I • 32 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ cupi, e combatta come può il danno o la minaccia, cercando respingere o restringere la irnmigr.azione degli inferiori~ Ciò facendo aumenta la pressione de' sofferenti in casa propri•a e somministra il più efficace propulsore per le benefiche trasformazioni interne. Perché i russi, gl'italiani, gli austro-ungarici non lottano in casa propria per ottenere quei risultati che con lotle secolari hanno Òttenuto i cittadini inglesi? Hanno poi gl'inglesi fondato motivo di allarmarsi della immigrazione degli inferiori'? Certo questa non avviene oltre Manica nelle proporzioni in cui si Yerifica negli Stati Unili, come fu da noi dimostrato alla fine dello scorso anno; ma non è da prendersi a gabbo. · Infatti le statistiche pubblicate dal Board of Trade dimostrano che, mentre m 1 1893 solo 7~,177 stranieri sbarcarono in Inghilterra, dei quali 32,177 ripresero immediatamente il viaggio verso l'America, l'Australia o l'Africa Australe, 11el 1902, sbarcarono ivi 184,829 stranieri dei quali solo 118,000 risulterebbero ripartiti, mentre 66,829 si sarebbero stabiliti nel Regno Unito. Nel quadriennio 1899-1902 presero stabile dimora in Inghilterra non meno di 324,916 persone. • In generale, questi immigrati rappresentano il rifiuto dell'emigrazione europea, e vanno ad accrescere formidabilmente i battaglioni dei mendicanti, dei vagabondi e dei delinquenti come ha precedentemente dimoslr 9 to il nostro Chiesi in un altro numero della Rivista intrattenendosi dal fenomeno Rubino. Oggi la ~inistra influenza della ,immigrazione inferiore si,. fa sentire maggiormente in Londra perché la miseria degli indigeni é in tensa ed estesa. Ed è perciò che la stampa di Londra invoca provvedimenti contro la immigrazione tedes<'a, poiacca e russa, che domani saranno invocati contro contro quella italiana, che vi è in continuo aur)Jento. Avviso a chi tocca. Per un Musolino ... pieruontese. - Un a1•ticolo onesto della c. Stampa ». - A coloro che per leggerezza, per moda, per chauvinisme nazionale e regionale attribuirono alcuni fenomeni alla raua - la spiegazione dei poltroni, secondo un illustre scrittore settentrionale - più volte abbiamo dato risposte schiaccianti; ed a chi attribuiva stoltamente il fenomeno Musolino alla razza albanese - assolutamente assente nella provincia di Reggio, avremmo potuto an<'he ricordare che in tempi non remotissimi, scorazzarono briganti che nulla avevano da invidiare a quelli calabresi, coms avevamo dimostrato in un lavoro scientifico. E' con vero compiacimento, perciò, che abbiamo letto nella Stampa di Torino (17 geunaio) un articolo assennato, onesto in cui si prova che un Musolino vive e veste panni e compie le sue gesta alle porte, per cos1 dire, di Torino, per quelle stesse cause che agirono nella provincia di Reggio-Calabria. Scrive il giornale torinese: "' .......... Anche il Bion(i,inri, adesso ... Non solo im- "' penetrabile la calabra Sila, ma impe11ef.rabili pure le « boscaglie di robinia e le paludose sodaglie del Ticino << e del Po I « Ed et?.co il brigante leggendario che rivive in pieno ,e secolo ventesimo, quasi per un ritorno fatale ad una ,_< vergogna atavica l E' un brigante senza tromb ·ne e ~< senza cosciali di capra: -- veste da borghese, e ma- .« gari da signore, mena vita allegra alle spalle di chi lo « teme ... ma è un brigante ! E tutti lo temono; tutti, per « paura della pelle, gli fanno p:ù o meno, da manuten- « goli ! La sua audacia é io ragione della viltà colletti- « va: il ~90 ;;0,cc~~so ~ io ragione dell'insu~cesso degli « altri. Contro Musolino> un esercito impossente; un cor- « po di spedizione organizzato e sufficiente per espugna- « re fortezze o invadere un territorio; e questo esercito « di soldati, questo organismo di forza, che dispone di « tutte le risorse della stralegia e di tutti gli espedienti « del mestiere, se ne sta un anno, laggiù, battendo ogni « giorno accanitamente la volpe, senza scovarla mai!. ... « Finalmente, un filo di ferro, probabilmente arruginito, « é più forte di tutti, e rompe fatalmente tutte le traine « della camorra organizzata ai danni def!a civiltà 1 « Quel filo di ferro è veramente il simbolico filo di « Arianna l Se trarre se ne dovesse un presagio, si an- « drebbe a finire in quel fatalismo contro del quale pro- « testano con ogni loro· forza la mente ed il braccio del- « l'uomo contemporaneo! Ora è la volta del Binndino. « Questo brigante di seconda mano é meno romantico « di Musolino e dei_Gasperone, ma non è meno furbo << né meno atroce e fortunato. Dopo di avere ammazza-· « to due po-,,eri militi del dovere, forse troppo incauti o <~ troppo ansiosi di averlo nelle ugne, ecco un battaglio- « ne di carabinieri e di agenti della forza pubblica a « dargli la caccia: - a piedi, a cavallo e in bicicletta .... « chi sa, fors'anco, in automobile, - travestiti da cacce ciatori, da preti, da dorine, ... in ogni modo!. .... Si ac- « cerchiano territori, si perlustrano cascinali e villaggi, << si batte noLte e giorno la volpe ... , e la volpe non c'è! « ..... e non si arriva a melte1·le addosso ìe mani!. .. « Il p!"ocesso di-Lucca dovrebbe molto avere insegnato. « Ha conferma Lo, innanzi rntto, che l'Italia é essenzial- « mente ancora il paese in cui la fantasia popolare osta- « cola in modo insigne l'affermazione di una seria co- « scienza e la visione dello stesso ioterésse collettivo. « La prepotenza è ancora, malgrado tutto, una cotal « specie di forza che si impone, non solo per la paura « ch'essa ispira, ma ben anch_e per le fantasie ch'essa « suscita. L'uomo prepotente, quando la formà della sua « prepotenza sia circondata da alcunché di romaulico, « assume, nella fa11tasia popolare, qualche ccsa del so- « prannalurale. Essa non si arresLa a discutere la na- « tura di un tale sentimento, si arresta alle linee estecc riori, le accarezza, se ne compiace. Osservate un fe- « norneno inferiore della delinquenza, elle tuttavia é la « anticamera del brigantaggio: - un brigantaggio citti:1cc dino, e troppo impunito, - il barabbismn, la teppa. Il « popolo se ne incarica. meno ancora dPll'A.utorilà. Non e< se ne incarica, non pone in atto nessun mezzo « positivo per libe1·arsene. Il barabba, il teppista incuto- « no spavento, ma nessuno osa di Rffrontarli. Es,,i quin- « di operano al sicuro, per la viltà collettiva. Eppure, « sarebbe tanto facile alle persone di buona volontà di « mettersi io campagna e di estirparla a fMza rli ha- " stonate, la mala pianta! « Dalla teppa, fate un passo, e arrivale al brigante. « No·,, pensate che il Biondino di Lomellina non rossa « acciuffarc:ìi. La forza pubblica non riesce ad a,~ciuffarlo, « perché la viltà collettiva crea il manutengolisrno, tal « quale come per Musolino ! E lo crea in Clllabria come « in Lornellinll, come in Toscana, dappertutto I Quando "' l'italiano del Settentrione alludendo ai suoi jf'afolti del « Me.-;;zngiomo, parla di carnorrfl, .fa ridere, o fa pian- << gere !... Questa sola è la diff.•renza vera: -- · che lag- « giù, la camrwra esiste, e ci si può difendere; qui, inoe- « ce, si crede che non esista, ed esiste del pa1°i, e non « ci si pu6 difendere/ .... « Quale delle due camorre è la pe,qgiore? cc Siffatta insl'questrabilità del bandito modernissimo << crea poi a sua volt I inlornn a lui la leggenda, la quac< le si rinfocola e cresce nella fantasia. del volgo in pro-
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