Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 1 - 15 gennaio 1903

. . ' ,..,., ; . . , . RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 17 ' beneficio per le classi' che lavorano e ad un loro e-. saltamento giuridico. Perchè un disegno di legge non potrebbe•, in Italia, assumere la testa di un largo movimento nel senso partecipazionista? Più che mai, da qualche anno in qua, é profondo e tremendo l'abisso tra capitalismo e classi qperaie. Noi possiamo tristamente dire che l'isolamento so-, eia.le ed ideale tra le due forze· sia assoluto. L'9dio di classe è lì, comé immarie mostro sdraiato sul terreno neutro tra il turrito castello della ricchezza e la massa torbida ,delle folle lavoratrici. C'è un mezzo serio e concreto che non sia una legg~ per far sì che incomincino a cadere a poco a poco le punte fiere di questo odio spaventoso che sfigura la dolcezza delle speranz 1 e umane ? Si.~- Cerchiamo di farlo trionfare dunque. Che la floridezza crescente del capitale divenga, mercé il diritto operaio a ·partecipare agli utili ·del capitale stesso, lo scopo favorito del lavoro. Queste leggi porranno, invece., col tribunale nuovo, un altro elemento di ostilità tra capitate e proletariato. Queste leggi açcrescono il malinteso, un secolare malinteso per il quale il capitalismo italiano ha sempre creduto che l'ascensione lenta, necessaria e fatalé, del proletariato ne implicasse la istantanea abolizione. Bisogna, al contrario, avvicinare chi lavora e suda al gaudio di un guadagno nuovo, sicuro e garantito da leggi opportune. Con le leggi infinite, sin ora, tutti pensiamo e crediamo nella catastrofe figliuola della Jotta di classe. Perché, invece, la partecipazione non realizzereli>- Je in parte sul formidabile terreno del problema opei raio l'ideale più straordinario di pace ? PAOLO 0RANO. E' uscito; ON. DoTT. NAPOLEONE COLAJANNI • IL DIVORZIO Prezzo : Vent. 30 Dirigere commissioni e i~iporto alla hostra Amministr. GUSTAVO MODENA , ~ Parve, per: molti anni, un dimenticato. L'uomo dalla spina dorsale'd'acciaio, dalla salda . ' marmorea cosçienza era stato una troppo ìncomoda pietra di paragone per le nature destinate, prima G.i. poi, a piegarsi e a servire, per le coscienze elastiche, variamente plasmabili a seconda dei ca::;i e df:li tempi; il critico iconoélasta, armato del suo terribile umorismo, della sua i.conia acuta e affilata come una spad8., si era avventato con furia quasi selvaggia' contro troppi idoli, aveva troppo agitato la sua fer.za inesorabile sopra uomini e cose, lasciando solchi sanguigni e lividure indelebili., perchè insieme con la memoria .dell'uomo e del ~ritico non si tentasse di seppellire quella dell'artista. Se la congiura del silenzio non è riuscita, la colpa non è certo del mondo ufficiale, Gustavo Modena può dirsi l'anima· ribelle, ù temperamento rivoluzionario per eccellenza. Ri- . belle e rivoluzionario in arte .come in politica, nella duplice manifestazione della sua vita intellettuale.· Figlio di un ·attore valente, ma imbevuto di que.l convenzionalismo a cui,. attori,. pubblico e critica del tempo s'inchinavano e plaudivano come ' a supremo, immutabile caìlone dell'arte rappre- . sentativa, Gustavo si ribellò hen presto- alla tradizione artistica paterna, e rovesciò, di colpo, tutte le forme stereotipate, tagliò netto tutti i legami delle formule scolastiche che mutavano l' attore in uno strument; di ripetizio;ié quasi meccanica, e riducevano l'arte ad una vacua, uggiosa esercitazione di mimetismo, da cui era escluso ogni criterio d'interpretazione personale, ogni vigorosa esplicazione di particolari attitndini artistiche. Sulla scena, più che attore, volle essere uomo, ~stituendo é!,lconvenzionale il naturale,il semplice, l'umano negli atteggiamenti, nel giuoco della fisonomia, nell' incesso, nel gesto,- nel tono della voce. • La rigidità, l'inamidatura accademica gli dava fastidio, l'irritava, lo faceva uscire in giudizi taglienti che non risparmiavano neppure le riputazioni artistiche consolidate da una lunga serie di successi. « Come t'è piaciuta Rachel? - scriveva egli una volta a Ippolito d' Aste. - Io la trovai . grande ma classica fino alla pedanteria, serva delle tradizioni, rou.tinière e un pò Dulcamara ... > Da questo giudizio sulla celebre tragica francese balza abbastanza chiaro il concetto che dell'arte drammatica aveva Gustavo Modena. Il pubbhco, dapprima perplesso, quasi sgomento dinanzi a tanta audacia sovvertitrice di tradizioni, di costumi, di metodi ch'erano sembrati fino allora intangibili, fu vinto ben presto da quell'onda po- • tente di verità che si sprigionava dal . palcoscenico, e acclamò delirante al genio trionfatore del- 1 l'artista. Al genio_ 1 Certo. Per Gustavo Modena la quistione elle spesso ritorna~ se convenga, cioè, par- . lare di genio a proposito _di un attore drammatico, attività intellettuale che riproduce ma non crea, può dirsi risoluta. Perchè egli non riprodu- • ceva, creavà. Basta tener presente ciò che era in · quell'epoca il teatro drammatico italiano, già itt-" quinato dalla ht'ce romantica, dove verità e urna- . nità di caratteri, svolgimento 'logico di fatti, economia ed equilibrio del lavoro, tutto, insomma, ciò che rende viva e· vitale l'opera d'arte era sa- • crificato alla costruzione di un tipo di maniera, di una parte di forza, alla necessìtà del pistolotto, alla ricerca dell'effetto ad ogni costo, basta tener presente ciò, per convincersi che solo al genio potesse essere. dato di infondere sangue, anima, calore· e tumulto di passioni umane nelle fredde esercitazioni letterarie degli autori del tempo; di trarre persone vive da quegli eroi di· stoppa e q i

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