.• . • 6 RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCJA.LJ > deve al riserbo che s'impone a chi, co'me l' on. Di Rutlinì, occupa una elevata posizione politica L'ingiustizia nella distrib1:1zione regionale del carico tributario la dimostrai, mettendola in rapporto colla liistr:ibuzione della ricchezza e con gli · elemep.ti di cui potevo allora disporre, sin dal 1892, colla interpellanza svolta il 22 ~ebbraio sulla formazione del nuovo Catasto - e allora i Merid:i.onali dormivano come ghiri e mi lasciarono solo alle prese coi valorosi rappresentanti delle provincie settentrionali. Dopo il 1892 si, ostinarono molti e per molto tempo a negare ch·e la sperequazione_ esistesse a danno del Mezzogiorno e delle due isole; anzi ammettevano una sperequazione, ma a .danno deile provincie Settèntrionaii: sicchè fu lecito ai rappresentanti del Nord sino al Di- 1 cembre del 1896 di fare i conti del dare e dell' avere senza che l' on L. Luzzatti levasse la sua . . voce autorevole eù.· eloquente a· protestare contro coloro che tali conti presentavano con insistenza dal 1863 in poi, e che ebbero u,n acconto col conguaglio pr_ovvisorio del 1864; una promessa del saldo colla legge_ 1 ° Marzo 1886; ed un impegno più preciso, che condusse 'rapidamente a saldare i pretesi creditori Settentr· onali colla legge infausta del 21 Gennaio 1897, e su cui ritornerò. Adesso le cose so'no mutate. Io non vengo più . ,. considerato come . un parricida se insisto nelle •vecchie mie màlinconie; sono piuttosto messo da parte e_sorpassato nel vocio a difesa del Mezzogiorno,. da molti che mai studiarono il problema e non ne enunciarono, nemmeno timidamente, i termini, quando il farlo procurava dileggi, _calunnie e impopolarità. Come e perchè sia avvenuto il mutamento nel giudizio sulla distribuzione del carico tributario; quanto Yi abbiano contribuito a produrre il mutamento la pubblicazione di F. S. Nitti e ìa modesta, ma per~istente opera mia, che si rjassun.se nel minaccioso discorso mio dell' 11 dicembr8 1901, non occorre ricordare in questo momento. Giova di più prendere atto solenne della ripetuta dichiarazione fatta nella relazione ministeriale, che precede il disegno sugli sgravii sulla riconosciuta teiste condiiione del MezzogiorQ.o e sulla necessit~ di alleviarne i.I cal'ico tributario, Tale documento ufficiale assume importanza perch.è contiene una siffatta dichiarazione; ed è una manifestazione veramente e beHamente unitaria, perchè porta le · firme ai un President8 del 0onsiglio e di un mi- . ' nistro delle finanze nati nel Settentrione. Ora se . l'ingiustizia ,tributaria a· danno del Mezzogiorno . è riconosciuta da tutti, non è evidente- clrn occorrono provvedimenti speciali per e1'minarla ? ell'avere arditamente proposti tali provvedimenti sta il merito dell' on. Sonnino. Negarlo è atto di malafede o di meschinità intellettuale. Si può discutere se la proposta delF onorevole per Rocca San Casciano raggiunga lo scopo o se altra più ~datta e più efficace vi si potrebbe sostituire; 'ma bisogna attenersi al metodo consigliato dei provvedim~mti speciali; metodo, cui implicitamente fa omaggio la cennata relaiione sugli sgravii, ·che mostra tutta la 'buona intenzione di seguirlo, senza riuscirvi. E su questo si deve fissar Lene l'attenzione : è consigliabile, è desidera bile una riforma tributaria, uno sgravio a beneficio di tutti i contribuenti italiani; ma questo provvedimento, perchè generale, lascerebbe intatta, immuta:ta, la sperequazione a danno del Mezzogiorno e delle isole. E q_uelli proposti dal ministero Zanardelli qualcuno afferma anche che aggraverebbero l'ingiustizia arrecando un maggiore benefizio àl Settentrione 1 Se così fosse si dovrebbe. esclamare: qhe la via delFinferno è davvero lastricata di buone intenzioni l Data questa situazione dolorosa, se per uscirne si dovesse proprio ledere il principio dell' unità della patria, come sostiene l'on. Di Rudi'nì, si vorrebbe da ogni buon positivista venirne a deÙe conclusioni gravi. Indubbiamente: le collettività umane. in certi momenti· agiscono sotto l'impero di sentimenti mo- . rali altissimi e colla guida di idealità altruistiche ; ma se queste idealità_ oltre i sacrifizi transitori impongono una sofferenza permanente -- psicologicament.e aggravata dallo spettacolo delle minori sofferenze o dei maggiori godimenti altrui - si può essere sicuri elle la materia, il sen: -timento egoistico, il bisogno e il diritto al benes - ~ sere prendono il sopravvento. L'unità della patria italiana perciò, correrebbe un grave pericolo, .e rion remoto, se le provincie meridionali e le due isole si convincessero che ~ssa le condannerebbe all'ingiustizia tributaria. Se avessi questa cony(nzione no:p esiterei a manifestarla e concluderei, colla mia usata franchezza che rasentd }_abrutalità, contro l'unità. Si è ipocrib, si è bugiardi o si è .imbecilli se si affer·ma che una collettività u•nana vuole e può sacrificare duraturamente il proprio benessere alle idealità nqbilissime col benes-sere altrui. Nell'unità si cercarono soddisfazioni morali e materiali per tutti, elle non si possono separare. Ecco la verità. Per parte mia ritengo, però, altrettanto vero, che l'unità politica può coesistere c~lla giwstizia tributaria e che, contro l'asserto ilell'on. Di Rudinì, la coesistenza dei. due .termini non può essere consolidata se non con provvedimenti speciali a favore delle parti elle hanno subìto delle ingi u stir,ie. La con vi'nzione mia non cercher:ò suffragare con esempi forniti dalla storia degli altri paesi - e non ne mançherebbero - ma con quelli, che somministra il nostro. . Infatti quando si credette che le provincie. lombardo-venete e le motlenesi fossero ingiustamente gravate, si Vfnne alla riduzione del loro contingente dt imposta fondiaria Fu questo un precedente di regime fiscale diverso, perfettamente identico a qùello propo·sto dall'on·. Sonnino ; e non ne fu leso in guisa alcuna il principio dell'unità delta patria. l,'{ellç1l,egge del 1 marzo· 1886. sulla ..
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