Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 1 - 15 gennaio 1903

\ ' 12 ,,, • RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETI',ERE E SCIENZE SOCIALl A Catania il prezzo di un mq. di area fabbricabile costava secondo la situazione : · • 1882 1890 . nel centro commerciale fr. 80 fr. 85 alla periferia l) 2.50 > da 5 a 10 ·nei quartieri nuovi > 2.50 » da 5 a 10 nei quartieri vecchi > 5.- • > da 8 a 15 E senza citare la storia oramai classica di un quarter d'acre in Chicago! il quale nel 1830 valeva 20 dollari, nel 1870 era già 'salito a 17.500 dollari, e nel 1894 aveva raggiunto 1.250.000 dol- -.lari, si potrebbero ripetere moltissimi altri esempi , di colossali aumenti di valore delle aree edilizie; senza che vi abbia contribuito l'opera del proprietario, il quale, in ogni modo, e nè meno sempre, non °ha avuto altro merito che ct'in~uire da qual parte si sarebbe sviluppata la città. E questa condizione di cose è destinata ad aggravarsi sempre più, perchè - malgrado le troppo l~ggere smentite dei poeti delle armonie sociali -: è tendenza 1 invincibile delle grandi città di crescere, così che il prezzo dei terreni fabbricabili continuerà a salire in tutte le grandi città, procurando guadagni sempre maggiori ai proprietari ~enza alcun loro merito (unearned increments), e costringendo gli altri •cittadini a spendere per il bisogno di abitazione somme di altrettanto più grandi. •- Ciò premesso, perchè le Amministrazioni comunali delle grandi città non dovrebbero esse provvedere alla municipaJizzazione di larghe estensioni di terreno fabbricabile, così come molti ·comuni hanno già provveduto alla municipalizzazione del gas e dell'acqua potabile ? Gi.à tre anni or sono io scrivevo: Da municipalizzazione del terreno fabbricabile non è che la sostituzione di un proprietario ad un altro, ma di un proprietario collettivo, intelligente, disinteressato, ad un proprietario naturalmente egoista e monopolista. n Comune potrà costruire, se il bisogno lo richiederà, case operie ed anche borghesi, ·se lo crederà _opportunp, od •affittare qual- . che terreno comprato •ai costruttori per un dete;r- .minato periodo di tempo; il proprietario singolo non farà altro che sfruttare il suo terreno per rivenderlo al màggior prezzo possibile. Si tratta di comperare a giusto prezzo i terreni dichiarati fabbricabiU; chi fisserà il prezzo? Si risponde: o l'accordo delle parti, come in tutti i contratti, o il Tribunale, come oggi avviene per .i terreni espropriati per causa di pubblica utilità, ma il vantaggio che ritrarrà la collettività sarà che essa usufruirà dell'aumento futuro del prezzo del terreno, che 'essa fo potrà adoperare nell' intere~se delle classi operaie, 'le quali, abbandonate a sè stesse, non potrebbero che rimanere nelìe pietose condizioni di abitazione sulle quali si trovano senza che n·essuno le soccorra efficacemente da secoli. In altre parole i Municipi acquistando larghe estensioni di aree edilizie ·nelle _grandi. città otterranno due vantaggi : che essi guadagneranno l'immancabile. soprapi:-ezzo futuro e cne nella for- . . mazione del prezzo d'affitto per le abitazioni op~- raie potranno includere come parte del costo di produzione di esse, solo quanto hanno pagato per il terreno al momento dell'acquisto e non la somma maggiore che avrebbero dovuto pagare in seguito. Così anche la municipalizzazione delle aree edilizie entra sulle linee della còrrente moderna della c·rescente ingerenza delle amministra-zioni locali in varie parti della vita economica, allo scopo di contribuire con maggior energ~a di un tempo a curare i mali indiscutibili soff~rti dalle classi inferiori. E nelle linee di questa corrente trova il suo posto anche il noto progetto dell'on. Luzzatti per la costruzione dt case operaie ad · ammortamento assicurativo. Sul quale ho altrove motivato la mia. modesta opinione che sia anch'esso un utile contribµto al~a risoluzione del problema delle case popolari, sebbene, per la sua stessa intima natura, risulti ine_flicacea giovare alle classi veramente povere. Qui invece è bene considerare un lato importante del progetto Luzzatti che, a quanto io• sappia~ non fu ancora trattato in nessuna rivista. L'on. Luzzatti propone che le erigende case ad ammortamento assicurativo sieno esentate per un certo periodo di anni (cito a memoria non avendo qui sotto mano il progetto in que·stione) dall'imposta sui fabbricati. Ora non è chi non ·veda la gravissima portata di 4.uesta proposta, la quale se fosse attuata, avrebbe per conseguenza che gli odierni pro-prietari di abitazioni affittate a piccoli borghesi o ad operai qualificati, sarebbero sp.inti dalla concorrenza a scemare le pigioni di tutto l'ammontare dell'importo, il quale, computando anche la grossa sovrimposta comunale e provin- . ciale, giunge in Italia ad oltre il 30 O[O del reddito imponibile. È certamente un bel passo sulla via del socialismo di Stato e lungi dall'impaurirsene non si può che applaudire al)'audacia di questa proposta e compiacersi che essa sia venuta da parte.di un deputato conservatore, ma che sa meglio di ogni altro comprendere le esigenze dei nuovi . tempi. • E nè meno sembra esatta l'obiezzione che ancora nel 1890 il prof. Puyiaii (1) muoveva affe.- senzione per un· certo numero d'anni delle case popolari dall'imposta sui fabbricati, affermando che il vantaggio, il 11uale la legge vorrebbe assicurato agl'imprenditori, verrebbe assorbito dai proprietari di ar:ee, perchè l'aècresciuta domanda da parte degli imprenditori ne ·aumenterebbe il valore, I Non v'ha dubbio che se venissero esentate dall'imposta, per un certo numero di anni, le case operaie, aumenterebbe la domanda di aree su cui costruirle, ma è altrettanto certo che questo aumento di domanda, d'altronde assai limitato in causa dei bassi salari dei nostri operai, non farebbe senti;e nell'ampia estensione di terreno fab- (1) Il contenuto dell' rmposta Slli labb1·icaLi,p. l 19

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