Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 5 - 15 marzo 1903

• I 122 RfflSTA POPOLAR• l)J POLI11CA, LBTTERll • SCIENZE SOCIALJ i· contadini vivono nelle campagne e le loro abitazioni non pagano e non pagheranno tale imposta. Questa diversità di condizioni demografiche pesò sinistramente sul Mezzogiorno col dazio sul consumo• pel maggior numero dei Comuni chiusi, che .vi erano prima della riparatrice legge sui farinacei. Queste due sperequazioni di origine demografica costituirono un credito pel Mezzogiorno di molte 'centinaia di milioni in quarant'anni, a • saldare il quale occorrono ben altri benefizi - dato che fossero reali! - elle non siano quelli che pretende dargli il Disegno di legge sugli sgravi! · . Le agevolazioni al credito per le nuove case rurali, che si accordano coll'art. 11, certamente gio- . \ veranno più al Nord dove sono capita1i, cultura, intraprendenza, che al Sud. Non occorre intrattenersi dei rimboschilnenti, dei bonificamenti, delle industrie agrarie, della industria arment'izia, del credito agrar•io e ipotecario e dei relativi articoli del disegno di legge ministeriale~ percllè nulla contengono in sè che si possa dire che valga a raggiungere lo scopo altamente nazionale che il medesimo si propose. Per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno. C'è però la proposta-trappola che deve servire ad illudere gl'ingenui sulla benevolenza del Ministero verso il Mezzogiorno, ed è quella contenuta negli articoli _20 e 21. Si sa che una delle cause d'inferiorità del Mez zogiorno, della Sicilia· e della Sarclegna risiede nella deficienza di svi! uppo industriale. Come provvede il disegno sugli sgravi a tale deficienza? In questo modo: 1° Esenta dalla imposta di ricchezza mobile per . due anni i nuovi opifici industriali ; 2° estende l'esecuzione ad anni 5 se l'industria rrer cui il nuovo stabilimento è impiantato non è esercitata nella provincia; 3° la estende ad anni 8 se addirittura ]a industria non è esercitata nel Regno. Ora, è evidente che la l.a e la 3.a proposta gioveranno maggiormente, per non dire esclusivamente, al Settentrione ricco di capitali, di coltura tecnica e di operai già educati (sckiUed) ed in condizioni geografiche eccezionalmente.favorevoli - per le stesse ragioni, cioè~per le quali le tariffe protettive del 1887 giovarono alla Lombardia, al Piemonte, alla Liguria e non alla Calabria, alla Sicilia, alla Basilicata, alla Sardegna. Potrebbe giovare al Mezzogiorno la 2.a proposta, se la differenza negli anni di esecuzione colla 1.a fosse molto maggiore. Tre anni in più di esenzione dalla imposta di ricchezza mobile sono una inezia incalcolabile di fronte alle condizioni speciali che favoriscono lo sviluppo delle industrie esistenti e lo impianto delle nuo-ve nel Settentrione. Questa proposta poi diventa una ·indegna mistificazione, un insulto vero al Mezzogiorno di fronte ai danni enormi che l'unità d'Italia arrecò: 1° alle sue ind~strie messe brutalmente, bruscamente, in concorrenza con quelle più evolute del Settentrione nel 1860-61: que- • ste ammazzarono addirittura le prime; 2° all'agricoltura dello st8sso Mezzogiorno col ritorno al protezionismo industriale co.lle tariffe del 1887, in.vocate ed ottenùte dagli industriali del Settentrione, e mercè le quali l'agricoltura del Sud venne s~grificata all'industria del Nord. Non parlo del protezionismo agrario (rlazio sul grano) per0hè ho dimostrato esaurientemente che esso ha giov·ato tanto al Mezzogiorno c.1uanto .al Settentrione. ( 1) Quale la conclusione di questo esame del disegno di legge sugli sgrayi? Questa sola dal punto di vista del benefizio che potrebbero arrecare alle divers~ re0·ioni del regno: gli sgraoi giove'i·ann() più al Nord che at Sud. E la conclusione la possrino tirare i lettori; e la tirò e la formulò nettamente, con coraggio ed onestà, nell' ultima riunione della Commissione elle esamina il disegno di legge, l'on. Maggiorino Fe raris, non sospettabile di parzialità regionale, perchè nato nel Piemonte, e rappres1.mtante di 'un Collegio dello stesso Piemonte. Ed è questa ultima riunione della Commissione per lo appunto, elle mi ha fatto domandare se siamo avviati verso la fi,,ie della comniedia (ilo· meridionale, che sarebbe anche la commedia della soliclarietà nazionale. In quella seduta della Dommis.sione, che esamina il disegno di legge sugli sgravi, ogni ipocrisia fu 1.nessa da parte , il criterio regionale trionfò, ed ai propositi - per ridere - della relazione ministeriale, che riconosceYa il dovere imperioso ed urg·en.te orJnai pen.e·trato nella 1nen.te e nel cuore di tu·tti, di rar convergere le più sollecite cure dello Stato al miglioramento delle condizioni delle pro-vincie meridionali, venne data la più brutale smentita: Dimostrato che il disegno sugli sgravi falliva interamente allo scopo, l'on. Montagna propose - e doveva aggiungere: in omaggio alla relazio• ne ministeriale ed alta giustizia distributiva - ' che si delibera<,se di dover assegnare a sollievo del Mezzogiorno una data parte dell'avanzo del bilancio, prima di ogni altracosa. La proposta venne rigettata da quatteo Yoti (Ven<lramini, Credaro, Badaloni, Stelluti-Scala) contro tre (Montagna, De Marinis, Abignente) e. con due astensioni (Maggiorino Ferraris e De Nava). . . · La sfacciata partigianeria, che dava di frego a tutte le oneste confessioni, a tutti gli sdilinquimenti filo-meridionali, a tutte le sentimentalità nazionali della Relazione sul disegno di legge sugli sgravi ed ai magniloquenti discorsi di Zanardelli, venne sottolineata in un modo che non esito a qualificare indecente, dalla condotta del Presidente della Commissione parlamentar~, on. Vendramini. (1) Per la economia na:::ionalee pel dazio sul grano. Presso la Rioista popolare. Roma 1901. lire 3.

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