Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 6 - 31 marzo 1903

. ' c. ,. RIVISTA POPOl,ARK DI POLITICA, LETTERE K SCIENZE SOCJALJ 155 « mezzi maggiori e nessuno ne ha fatto un uso meno « scrupoloso. E il risultato? Dov'è? Egli ha avuto « a sua completa disposizione, durante un q_uarto « di secolo, la polizia, l' esercito, il capitale, la • foria dello Stato, in breve tutti i mezzi della « forza materiale; - noi non .potevamo opporgli « che il nostro buon diritto, la nostra buon<;1c,on- « vinzione, il nostro petto nudo, e siamo stati noi. « a vinçere. Le armi nostre erano le migliori. Col « tempo la forza brutale deve cedere ai fattor~ « morali alla forza. delle cose. Bismarck giace ful- « minato a terra - e la democrazia socialista è il « partito più forte della Germania! Non è questa « una prova potente della bontà della tattica at- « tuale? «... L'essenza dell'azione rivoluzionaria non istà all'entrata nei ministeri, se la salute della Repubblica l'esige, o se l'interesse del socialismo lo reclama. • Millerand su questo proposito scrive ( 1) : « Per quale inconseguenza il partito socialista « farebbe di tutto per ottenere tutti i mandati, per cc poi interdirsi rigorosamente di prender parte « al Governo, con la più alta responsabiJità, col « potère più certo? > • Cosa curiosa. Si è d'accordo su questo ·punto coi logici più intransigenti del partito: In un' inchiesta che pubblica le Revue des revues (2) del 15 marzo 1903 e che , per una coincidenza non voluta, riferisce l'opin\one dei personaggi. più notevoli del socialismo internazionale su questa questione, Daniele Nieuwenhius, il rivoluzionario olandese conosciutis- cc nei mezzi ma nello sco- « po. La violenza è da mi- Un ricevimento imperiale a Berlino. • simo, si esprime così.:· • « gliaia d'anni un fatto- «!re reazionari9. > Queste parole di Liebknecht, che non ha sempre pensato così, ma che le ha pronunzi.ate nella maturità dell'età e dell'esperienza, valgono la pena di essere ascoltate, anche . * in Francia .. ,, · « Se si accetta il parla- « mentarismo bisogna: es- « sere logici. Perchè mem- « bro del Parlamento e cc non ministro? Perchè >> membro del Consiglio « municipale e non sin- « daco? » (3). ,Bisogna confessare che non è facile risponq.er~ a questi « p~rchè »? • Poi, altra~ considerazione. Il sociaiismo è il fine naturale a cui deve giungere la democrazia; esso può passare per una sem-. L'affanno e h miseria del popolo tedesco vanno a salutare A queste argomentazioni si possono però opporre delle serie obiezioni. Io riassumo anche le medesime. l'Imperatore di Germania ... p1ice estensione dei principi egualitari già proclamati e realizzati in materia politica; esso è la soluzione di questa con- . tradizione stridenti:' e pericolosa che degli stessi uomini fa dei sovrani e dei morti di fame. Di più esso continua e, termina una evoluzione a mezzo operata; esso si limita a mettere in armonia la forma serbata dalla proprietà con -la forma che ha preso la produzione; esso non è che l'ese cutore di un~ necessità storica. Qual bisogno ha esso, per conseguenza, di fare un taglio tra l'oggi e il domani, d'interrompere con dei I bruschi accessi d'impazienza il corsò regolare delle cose che mena la società ove egli vuole condurla? Gli basta di sviluppare, con una costanza pacifica, ciò che nella società attuale è il germe, l'erobrione, il• principio della società futura! E' un lavoro di tutti i giorni, e vale meglio dedicarvisi del tutto che sedersi immobili e rivol'ti verso la parte dell'aurora, chiamando coi voti la Rivoluzione che ri- . tarda, e ripetendo agli echi d'intorno:.« Suor Anna, non yuoi dunque venire~ » , • Si può dire ancora: La logica comanda che si rinunzi ad ogni azione parlamentare e municipale, o che ~i vada· in questa via fino all'ultimo, fino ( Ulk di Berlino). Si, si dice, 'il voto può portare dei progressi su- _perficiali nella costituzione sociale. Ma, però, guai alle riforme che non sono che della polvere negli occhi, che delle rintonacature d'un edificio de.:. , stinato a crollare. Se saranno veramente novatrici e non conservatrici, quando si vorrà toccare alla base del regime esistente, si urteri fatalmente con la resistenza implacabile dei privilegiati. Non · v'è esempio di uria classe dominante che abdichi volontariamente alle sue prerogative. La rivoluzione è la crisi che termina l'evoluzione. La pace è la levatrice delle società quando l'essere ch'esse portano nel loro seno è giunto alla mat11rità. Bisogna, almeno, un colpo di forbici per tagliare il cordone che congiunge il nuovo nato alJa madre (4). • E ancora: aver paura di far paura può I essere spesso una tattica saggia. È un modo di prepp.- rare poco a poco le intelligenze esitanti alle idee (1) Pag. 17. · · (2) Nella inchiesta c'è anche la risposta del nostro Direttore. che riprodurremo nel numero prossimo: N. d. R. (3) Inchiesta sulle divergenze politiche del socialirrw altante, pag. 673. (4) Vedere nell'inchiesta citata le opinioni di Vaillant e di Enrico Ferri.

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