Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 6 - 31 marzo 1903

• 162 • RIVISTÀ- POPOLARE .DI POLIT{CA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ • . Posto ciò che· importava al m·istico rabbi di Nazareth dello Stato, della famiglia, della patria, della proprietà, della schiavitù, della societé\, di tutte le questioni politiche e sociali che. agitarono i s.uoi tempi, allorquando gli si disegnava sulla pupilla azzurra la tetra visione apocalittica della prossima fine del monqo ? E si badi che questa con-· cezione catastrofica delle cose, forma, direi quasi, l'idea, Ì'ispirazione centraÌe e- direttiva di tutto l'apostolato di Gesù. Fu dèssa che impresse al • cristianesimo quel carattere di eccessivo spiritualismo, che lo rende di impossibile attuazione pratica, ponendolo in aperta opposrzione colla natura umana e colle tendenze politiche, sociali e morali della ci viltà moderna. Il mio regno non è di questo ~ondo, ri petè Gesù. Egli attende un nuovo mondo celeste, che~ scaturirà da un'immensa rivoluzione cosmica, preceduta da spaventevoli calamità, una nuova terra popolata di santi'. E da questa mistica palingenesi, da questo rinnovamento cosmico egli fu ~ratto a disprezzare questo mondo, questa terra, e a con· cepire la terra come un luogo d'esiglio. Il Harnack non tiene nessun conto della concezione escatologica di Gesù, della prossima pandistruzione dì tutte le cose ~sistenti. Difende il Vangelo dall'accusa di ascetismo, che spesso gli è stata lanciata dai liberi pe'nsatori. Ma è vano negare che uno spiritismo eccessivo, disordinato, conseguenza di una erronea concezione della vita e del rpondo, vizia l'etica cristiana e la rende antipolitica ·ea anti-sociale. . A fondamento di ,ogni religione sta una definizione generale della Vita. << L'antica religione dell'India, scrive •Mazzini, aveva· definito la vita: contemplazione, e quindi l'inerzia, l'immobilità, il sommeggersi in Dio delle famiglie aryane. IL cristianesimo l'aveva definito; espiazione; e quindi le sciagure terrestri, consiéler::ttecome prova da accettare rassegnatamente, ·lietamente, senza pur cercar di combatterle; la · terra guardata come soggiorno di pena; l'emancipai.ione dell'anima conquistata col disprezzo indifferente alle umane vicende l> (1) I Nel cristianesimo primitivo·, che io chiamerei più volentieri e pi-q esattamente gesuismo, campeg~;ia il sentimento cupo e pessimista dell'aborrimento del mondo, cioè della ~ociet~ umana - che così- a me pare debba intendersi la parola J!lOndoche spesso ricorre nei Vangeli - con tutte le sue princi.pali e fonda men tal i istituzioni' politiche sociali come la famiglia,. la proprietà, lo Stato eçc. Sotto certi aspetti ben dice il Renan, Gesù è an..1rchico. · Il Karnack non ammette. che l'Evangelo sia da intendere come)l verbo della negazione del mondo, (Pag. 85). . L'ideale predicato da Gesù, e alla realizzazione del quale aspirarono i suoi primi discepoli, è la vita puramente spirituale la visione di Dio. Il . (1) Scritti, vol. V, pag. 211. vero ~ristiano; che il!tende il significato dell'inse. gnàmento del suo Maestro, deve logicamente _disprezzare la terra, la vita in aspettativa della consumazione finale delle cose. Deve sprezzare. gli onori, la gloria, la famiglia; la· proprietà, lo Stato, la patria, la società perchè egli passà come estra- .. neo 'Sulla terra, dominio e soggiorno di Satana, attraverso il suo mistico pellegrin~ggio verso la Gerusalemme celeste, verso la città.di Dio. L'ideale del gesuismo è una stolta impossibilità: la Tebaide. L'ultra morale mistica di Gesù s'idealizza nella , umiliazione dello spirito, nell'estenÙazione dell'essere, nell'ascetismo, nello spiritualis·mo., Rappresenta una immensa illusione, una profonda aber- , razione. Invece di considerare il cristianesimo come la sorgentè principale della nostra civiltà occiden· tale, fondata sulla libertà ,e sull't>gualità, lo si do· vrebbe considerare come un potente ostacolo al suo sviluppo; ed è errore massimo - di cui• bisognerebbe completamente emanciparsi -· attribuire ad esso un contenuto• politico-sociale cbe gli • è estraneo. Il cristianesimo è una religione dell'altro mondo . e il vero cristiano si considera straniero' su questa terra, abbandonandola a Cesare, cioè alla forza brutale e despotica. Macchiavelli aveva col suo finissimo intuito po• litico, compreso che il cristianesimo insegnando a patire più che a fare. una cosa forte, rende il mondo debole e lo dà in preda agli uomini scellerati, i quali sicu-ramentè lo possono maneggiar-e Det1gendo come l'università degli uomini per andare in paradiso pensa più a sopportare le sue battiture che a vendicarle. (2) , Il cristianesimo, indifferente alla vita politica, accettando supinamente ogni governo, magari il despotismo brutale e superstizioso degli imperatori di Bisanzio, esercitò ben poca influenza sulla• libertà dei popoli. ·. Dopo Macchiavelli, Rousseau constatava questo carattere servile della religione cristiana scrivendo : « Il cristianesimo è una religione che predica la servitù e la dipendenza, il s·uo spirito è troppo favorevole alla tirannide; perchè essa non ne profitti sempre.- I veri cristia~i son fatti per essere schiavi, lo sanno e nòn se ne co.mmuovono affattt:>, questa vita ha• ben poco prezzo ai loro occhi>, (8). Primo fra i filosofi italiani e ·stranieri, Mazzini dimostrò e comprese il carattere individualistico del cristianesimo. Il Maestro scriveva : « Il cristianesimo è la religione dell'individuo : la vita collettiva è progressiva dell'Umanità e delle Nazioni in essa è ignota ai_suoi dogmi e alle sue dottrine· morali. Il cristianesimo diede consecrazione ai dueaspetti, interno ed esterno dell'individualità: ignorò l'associazione che oggi sappiamo essere. metodo unico• del Progresso. Gli uo~ini furono per •esso fratelli perchè figli d'un solo Dio : ma il fine f~ (l) Discorsi sulla prima decadi Tito LitJio, 1. li, cop. 2.• · (2) Contratto Sociale, 1. ry, cap. 8. t.,

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