Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 4 - 28 febbraio 1903

.. ·• RlViSTA P0POiAkÉ bi POLITICA, LE't-'f'ERÈ É SCÌENZÈ SOCIALI io9 ed in div iilnale, i11intei-robt~, in esoni bile, pa,tetica. erl. irri.- mediah ile; la, degenerazione è scri.tta a caratteri la,rghi e chiari, e a.hi studia uo1L può csimen;i a.al leggere ecl · a,mmettere, quantunque a. malincuore, q tiesta clolm:o,m e grave verità. ,, Lo spirito nazionale clei. Mori è a.ssoh1tamente çd intieramente morto. Non. è un caso di eclisse, la speranza di vederlo risorgere è.va,na, po·ichè non esiste pit'.1. " Mentalmente, moralmen~e e ftsicam.eute il J\1:oro si i: sviluppato regressiva,mente. La i.ndipendenza individuale dalla macchia della deplorevole mnJa.ttia lì.sica è eccezionale; ma dalln, macchia della conuzione cli razza e di uazione nessuno è esente. ,, . Nella decadenza l'attuale Sultano è il più Moro dei Mori. Il SuUano che lo precedette sul trono ed il di suo Gran Yiz•· Ba-Ha.med erano dne uomini superiori. Crudeli, brutali, chiusi ma genuinamente forti. Q1u:rn.do Mulai. Hassa11 morì, Ba-Hamed, in nome del debole sncces.:ore Abd-el-Aziz, continuò nel la rude e spietata. tradizione precedente, ma quando morì si scatenò la tempesta.. Il giovine Sultano fo, dai suoi Viziri e dalli Europei ottimisti ed a corte vedute, procla.mat9 llll gra.nùe uomo ed un grande riformatore. La vera n1.olla di ti1tto questo movimento, a,pparentemente civilizzatore, era la madre del Sultano, Lalla R'kia. Alcuni Nazareni, osservando che molti ricchi. crudeli uffici.ali erano cacciati iu massa <fai loro ])Osti, predissero l'ern, della probità a corte. Vedendo che altri, che con l'oppressione del popolo s'erano arricchiti, erano ora condotti in catene e che il guercio Molrnmmed, fratel \o del Sultano, che il cauto Ba-Hamed teneva rinchiuso in prigione a 'retun.n, era invece esiliato su parola a M~quin'ez, proclamarono la, lo,ro osservazione superficiale era la fonte del loro errore, che " veramente l'a1nministrazione si purificava. ,, Alb' morte di LnJla .R'kin. il Sultano, hsciato libero dell'ultimo freno giudizi.oso, si. legò d'intima a,micizia con un'cbreo fra11cese che lo iniziò a tutti i vari .diver_ til11enti. sportivi .. E a.llorn il golf~ la bicicletta, la fotografia ftirono la sna più costante occupazione ed :i snoi :favoriti passatempi. A questi s'aggiunsero poco dopo alcune ballerine e canzonettiste vmrnte da Parigi e ne venne la necessità. del molto denaro per soddisfare le fantasie del Sultano. Intn,nto .g-li agenti commerci.al.i, 11 ella spcran:a1, che le mode a'.ccettate e introdotte dal Sultano, sarebbero seguite dai suddit~ lo inllussero a vestirsi e calzarsi all'Europea; a usare cose prodotte in Europa e di 1{so europeo. lu tutto questo tentativo commerciri.lc la civilizzazione non avevn, 1Ùe11te a cl1e fare. Naturalmente, i Mori. non seguivano le mode euro- . pee, odiavano il Sultan,o che le adottava e di.sprezzavano i suoi consiglieri. Ciò che l'Europa chiama selvaggio fanatismo non è in ultima a.nalisi, dal punto di. vi.sta Moresco altro che patriottismo e desiderio di conservare intatti. i caratteri della nazionalità. ' Uno dei più biasimevoli consiglieri del Sultano è il sig. Harris, corrispondente del Times, che con l'opera sua quotidiana ha molto contribt1ito a screditare il ·,. Sultano dinanzi al suo popolo. Innovazioni forestiere, senza i seri miglioramenti venuti dall'estero sono una delle cause· della rivolta al Marocco, ed è da notare che la fomentarono moltissimi errori della. diplomazia europeq,; e uno dei più tipici, fu il ricevimento della missione mora in Inghilterra, dove errori di. etichetta, che al popolo Marocchino sembrarono umiliazioni subite dall'Inghilterra, furono commessi con i mperdonabile leggerezza. Lu e,-;ecnzilÌne clell'as:-;n s:.a;i-110 del sig. Cooper, accla.- ffiR,ta<la.gli.enl"opci. come una 1na,ilifestazioJ1e della forza ~ <lell'n7ntorità. de] Shlta.no è stata un'altro gravissimo· errol"c, erl nn (·.olpo grnve dato }tlla popolarità ,del Sultano. • Si 1rnù star certi che niente lrn megljo servito il Pretende_11te, Bu Hama.ra, quanto, in questo caso, la con- <lotta di. Abtl-el-Azi.z e clè' suoi consigli.eri. cristiani. La. cattura dell'assassino, che si era rifugiato in un sa~ntmario <love, secondo la religione e• la legge, doveva essere in violabile. ha sollevf1to gli sdegni della popolazi.one contro i cristiani e contro il Sultano che sacriHca loto - questo è chia.ro nel pensiero cli ogni moro - che ::;acrif1ca loro i credenti. anche contro le leggi e le consuetudini. del :paese. ' • E così. la tl'agedia del fanatismo moro e della infaturL1/.i.oneeuropea si svolse, frnchè Bu-Hamara si trovò alle porte di. Fez dove null'altro che le discordie dei ::;noi. segua.ci gli tolsero la vittoria definitiva. E tuttavia quantunque, ont, la sua. vittoria sia irn.possi.bile, lo effetto mora.le prodotto da lui. è enorme. Il futuro non pt1ò es~ere predetto. Il ministero In-'- glese non è, come, al solito, all'altezza dell'avvenimento, quantunque sia urgente che la Potenza che ha nel proprio possesso Gibilterra adotti una politica definitiva, e chiara ~ proposito clella terra dei mori. (Forthnightly). Jean Longuet: La questioneirlandese. - Il conflitto tra.- gi.co che cl.a tre secoli mette alle prese il popolo dell'Irlanda e i suoi padroni ingfos·i ò ancor oggi, dopo tre secoli, così reale e profondo come prill!-a, benchè, j n a.pparenza, meno minaccioso. Delle dissenzioni funeste si produssero ltlla fine dell'esistenza di Parnell; dopo la sua morte degli odi. impla.cabili. sembra.vano dovere per sempre divide1•c g-li undici deputati parnellisti. d.ai settanta antiparnellisti.; ma l'assurdi.ta e il pericolo, soprattutto, di. questa divisione e di questa lotta fraticida dovevano presto mettervi te_1;mine, e cln. tre annf, infatti, il Partito Nazionale ha ricuperato la sua unità, ed è sembrato ritrovare sotto l'abile direzione di John Redmond un poco dell'antica combattività _e dell'indomabile energfa dei tempi. eroi ci. Le i.nteressanti corrispondenze dall'Irlanda pub blicate dal Temps ci hanno mostrato che il contegno a ei. padroni del su.olo in trent'anni non è cambiato, e che, come ai tem.pi della Lega Agraria, le evizioni più brutali si operano ogni giorno con l'aiuto delht polizia inglese. Si sa che in Irlanda il suolo non appartiene agli irlandesi. Sin dal XVI secolo, milioni d'aeri di terra -furono strappati ai clans irlandesi, che ne aveva110 la pro-. prietà comune, per esser distribuiti tra i grandi signori della corte di Elisabetta. Poi venne l'espulsione degH abitanti dell'Ulster nel 1641 e la distribuzione di 2.500.000 acri di cui una. parte fu messa all'incanto a Londra, e il re::;to fu dato a coloro che avevano offerto i fondi necessa1·i per schiacciare l'insurrezione condotta dal capo irlandese 0' Neill. Finalmente con Cromwell l'Irlanda fu intieramente annegata nel sangue dei suoi figli, alla fosca hlCe degli incendi. Cinquecentomila persone forono passate a fil di spada senza distinzione nè di sesso nè di età, centomila furono vendnte come schi~ve n.elle colonie della Virginia e delle Indie occidentali, tutta la popolazione · fu :finalmente espropriata, trapiantata, secondo la terri•

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