovere dire che a bassa voce. Il monito delle manovre nel mare Caraibico, e l'osservazione su la potenza della flotta Americana suonavano un po' troppo aspri nelle parole dell'ammiraglio Americano, ed egli è stato obbl~gato a smentirle. La stampa Europea, e specialmente la Tedesca hanno cantato un unanime gloria. Ma a gelare gli entusiasmi è venuto un discorso di Roosevelt il quale, naturalmente, si è mostrato buon diplomatico. Nel primo dei discorsi del suo giro elettorale - il Presidente della Repubblica agli Stati Uniti è obbligato, come qualunque altro semplice cittadino, a sostenere la propria can~idatura - il Presidente Roosevelt ha parlato della dottrina di Monroe. Anzi ha fatto di questa il capo saldo, il tema principale del suo discorso. .La dottrina di Monroe, è formulata in poche parole. L'America deve appartenere agli Americani e nessuna potenza Europea ha diritto d'ingerirsi degli affari Americani, di occupare territori in America, di costruire per proprio conto ed uso, ferrovie, ponti, strade, e di aprire canali. Pigliando le mosse dal taglio dell'Istmo di Panama il sottile diplomatico ha ripicchiato il chiodo battuto dal Dewey. Naturalmente lo ha fatto con maggior garbo e più tatto. Ha perfino affermato che sarebbe meglio abbandonare la tanto spinosa dottrina che sostenerla, se per far questo non si avessero sufficenti forze. Ma ha soggiunto però che bisogna. che gli. Stati Uniti rafforzino la loro marina e la mantengano forte, proprio perchè a nessuno possa venire la velleità di manometter-e quella dottrina. Egli ha chiaramente.affermato che il taglio dell'Istmo di Panama deve essere impresa esclusivamente Americana, perchè, in caso di guerra, l'istmo deve potere essere chiuso a qualunque potenza Europea; ha dichiarato francamente che gli Stati Uniti debbono proteggere e all'occasione difendere le più piccole repubbliche Americane, e ha detto che se non si deve essere provocatori e scortesi verso nessuna potenza, bisogna però essere pronti a far rispettare, anche con la forza, se occorre, l'integrità del suolo Americano. Ci sembra che le dichiarazioni del Dewey e del Roosevelt collimino. Sono differenti nella forma; quella è più brutale, questa è più abile, nella sostanza sono identiche. E se riavviciniamo a questi due discorsi, . l'atteggiamento degli Stati Uniti nella vertenza del Venezuela,il fatto che la Germania avrebbe grande bisogno d'un po' c1i terra ferma nel Sud America, e la concorrenza industriale che la Germania fa agli Stati Uniti, si vede subito a chi pensano l'Ammiraglio e il Presidente, e da chi intende principalmente guardarsi il popolo Amerie ano. ' , E c'è un'altra que·stione più grave ancora. Lo sviluppo preso dall'industrialismo in America obbliga gli. americani alla conquista del mercato europeo in Asia, in Africa e nella stessa Europa. E questione per lor0 di vita o di morte; e tale questione non può essere risolta da arbitrati e da compromessi. Data la situa.done politica attuale, le questiont economiche diventano antagonismi politici e questi si risolvono con le armi soltanto. Mentre gli Americani cercano di organizzare dei Trusts per farei la guerra sul terreno economico, si preparano a farci- la guerra çon le armi, la vecchia Europa ha il dovere di guardare molto a se e di non cullare rosei sogni per le smentite alle quali la diplomazia obbligél, i lupi di mare americani, e per i blandi discorsi di questi uomini politici a lunghe vedute, che sotto i guanti bianchi sanno dissimuhre le grinfie. I due discorsi e tutti gli altri indizi di antagonismo tra tedeschi-americani dicono, infine, che siamo assai lontani delle realizzazione dell'ideale di Bjornson Biornstierne che spera in una lega di tutta la stirpe germanica comprendente i tedeschi,gli anglo-sassoni di Europa, di America e di Australia e gli scandinavi. E a proposito di questa alleanza di razza sostenuta dal grande scrittore no1·vegese nel Berliner Tageblatt è lecito domandare: non sarebbe bene che gli scandinavi preparassero la futura grande lega germanica mettendosi di accordo tra loro? ... Lo (( Irish land Bill» - Dopo avere gridato su "1tutti i toni e per tanto tempo che nessun governo conservatore potrebbe fare e farebbe la minima concessione all'Irlanda; dopo aver fatto una guerra spietata all'Home Rule di Gladstone ecco che un governo conservatore, trascinato dalla forza delli avvenimenti, si trova costretto a cedere e concedere molto più di quanto, logicamente, si sarebbe potuto sperare. È vero che la concessione esaminata ma1;uramente appare piuttosto irrisoria, e, per dir meglio, inefficace malgrado la buona volontà di chi escogitò e di chi accetta la misura; ma è un segno dei tempi ed è bene notarlo e tenerne conto. L'Irlanda è arrivata ormai alla stremo delle sue forze. Una grande parte della popolazione Irlandese è emigrata nell'America del Nord e l'emigrazione continua incessante spopolando borghi, paesi e città. Le raccolte di più in più magre obbligano la popolazione agricola a staccarsi sempre più dalla terra e riversar-
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