Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 5 - 15 marzo 1903

. , 128 RIVISTA POPOLARE DI PO~ITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIAL! e suggestivo del diritto e dell'equilà., ne-rimangono• ignobilmente tarpati, e l'impotenza ad avvicinarYisi, rompendo le trame di tutti gli interessi iniqui e vili, àliena e disinteressa l'animo del popolo dai sàcerdoti di Temi, còme da organi, che non compiono più contrario, cola dove si p"uote; i secondi, segnatameIJ.te in un'epoca in cui la posizione dei ca.pi è anch'essa minacciata, possono trovane ascolto efficace in ragione delle loro influenza e della loro temibilità, e infliggere sanguinose umiliaz1oni a chi abbia il torto di credersi padrone dBlla propria co- . la funzione, che professano. Il tipo Magnau,d, .che in una serie ormai organica .di. sentenze, ispirate agli slanci della filantropia e allo studio amorevole e coscienzioso dei fenomeni sociali, ha fatto intravedere i fecondi orizzonti di un diritto avvenire più. umano, non sarebbe possibile in Italia, dove, chi avesse voglia di imitarlo sul serio. sa~ebbe mandato frettolosamente a vita privata col bollo di imbecillità congenita, come egregiamente ' scrivèva uri giudice di Tribunale. . · Presso di noi, dunque, il magistrato, alla sua prima _ammissione, a 22 o a 23 anni é di regola collocato in una Procura del Re o in una Procura generale,. in cui avviene la sua catechizzazjone. A quell'età il , carattere è ancora plastico, e la prima regola di condotta, che egli vi riceve, è l'obbedienza. Ove questa norma non venga ineulcata espressamente ·e senza sottintesi, tutto concorre ad imprimerla nel.la mente del giovane ammesso: la distanza, che lo separa dal capo d'ufficio, e l'inflessibile ostentazione di esso, l'aria .di degnazioi:ie, con .cui lo ammette allo ·scambio di qualche parola, la posa e il tono di infallibilita del quale impronta le sue opinioni, il timore di offendeitlo discutendolo, giustificato dalla disgrazia incorsa da qualche suo lontano predecessore, la necessità di ingraziarselo,• perchè da lui viene il bene e da lui viene il· male. ' Qu8sto primo adattamento alla volontà del superiore va via via consolidand,osi, e la dissoluzione del carattere spiega i suoi effetti · in tutti i momenti successivi della carriera, nei quali, permanendo· 1a causa del fenomeno - il bisognò di essere protetti e di evitare corrucci· e vendette - ogni studio è rivolto ad intuirla e a presumerla, per conformare i pr• ,pri atti ad essa, a preferenza del proprio modo di vedere. L'esempio dei prudenti, che si sono assicurata la fortuna, e di qualche raro ribelle'. che é andato incontro a noie ed amarezze, addita al giudice quale sia il più savio e più utile partito da seguire, , Per lui cosi la gerarchia è tutto, e la stima dei cittadini, che pur dovrebbe co~stituire il primo intento e la prima• naturale conseguenza del buon operato, non lo preoccupa fuor di misura, giacchè da essi ben poco ha da sperare e ben poco da temere. A lo0ro volta i superiori considerano la disciplina e la soggezione come un diritto del ,loro patdmonio e o-iudicano colpa massima la più leggiera viola- b . zione delle ·medesime, nello stesso modo come la Chiesa ritiene più condannabili le infrazioni al dom- ;n~, che quelle alla legge morale. Né ba.sta. -Per lenta sovrapposizione si finisce col divenire troppo impiegato dello Stato·; col non vedere che gli interess.i di questo e col considerare quasi meritorio il deprimere, al -loro cospetto, quelli dei citttadini. Così per un complesso di cause avviene che, in una funzione di critica e di raziocinio, i pfo forti argomenti si~no sempre quelli gerarchici. Con simile assetto lo scontentare gli amici, spesso indegni, dei capi, o gli inframettenti è pericoloso. Nel difetto di garanzie vere e' serie, i primi possono creare facilmenl,e con vili insinuazioni un ambiente scienza. , In contracambio questo ordinamento non dà alcun utile al subalterno. Non è frequente il-caso che desiderii espressi per via gel'archica trovino. il loro giusto soddisfacimento o anche semplicemente la loro segnalazione. E poichè è inevitabile che i medesimi _rinvengano una qualsiasi via di sfogo, gli individui ricorrono agli intrighi e alle influenze politiche, mentre le aspirazioni delle classi, come è avvenuto recentemente per i Cancellieri, si versa.no e straripano in riunioni, comitati, proteste e petizioni per mezzo della stampa e per mezzo dei deputati. ' E. questo è poco. La magistratui;a offre la specialità di avere al djsopra di s-é un:-t rl.uplice categoria di capi, quelli del ramo giudicante e quelli del ramo re,qufrente, i quc1li ultimi a loro volta, a.d onta di tutti gli ipo !riti cavilli e le rabiniche distinzioni, sono di diritto e di fatto dipendèriti dal potere esecutivo. L'art. 129 della legge sull'ordinamento giudi-. ziario sancisce: « Il P. M. è il rappresentante del potere esecutivo. presso l'autorità giudiziaria, ed è posto sotto la direzione del Ministro della Giustizia.» Pubblico Ministero e magistraturagiudicante hanno organi paralleli, di ugual grado, assisi uno accanto all'altro, nominalmente indipendenti fra loro. Il rispettivo ordinamento però è tale che l'equilibrio dei poteri resta turbato a tutto danno della magistratura giudicante. I membri del P. M., chiamati ad una funzione attiva, hanno tradizioni battagliere e, di regola, maggiori attitudini personali alla lotta e quindi all.a sopraffazione, a prescindere dal seritimen to della forza, che viene dal sapersi in più diretto e frequente contatto col supremo potere esecutivo, da cui si irraggiano ambo le magistrature. Essi controllano é non sono controllati, danno, ogniqualvolta occorra .e lo credano, informazioni proprie al supremo capo gerarchico, esprimono il loro parere colle note carattedstiche, su tutto il · personale, hanno ingerenza nei tramutamenti, nelle promozioni, nel conferimento degli incarichi, nella distribuzione dei magistrati nelle sezioni, in ogni piccola cosa, perfìno nella determinazione dei criteri . per la erogazione delle spese in terne d'ufficio. Il giudice ha l'esercizio del potere, ma il P. M. ha il controllo di"lui e della sua opera, e, investito di qq.esto, presume essere e spesso dive:1ta effettivamente superiore. La costituzione di un organo simile, posto permanentemente a fianco del magistrato, con una somma notevole di poteri, non fu, evidentemente, che il risultato di criteri reaziona_ri, dettati da.llà diffidenza e dall'inteqdimento di premunirsi contro i pericoli immaginari della libera esplicazione della giurisdizione. Il suo ì. ordinamento, per sè solo, e a , prescindere dagli abusi' sì facili, gli assicura ragioni di prevalenZ3, e generando, malgrado la sorda acerbezza, il timore,segnatamente n8ll'animo dei non pochi,che con paziente e prudente lavorio costruiscono l'edificio della propria carriera, distrugge ogni garanzia di imparzialità, allorquando gli interessi dei cittadini '

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