Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 1 - 15 gennaio 1903

• . . 24 RIVISTA POPuLA }(E l)J POLJ1ìC..:A. LETTERH E SCJF./'..,·ZESOCJALJ « netg1e individuali I meui per crear;;i ·delle condizioni « di vita sana e indipendeute; s'è for,nata una classe di- « rettamente interes-;ata alla prosperità sociale; e tutto « questo movimento non ha rivestito il carattere col- • !ettivista perché lo Stato non ha fornito che un mezzo , « di lavoro, l'energia individuale soltanto avendo effet- « tuat'i, la vera appropriazione: la terra ha esercitato sul- « l'uomo una influenza eminentemente morale e vivifi- ·« cante.' Nien_te è più oppo;;t,) al Comuni;;mo del siste « ma agrario >>. · La situazione interna del mondo industriale non è meno sfavorevole al socialismo. Da una parte si ,so110 costituite grandi associazioni di capitalisti (corporazioni, trusts) intese non soltanto alla difesa dei loro interessi, ma anche ad assicurare certi vantaggi al loro stesso personale al quale hanno creato una posizione più fissa e più normale. • Di1 fronte a queste corporazioni, le forze operaie si sono anche org·inizzate s•1l modello delle trade unions inglesi, ed e;;se hanno per caratteri:;tica di sost\tuire dappertutto ii contratto collettivo del lav0ro al conlralto individuale, e di migliorare sempre più la condizione dei lavoratori, d1chiara11do in ogm congresso la neutralità politica e rJfiutrndos.i di legarsi alle dottrine di Marx. Gli operai americani non sogna!:o di rimpiazzare il pa- . drone, ma di vedere il loro salario strettamente e regolarmente assicurato. ,. Però. dal punto di vista agricolo la posizione ha cess.ato di esser cos\ vanlaggiosa come sino ad o9gi. Mentre che il numero degli immi_grantì non cessa di crescer~ - lia oltrepassato di 200,000, seconJo le ultime statistiche, quello degli anni antecedeòti - non vi sono delle buone terre da 'offrire. Le terre cattive hanno bisogno di grandi capitali per essere sfruttatE:, e si ~reano quindi delle società di speculazione che hanno per necessaria conseguenza la form.azione di un proletariato agricolo, che fini:;;ce col prestare orecchio alle teorie di Henry George che vogliono una nuova divisioue di Lerre e lo stabilirsi di fil.ti di posse;;so temporaneo. Nel mondo industriale la situazione è forse più grave. Tra gli operai specialist{ slessi, malgrado gli alti salari vi sono dei malcontenti; le abitudini prese di larga spesa fanno giudicare insufficiente il loro benes3ere, e si lasciano trascinare in scioperi troppo frequenti, il cui scacco, completo o parziale, genera grl'lvi amarezze. Ma è soprattutto tr1i gli ~perai non spècialisti che si disegnano delle disposizioni inquietanti. Mentre il progresso dd macchinario tende a fare dell'operaio superiore q11alcosa d'analogo al capomastro, i manuali si reclutano nella c:asse dei pigri, degli incapaci, tra i numerosi emigranti che nessun legame riattacca alla nuova patria. Questi sono sfruttati impunemante, costretti a lavorare per qualunque salario. cc Uccideteci dopo 45 anni! >> é il grido di disperazione che sfuggì a uno dei loro rappresentanti che constatò l'impotenza pei suoi pari a guadagnarsi la vita quando cominciano a· declinare le forze fisiche. Gli operai americani vorrebbero mettere una diga all'immigrazione di queste turbe 1iffamate;0 ma occorrono le braccia, e questa immigrazione non cessa di a~crescersi, disposta a non attendere la sua salvezza che da un colpo di violenza o da un rivolgimento sociale che getti giù una società a suo riguardo troppo dura.• Finalmente, è sqprattutlo dai trusts che viene il pericolo. Essi sono in condizione di arreslare, a volontà, il lavoro e di i11tralciare la stessa vita nazionale. Oggi l'esistenza degli Stati Uniti dipende da un centinaio d'individui. I consumatori lo sentono e ne soffrono. Gli operai lo sentono e si rivoltano. « Dopo i trasts si dice a Chicago - il numero dei socialisli si è aumentato considerevolmente». L'idea di due eserciti. nemici lottanti in campo chiuso, senzll preoccuparsi del resto del mond0, tende a sviluppare: è l'idea madre del soci.alismo. · D'altra parte apparisce evidente la necessità di regolamentare i trusts, ed è la teoria che Roosenvelt è 1-iu• scito ad imporre al suo p3rtito. Ma l'ingerenza della legge nei rapporti sociali è cosa grave. Sino ad oggi la Corle Suprema degli Stati U ,iiti è riuscita a tenere addietro i due es.erci:i, rn·a potrà resistere essa alle tendenze che si disegnano sempre più -verso il socialismo di stato? Si è parlato spesso di regia e di occupazione di miniere; è c0sa impo~'>ibile presentemente, ma in democrazia non v'è niente d'impo~sibìle in proposito. L'interesse pubbliço che comincia a svegliarsi è un pretesto potentissimo. Si concapis~e benissimo le città, gli St.ati, l'Unione stessa impadronirsi dei trusts dicendo che uno o più uorni11i sono i soli ostacoli al· benessere e alla pace di tutti. La municipapzzhione dei s.ervizi pubblici si estende sempre, di più: la Federazione del Lavoro ha votato la- nazionalizzl!zione delle Ferrovie; la Convenzione democratica di New Yorck quella delle miniere: non sara:mo queste misure più facili a realizzarsi quan- . do poche mani Lerranno questa nuova intrapresa in cui tanti esseri umani sone interessati? A questi fenomeni cacatteristici se ne aggiu11gono al- . tri che non contribuiscono meno a orientare gli spirili ·verso il socialismo: tali sono l'accrescimento indefinito delle grandi fortune fatte rapidamente ed evidentemente r:;er mezzo dei lavoratori, senza che questi vi abbiano par-Le; l'accrescimento delle agglomerazioni urbane e defl'emigrazione eh Si direbbe che le grandi fortune stesse abbiano la coscienza di prestare il fianco alle critiche, e che queste immense proprietà individuali, si rendano conto del loro carattere speciale. Ess~ tendono a· drstruggersi da sé stesse. Le figlie dei miliardari non hanno quasi dole: e< Io non avrò - di0e Carnegie - la vergogna di morir ricco essendo stato povero». Quale sarà dunque l'avvenire della società americana f Malgrado tutto, non mi sembra che essa debba evolvere verso il collettivismo propriamente detto. Il suo . individuali3mo così caratteristico sembra preservarla Sarebbe piuttosto permesso di credere ch'essa s'incammini verso forme, ancora oseur~~, di cooperazione, fondata sulla partecipazione ai profitti secondo il lavoro, forma di cui _la vecchia Europa ha schizzato l'ideale e di cui il nuovo mondo, fisserà e realizzerà il tipo. (Masee Soèial - Dicembre). ~ Erwing Winsfow: La fede antiimperialista. - ln parecchie riviste si esprimono giudizi erronei, più o meno ingenui, in riguardo all'altitudiue degli antimperialisti. Coloro i quali sperano di perpetuare la politica coloniale, a cui apparentemen'te furono forzati dpgli avvenimenti gli Stati Uniti, si affrettano a rappresentare come cessata ogni opposizione. E' innegabile che alcuni dei principali giqrnali di questo paese sono alleati ai grandi capitalisti e ai loro sindacati. Ora, è nell'interesse di questi ultimi che lo sfr~Ltamento dei nuovi territori è utile, perciò certi organi della co,:;idetta pubblica opinione vogliono fare comprendere che ogni opposizione all'imperialismo è cessata. La prima c·spressione del movimento ~nlimperialista si ebbe_ nel meeting _di Fa-.

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