Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 4 - 28 febbraio 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE• SCIENZE SOCIALI 105 semplicemente col desiderio naturale di non impegnarsi per l'avvenire, e di non lasciar passare una occasione favorevole di rialzare i prezzi dell'affitto, se i proprietari ne hanno la possibilità, o di ottenere una riduzione se gli affittuari possono riuscire ::i.climporla. Proprietari e gabelloti sono d'accordo, infatti, nel limitare la durata del loro contratto per profittare delle variazioni del valore locativo çl.el suolo. J on essendo, aclunque, possibile al gabelloto effettuare clelle migliorie fondiu.rie e colturali per la brevità del termine di affitto, e non volendo il proprietario dal lato suo ese- ' . guirne, può esso gabelloto rimpiazzare il proprietario, ed investire capitali in rn.igliorie per averli poi indennizzati dal proprietario ? Il nostro Codice Civile non impone in questo caso, ness~m obbligo al proprietario, e per_ conseguenza è impossibile ad un affittavolo di realizzare delle migliorie, che troverebbe sempre di sua convenienza a realizzare anche con affitti a breve scadenza, quando alla scadenza del contratto avesse l'indennizzo per quelle lasciate nel suolo. E di nessun obbligo al proprietario fa menzione il progetto di legge sui contratti agrari, che sta innanzi al Parlamento, e che verrà discusso prossimamente. Il progetto di legge, è vero, negli articoli 8 e 9, parla del compenso per migliorie da attr:ibuirsi ai gabelloti, mezzadri e coloni, ma, solamente nei casi in cui il contratto venga rescisso prima del termine stabilito ( art. 8); o quando le migliorie, di cui non vi è obbligo nel contratto, vengano eseguite dal gabellato a saputa e senza opposizione del proprietario ( art. 9). Il nuovo progetto di legge quindi, che doveva rappresentare la stimolante per l'aumento della produzione e della ricchezza nazionale, trascura la causa più importante che fino ad oggi ha mantenuto la nostra agricoltura in uno stato di regresso; la legge non obbliga in alcun modo i proprietari ai miglioramenti fondiari, nè spinge i gabelloti ai miglioramenti culturali Il gabelloto così non ha, ne avrà alcun compenso per il plus-valore che può risultare da una buona coltura e dai sacrifici propri; alcuna indennità che gli assicuri un vantaggio equivalente a quello del profitto che ne ricava il proprietario. Un gabelloto che ha trovato un fondo in cattivo stato e clie lo rende sei anni più tardi fertile e migliorato in tutte le maniere, non è dunque protetto dalla legge. Egli non può obbligare il _proprietario a patteggiare con lui in una misura giusta il plus-valore che ne risulta per mezzo del suo lavoro e clei suoi dipendenti personali. Questa legislazione impreviggente e cattiva, spiega adunque lo stato miserevole della nostra agricoltura. Essa è responsabile di questa pratica empirica, che consiste nello sfruttare, e smungere il suolo durante il periodo dell'affitto, senza alcun utile nè per il proprietario, nè per il gabelloto, e con grave danno delle c~assi agricole e dell'interesse superiore della prodnz10ne generale. I nostri amici dell'Estrema Sinistra, rappresentanti delle elassi produttici, dimostrino quindi, in Parlamento l'inefficacia del progetto sui contratti agrari; procurino di colmare le lacune, e sopratutto reclamino che nella legge venga ammesso il principio dell'indennità da corrispondersi al gabelloto per migliorie fondiarie e colturali introdotte uel fondò nel corso dell'affitto, senza il consenso clelproprietario. Dott. ANTONIO VAClRCA. STELLONCINILETTERARI ------~ IX. La poesia tlel 1.•cuma * Le confessioni di un 1necJico * L'ilnpcrialismo ai•tistico * Bioernstierne Hioe1.•nson * La V. 11 Esposizione di Venezia * Tre poeti * Romanzi e novelle * l,ibri di sto1•ia e cli ci.•itica * ~trenne e periodici. Anche l'influenza, ed anche in forma di nevralg·ia reumatica intercostale, ha il suo lato buono, H suo aspetto poetico: essa v'inchioda a letto, al calduccio, vi cova, vi profuma di salicilato di metile, vi fa fare le più comiche smorfie e i più lepidi miagolii ad ogni minimo tentativo di voltare il fianco indolenzito ; e tra le boccette e le cartine e le ostie, vi mette sul comodino accanto al giaciglio un mucchio di libri, di riviste e di giornali arretrati, che, tra le ordinarie occupazioni dei giorni normali, non· avreste trovato il tempo di leggere tutti d'un fiato e senza disturbi e senza molestie. Ogni cosa, intanto, .da quel plmto di vista insolito, vi par nuova, diversa, interessante: i fiori stilizzati del copripiedi, della poltrona e delle tendinè della finestra; le linee modernissime, inusitate, dei mobili nouveaii siècle; i quadri, i quadretti, le stampe, i cartelli pendenti dalle pareti sul fondo neutro della tappezzeria a fogliami autunnali rossastri e giallicci; il grande specchio a guisa di porta, che vi dà l'illusione d'un'altra camera al di lit, uguale ma più luminosa e più bella ... come tutto ciò che non è reale nè raggiungibile; e poi, fuori della :finestra, velati di nebbia e dil lontananza, i profili sghembi e bizzarri dei tetti e delle grondaie, dei balconi e degli abbaini delle case d'intorno, la cupola alta e snella di San Francesco, la torre quadra e tozza del Duomo ... Al1, come si legge bene, col reuma, mentre la stufa nello studio attiguo crepita e ronza festevolmente, e un cognito passo va e viene discreto accudendo· alle faccende domestiche! *** Leggo e leggo, senz'ordine, .levando dal mucchio ciò che vien viene, scorrendo in fretta. ciò che val poco o nulla, gustando, a,ssaporando, centellinando con voluttà ciò eh' è bello, penetrando, assimilando, discutendo con interesse vivo ciò ch'è profondo .... Leggo e leggo: prima, ed estremamente assorbenti, le Confessioni d'iin meclico del dottor Veressajeff, tradoii;e da Federico Verdinois, prefazionate dal professore Ughetti e pubblicate da,l Reber di Palermo. Sono davvero confessioni, sincere ed oneste, esami di coscienza, accorati e profondi; vere rivelazioni per i profani, amare constatazioni pei competenti: non più la scienza dogmatica, assoluta, ·oscura, impassibile, ma l'arte dubitosa, relativa, aperta, piena di scrupoli e di rimorsi sul proprio operato. · Qualche professionista, o meglio qualche mestierante, uso a pontificare coi suoi clienti come un ciarlatano di piazza, potrà scandalizzarsi e adirarsi di simile pubblicazione; qualche malaticcio, ignorante e vile, potrà uscire scettico e pessimista da questa lettura; i forti e i buoni, così tra i clienti come tra i sanitari, saranno grati all'autore ed al traduttore, al presentatore ed all'editore, d'avere scossa ed illuminata la loro coscienza sui problemi morali della professione medica, non meno gravi .e solenni di quelli scientifici. Nel libro del Veressajeff, infatti, la carriera del me- ,

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