Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 2 - 30 gennaio 1903

RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA., LETTERE K SCIENZE SOCIA.U. 45 zo di uscire dal loro guscio, la Sicilia, alla quale è noto con quanta tenacia stiann attaccati e si sobbarcan0 a venire in Tunisia in quantità ragguardevole ed in proporzioni ognor crescenti. Va senza dirlo che tutti i siciliani, eccetto pochi operai, gli altri essendo contadini, appena arrivati ingombrano il mercato del lavoro, e colla 101·0 concorrenza, tra loro e non contro altri, fanno abbassare sempre più i miseri salari giornalieri, cosa che dovrebc,e fa.r gongolare di gioia i latifondisti francesi; i ·quali al contrario inveiscono con la stampa quotidiana e se timanale; salvo poi nell'applicazione pratica smentiscono quello che scrivono; cioè: cercando pagar sempre meno l' aborrita(?) e rieereata !) mano d"opera italia.na. Di siciliani quindi se ne incontrano dappertutto; in città come in campagna, e quella lingua è parlata e capita in commercio da francesi e da mori, dagli inglesi di M;tlta, dagli ebrei indi 0 0-eni e da 0 ·li ebrei . o italiani. Sicuro, abbiamo qui una colonietta di ebrei italiani p,·nvenienti dalla Toscana i quali ad rrnor del vero, c )n_pochi altri professionisti cristiani, per cosi dire, sono quelli che tengono alto il cosiddtitto prestigio italiano (ufficiale) e sono i primi a sventolare il b tndierone dell'italianità, anche qu,1.ndo devono metter mano alla borsa per secondare la mnrbosa c trità ufficiale, ovvero devono o-areo-o-iare con altre o ::,o colonie nell'impianto di pubblici istituti. Il munificente governo patrio manda loro a palate le eroei: e di crocifissi più ce ne sono e più dilaga la vanità di esserlo, tanto che certe personalità .... Chiuditi bocca per oggi, ma per continuare nel numero venturo. Intanto, siccome ieri gli arabi compirono il gran digiuno ed oggi cominciano le loro caratteristiche feste, corro al Bardo per assistere al grande ricevimento beilicale. Le feste dureranno alquanti giorni e saranno feste politico religiose che l'attuale nuovo Bey vuole ripristinare coll'antico splendore della sua Corte. Il rombo delle prime cannonate giunge sino a me ed io poso immediatamente la panna per non perdere la vista del singolare spettacolo di suoni, di colori e di salamelecchi. ( 1) BERNARDL,O VERRO. (1) Questa corrispondenza ci pervenne con ritard", verso la metà del mese, quando il primo numero di quest'anno della Rivista era pronto. N. d. R. ~~-=~S::~i&f;j~ia~~)~ LenostreUniversità Popolari(*) Documentazioni e Note I. 11 prof. Ric-~ardo Dalla Volta, prendendo occasione da un articolo dei Débats intorno alle Università Popolari francesi, richiamava, giorni or sono, l'attenzione de pubblico fiorentino sulle condizioni attuali e sulle sorti dell'U. P. di Firenze, ed esponeva pure talune sue considerazioni in ordine 11.I problema generale delle U. P. italiane (1). Non ho bisoguo di prevenire il lettore, riportand,l qui le cose dette dall'egregio amico e riguar- ("') Sempre la mancanza assoluta di spazio ci ha costretti a rinviare questo int 0 ressante articolo che <loveva i>ndare nella Rivista del 30 novembre. N. d. R. (i) V. La Na.:.:ione del 17-18 novembre, n. i.., n. 321-322. danti, in ispecie, il funzionan:ento della istituzione nuova a Firenze; poiché facilment•~ es e potranno venir sottintese per ciò ch'io dir·ò r1 111ododi 1·i:;posta. Risp1sta, conie si vedrà, per rn ~ pe1·...;01111lmentedo,·erosa, ma anche tiile (chi ben appr··z1.i la forza e il valore della documentllzione particolare come adatto materiale costrul.tivo per le sintesi o co·1clu:;iooi gènerali) da intereasare gli amici della supl',~tna scuola del popolo. Lasciando, adunque, a Lflleste mie note non soltanto il carattere polemi~o che in'è venuto f;,tLo rii d·1r loro, m>1anche quello particolarista, rel11l.ivo,cioè, al luogo in cui la mia e-;perienz11. s·~ meglio e-; ·1·citala, io penso nonperta11to di condurr-e la C[Uf!-,tione- co1ne mi è concesso di fare in un breve e affi-etl.ato al'ticolo di rivista - direi, al di là della stretta cerchia fìo1·e11li11a.I mali, del resto, che affliggono l'U. P. di Firenze a sP-gno da renderla quasi inetta a liberarsi dall'aLtu::ile l'i;;t;ig110 in cui intisichisce, sono presso a poco C1)111t1ni' Il IOt)ltc altre consimili istituzio11i ital1a11e; inoltre, in questi giorni le nostre U. P. - dopo i troppo rrolungati e ingiu;;;tificati riposi .... non più estivi - vengon r-iap1·endo le loro aule: di tal che i particolari in ,·ui <li ri-;pc<'chia, per molli suoi aspetti, lo stato di una di esse, non riesciranno, al certo, inopportuni, né, amo cred0re, d{'l tu1to inutili all'esperienza comune. · 11 prof. Dalla Volta lamenta i difetti e gli errori dell'U. P. fiorentina, e, pur non volendone far carico agli e< egregi uomini che a Firenze lHn110 diretto fino,·a la U. P., certo con grande zelo », si maraviglia come questi non abbiano pe:is11to di coi-reggerli e di evitarli. Perciò che può riguardarmi, come uno dei promotori della nuova istituzione a Fir~nze, come uno dei compilatori dd suo Statuto, e come membro del suo Consiglio ctireltivo per il primo anno e per soli quattro 111esi del secondo; io non avrèi migliore risposta a fargli che quella di riportare taluni articoli dello Statuto, la Relazione da me letta all'Assernulea dei soci, or son quasi due anni, colla quale si iniziò la discussione dello Statuto stes,:o, il Programma d'insegnamento per l'anno 1902 approvato nella seduta consiliare del 21 ottobre rno1, e la leLtel'a del 12 marzo u. s. colla quètle davo le dimissioni da c0n.sigliere, esponendone Laluni motivi generali e part colari. Potrei aggiungere anche la copia un ordine di dtl giorno, aLbastanza particolareggiato, che avevo in anirno di presentare al Consiglio nel. febbraio di quest'anno e ehe le identiche· ragioni che motivarono la mia dimissione mi impedirono di presentare; e qualche pagina di uno studio sulle Università Popola1·i italiane elle sarà fra breve pubblicato dalla « Viestnik Evropi » di Pielroburern. ln tutto ciò l'egregio prof. Dalla Volla potrebbe trovar dibattute (e talune anche, in un senso o nell'altro, risolute) tutte le cose che egli dice, sia che le riporti dai Débats, sia che le aggiunga come considerazioni proprie. Ma una tale documentazione non sarebbe, per più ragioni, tollerata in un giornale, e tanto meno poi per questa fra le ragioni, che il pubblico italiano, in generale, non é ancora a tal segno edotto del problema delle U. P. da interessarsi ai particolari di esse, spe1!ie se di indole, dirò così, tecnica. Pure, io spe- • ro che il leLtore v,wrà, almeno, permettermi di sfiorare taluni di questi particolari i quali, per quanto apparentemente modellali in una tal quale irnpr<rnta di personalità e riflettenti una condizione speciale di cose, non sono meno obiettivi nella loro portata né meno importanti a conoscere al di là della loro t:erchia. Se io potessi ora annoiare il lettore coll'enumerazione di tutte le proposte che, in ordine alla condotta generale e ai particolari didattici d0lla U. P. di Firenze io ven- '

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