Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 7 - 15 aprile 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 171 spavalda, anche se vera, specialmente se vera; la seconda ricomprava col buon senso il poco valore della prima. E buon senso sarebbe stato non proclamare uno sciopero generale date quelle condfaioui. Invece due settimane dopo quella dichiarazione - come se, per ineanto, la maggioranza degli operai si fosse organizzata - ecco la proclamazione dello sciopero generale. E, naturalmente, la susseguente fatale sconfitta. Infatti lo sciopero generale deve, tosto dopo la sua prodamazione, pa:calizzare la vita, d'una città.· Non più veicoli, non più ::;ervizi pubblici, non più pane, non più luce. La violenza diventa assolutamente inutile; lo sciopero generale, il vero sciopero generale diventa la vit-· toria ottenuta per forza d'iner:da. Inveee i proclamatori e difensori a tutta oltranza dallo sciopero generale lo a,ffermano come un buon mezzo di pres::;ione perchè può generare i tumulti - e li genera infatti, appunto perchè non è generale e non può riuscire vittorioso. Questa idea dello sciopero generale come mezzo di risolvimento delle questioni economiche, è la piu dannosa che sia mai stata propagata in mezzo alle masse operaie. Le culla di speranze vane, le spinge ad atti che risultano a danno della sua coscienza e della sua organizzazione. Infatti i pochi operai che, obbedendo alla disciplina della Camera del lavoro, scioperarono due giorni, si E!0no persuasi della sterilità e della debolezza della loro manifestazione e sono oggi, meno corrivi a sciopera,re, anche parzialmente, di quel che non fossero una cliecina di gforni fa. E questo è dannoso. Si è detto: La classe lavora,trièe ha dato un mirabile esempio di generosità e di solidarietà; ed è vero, indiscutibilmente vero. l\ia noi ci permettiamo cli domandare ai proclamatori dello sciopero generale se essi credono che si può fare buon mercato della generosità, della solidarietà delle masse operaie, per .una causa che non è chiarissimamente giusta, quando questa solidarietà e questa generosità portano seco un'aumento di quelle sofferenze che nella classe operaia, sono già tanto grandi? Si suol proclàmare che c'è un punto, nello odierno sviluppo industriale, ove gli interessi degli industriali e degli operai collimano; questo non è vero, mai, in nessun caso: l'interesse dell'operaio è sempre diverso da quello dell'industriale, e sempre opposto, e sarà così fìnchè, in una forma diversa dall'organismo economico, capitale e ~avoro, macchinario e prodotto non siano riuniti nelle mani del cittadino diventato industriale ed operaio ad un tempo. ~a da,to l'attuale organismo, il quale non può cambiarsi che col cambiare di tutto l'attuale stato cli cose, c'è un punto in cui l'industria non può dttre più di quello che dà al lavoratore. Se quello che dà è tale da permettere, sia pur povera, la vita, l'industria resiste, altrimenti muore. L'industria tipografica era arrivata a Roma al punto che agli operai poteva rimanere da chieclere la cooperazione agli utili e al possesso delle tipografie e del macchinario ai proprìetari. Hanno voluto fare uno sciopero, e se hanno fatto b~ne o male riguarda loro, e se i proprietari fanno bene_ o male ad ostinarsi a voler che gli operai passino sotto le forche caudine - e fu fatale ai Sanniti - è ancora. affare loro, noi però a·bbiamo il c.liritto di prote~tare contro lo spreco inutile delle forze e delle energie delle classi lavoratrici, ed abbiamo il dovere c1 i dire agli inconsulti agitatori delle masse operaie che quando si è deboli, quando da ciò che dovrebbe essere la vittoria, per la insufficiente preparazione, non può risultare altro che la sconfitta con tutti i suoi gravi danni e le amare beffe, non si ha diritto di fare appello alle forze, alle virtù, alla generosità del popolo, perchè il valore male _impiegato si paga poi troppo caramente. I socialisti al Hcich!!!òtag e le fo1·ze tlci vari pa.rtiti dal 1 S67 al 1 S9S. - Oh. A. Bertra,nd all'avvicinarsi delle elez.ioni generali tedesche ha creduto opportuno presentare nell'ultimo N. 0 dell'ottima Revue socialiste un quadro statistico delle forze dei vari partiti politici nel Reichsta_g germanico, dal 1867 al 1898, e él.i esaminare ampiamente l'azione del gruppo parlamentare socialista nell'ultima legislatura. Credia-, mo utile anche noi far conoscere le variazioni delle forze dei principali .partiti tedeschi, e non potendo riassumere il lungo e interessante studio ci limiteremo -a riprodurr.e integralmente la conclusione che è la sin- • tesi dell'azione del gruppo socialista. Il seguente quadro mostra chiaramente la po~izione rispettiva dei partiti che compongono il Reichstag da trent'anni a oggi: 00 cr:, 00 ..-i ~.-.: 00 o ..-i~ CQ cr:, 00 ..-i o cr:, 00 ..-i ~ 00 ..-i CQ l.Q c.:i l.Q ,-; I'- 00 cr:, cr:, --tjs ,-; c.D C\I cr:, ,-; --tjs O c.D 00 cr:, c.D c.D ,-; c.D ,-; O ..-i CQ ..-i ...... l.Q cr:, cr:, CQ o I'- CQ cr:, - - ,-; cr:, r-- 00 o cr:, c.D lO CD cr:, CQ ~- cr:, CQ LO 00 oo--co.- 00 I'- ~ cr:, :: t- -tj, S - ...... e~ ~ ..-i ~o ~- t-~~fg~~ s:; oo ..... - I co ..--i'"O --tjs l.Q cr:, c-.:i --tjs c.D 00 CQ I'- --tjs oo l.O l.OO-Jo-- ...... cr:, 00 ..-i .- CO ..-i 00 I'- cr:, c.D CQ --tjs cr:, cr:, t- &3 cr:i I l.Q l.Q ~ ...... l.Q ~ ,-; r- c.D 9 o c.D --tjs G\1 00 c.D t- c-.:i I .....,, co cr:i ...... ...... t- cr:i 00 ...... CQ ..-i 00 c.D 00 ,-; l'- c.D 00 ,-; <l) ~ o ...... +a ·~ - o P--l ..... ::1 o ..... N ce ;.., R o i.O ...... c.D ..-i ...... ...... ~ ;.., <V ..o. ..... - ..... - cil ::1 o ..... 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