, . . 36 RIVISTA POPOL.i..RE DI POLJTJCA., LETTERE H SCJENZE SOCIALI nosciuto e proclamato altamente tale necessità. Fu mosso dall'ambizione, dal desiderio di procurare grattacapi al ministero, di avvicinarsi al potere, di crearsi· una base tra i deputati del Mez- .zogiorno 1 Può darsi; concedo, anche, che l'on. leputato per San Casciano nel suo discorso di Napoli sia stato inspirato dai più bassi e volgari moventi. E che ne importa al Mezzogiorno 1 E da quando in quà in politica si è fatto il processo alle intenzioni'? E non fu il Saracco, che con feroce ironia rese omaggio al nobili appetiti degli uomini che compongono il ministero attuale, che 'io vorrei conservato per quanto ha fatto in prò delle pubbliche libertà, ma che vorrei, perciò, vedere convertito i Sta il fatto dunque, che la mossa di Sonnino risponde ad un bisogno sentito e riconosciuto; quali che possano essere state le sue intenzioni, adunque, bisogna tener conto della giustezza della mossa. II. Dissi che esiste la sperequazione tributaria tra il Nord e il Sud. La sperequazione è nella distribuzione di tutta la massa delle imposte; ma si rende più odiosa ed è più avvertita per la imposta fondiaria, per motivi di varia indole. 1°. La imposta fondiaria, è la sola che viene ripartita per contingente; salta agli occhi immediatamente, perciò il carattere regionale della sperequazione; 2a l'imposta fondiaria colpisce gli abbienti, che avvertono i torti, e che hanno voce in capitolo e possono farla sentire; 3° l'imposta fondiaria formò oggetto di una legge ingiusta, perchè mirava ad aggravare la sperequazione esistente e fraudolenta perchè accordava l'acceleramento in base a r.ondizioni insussistenti;.come dimostrai nel precedente articolo coll'autorità di tre settentrionali: il Borgomanero, il Garbarino, il Porro. La mossa di Sonnin<0, perciò, fu non solo giusta ma anche abile, perchè dette forma concreta - il solo che finora gliel'abbia data - al bisogno innegabile di un provvedimento speciale pel Mezzogiorno contro un inconveniente più avvertito, e più facilmente riconoscibile e più prontamente eliminabile. Ma contro la nota proposta dell'on. rappresentante per San Casciano si appuntano ogni sorta di obbiezioni che bisogna una ad una esaminare dopo averle tutte enumerate. Si obbietta: 1. La terra non soffre, e l'agricoltura non ha bisogno dell'aiuto che si vuole apportarle nel Mezzogiorno colla riduzione del 50 OrO dell'attuale imposta fondiaria; 2. Non esiste sperequazione nell'imposta fondiaria tra il Nord e il Sud; 3. La prnposta Sonnino giova soltanto ai grandi proprietari ; 4. I mali di cui soffre il Mezzogiorno sono assai gravi, e il rimeçlio che si propone è inadeguato e insufficiente; 5. Il problema meridionale è assai complesso di difficile e lenta solu7,ione, e la proposta Sonnino è troppo semplice; 6. L'abbandono di una metà dell'imposta fondiaria da parte dello Stato non andrebbe a 'benefizio dei proprietari e dell'agricoltura: i corpi locali (municipi e provincie) la riprenderebbero per conto propl'io; 7. Infine, la proposta è venuta in momento inopportuno, perchè serve a rinfocolare gli antagonismi tra il Nord e il Sud Queste, sinora, le 0Lbie7,ioni formulate contro la proposta Sonnino. Vengono da parti diverse, più o meno autorevoli; alcune si contraddicono e si elirlono a vicenda; a talune venne già data risposta; ma tutte amo riprenderè in esame per riassumere la quistione alla vigilia del giorno in cui su di essa dovrà iniziarsi la discussione in Parlamento. III. Prima di procedere innanzi nell'esame delle obbiezioni, mi piace constatare una circostanza notevole: la discussione del problema meridionale ha fatto rientrare nel campo della realtà la maggior parte dei socialisti italiani, specialmente del Mezzogiorno, spingendoli ad occuparsi di questioni pratiche e d'interesse immediato, che del resto hanno intima attinenza colla remota realizzazione dei loro ideali e colla efficacia della loro propaganda. E ciò è avvenuto proprio nel momento in cui il senatore Villari rimproverava ?.i socialisti del Mezzogiorno di non interessarsi di ciò che maggiormente tocca il loro paese! Ciò ha dato agio ad Ettore Oiccotti di assestare alcune sante le - gnate sul dorso dell'illustre storico, di cui opportunatamente mette in canzonatura l'umoristica proposta di fare studiare ad un sinedrio di settentrionali il problema del Mezzogiorno .... (1) I socialisti entrando nella realtà vi hanno portato più che il riflesso delle proprie tendenze teoriche quello delle loro simpatie o antipatie personali; sicchè chi ha preso posto per il primo ha determinato il posto di chi è venuto dopo. Se un rivoluzionario si è dichiarato per Sonnino, il riformista, quasi per dispetto, e dandosi la zappa sui piedi, ha manifestato contrario avviso. ArnaldoLucci, cui tiene bordone il Leone, perciò, ha ragione da vendere proclamando che il campo socialista è divenuto la Torre di Babele; e se continua ad avere ragione rimproverando ai cosidetti ri1Joluzionari (Labriola, Longobardi, Soldi) di sostenere le riforme omeopatiche di Sonnino, non si avvede però di cadere nella più grossolana con- (I) La proposta Vi Ilari fa il paio con quella Turati, che, in sostanza, voleva ristretto il diritto elettorale nel Meizogiorno per lasciarlo sotto l'egemonia d0l Settentrione. Su pel' giù i democratici nordici verso i meridionali vorrebbero adottata la politica dei carpet-bagge1°s del nord America verso il sud dopo la guerra di secessione... Al Turati ha risposto vigorosamente Rerum scriptor che ha anche accettata, a difesa del i\Iezzogiorno, tutta intera la tesi da me so(lt<>nutasul dazio sul grano. Finalmentet
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