.. 10 RIVISTA PbPO/,ARJf DI POLITICA, Lll°TTERE 8 SCIÉNtE. SOCIALJ Basandomi sui risultati dell'ultimo cém,irnento e distinguendo tutti· i Comuni a seconda dei vari Compartimenti, esclusa la Sicilia e la Sardegna, i Comuni ruraJi (con popolaijone inferiore a 4000 abitantiVsono rappresentatj dalle seguenti cifre : COMPARTlMENTI Piemonte Lombardia Veneto . Emilia . I:.iguria . Toscana Marche. Umbria . · Lazio . Abruzzi. Campania Basilicnta Puglia . Calabria TOTAI,E Numerodei Comuni I con m11no diin generale 4000 abitanti 1485 1893 792 323 303 ' 280 249 152 226 454 615 124 236 409 75U ... 1344 1702 562 ilO 253 91 179 116 170 ~ 346 413 81 106 302 5782 lJi fronte alla rlimostrazione statistica ogni spiegazione è superflua. Scorrendo superficialmente le cifre addotte si vede quanto larga applicazione abbia lo sgravio del sale nella forma da me sostenuta; di 7541 Comuni pei quali vige il monopolio, ne fruirebbero nientemeno che 5782;· ossia il 76,67 per cento. La percentuale non scende al di sotto del 32,50 (Toscana) e giunge alla massima altezza di 90,55 nel Piemonte. Seguono gli altri compartimenti con una percentuale decrescente: Lombardia • 89,91 .fuiguria 83,50 Umbria e Abruzzi 76,3 Lazio 75,2 Calabrie 73,83 Marche e Veneto 71,8 Campania 67,15 Basilicata 65,32 Puglie 44,91 Emilia 34,05 Che l'utile della riforma si riversi su una gran parte dei consumatori è anche conferma!o quando , dai Comuni presi come unità si passi a considerar la popolazione che li forma. · Il numero complessivo degli abitanti delle regioni in cui vige il monopolio del sale è 28,602,390: di questi ben 10,210,361vivono nei Comuni rurali; ossia fruirebbe della riforma il 35,69 per cento. • Sono dunque i 4 decimi della popolazione quelli che· risentirebbero i benefici dello sgravio i;l.elsale, e si può esser certi clrn gli altri 6 decimi. sono per 2 terzi costituiti da persone per le quali la riduzione del prezzo del sale non fa nè · bene nè ,male, e l'altro terzo è rappresentato da persone che vivono in centri popolosi di una certa importanza, nei quali, a conti fatti, ogni classe, per povera che sia, trova per lo più negli istituti di beneficenza o nella carità privata quegli aiuti che nei piccoli Comuni mancano quasi interamente; e dove al la classe operaia riesce. di gran l'unga meno difficile la ricerca di un lavoro più o meno rimunerativo, •come si può ~rguire dal conti11uo per quanto deplorato esodo dalle.campagne. • La larga applicazione elle avrebbe il progetto da me caldeggiato, agg~unta alle perdita affatto esigua che arrecllerebbe alla finanza dello ta.to, dovrebbe avere una importanza decbiva. on 26 milioni milioni, o più, ma soli 8 all'incfrca sono ufficienti ad attuare quel provvedimento di sana politica finanzi?'ria, che è lo sgravi.o del sale: con 8 milioni si ottengono pressocbè gli stessi effetti che con 26, e non è troppo difficile l'optare per la#prima o_per la seconda vi.a, · quando si pensi che col acrifir.io di 26 milioni e 1 mezzo non si giunge a toglier per sempre (ial nostro sistema tributario una ingiustizia che tutti deplorano, ma si adotta una niezza misura la quale non impedirà che risorgano a breve scadenza le stesse lagnanze e le stesse critiche. Se dunque un inconveniente rimane sempre, sia che si spendano 26,5 milioni, sia che se ne irnpieghino 8, quale mai può essere il -criterip che ci farà appigliare al primo sistema e non al secondo ? Io credo che limitato lo sgravio del sale ai Co· munì rurali, il con umo di questi aumenterebbe notevolmente ed in una proporzione di molto superiore a quella che misurerebbe l'incremento del consumo negli altri Comuni. Ed a far sì che i beneficì delJa riduzione del prezzo siano sempre più largamente sentiti, di pari passo con l'aumento degli uti~i ricavàti dalla vendita si potrebbe conceder lo sgravio agli ìstituti di beneficenza, ai forni sociali e cooperativi, agli operai che prestano stabile servizio nelle officine goyernati ve e private e così via, finchè non giunga il momento in ,cui la situazìone finanziaria permetta di lasciar completamente immuni da imposta i con-• sumi di primo grado. • Prof. LUIGI NINA. LEABITAZIONI P POLARI La corrente del pensiero moderno in fatto 'ui libertà economica volge decisamente in senso opposto al lais ez faire laissez passer degli antichi e più venerati maestri della nostra scienza . Invano pochi, per quanto illustri scrittori) ammo• niscono: non ostacolate le vie del progresso: ma date opera a sbar~zzarle dagli ostacoli che le inceppano. Togliete i privilegi di cui ·i più forti hanno saputo circondarsi in danno dei più deboli, ma nè meno create dei nuovi privilegi dei deboli in danno dei forti. Lasciate che le élites • si formino naturalmente. Il progresso dell'umanità non potrà che profittarne. Invano, perché i più contestano in via principale che la piena libertà aconomica sia una condizione .necessaria del progresso, e subordinatam~nte sono anche disposti a •rinunciare un po' di progresso per avere un po' di maggior benessere. E queste due opposte tendenze si trovano di ' . .. •
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