88 RIVISTA POPOLARE DI POL!11CA, LETTÈl-lE E SCIENt E SOCIALI Or bene, basta guarda.ce ai contratti di affitto, dei quali mi sono occupato al tra volta, delle terre nel Settentrione e nel Me1,zogiorno, e alla relativa hnposta fondiaria, per dare la inconfutabile dimo- ~tra1,ione che la sperequazione esiste. L'irn posta è sopportabile nel Settentrione, e i contribuenti vengono espropriati per inadempiuto vagamento d'imposta nella propor1,ìone di 10; è sproporzionata nel Mezzogiorno, e le espropriazioni. salgono almeno a 100 l. . Ma questo non basta.· La sperequazione non è nella sola iÌnposta fondiaria, ma esiste ed è viù grave in tutta la pressione tributaria messa in raJJpOrto colla ricchezza. La Sl1erequazione c'è nella ricchezza mobile, c'è nel d:izio di. consumo, ~'è nella imposta fondi aria urbana. E si deve proµrio alla 1ì~ibuna la dimostrazione più recente deH'ultima sperer1uazione; essa inoltre, con due buoni articoli, che si devono certamente all'Einaudi, lrn dimostrato che questa sperequazjone speciale si riversa più gravemente sulle più misere classi l?,- voratrici del Mezzogiorno ( Tribuna 6 e Hl gennaio 1903). La sperectuazione generale, infine, in forma uf~ fìciale viene confessata nella relazione Carcano sul progetto di sgravi; e èii fronte ad essa si può esclamare: ltabemus COl'l(ifenteni rr>wn l 3.0 Si ripete da certi democratici 'eh occasione : la proposta Sonnino favorisce soltanto i grandi proprietari. L'organo nfficiale del proponente, Il giornale cl' Italia, ha rispòsto parecchie volte a questa obbiezione, buona ad illudere i rnincllioni; e tra le tante volte nel N. 17 (1903) ha ricordato: che la riduzione del la imposta fondiaria va a benefizio di tutta la proprietà, della grande, della media e della pir,cola; che il suo progetto non ri.- guarda soltanto la riduzione dell'imposta fondiaria, ma anche il credito fondiario, i contratti agrari ecc. In quest'ordine d'idee si può aggiungere, che se si vogliono leggi sociali in favot'e dei lavoratori, si deve mettere la proptietà della terra in condizioni da renderle possibili. Dal le rape non si cava sangue ! E questo era pochi giorni OL' sono anche il. pensiero di Lucci, che ora si leva contro il progetto Sonnino. Però; dal punto di vista mio, tutto questo non ha che vedere nella questione. Se fosse anche vero che la proposta Sonnino favorisse soltanto i grandi proprietari, essa rimarrebbe sempre giusta. La proposta no)l può e non deve mirare a stabilire la giustizia tra le varie. classi sociali, ma tra le economie regionali. Se i proprietari grandi e medì del Mezzogiorno non meritano .riguardo, perchè lo hanno avuto accordato ql:lelli delle provincie accelerate ? Ristabiliamo la giustizia tra le regioni, e prepariamoci pure a ristabilirla tra le varie classi sociali - tra lavoratori e proprietari. Sono pronto, naturalmente, a votare le proposte più radicali. 4.0 Si incalza: la propÒsta Sonnino è insufficiente, e non risolve il problema del Mezzogiorno. Non ripeterò, a proposito di quest'altra obbiezione, ciò che ho detto in ultimo riguardo alla 2a e alla 3\ sul ('arattere di perequazione interregionale che ad essa i lleve assegnare, e che elimina tutti gli altri rhe artifiziosamen.te si tenta rli addossarle. Ad ogni modo, esaminandone il valore. intrinseco, salta subito agli ocrhi questa strnna c·l>ntraddizione .. Si e:-;a]ta e si ritiene necessario, uLile. i,nportonte lo sgravio sul sale; si giudica inutile, insignificante quello sulle imposta foncliaria. Cnl µrimo a 28 milioni cli abitanti - quanti ne restano detraenclo la Sirilia e la Sardegna, che non pagano dazio sul sale - si climinuisr.ono, col <·.1.l- ('olo del Prof. Nina, 28 milioni <Ji lire, ejoè Li;'ft una a testa; r-ol se<·ondo si diminuiscc)no 19 111 ilioni di lire d'imr;osta a 12.668,506 abiranti, c;joè cir('a lire una e 1ne~~:a a tesla. In realtù il primo sgravio va a benefizio di tu/ti gli abitanti; il secondo a benefizio diretto ùei soli prop1·lr>lm·i; perc:iò la lira una e ?JWZZ(f si eleva, in media, almeno a lirè dier:i per ('Ontribuente ! Ci vnole dunque tutta la logi('a e la buona fede dei ministeriali fanatici o dei ('ronrlisli incomprensibili per ac:cettare la impor.tanza dello sgT,tvio sul sale e per· negare quello <lella irn pwta fondiaria. Ma in ctuanto al valore dei criteri misuratori dr-Ila impo1tanza degli sgravi, un amieo mio, elle s'intende di S('ienza della finanza, mi faceva 11uesta osservazione an1ta. Fingiamo ('he si possa diminuire la pressione tributaria di 320 milioni all'anno. Sarebbe una f'o1·tuna colossale eh? Baie ! La somma divisa fJer 32 milioni di abitanti si ri.- durrebbe a 10 I ire a testh; una cosa poco importante. Lo sgravio si ridurrebbe r.d una miser.in spregevolissima di vi dendol~1. ~er i 365 giorni dell'anno: 320 milioni di minori imposte all'anno non farebbero rispanniare che poco meno di .1 centesi1ni al giorno ad ogni italiano .... Con c1uesto metodo si arriverebbe alla volatilizzazione di tutte le rif'orme d'imposte; anzi. si potrebbe arrivare a giustificare c1ualunque ulteriore aggravamento della pressione tri hutaria. Alla fine, che cosa rappresenterebbero altri 160 milioni d'imposte nuove? La miseria di un CNltesinio e mezzo al giorno per ogni abitante del felice regno d'Italia l I Di fronte a certe argomentazioni c'è da vergognarsi di essere italiani; ma c'è da vergognarsi e più di essere meridionali. Non si trova un cane di giornalista nel Settentrione che neghi la importanza della dimil}uizione della imposta fondiaria alle provincie accelerate; pur troppo se nè trovano parecchi nel Mezzogiorno .che negano l'importanza di un disgravio che per le loro provincie corrispondent8 al primo l Sempre così nel Mezzogiorno .... Ed a (JUesti giornalisti del Mezzogiorno ed ai deputati che li i.spirano o li seguono va la rampogna di un settentrionale elle in 4.uesta occasione
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