Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 4 - 28 febbraio 1903

94 RIVISTA POPÒLAkltbi PÒLÌTICA,LETTERE j scìiINiE S()CIAU nei. Ben p~g-~:in della pace 111 i~Li<:il <ÌPlla snnala a J(rp,ut;;ei~ <li Tobtoi., ri<·nt·data dal l'ami('o Barzilai __:_è la pace putrida (foulr 11· friecle) di Bismarck: condannata, è più di un secolo,. rla 8. l\dnt. - çapo di quel movimento intellettuale tcd8sco, da cui molti pensatori e nomini di Stato fanno d0rivare la grandezza del la <: ermania. fl Presidente del Consiglio, il .\Unistro della . , Guerra, i ço1legl1i :B-\>rtis,Rosano, Pais e altri non hanno voluto ravvisare nella nostrn politica militare una ~proporzione col bi lancio, con ia riccheua e con la Corza contribnti \·a del Paese. Questo è stato tu10 de' punt~ fondamentali d<~l dibattito. E bisogna intendersi b<-me. Gli economisti e gli statisti più autorevoli del mondo moderno insegnano elle le spese civilL devono rappresentare - rispetto al Condo libero (lel bilancio - la parte 1nas,irna e le spese militari la parte minima. Ora in Italia accade il coutrario: il :~\8 è rappresentato dalle spese civili ·- ·il li4,:2 dalle spese militari e dal debito pulJbiico . ~on così in Ger- • . mania, in Austria, nel Belgio, j n [svizzera. ln Germania Ja percentuale delle spe~e civili è rappresentata da 7:2.'i - ~, inveGe, il :27.'.1 rappresenta la perl'entuale del <lebito <' delle spese milieari: in Austria-Ungheria la J)ercentuale rispetti va è del 0~-3 e del 37: nel Belgio del nn.7 e del :3::~)t in !svizzera del 'ì"C) e del :~O.Nè è dimenticabile che - dal 1870 in poi - in Italia si è ingrossata la percentuale delle spese rnilitari, as:;ottigliandosi quella delle spese civili: e negli altri paesi più progrediti r salita, invece, la percentuale delle spese civili - scemando quella delle spese m\litari. L'Italia trn il 187G e il 1900 - sopra 100 di dffferenza attiva - è rappresentat,l da 35.GO per le spese militari e da 19.30, soltanto, per i servizi civilL La Germania, invece, ha la percentuale del 18.90 per le spese militari e del 64.:-m per i servizi civili - e l'Inghilterra, la Francia, l'Austria• Ungheria hanno, rispetti va mente, la pe1·- centuale del :-30.50, 29.10 e 10.ILO per le spese militari:· del 69.50, 70.90, 72.90 per i se~'vizi civili. Questo il vuncluin saliens della storia finanziaria ed economica italiana - rispetto alla politica militare! All'on. Fortis, non che a tutti coloro, che non considerano gravi le spese militari, si può contrapporre l'autorità stessa del Presidente del Consiglio - il fluale oggi ha ricordato, soltanto, il suo discorso del 30 marzo 1001 yer dire che « nel campo positivo dei nostri bilanci la somma della ~pesa per l'esercito consolidato in 239 milioni è una sp!=)sa veramente modesta » - ma ha tralasciato di soggiungere, come soggiunse allora, che Je spese militari in Italia, 'pur essendo per sò steise tenui « cessano di essere tali per l' eccezionr,te ,unnwnture r/fJt nost,·o ctebitu fJUbblù.:o, il quale fa quasi propol'zionalrnente rarldoppiare le spese medesime, ratta. b detrazione delle spese intangibili P, te i•enUe oi-aliissiine. obbligandoci ad un consolidarnento, il quale non permette aumenti di nessuna maniera,,, La sproporzione, dunq11e, col bilancio non si può negarA: come non si puù negare con la costitu- ;r,ione economica del paese - clie, nonostante i suoi lenti progrRssi (e lo stesso F'ortis, se ricorda, disse poco J>ÌÙ di un anno fa che la ricchezza_ in Italia vrogrèd isce lentamente), è ancora, come ha riconosci II to il col lega M. Ferrnl'is, la più rlf'bole rie/ nwndo J)rOg'/·edito - e non si può, fìnal niente, negare elle la sproporzione esisbt con la forza contributiva del Paese, - se la pressione trib11ta1·ia supera il 23 per 100 del suo reddito medio annuale, e sconfina dalla classificazione scientifica, che il Leroy-Be.rnlieu ha. fatto del]e grandi potenze di E11rop;L. J/on. (hricciardi.ni ha detto clie la spesa de' 27:-'-i milioni· del bilancio miJitare, lJen<·lu.,grare i11, si, stessa (e il Presidente del ('onsiglio l'ha dichiarata rnorlesta !) 71u1" JlOn e<"('edela for,-;a conlrilndi1,rr del Paese. Ma l'on. - Rubini è stato costretto a riconoscere che le at-, tuali speBe sO1w già per sè stesse ç;rrrvi a Tiguardo rlr>lta potenzialità economiC'a rlet par>se e a riguarclo dei tributi attissimi che (Juesto sopporta ! P, dunque 1 Non facciamo dell'a~trologia Ananziaria ! Gotnbattiamo gli errori e le illusioni: penetriarno, per usare una frase del_lo Shakspeare, ìt cuore del frutto: con fede accesa ne' destini civili dell'avvenire; - ma senza nessuno cli que' sentimentalismi convenzionali - che non attestano ,. amore della Patria; ma ig-nayia od inerzia ùi spirito l E quanti errori - quante illusioni! Il Presidente del Consiglio ha affermato elle cc la spesa per l'esercito è ridotta al l l per 10() della spesa totale del bilancio! » • Io avevo già notato che è_ sul bilancio disponj. bile, o fondo lihero, clrn bisogna fare i conti, in ciò d'accordo co' colleghi Sacchi e Sonniùo -· non su l'entrata tofale del bilancio, come ~we,'3. detto lo stesso Presidente del Consiglio nel 190]. 11 Magliani nel 1882 sogtenne - come ho ram-· mentato nella seduta del 14 - che, quando si vuol misurare la l'orza contributiva di un pae~e, rispetto alle spese militari si cleve ctistinguere it fondo intangibile per ft debito JìUbùlico e le clota:z:ioni (ìsse, dal fo1irlo disponibile _ per tutti gli altri ser1;i,:;i. ìVIa il Presidente del Consiglio non ha stimato seguire questo principio, accolto dagli Statisti più autorevoli - perchè bisognava assottigliare la percentuale delle spese per l'ese1·cito; facenùola discendere dal 24,64 (com'è segnata nella stessa i:nonografia anonima, cui hanno attinto l1on. Rosano e il Popolo noniano) al 14,40 - la quale percentuale, integrata con le spese per la marina, •

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