142 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI tariffe doganali non sorpresero gli ab.itanti della vicina repubblica, dove si conosceva l'intensità del movimento protezionista; ma più che i liberisti elvetici il fatto avrà addolorato l'on. Luzzatti e alcuni nostri buoni a. miei repubblicani, sopratutto Eugenio Chiesa. Il primo oon soverchia sicurezza contava sulla saviezza del popolo elvetico e, perciò, egli, che in Italia è stato uno dei maggiori responsabili del trionfo del protezionismo, si nugurava che i Comizi popolari avessero respinto le nuoye ta.riffe accentuatamente protezioniste. I secondi dev ono masticare amaro perchè, non convinti dall'esempio della repubblica francese e di tutte le repubbliche americane, non volevano adattarsi al concetto che tra re_pubblica e liberismo reconumico non c'è solidarietà necessaria, e guardavano alla Svizzera, che arrivavano a considerare come la sola retta a vera repubblica. E ora? Nemmeno questi conforti! Adesso abbiamo qualche monarchia - due sole: l'In- .ghilterra e il Belgio - ancora liberista; tutte le repubbliche protezioniste. Uno scandalo ...... per alcuni nostri repubblicani. E lo scandalo sarebbe stato più grosso se i Cantoni di Ginevra, Neuchatel, Basilea città e Ti· cino, per motivi economici e geografici specialissimi, non avessero dato la maggioranza contro le nuove tariffe. Noi non abbiamo la pretesa di dare consigli alla Svizzera. Noi che guardiamo da lungi avremmo giudi- , cato più utile alla Svizzera un regime liberista. E ciò affermando 11011 cadiamo in contraddizione. · Ricorderanno i lettori nostri che noi siamo soltanto sperimentalisti, o se ci si vuole dare un titolo meno dignitoso accettiamo anche quello di empirici; perciò riteniamo che liberismo e protezionismo possano riuscire utili a q_uesto o a quell'altro popolo, ed anche allo stesso popolo in momenti diversi. Ad ogni modo gli svizzeri devono saperne più di noi Essi meglio di ~oi avranno dovuto pesare le ragioni dei consumatori e dei produttori, mentre i nostri amici repubblicani, dimenticando le considerazìoni di Bismark, troppo si preoccupano dei primi senza tener conto alcuno dei secondi, che pur non· sono una quan· tité negligeable. E quì avremmo finito; se non sentissimo il desiderio di riprodurre ùll brano di un· cappello dell' Avanti! ad una corrispondenza da Ginevra sulla. Svizzera prote:::iuriista. · . Dopo aver affermato, in modo alquanto involuto, che gl'interessi economici prendono il sopravvento attraverso alle diverse forme politiche, con·ch.iude : " Se un insegnamento può venire dalla Svizzera è " semplicemente questo: che le ampie libertà repub- " blicane offrono un campò aperto a tutte le competi- " zioni di classe, e danno agli interessi economici un " modo facile e rapido di manifestarsi e di contra- " starsi a vicenda. Ma la giustizia sociale, la libertà " economica, le milizie 11011 costose, ecc. ecc., non ven- " gono da questo o da quel regime politico, ma ven- " gono_ dalla volontà popolare ,,. Ora tutto questo non basta a dare la preferenza alla repubblica sulla monarchia? La volontà popolare si esplica forse con altrettanta semplicità e facilità in Italia e in Svizzera ? Vero è che l'ultima parola dell' Avanti'! è degna di uno dei più grandi filosofi: non osando noi dirla degna di Monsieur de la Polisse. Il giornale di .Roma infatti gravemente ammonisce: " la volontà popolare anche quando è libera e sufficientemente educata, può, come, ora nella Svizzera, ·commettere rovinose follie ,, Sicuro ; il popolo neppure in Svizzera possiede il dono della infallibilità. Bisogna attendere il trionfo del collettivismo, anche a base di Monarchia,' per non vedergli. commettere più delle follie. I...a depotiiizione del Senatore Ca,·asola nel processo Casale. - .Quando in Senato si discusse il progetto su Napoli, Giannetto Cavasola prese la palla al balzo per fare la difesa dell'opera. propria quale Prefetto. La cosa era umana; di più alcuni dati di fatto, non smentiti dal senatore Saredo ch'era presente, sui contratti per la luce e per i trams c'indusserò a dichiarare, che alcuni giudizi della Inchiesta su Napoli erano inesatti e formulati con soverchia precipitazione~ Le parole nostre dispiacquero ad alcuni amici, ma noi non ce ne pentimmo, perchè sopra ogni altra cosa ·cerchiamo di trovarci di ac~ordo colla nostra coscienza. Oggi, però, dopo la deposizione del senatore Cavasola nel processo, Casale, non possiamo non rilevare, sdegnati, che egli non solo ha fatto la propria difesa, m.a trascinato da biasimevole risentim~nto personale contro coloro che hanno osato dubitare della bontà dell'opera sua, sconvenientemente ha fatto l'apologia degli accusati. Ed avremmb compre?o, che egli si fosse posto contro tutti, se convinto che gli accusati meritassero la sua difesa; ma questa convinzione egli non l'aveva, e per di più precedenti sue dichiarazioni si è posto nella triste condizione di un falso testimone. Lo ha di mostrato La Propaganda del 22 marzÒ, pubblicando la deposizione fatta dal Cavasola innanzi alla Co!Ilmissione d'inchiesta, il giorno 16 novembre 1900. Egli allora riferì le gravi voci che correvano in Napoli su taluni degli accusati attuaii del processo Casale e particolarmente sul Summonte. Ma se si fosse limitato _a riferire i si dice, lla sua posizione non ;sareb-. be disastrosa, e non potrebbe essere accusato di falsa testimonianza. Egli invece affermò la convinzione della disonestà di alcuni degli accusati che ha difeso innanzi al Tribunale. Il Cavasola, infatti, innanzi alla Commissione d'inchiesta, a proposito di un mutuo di 4,180,000 che stava per contrarre il Municipio di Napoli a condizioni usuraie, e che egli impedì, testualmente dichiarò: " Si dice che il Casale si fosse recato apposi- " tamente a Milano per controllare il prestito, ed io " ritengo che egli f'osse realmente interessato, insieme collo " Scarfoglio, nell'opern;;.ione; pur non avendo motivo di " ritener vera la voce corsa dell'andata sua a Milano. ,, Se l'ex prefetto di Napoli non fesse un -Senatore del Regno, certamente sarebbe stato incriminato. Due parole ancora. Ci duole il constatare che il Presidente del Tribunale Dusio e il Procuratore del Re Lucchesi-Palli - che in questo processo napolitano che prende nome dall'Alta. Camorra sono stati giustamente lodati ed ammirati per la energia e per la imparzialità dimostrate - di fronte al Cavasola abbiano dato prova di debolezza, non solo non incriminandolo per falsa testimonianza, ma tollerando anche la sconvenientissima attitudine sua di fronte alla Parte Civile. Al governo poi va ricordato ché se hanno qualche fondamento' le accuse che gli muove La Propaganda, esso assume una grave responsabilità che a tempo opportuno sarà certamente rilevata alla Camera. E in vero tale responsabilità sarebbe addirittura spaventevole, ~e la Camorra politica amministrativa antica, riprendendo il suo dominio su Napoli, si potesse dire l
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==