Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 1 - 15 gennaio 1903

RiVJSTA PU?ùLARE Di POL111CA., LETI'EllE E SClENZb S(J_ClA.LJ 3 Era notevole l'importazione dello zucchero (Quintali 259,745 sopra un toLale di 755,825 nel 1897); ma· tende a diminuire forlemenle in ragione dello sviluppo della nostra industria localt: si riduce a quintali 80 899 nel 1901. _L'Austria ci fornisce prevalentemente di birra (30.761 ettolitri sopra un totale di 56,285 nel 1901); ma il valore cornplessh·o del prodotto è piccolo, e quindi il danno che procureremmo alla nostrli rivale sarebbe minimo. )J L'Au~tria-Ungheria ci forn_isce quasi la· metà della paf' sta d1 legno che consumiamo (QuinLali 126,164 so'prc1un totale di 26],970 nel 1901); ma il suo rincariµiento nuocere~be tanto a noi quanto• ad essa. Potremmo colpirla nel!~ mercerie, nei cartoni, nella ghisa in paui. e in alcum altri prodoLti del ferro, di cui pott·0mmo fornirci aJtrove; ma il danno Hostro sarebbe sempre non piccolo; poiché è be~e avvertire che quando un prodotto elle si riLira da uno SI.alo limitrofo si deve andare a cercarlo allrove bisogna sempre tener copto, per 1~ meno, delle maggiori spese di trasporto. Perciò gli scambi sono sempre più notevoli tra Stati limitrofi o molto vicini. Vi sono due voci, però, che sono per lo appunto quelle che fanno traboccare 'la bilancia commerciale in favore dell'Austria-Ungheria: i cavalli e i t· leg~ame da costru- . zione, che nel 1901 rappresentarono circa 70 milioni di lire, cioè più di un terzo della totale importazione austroungarica in [talia. Se potessimo colpire la nostra avversaria in questi due prbdptti s·i potrebbe dire che avrèmmo il· coltello pe'r il manico. Ma .... L'importazione del legname da costruzione é aumentata rapidamente in Italia; e dobbiamo rallegrarcene, perché è segno d~ aumentato lavoro e di aumentata pro- $perità. Da questo quadro si ,potrà vedèrne il movimento e conoscere quali Stati ce loforniscono prevalentemente. Importazione Dall'Augtria Dall'America Anni totale in tonnellate Ungheria Settentrionale 1897 497,303 398,679 76,767 1898 485.948 382,626 • 79,353 1899 566,351 460,324 78,648 1900 , 604,647 • 478,557 94,258 1_901 633,055 498,258 98,188 E ·chiaro: l'Austria-Ungheria e l'America Settentrionale ci forniscono da sole tutto il legname che ritiriamo dall'estero; e la prima ce ne dà all'incirca i cinque sesti. Non è evidente che l'inasprimento ,del dazio sul legname andrebbe in grandissima parte a carico del lavoro e del consumo· nazionale? Se dovessimo richiedere una maggiore quantità all'Agierica, e per la maggiore distanza e per la maggiore domanda - daLo anche che da oltre !'.Atlantico ci potessero venire tutte le varietà di legname, che ci occorrono - il rincarimento del prodotto sarebbe forte. Proteggeremmo con ciò la nostra silvicoltura f Di protezione essa ha bisogno; ma non di protezione· doganale,. come erroneamente sostiene il Marchese Cappelli. Si ricordi, inoltre, che la protezione non darebbe i suoi risul"tati che dopo diecine di anni: i boschi non s'improvvisano nè in un anno, né in due,'nè in cinque!• Lo stesso si dica pei cavalli. Su 40.913 ritirati dall'estero nel 1901, l'Austria-Ungheria ce ne dette ·per 35,3:Tu: più di sette ottavi del total_e. Noi quindì potremmo colpirla con un dazio più forte colpendo noi stessi. Però crediamo <?he dopo alcuni anni l'allevamento delle razze equine in ltalia potrebbe rifiorire. Tutto sommato, adunque, una guerra di1 tariffe coll'Austria-Ungheria più che a questa nuocerebbe a n~i, perèhè l'Italia verso il vicino impero si trova in una specie di dipendenza economica, identica a quella. nella quale si trova la Svizzera rispetto a ooi, come acutamente rilevò il Fontana Russo . • Gl' interessi di Bari e del Me:Lzogiorno nel trattato di com111~rcio coll' Austria-Uno-heria, - Gl'i11teressi dell'.agricoltura meridionlile da alc~ni anni in quà sono stali discuss_i con amoi;e, con competenza e con l?devolissima perseveranza nella città di Bari. Ivi si ebbe nel 1900 la bella relazione dei Professori Ber~olioi e Graziadei sui desiderata della provincia di Bari_ nella rinnovazione dei. trattati di commercio cogli. ~t_at1,centrali (Germania, Austria-Unghel'ia e Svizzera); ivi e è una fiorente associazione che si occupa con grande atti -.,ità degli interessi meridionali; ivi; infine, il · De-Tullio, Pl'esidente della Camera di Commercio, si è fatto apostolo instancabile della uifesa •del commercio e de!l'a?ric?ltura meridionale oltre che di quella della provrncia d1 Bari. , Tutto ciò merita lode, ammirazione ed incoraggiamento: a_?e~severare in uua via ch'è la più diritta per condurre al r1l1or1menLodelle condizioni economiche dell'Italia del Sud· " ed è quella stessa via che hanno battuto e battono· co~ fortuna i settentrionali. Tutto questo imporrebbe rispetto verso le egregie persone che stanno a capo del movimento economico della provincia di Bari; dovrebbe anche imporne uno maggior·e ai settentrionali,• pei quali, o_ltr~ le ragioni morali, dovrebbero valere quelle materiali, del proprio tornaconto. · ·È innegabile, infatti, che per le industrie del Settent~ione, il migliore, quasi l'unico mercato, è il Mezzo.- g1orpo d'Italia. Lo riconobbe esplicitamente un equanime conservatore ch'è pure un grande industriale del Settentrione: !'on. Rubini. Egli, facendo l'esposizione finanziaria il 2 decembre 1900, opportunamente diss~: • Un'annata agra- « ria cattiva nel Mezzogiorno si riverbera sul moto in- « dustriale delle provincie· del Nord. » E l'annata sarà cattiva, non solo se vien meno la quantiià dei raccolti, ma anche, e forse di più, se i prezzi saranno bassi e ci sarà crisi. · Per tali !])otivi noi crediamo che l'esame delle proposte e dei desiderata della provincia di Bari debba essere fatta con molta calma e con molta :simpatia -· quanta ne merita una provincia che ha dato. da venti a~ni esempi di energia e d'intrapren.denza rarissima ~n tutta Italia ed anche all'estero. Perciò abbiamo provato ram_marico leggendo un articolo della Stampa di Torino dal quale traspare l'antica altezzos~tà settentrionale per il Mezzogiorno, ch'è poco fraterna e poco utile al Settentrione ed al Mezzogiorno. La conclusione fondamentale cui p;rviene l'autorevole giornale di Torino è perfettamento identica alla nost1·a: bisogna evitare la guerra doganale coll'Austria-Ungheria. Ma per arrivarci La Stampa commette· parecchi errori, qu.alcuno dei qùali a danno della propria tesi, errori che ci crediamo in dovere di rilevare. Ce n'è uno materiale, ad esempio, che se fosse stato schivato avrebbe dato forza maggiore alla propria argomentazione: si attribuisce nel 1901 alla provincia di Bari una esportazione di vino per l' Ai.Istria-Ungheria superiore in quantità e valore alla realtà: ettolitri 496, 823 per L. 12,500,066 circa. Ora la relazione del De-Tullio sul Movimento commerciale della provincia di Bari pel biennio 1900-901 porta la qua~tità a quintali 198,81Òe il valore a L". 4,57~1630 -:- meno della metà. La correzione rinvigorisce l'argomentazione della Stampa e nostra ; e cioè che per meno di 5 milioni 'di lire non bisogna compromettere un movimento commerciale ,complessivo di circa 350 milioni all'anno. • .

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