Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 7 - 15 aprile 1903

178 RIVISTA POPOLARE Di POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI ingiustamente colpito e bisognava rimediare all'errore. Ma ora che l'uomo non soffre più, ora che l'errore è in parte riparato e •che possono bastare i tribunali, se un fatto nuovo si presenta, a rendere completa all'uomo anche quella giustizia morale che fin'ora, per forza d'avvenimenti, gli è mancata; ora che la Repubblica s'è liberata di questo male che la mise ad un pollice dalla perdita, e che un fort-unoso succedersi di avvenimenti ha fiaccato il partito che tanto si agitò - servendosi appunto dell'affare Dreyfus - contro la .Repubblica; tenta1'.e di risuscitare questo affare è opera colpevole e non possono volerlo altro che quelli uomini che desiderano innalzare sè, anche a detrimento degli interessi e del bene di un popolo intero. E J aurés si è rivelato uno di questi. Contro di lui si sono schierati i suoi stessi compagni di partito; essi, che vedono nella Repubblica e nella pace della .Repubblica la garanzia della loro libertà d'azione si sono staccati da lui; hanno condannato questa sua mossa e la mozione Jaùrés è stata respinta dalla quasi totalità. dei depL1tati presenti alla disc1tssione. J aurés ha potuto salire alla vice-presidenza della Camera francese, grazie alla agitazione Dreyfus: che vuole egli ora tentando riaprire un affar& che tanta divisione e tanto male seminò in Francia; che tanto male potrebbe fare ancora, poichè è certo che quel partito, che ora è agli estremi, ripiglierebbe forza e, galvanizzato dalla nuova agitazione, riscenderebbe in campo a manovrare contro la Repubblica?,. La Repubblica ha, ora, bisogno di pace e di serenità per attuare quelle riforme di carattere sociale che la lotta contro i nemici delle volontà popolari obbligò per lungo tempo a negligere. Ha bisogno di tranquillità per procedere ancora su la via della laicizzazione, per provvedere alla educazione, alla lotta co.ntro l'alcoolismo, alla trasfo1;mazione dell'organismo economico per mezzo di quella serie di leggi che lentamente, ma senza interruzione, procedono verso quella cooperazione del capitale e lavoro che è un primo passo verso trasformazioni economiche anche più radicali. La Francia ha bisogno di pace e Jaurés che dovrebbe sentirlo, che certamente lo sa; anche contrariamente al parere dei suoi amici, le porta la guerra. J aurés è colpevole. Ben a ragione anche i suoi amici hanno votato contro di lui. Egli s'è immaginato che, poichè tanto guadagnò in autorità personale durante la lotta Dreyfusista, egli potrebbe guadagnare ancora. Si sentì, allora, quasi un conduttore di popolo, e certamente l'opera sua allora fu degna d'encomio; tanto degna quanto oggi è degna di rimprovero; e ci duole che questo uomo che fu dei più strenui difensori della Repubblica si riveli oggi tanto settario, da volere riaprire una agitazione che metterebbe di nu_ovo in pericol_o quelle istituzioni che a lui garentiscono la li"bera propaganda delle sue idee, che gli dànno affidamento di vedere applicate quelle riforme e quelle trasformazioni che, nelle sue idee, sono compatibili con una società di individualmente liberi. x. y. z. Per abbonarsi alla" RIVISTA PO-· POL4R,E ,, mandare cartolina-vaglia al l'On.'Dr. NAPOL. 00.LAJANNJ. Napoli . .. LA POLI'TICA INTERNA Quando i due gruppi parlamentari, il socialista e il repu bbl-icano, votarono i due ordini del. gior no, che volevano figurare come una dichiarazione di guerra contro il ministero, noi non ce ne occupammo per non rappresentare sempre la parte çli critici dei nostri amici, e perchè convinti che essi non avrebbero esercitato alcuna azione efficace. Ma gli avvenimenti successivi e le conseguenti discussioni dettero ad essi un certo valore di attualità, e ci costringono a dirne _brevemente. Gli ordini del giorno dei due gruppi più battaglieri dell' Estrenia sinist?"a furono: superflui o insinceri; entrambi intempestivi.· Fu superfluo l'ordine del giorno dei repubblicani, che nei Congressi e in precedenti riunioni del gruppo parlamentare, avevano dichiarato di essere sistematicamente avversi al Mi11fstero. L'aver- • lo votato all'indomani della risoluzione presa dal gruppo parlamentare socialista, parve a molti - ed anche a qualche deputato repubblicano, ad esempio Roberto Mirabelli, che disgustato allontanossi da Roma - un effetto del lo spirito d'imitazione, del mimetismo, da cui sono dominati da qualche tempo in quà i nostri amici; mimetismo che li ha esposti alla satira di Guerin Meschino, che li ha segnalati come buoni secondi, nella corsa all'antiministerialismo. Fu insincero l'ordine del giorno dei socialisti; poichè a tutti era noto che la. maggior parte dei membri del gruppo erano piuttosto contenti del Ministero, e con particolarità del Ministro dell'Interno. La mancanza di sincerità venne documentata da principio colle interviste e colle lettere - rettifica di Turati ad alcuni giornali, ed un po' colla stessa motivazione dell'ordine del giorno; e· poco dopo colle dichiarazioni dello stesso Turati in risposta al discorso dell'on. Giolitti. Entrambi furono intempestivi perchè ad essi mancava l'occasione vera, e parvero uno sfogo platonico suggerito da preoccupazioni estranee agli interessi del paese ed alla vita reale del Parlamento. In questa intempestività va trovata la ra gione per cui eHsi non ebbero una eco fuori di Montecitorio; e nell'ambiente stesso in cui avrebbero dovuto essere maggiormente discussi e avrebbero dovuto produrre la maggiore impressione non fissarono l'attenzione che degli habitués della cosidetta Farrnacia di Montecitorio, votati ai calcoli cabalistici sulle fu ture votazioni e alle discussioni sulle crisi sempre imminenti. E non poteva destare interesse l'ordine del giorno dei socialisti perchè gli stessi sonniniani, che tanto lo desideravano, non credettero alla sua sincerità. Alla manifestazione dei due gruppi dell' Estrema non potevano mancare occasioni opportune, che le togliessero l'impronta dell'artificiosità e la rendessero, perciò, più efficace. Una era prevedi • bile: la discussione imminente della interpellanza.

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