Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 23 - 15 dicembre 1902

RIVISTA POPOLA.RE DI POLITlCA., LETTERE E SCIENZE SOCIALI 619 bia fatto quella, energica opposizione che ha spie- • gato in Italia. E anche chiaro, perciò, che la campas-na della Chiesa cattolica ha avuto carattere politico e non finalità religiose. * .. Sul clivorzio sotto l'aspettQ giuridico religioso e sentimentale si sono pubblicati tanti volumi da potersene riempire una biblioteca: non è facile, agigiungere alcunché di nuovo contT'O-Oin favore dell'istituto. Mi asterrò, quindi, rigorosamento dal toccare tali tasti,.che del resto non si adattano ai miei studi ed al mio temperamento. Credo, invece, di potèr fare opera più utile ed anche più convincente esponendo alcuni elementi di fatto di carattere sociale, che si connettono al divorzio, rilevandoli dalla discussione della Camera Argentina, e specialmente dai di:,corsi di Padilla, di Barroetavena, di Romero, di Argerich, di Pinedo -, dall'opuscolo çl.i Morselli e dalle opere di Mayo Smith, di von Mayr, di Bertillon e d1 Bosco (I). Il primo dato di fatto 'eia rilevare è questo: la frequenza del divorzio è diversa da paese a paese, e eia provi11cia a provincia nello stesso paese. ìVfayo Smith ci presenta questo quadro, dal quale tolgo l'llalia, non volendo confondere le separazioni coi divorzi, e qualche altro piccolo Stato: Stato Totaie dei divorzi Divorziper 100,000 (1885) ab itantl(1886) 6245 32,51 Francia Germania Austria li16l 25,97 17"18 Russia Svizzera Danimarca Inghiltera, Scozia ( 1789 920 635 508 Irlanda ( Belgio 290 Olanda 339 Svezia 229 ,T' ·.\ J 64,49 3,79 0,28 Norvegia 68 Stati Uniti 23472 88,71 Tre paesi della stessa ~azza, la cui costituzione politica e sociale e la cui coltura si rassomiglia tanto, la Norvegia, la Svezia e la Danimarca, differiscono mollo nel numero dei divorzi. Il Berlillon che ha riunito i diversi Stati in tre gruppi a frequenza minima, media e massima del divorzio mette nel gruppo: Divorzi per 100,000coppie Per 1000 matrimoni esistenti. In un anno celebrati dw·ante: 1875-80 dei minimi la Norvegia 2,5 (1875-80) 0,54 • dei medi la Svezia 27 (1871-80) 6, 4 ("1871-80) dei massimi la Danimarca 174 (1871-80) 38, O (1871-80) Similmente in !svizzera nel periodo 1876-80 per 1000 matrimoni si ebbero divorzi definitivi nel Cantone di Uri 0,0: Vallese 4,0; Alto Unterwalden 4,9; Argovia 40,0; Neuchatel 42,4; Vaud 43,5; Berna 47,2; Zurigo 80.1; Glaris 83,1; Appenzell esterno 100,7; Sciaffusa 106,0. Appenzell in terno differisce dall'allro mezzo Cantone enormemente non avendo che 18,9 divorzi. Le stesse differenze si osservano tra i dipartimenti in Francia e tra le provincie e gli Stati in Germania. La statistica del divorzio non allarma; ma la sua dinamica, il suo aumento, dice il Morselli, è visto ton terrore dai sociologi. L'aumento dei divorzi in Francia è noto ed è enorme: dopo la le"ge del 1884 le domande di divorzio furono 3648 nel 1885 e arrivarono a 9148 nel 1896 oltre le 2446 domande di separazione; cosi rimasero smentite le previsioni di Bertillon,- il quale nel 1882 assicurava che i divMzi non avrebbero superato il numero delle separazioni. In Germania dalla media (1) Prof. ll:nrico llforselli: Per la polemica sul dioor;;io. Genova 190;l. Terza Edizione riveduta. - Mayo Smith: Statistics c,nd Sociology. New-York, Macmillan and e.o 1895;-Von Mayr: Statistics itncl Gesettschafslehrc. Leipzig 1899; - Bertillon: Cours elemcntaire dc Stafistiquc. Paris, 1895. Mentre correlj'- go le bozze di stampa per cortesia squisita dell' autore ricevo m bozz~ alcuni capitoli dell'esauriente lavoro del Prof. A. Bosco: I dwor:.i. Vedrà la luce in Gennaio prossimo ed anà sicuramente un vero successo. • ; di 7983 nel 1881-85 si passa a 10,215 nel 1893; Alsazi·a-Lorena da 21 nel l873-74 a 171 nel 1891-95; In-. ~hil tena in 36 anni aumentò del 167 010; Stati Uniti cta 9937 divorzi nel 1867 a 25535 nel '1885: la, popolazione vi aumentò ciel 60 010 'e il divorzio del 157 010. (F adilla) Col sistema dei numeri indici, dando ai divorzi del quinquennio '1851-55 il valore di 100, nel 1876.80 divengono: 152 in Olanda; 161 nella Svezia; 420 nel Belgio (Morselli). Si rilevi, infine, che per molto tempo si credette che i divorzi non sarebbero· stati 'frequenti nell;;i, classe operaia; ora invece in Francia I divorzi tra gli operai da 889 nel 1885 passarono a 4674 nel '1895; fatto tanto più grave in quanto che i matrimoni tendono a divenire più rari nella classe lavoratrice.. Questi dati statistici permettono qualche conch:- sione ~ Anzitutto a noi sembra che si possa escludere l'influenza della razza e della religio.ne: le proporzioni assai vicine tra la Francia e la Germania, le disuguaglianze tra i cantoni cattolici e protestanti, o latin1 o tedeschi della Svizzera e tra i paesi scandinavi bastano a giustificare l'esclusione.Di più: le grandi differenze nella manifestazione statistica dove la legge consente il divorzio, insegnano chiaramente che non è la volontà del legislatore che determina o favorisce la ,manifestazione. La legge non fa altro che lasciarla apparire nella sua forma genuina e più diretta. • Il Bertillon formula qt.lesta legge ch'è pure accettata dal Morselli: in tutte le condi~ioni nelle quali il suicidio s frequente, il divorzio é frequente; è raro il di• vorzio quando il suicidio è raro. Le eccezioni a questa regola non mancano; ma anche se fosse indiscutibile la coincidenza fra i due fenomeni lascerebbe na-· scosta la causa che entrambi li g.enera. Bertillon non esita ad attribuirli all'influenza di quel grande ed indeterminato fattpre che si chiama la civiltà. Ma diremo che la Norvegia e la Gran Brettagna non sbno civili essendovi scarsi gli adulteri? Il Morselli accetta ~uest'altra legge del Durkheim che riguarda il suicid10, ma che avendo ammesso la sua coesistenza col divorzio, a questo anche si applica: il suicidio· varia in rayione inversa del grado d'integrazione della Società domestica, religiosa e politica. Qui ci troviamo dinanzi a qualche cosa di più chiaro, sebbene non sia facile assegnare il grado d'integrazione e di d_isintegrazione di una Società. Ma si può agevolmente ammettere che il generale malcontento e il senso di malessere che affligge molte collettività sia indice sufficiente di disintegrazione. L'armonia nello sviluppo economico, intellettuale e morale che sinora si è avverato nella Grantle Brettagna confermerebbe la legge - tanto più che questo grande Stato è il solo in cui alla scarsa proporzione dei suicidi e dei divorzi corrisponde una notevole diminuizione nella delinquenza. N,m mi nascondo· che d'altra parte poi l'esempio dell'Inghilterra insegna che si deve accordare un valore relativo alla causale più comune assegnata dal Bosco alla frequenza del divorzio; cioè: allo sviluppo dell'industrialismo e dell'urbanismo: la Danimarca con tracidirebbe alla conclusione sui rapporti tra disintegrazione e divorzio. Ma data la desintegrazione sociale, a che cosa si riesce negando il divorzio 'il Certo non si riesce ad evitare il suicidio, che si ride delle leggi e che sarebbe il fenomeno più grave e più doloroso. Dove esistono le cause del divorzio, dove la de- • sintegrazione domestica, religiosa e politica è avanzata, a che vale volerne impedire !::i. manifestazione legale, genuina, naturale f La negazione, a mio avviso, non riuscirebbe che a trasformare, con maggior danno sociale, gli effetti di quella causa di desintegrazione, che rimangono immutate, quando si vuole soltanto impedire che vengano fuori gli ef- . fetti. Si avrebbe soltanto trasformazione ed equivalenza di effetti: mancando il divorzio si avrebbero corruzione, delitto, discordie domestiche, dissesti economici. Il clivcrzio dice che la famiglia e la società sono ammalate; negandolo )10n si too-Jie la malattia. ma si sopprime una delle voci rivelatrici. Niente altro. Nè la Societa, nè la famiglia vi guadagnano. f ,

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