Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 2 - 30 gennaio 1903

RIVJSTA POPOLARE Di POLITICA, LETTERE' E SCIENZE SOCIA.Ll 41 ILPROGRESDSEOLLA FINANZlTAALIANA (Un ar·ticolo dell'on. l\1. l<'erraris) Con soddisfazione grandissima, nell'ultimo numero della Nuova· Antologia abbiamo letto l'articolo dell'on. M. Ferraris: Il progresso della Finanza Italiana. Esso documenta ciò che già si sapeva o s'intravedeva: che la Finanza italiana è divenuta la più solida tra le finanze dei maggiori Stati europei. Noi siamo dolenti che la tirannia solita dello spazio non ci consenta di riprodurlo per intero - ci vorrebbe tutto il numero della nostra piccola Rivista. - Possiamo però fare comprendere ai no· stri Jettori le risultanze dello studio diligente, riproducendone alcuni brani L'articolo, a dimostrare il costante progresso della finanza italiana, pone questi tre capisaldi: « Tre fatti notevoli si compirono durante l'anno testé chiuso. Per la prima volta, nella storia del nostro paese, il titolo tipico del consolidato italiano, raggiunto il corso di 100 in oro a Parigi, al netto della cedola, lo mantennA nella media dell'anno intero. Finora in sole due occasioni il nostro 5 per cento aveva per breve tempo, oltrepassato il corso di 100 a Parigi. La prima volta, ·e quasi solo momentaneamente, ai tempi di Cavour, nel 1852; la seconda uel 1886. Ma nel 1852, la nostra rendita fruttava il 5 per cento netto: come essa rendeva ancora il 6,34 netto nel 1886-87, quando per breve periodo si raggiunse o si superò la pari a Parigi. Nel 1902, abbiamo invece visto, al disopra della pari, il 4 per cento netto, che anche oggidì vi é quotato a circa 102,10 excedola. · « Il cambio sull'estero - che é un indice fondamentale del credito morale e materiale di un paese - scese alla pari per la prima volta nell'ottobre scorso, dopo i vani tentativi ed i costosi sacrifici compiuti dal paese nel 1881-84, per l'abolizione del corso forzoso. E dall'ottobre iu poi, il cambio nostro sull'estero continua ad aggirarsi intorno alla pari, cosicché l'aggio é, per ora, praticamente scomparso. « Per ultimo, i quattro bilanci annuali dal 1898-99 in poi, si sono chiusi con un crescente avanzo, dando così prova assoluta della solidità della finanza italiana. « Questi tre fatti, notevoli e iudiscutibili, ciascuno dei quali, da solo, fu per lunghi anni sospiro e méta dei reggitori e finanzieri nostri - ciascuno dei quali, da solo fu più volte additato a conforto e premio dei più duri e nobili sacrifizii dei contribuenti - si sono verificati senza alcun artifizio, senza alcuna operazione speciale dello Stato o del Tesoro italiano. Come la rendita ha oltrepassato la pari in oro, all'infuori dell'azione di sindacati e di combinazioni di Borsa, così il cambio é disceso, e l'aggio é, per ora, scomparso, senza prestiti all'estero. senza operazioni monetarie o mezzi artificiali di qualsiasi specie. < Nella stessa guisa il bilancio è il risultato di un conto sincero e genuino dell'entrata e della spesa, escluso qualsiasi congegno od aiuto di casse speciali, di contabilità distinte, o di mezzi illusorii di varia natura. Si aggiunga che l'attuale situazione de!la finanza non é influenzata né da attività straordinaria di lavori pubblici, né da risveglio di speculazioni, alimentate da prestiti, nè da aumenti di circolazione cartacea o di emissioni. È invece ben noto che negli ultimi anni tutto venne saviamente contenuto entro limiti più prudenti del passato. « I tre fatti sovra ricordati - corso della rendita in oro al di sopra della pari, scomparsa dell'aggio e largo avanzo di bilancio - sono quindi l'attestazione pura e semplice di una sit.uazione sana e solida del bilancio e dell'economia nazionale italiana: sono il risultato di un savio indirizzo di finanza, di economia e di credito, che lo Stato ha seguito da un decennio in qua, sopratutto dopo la grande opera di ricostruzione ffnanziaria ed economica del periodo 1893-96: sono la conseguenza del lavoro, del risparmio, della virtù, del sacrificio del popolo italiano, che dura'nte lunghi anni ha sopportato, e sopporta tuttora, un peso di imposte che non ha riscontro in alcun paese civjle. • « Nel constatare con animo lieto e con vivo compiacimento questi risultati, ci si consenta di brevemente esaminarli nei loro singoli elementi. » Indi il Ferraris, sempre in base alle cifre dall'esame dell'ultimo quinquennio, trae queste conseguenze: < 1. L'avanzo complessivo, accertato tra le entrate· e le spese effettive, fu di 212 milioni; » « 2. Con questo avanzo di 212 milioni abbiamo nei cinque anni: 1 ° costrutte ferrovie per 95 ~ilioni; 2° estinti debiti per 24 milioni in più dei debiti creati; 3° lasciata a disposizione del Tesoro unà rimanenza attiva di quasi 93 mihoni (milioni 92,9). Cosicché nel quinquennio il bilancio, mediante le sole entrate effettive, non solo ha fronteggiate le spese ordinarie e straordinarie d'ogni specie, ma ha pure : > 1. Pagate le spese in Cina in 25 milioni; 2. Costrutti 95 milioni di ferrovie; 3. Estinti 24 milioni di debiti; 4.· LaMiata ancora una rimanenza attiva di 93 mi-. lioni. « Nessun grande Stato d'Europa ha avuto nel quinquennio così splendidi risulta ti finanziari. :, In ultimo, il deputato per Acqui si occupa delle malinconiche previsioni del ministro del Tesoro, e fa queste considerazioni,. che vanno a colpire in pieno petto l'on. Di Broglio: « Quando le previsioni di un anno, in condizioni normali, distano dagli accertamenti persino di 91 milioni: quando gli stessi progetti di bilancio di assestamento, che precedono di pochi mesi la chiusura dell'esercizio distano persino di 53 milioni dal consuntivo: quando fra le previsioni e l'avanzo effettivo si hanno delle differenze che arrivano sino a 37 milioni - é evidente che il metodo da parecchi anni in uso al Tesoro p~r leprevisioni finanziarie é puramente indiziario e non ha valore positivo e pratico. Esso può costituire un mezzo - un po' meccanico ed un po' bonario - per nascondere al Parlamento ed al paese la vera situazione finanziaria e per sconsigliarli da maggiori spese: ma esso non costituisce punto un metodo esatto ed attendibile di previsioni finanziarie. :. « Il sistema in uso non risponde, a nostro avviso, ai dettami della verità finanziaria che, in bene od in male, é dovere di ogni Governo e di ogni Parlamento. E in omaggio ad essa, ch_e - come ben ricorda l'Economista di Firenze del 4 corrente - Gladstone diceva « di sen tirsi tanto più contento quanto più piccola risultava la \ differenza tra le previsioni e gli accertamenti.,>> « E poiché siamo in presenza di un metodo che conduce a risultati del tutto inattendibili, é d'uopo ch'esso

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