Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 5 - 15 marzo 1903

'· RIVISTA POPOLARE DI P0Ll11CA, LETTERE B SCIENZE S0CIAU l25 . LA MAGISTRATURA .. E I VIZIDELSUOATTUALEORDINAMENTO Il problema della costituzione giudiziaria da tempo, nel mondo politico e, più, in quello tecnico, travaglia gli intelletti, suscitando vivi 13 continui dibattiti, giustificati dall'importanza massima del servizio pubblico, che ~d essa _si riannoda e che da essa attende un funzionamento sereno, obiettivo, superiore all'attacco di ogni sospetto. Parrà però strano, ma è un fatto che il ponderoso problema non occupa nei programmi democratici quel posto, che la sua entità e la sua intima compenetrazione coi più delicati e gelosi interessi dei cittadini gli assegnerebbero. Sembrerebbe quasi, se l'incomprensibile indifferenza non fosse megliù spiegata dall'accentramento esclusivo delle cure e delle preoccupazioni sopra altre questioni, non tutte pratiche o di interesse immediato, ovvero dalla fantasiosa aspettativa di una pace sociale, profonda ed imperturbabile, che la fitta casistica degli inconvenienti denunziati non fosse materia sufficiente per una severa indagine e per uno studio organico delle cause, che Ji rendono e purtroppo renderanno. finchè non saranno rimosse, possibili. La giustizia è un fùndamentale bisogno dei popoli. Il consorzio sociale è coesistenza di diriLti., di interessi, di singole libertà, la quale non si assicura se nort col sapiente e spassionato regolamento delle continue ed inevitabili collisioni dei consociati. Le forme del diritto con processo lento, ma incessante, si evolvono e cambiano, e in mezzo al turbinifJ della vita moderna già si scorgono i confusi contorni di nuove germinazioni giuriàiche. Però i conflitti, se potranno nel tempo ridursi colla eliminazione dei principali loro fattori, assumeranno altra forma; ma non cesseranno mai del tutto, causati, come sono, dalle immanenti varietà e dagli incoercibili _difetti della natura umana, e determineranno e giustificheranno in ogni epoca la necessità · di un organo, che abbia l'attribuzione di comporle, e a cui garà supremo interesse sociale di dare un assetto razionale, essen io evidente che la buona costituzione di esso si identifica col problema di una buona giustizia. Che cosa valgono le leggi e gli istituti più savi, se magistrati dalh1. coscienza depressa o dalla mente abbuiata li frustano nella loro applicazione~ Senza perdersi fra le caligini di un futuro remoto e contenendo la disamina nell'ambito del presente momento politico-sociale, il funzionamento giudiziario odierno non appaga, nè può appagare nessuno spirito onesto, 01·todosso o eterodosso che sia. Se la diffidenza e il discredito investono da tutti i lati .la giustizia, se i suoi responsi non sono più accettati con riverenza e i suoi atteggiamenti, come é dolorosamente non ignoto a chiunque viva a contatto di quell'ambiente, sono diversi verso il ricco e il potente e verso il debole e il povero. la prima .causa produttrice del rattristante renomeno risiede nei vizi e nelle assurdità di una organizzazione, che è incompatibile colle esigenze 'di un buon reclutamento e di una sana ed indipendente esplfoazione della funzione. Gli imperfetti meLodi di selezione · de_i magistrati • non rassicuran0 della loro idoneità tecnica, nei suoi complessi elemenLi, e il giudice in funzione poi, anche presumendolo dvestito di eccellenti qùalità morali ed intellettuali, è chiamato a svolgere con si scarse forze il suo magistero attraverso una fì tta e comprimente rete di ostacoli e di limitazioni, che il proposito primitivo, vibrante di sincerità e fierezza nella verginità della. coscienza, degrada fataìmente nella azione dimessa e prudente di chi si sente-fiaccato dalle disillusioni e incalzato dal terrore dei pericoli. Il Prof. Ludovico Mortara, testé assunto al fastigio della Corte di Cassazione di Roma, circa dieci anni addietro pubblicò in un periodico sociale un veemente articolo, nel quale, con tutta la violenza. di una esplosione, additava la magistratura come un pericolo sociale, e, occupandosi principalmente del suo livello intellettuale, ne ritrovava, con costatazioni roventi, la lacrimevole deficienza, dovuta al reclutamento del personale fra la scorie dei legisti e i rifiuti delle libere professioni. Tre o quattro anni fa un alto magistrato in uno studio, inserito nella ,~Cassazione Unica» e che fu una formidabile e sdegnosa requisitoria contro la vigente c1stituzione giudiziaria, proclamò l'assoluta inferiorità della nostra magistratura in rapporto a quella borbonica, dimostrando che l'organizzazione italiana, a base di dualismi acuti ed esn.gerate suprema·de gerarchiche, fu il portato di una concezione irisidiosa ed opportunista, coordinata alla finalità di formare della magistratura un corp•) ed una forza asserviti al potere centrale, preoccupato allora di circondarsi di tutte le armi, buone e cattive, che lo mettessero in grado di consolida~·e l' edificio dell'unità nazionale. Non sappiamo ~e dietro questa ragione altre meno confessabili ipocritamente se ne nascondessero, e se, in ogni modo, il prevalersi di un mezzo, intrinsecamente scorretto, forse più conducente che nocivo al nobile intento. Ma, pur facendo larghe concessioni alle esigenze del momento, è certo che, sin da quando ogni ragionevole trepidazione patriottica fu cessata, non si sarebbe dovuto porre tempo in mezzo per restituire I.a corporazione alla sua libertà e alla tradizionale riverenza dei cittadini, che avevano troppo spesso cominciato a rappresentarsela come organo di reazione e di iniquità. Sempre, sin da quando la nazione', ebbe il suo primo assetto, si è segnalato il disagio, in cui si dibatte l'amministrazione della giustizia, e l'indilazionalità della sua riforma. Però, mentre i rimedi si sono fatti credere e sono apparsi sempre imminenti, nessuna sostanziale modifìcazione si è mai introdotta a rinforzo dei deboli congegni dell'annosa macchina. In ogni modo, è confortevole il constatare il vivo succedersi dei dibatti ti, e non è illusorio il vedervi il sintomo fatale della maturità di una evoluzione, che nelle ~ue spire benefiche travolgerà gli attuali , istituti giudiziari, per restituirceli, a scadenza forse non prossima, ma certo non soverchiamente lohtana,· più vige.rosi e più atti alla loro finalità. * * * Le censure, pur troppo, abbondano, ma l'esagerarle ed estenderle, addebitando alla magistratura colpe, di cui equamente non sempre deve rispondere, confonde gli accusatori con la turba massiccia delle per one crassamente profane, le quali non sono in gru.do di comprendere che nella più perfetta costituzione sono inevi tàbili -degli inconvenienti e delle I

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