Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 1 - 15 gennaio 1903

RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA~ LETTERE E SCIENZE SOCIALI 13 bricabile defle grandi città, una tale influenza nell'elevarn~ ·1 valore, da controbilanciare _la·diminu~ione del prezzo di affitto, chè sarebbe determinata dall'esenzione dell'imposta sui fabbricati. ' E lungi dal condividere tale apprensione del 4prof. Puviani, un fatto solo mi sembra sia da deplorare nella questione delle case popolari, che i mezzi fi:qanziari dei Comuni sieno insufficienti a provvedere in modo adeguato al bisogno di. abi- . tazione delle classi inferiori, non potendosi. negare•che un'abitazione igienica, dove Ì' inquilino si trovi a suo agio, sia un fattore importantissimo di salute e di morale. · · Io non posso ammettere, contrariamente all' opiuione della signora Lombroso, che l' ope'raio unskilled sia così abrutito dalla miseria da non sentire nè meno, con una certa intensità, il desiderio di una .buona abitazione; ma se anche la cosa fosse corne,ritiene la signora Lombroso, io credo che, come per imparare una lingua il me~ todo più facile è quello di parlarla, così il miglior sistema per educare l'operaio ad apprezzare i vantaggi. di un alloggio conveniente, sarebbe quello di metterlo subito in godimento di una t~le di-. mora. Gli è per ciò che io mi compiaccio grandemente che .oramai tutti i parti ti politici vadano persuadendosi delia cuuvenienza che le amministrazioni comunali provvedano aJla costruzione di un certo numero di case operaie, e perciò che mi auguro 1~hE! il recent~ progetto della Giunta Municipale di Milano sia presto approvato e messo in esecuzione; è perciò infine che nutro una viva speranza: in Inghilterra, ùa quando, intorno alla metà del secolo scorso, i radicali, condotti da Cobden e -da Bright,· richiesero l'abolizione del dazio sul grano, i conservatori risposero domandando una legislazione sull'industria, e da allora in poi i due partiti che si alternano ,al potere, gareggiano nel proporre e nell'attuàre delle riforme in vantaggio della classe operai.a. Ebbene, perchè quello che si fa in Inghilterra, non potrebbe avvenire anche in Italia ~ Perchè in Italia i Hberali dovrebbero prome.ttere molto e mantenere poco, e i conservatori non pensare ad altro che alla misura (misura da usurai) della libertà, da concedersi al popolo 1 E poichè l'alternarsi dei partiti al potere, è una necessaria conseguenza dei regime parlamentare, noi tutti che, poco o molto, da vidno o da lont~no, ci occupiamo della vita politica del n.ostro paese,· noi(tutti, dic quanti siamo, conservatori o radicali, cattolici o socialisti, dovremmo dar opera perchè ogni permanenza al potere dei nostri ri- . spettivi aimici politici, non imprimesse dietro a sè un solco di dolore o di delusioni, ma anzi, se- \ condo i principi propri di ciascun partito, lasciasse un ricordo, materiato in opere di giustizia e.. di redenzione dei misert. Monaco cli Baviera. JACOPO TIV ARONI . : . . PROBLEMI SOCIAINLPIARLAMENT ------- CONCILIAZIONE ARBITRATO La forza delle cose ha imposto al gabinetto at- . · tuale la urgente presentazione di un disegno di ·1egge sul contratto di. lavoro, del quale fosse parte .interessante e speciale quella che riguarda la ~oneiliazione e l'arbitrato in caso di controversie individuali e collettive . . . Avremo, dunque, e presto alla Camera la d1scus- · sic.ne· sopra il disegno di legge del ministro CoccoOrtu d'intesa col ministro Baccelli. . Il problema del contratto di lavoro, della conciliazione e dell'arbitrato agricolo-industriale è il decisivo di tutta e intiera la questione economica-sociale. Si Lratta delle relazioni vive, dirette e continue tra capitale e lavoro; si tratta di coordinare ·e di regolare la mutua funzione delle due forze basilari clella vita sociale. Anche il nostro governo è, oramai, ·costretto a fare del socfalismo di stato. L'affermazione inaspettata, impetuosa e potente degli scioperi ha lacerato, più e meglio che non lo facessero i moniti dei preveggenti e •dei paurosi, le nebbie della m~tafisica politica italiana; I limiti del diritto si allargano; le classi operaie dei campi e delle officine acquistano d'un tratto un significato giuridico che segna ùn passo gigante nella storia legislativa italiana - comunque si interpreti' l'attuale condizione sociale. A questa opera di legislazione operaia, che è in Italia un desideratum e si rivela come una cosciente esigenza sino dalla risposta che la Camera faceva, il 5 giugno 1848, cinquantaquattro anni fa, al primo discorso della ·corona (1), noialtri italiani •siamo arrivati con un ritardo che deve farci vergogna. E mj sembra che si debba guardare con meraviglia alla queta esistenza delle classi operaie italiane durante l'ultimo perio'do della vita nazionale. È la storia monotona di un popolo immenso indifferente quasi~delle pene acute che lo tormentano; una forza grandiosa di braccia prive di coscienza e di orientazione, mancante di Ògni pur minima garanzia di fronte alla assorbente attività del capitale. Durante tutto il secolo XIX la Francia, l'Inghilterra. e gli Stati Uniti, nell'ultimo trentennio la Ger- 'mania, sono venute costituendo dei vasti organismi giuridici riferentisi alle relazioni tra capitale e lavoro, mentre da noi lq spirito di un_avera, di una · çoncreta legislazione operaia restava nei discorsi parla men tari, negli .opuscoli e nei libri di uomini, i quali non hanno veduto avverarsi nessuno dei loro sogni di ordine sociale. . Il disegno di legge Cocco-Ortu è, dunque, nella continuità languida spesso invisibile dell'opera le- _gislativa italiana un sintomo notevole di quello che sono le leggi rispetto ai fatti ed ai bisogni degli uomini. Le relazioni tra imprenditori o padroni e salariati sono da un anno e mezzo alterate i-n Italia. Gli scioperi, gli abbandoni minacciosi delle of- (l) Nel testo di questa risposta - è sempre assai utile ricordare le no~tre vecchie cose ~ tra l'altro, è scritto: « Posti, come siamo, fra una rivoluzione politica, che sta felicemente compiendosi, ed una rivoluzione sociale che ci minc1ccia, studiamoci a sottrarci agli sconvolgimenti di questa, consolidando quella, coll'innestare cioè :fin d'ora sull'ordinamento nostro pol~tico quanto vi ha <J.i ragionevole e di pratico nelle novelle idee sociali», i I '

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