Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 7 - 15 aprile 1903

196 RIVISTA POPOLARE DI POLITÌCA. LÈTTERB B SCJEN2B SOèlAl.J Stephen Gwynn: L'l~ghilterra · e le razze nere. - I possedimenti inglesi nell' Afric~ dell'Ovest, sotto il governo delle Colonie della corona, sono in uno stato di continua agitazione. llanno bisogno, secondo la frase del signor Morel, della " chiusura della caccia. ,, Le guerre sono succedute alle guerre e non nelle nuove ma nelle vecchie regioni conquistate. Intanto la Francia, il vicino dell'Inghilterra hagovernato servendosi solo come ultima ratio della forza armata, impossessandosi cautamente delle terre. interne; e il risultato è che negli ultimi cinque anni le esportazioni inglesi, nei possessi inglesi, sono ammontate soltanto al 17 per cento, mentre le Colonie francesi hanno più che raddoppiato il loro potere comprando i generi inglesi. Ciò non è sorprendente se si considera che in questi cinque anni c'è stata guerra nella Sierra Leone, guerra nell' Ashanti, e ripetuta guerra al Delta del Niger. La Francia è vero, ha avuto la guerra nell'Africa dell'Est durante questo periodo. Nell'interno essa ha distrutto il potere di Samory e Rubeh che rovinavano le terre dei dintorni ed avrebbero recati danni anche maggiori se l'attività francese non gli avesse debellati. Questa guerra era inevitabile per un popolo che intendeva impadronirsi di una nuova regione. Ma l'Inghilterra invece ha guerreggiato lungamente lungo duegento miglia di costa ov'essa da seccli ha stabilito il suo dominio. Tecnicamente queste guerre sono state fatte soltanto per domare rivolte. La Francia, con un territorio più grande 'ha governato in modo da non avere rivolte. Ora questo non è un bel risultato per•·un paese che vanta le sue capacità e i suoi successi nella colonizzazione ; e non è neppure un espediente. La Francia è riuscita nella Guinea Francese a riscuotere le tasse dai nativi servendosi dell'aiuto dei loro capi, e per mezzo di loro. Il risultato è stato che la tassa su le capanne è stata. pagata senza inconvenienti ed ha dato un risultato più proficuo che il metodo seguito dagli inglesi. L'Inghilterra, al contrario, nella Sierra Leone e nell'Ashanti non può mostrare che una bella nota di debiti, ed a spazzato via tutto quello che c'era di ordinato. Non ci sono, ora, nè indigeni, nè leggi, nè tenute di terra. E al di là del Niger le cose vanno alla medesima maniera ; la sola differenza che c'è è che sono più gra'{i. Noi abbiamo estirpato istituzioni e costumi che non ·cono,scevamo, ed abbiamo fatto l'uomo di razza nera molto peggiore di quello che era prima. Noi. giustifichiamo la nostra presenza in quei luoghi, col nostro zelo contro la. ~chia.vitù -e il traffico delli schiavi; ma la schiavitù è riapparsa in Africa sotto una nuova maniera e un nuovo nome. Lo schiavo nel Hausaland, o in qualunque parte dell'Africa è un membro della famiglia, può acquistare fa sua libertà, può diventare un capo. Lo schiavo sotto la legislazione europea non ha altro dinanzi a se che la schiavitù per se e fper i suoi discendenti. In questa servitù il possessore non è lungo tempo un individuo, e la situazione non è chiamata schiavitù, ma lavoro forzato. Nello Stato Libero del Congo le cose sono spinte alla loro conclusione logica, e se il furto e i prodotti della jungla non arrivano al prezzo offerto, le truppe della compagnia s'industriano con la baionetta e la daga. Le autorità dello Stato non sono raziatori di schiavi; ·essi hanno semplicemente :ridotta tutta la popolàzione allo stato di schiavitù in situ. Questo stato di cos·e è una vergogna per società civilizzate. L'Europa proclama che ogni guerra intrapresa. per distruggere la· schiavitù è giusta. Al tempo stesso proclama anche che il negro non può essere lasciato libero. Sarebbe difficile sostenere che in Sierra Leone, nell'Ashanti, ed ora in Hausalond le guerre non sono state fatte per stabilire e mantenere. in quei luoghi un sistema di molto dubbia giustizia; e che il risultato di queste guerre non è altro che per togliere a quei popoli la indipendenza, e abolire le istituzioni, i costumi, le leggi e i diritti che· quei popoli h,.mno- creato per se stessi. Ciò che noi non intendiamo nei loro modi di vivere noi lo aboliamo; ed imponiamo loro delle leg·gi che I non sono adequate al loro stato soci:1le e che essi non intendono. (Ji'ortnightly Review. - Marzo). .RECENSIONI Sisto · Frezzollni : Sul nupvo indiri:::zo econoniìco e sociale dei comuni. - Tipografia Adriana, 1903 - L. 1. L'Autore, partendo dal concetto che nelle aziende comunali non sono soltanto gli uomini che bi.sogna cambia.re, ma tutto il sistema amministrativo, ha fatto un denso e chiaro riassunto di tutto ciò che è stato scritto sulla municipali:lzazione dei pubblici servizi, dimostrando, coll'eloquenza delle cifre tratte dai bilanci dei comuni italiani ed esteri che si son messi da tempo in questa. via, tutti i vantaggi che la nuova organizzazione potrebbe portare alle oberate finanze comunali. A. ERRATA CORRIGE Per un errore d'impaginazione avvenuto· nell'ultimo _numero, i capoversi Quale movente etc. e Due ipotesi etc. pag. 153, colonna prima, righe 29, 30, 31, 32 dovevano and11.re prima del capoverso Si può supporre a p:;i,g. 152, riga 48. Do.tt. NapoleoneColajannpl,roprietariod,irettore-responsabile. Roma -.- TipÒgrafia, Piazza S. Apollinare, ~6 E' 'uscito l'XI 0 opuscolo della Biblioteca della Rivista ·Pop_olare I JULES DESTRÉE· DEPUTATO AL PARLAMENTO BELGA RIVOLUZIONE VERBALE -E ,, RIVOLUZIONE PRATICA Prezzo : Centesimi Venticinque. Dirigersi all'Amministrazione della Rivista Popolare: Via Ca~po ~Iarzio 43 : Roma }

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==