54 Rl\'!STA P1)POLA RE DI POL[T'ICA, LETTHRE E SCJEIYZE SOCIA.LJ ~a e volgare; il suo piano armonico è pazzescamente strano. Ma nonoslante i suoi frequenli e violenti scostame:1Li dalla correttezza musicale. nonoslante la sua volgarità e stravaganza e rozzezza, la linea di Ca1Jalleria rimane un tragico e magistrale pezzo musicale, meraviglioso nella sua con~isione, nella su~ sveltezza, nella sua incomparabile verità drammatica. Il Mascagni della Cavalleria, che noi abbiamo conosciuto, era un uomo diritto ed impetuoso, quasi sino al punto della brutalità, veemente e superlativamente non contemplntivo. Il Mascagni di Zanetto e dell'Iris, rii recente rivelazione, è un ammirevole pag_ano che vuole divenire mi<;tico, un espositore di sogni, ma che nonostante grandi qualità rimane nei suoi impulsi sregolnto e caotico. Il dramma sem~lice ed ingenuo di Zanetto sembrava impos5ibile ehe venisse compreso da Mascagni, tipo essenzialmente italiano, che non può essere un mistico. In Iris il caso è affatto diffe1·ente. Questo melodramma giustifica la fede nella potanzialità di Mascagni, che ispirò Caoalleria, e che i giudizi europei tendono persistentemente a scoraggiare. La musica di Iris è la più brillante, la più ricca, la più bella, la più distinta che abbiamo sentito di Mascagni. Quando sarà possibile di dare un giudizio definitivo di lui, credo che di lui si potrà dire che ebbe la virtù della sinrerità, della verità e della forza. (North American Review. - Gennaio). ¼- Leone Bran: Le Assicurazioni. - Quando le prime compagnie di assicurazioni si costituirono, la funzione e l'importiinza dell'assicurazione erano ancora vaghe ed indefinite, e non:è sorprendente che si siano abbandonate. s.ll'inizia tiva privata; ma· se si dovessero oggi organizzare. chi contesterebbe cli'esse non dovessero essere costituite in servizio pubblico~ In materia di assicu ..aziol)e la sicurezza individuale non può essere garantita cha da una garanzia collettiva: e qual'è l'intermediario naturale in tali casi se non lo Stato~ Bisogna organizzare dunque il monopolio che darebbe agli a:;sicurati i più grandi vantaggi. Per esempio, un'Amministrazione pubblica, sottomessa al controllo del Parlamento, non moltiplicherebbe contro gli operai vittime di infortuni sul lavoro, le noie e le procedure. Mentre le Compagnie privale non pensano che a procurare ai loro azionisti i più larghi dividendo, lo Stato ma11terrebbe la più esatta applicazione della legge, l'assicurazione dello St.ato offrirebbe una completa garauzia, e non si avrebbero a temere più delle catastrofi, come quelle della Rente Viagere o della Caisse des Familte. ,"che pos-:ono rinnovarsi domani. L'istituzione del m0nopolio presenterebbe meno difficoltà pratiche che si creda generalmente. Per esempio, per ìe :issicurazioni sulla vita e pei vitalizi, l'industria non è esercitala in Francia che da società estere o da cornpag11ie per azioni. Per le compagnie estere non si potrtbbero neanche prevedere le difficoltà. Esse sono pote11ti e non cesserebbero di vivere perché un tnreno limitato di affari sal'ebbe loro chiuso. Ess0 si contenterebbero dei contratti in corso, e non 1:1vrebbero diritto a nessuna indennità. Se ciò fosse per loro troppo oneroso, l'amministrazione dello stato assumerebbe i contratti in corso contro il versamenlo di garenzie corrispondenti. Le compagnie francesi, al contra1·io: sarebbero espropriate, e lo Stato ~i sostituirebbe ad esse, vale a dire, garantirebbe il pagamento dei capitali assicurati e delle rendite dovute dalle Compagnie, e procederebbe alla liquidazione del loro atLivo. Nel 1901 le compagnie francesi di assicurazione hanno realizzalo un utile di 15 milioni. Per calcolare il profitto del mon0polio b-,sterebbe dedurre l'interes5e della porzio11e d'attivo spettante agli azionisti; ma si potrebbe anche realizzare un'economia considerevole sulle spese generali: prima perché la gestione, una volta centralizzata, sareobc meno costosa, poi perché gli stipendi ercessivi e le sinecul'e sarebbe1·0 ridolte o soppresse, infinp, perché si risparmierebbero spese straordina1·issime di pubbliciti\ che non avrehbéro ragion d'essere. Le 15 compagnie per azioni spendono 11 milioni di spese generali: la decima piu·te di questa somma basta alle spese di un grande ministero, e basterebbe quindi all'R111mi11istrazione del monopolio. Calcolando gli affari nuovi, clie oggi sono quasi lulti fatli dalle COlllpag11in americane, s1 potrebbe prevedere un profitto dai 18 ai 20 milioni, cifra che si eleverebbe' per la fiducia che ispira la garenzia dello Stato. Per le assicurazioni incendio il beneficio delle compagnie a premi fissi è stato di 20 milioni nel 1901, e quello delle mutue di 5 milioni. Per es<;e il beneficio del monopolio si può calcolare a 30 milioni, che sarebbe rnddoppiato e triplicato, se l'assicurazioue contro l'incendio fosse resa obbligaloria, come lo si dovrebbe trattandosi di una misura di previdenza elementare che lo Stato può e deve imporre. Non guardando che a cruesti due rami di assicurazione, il monopolio potrebbe dare dai 45 ai 50 milioni, beneficio che potl'ebbe raggiungere' anche proporzioni più importanti, tanto più che permett,,l'ebhe d'organizzare, con meno spese, le pensioni operaie, e di sostituire alle pensioni civili e militari un sistema più equo e meno oneroso. (Petite Repubtique - 14 gennaio). .. * * : Occorronocorazzateda squadra? - Che cos' è la corazzata f La corazzata uon è soltanto un bastimento di combattimento, è l'unità di combattimento regolata, la prima e la più semplice delle unità tattiche, la base essenziale e l'elemento irriducibile di tutti i movimenti ' di tutte le evoluzioni di una squadra. L'idea ch'essa evoca è quella della battaglia tra due forze navali regolarmenle costituite, ed essa quindi deve rappresentare • il più grande risultato possibile di potenza, di resistenza, di maneggiabilità, senza trascusare - pur lasciandole in seconda linea - la velocità, la resistenza nautica, il raggio d'azione. Esaminando la marina inglese e la tedesca si conclude che contro la prima la marina francese non dovrebbe fare una guerra di squadre perché :,vrebbe la peggio, mentre contro la seconda invece nella guerra di squadre potrebbe sperare il sur·cesso. Bisogna quindi decidersi a capire che non potendo avere una flotta per tutte le politiche, si deve avere almeno quella che serve alla propria politica. È possibile, pe1·ò, avere una politica definitiva, continua, dalle vedute lontane nella situazione in cui siamo oggi 1 La domanda è delicata, ma se noi non possiamo scegliere tl'a le due politiche, non potremo scegliere nemmeno tra i due sistemi di guerra navale, a meno di ricorrere ad un mezzo termine: alla, corazzata transazionnle. Nori si tratta delle corazzate paralitiche di 6000 tounellate, che erano già insufficienti all'epoca in cui si poteva anc-ora ammettere la possibilità di una lotta corpo a corpo ('on le squndre di linea inglesi. La nave che io intravedo sarebbe da 10,000 a 11.000 tonnellate, filerebbe dai 16 ai 17 nodi, con un raggio d'azione di 3000 a 4000. m. pescherebbe 8 metri, sarebbe corazzata fuor d'acqua con acciaro di 25 centimetri e armata di 2 canno~i di 31~0 millimetri a tiro rapido, e di 16 cannoni di 164.7, senza parlare dei pezzi
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