Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 23 - 15 dicembre 1902

• , RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LEITERE E SCIENZE ~OCIA.LJ 643 • C. De .vlartis: Il problema sardo. (Ca~se agrarie e banelw popolari. - In favore della Sal'Clegna si son votale pa1·ecc1ne leggi speci\li, ma se non si provvederà al credito, la Sa1·degna starà sempre male. Le Cas,,e ag1·81'ie e le Banche cooperative non sono suflic1e1!Li a nsolvere il g1·ande problema del credilo: non po,,sono che 1·appresent11re le magl'issime l'isorse di popola1.1011i squattrinate, o piccole >1ncorn incapaci di sorregg(:1·e la pc1·icolante, sdrucila ba1·cacc1a dèila nostra ag,·1col tu1·a. An11netti11mo pure una fiorente cassa agraria con 200 soci ed almeno 10 mila li,·e di fondo, ed una ammi111stn11.ione 111odello che, riscuotendo I] plauso e la fiducia del Banc•) di N11poli, riesca a s;ontn,·e Lullo il po1·Lafoglio p1·esso quest'1sti1uto che potrebb!3 an•·he costituire 111 suo favo,·e u,1 castelleLLo doppio dol capitale sociale; e supponialllo che soli cento soci ricorrano al p1·eslilo pe,· sementi, co.ncimi, quatl1·i111 ecc.; ebbene t basterà che questi soci sc.:onL1no picc.:oli elfolli di L. 300, pe,·ché col fondo sociale si esaurisca anche la riso1·sa del Banco di Napoli, e che per un anno almeno, amme5~a una 1·egol111·e liquidatione degli effoLLi, si stia inoperosi a conte1nplar le stelle, attendendo che il danaro rientri per rirnellerlo ancora in circolazione. Lo Cas5o ag1·arie possono fu111.ionarie benissimo in generale nell'Italia sottenl1·ionale, perché a queste, pel' i pos,1b1h piccoli c1·ediLi, ricor1·0110 i coloni, mezzadri ecc. pe1· le se,tHmti o concirni; ma da 11oi riescono poco o puuto be11efiche i11 quanto il colono é 1·ariss:mo, e genel'11lme11LeamminisL1·a le ten·e il p1·opl'iela1·io, che spesso si confonde collo stesso agric.:olL01·e e che ba bisogno -di l'ilevanli capitali per hbel'al',,i dall'usura. Come pe1· le Casse agl'81'te, anche per le Banche cooperative, il capitale ve1·sato non copre le pos~ibili richieste. E<l ecco opporluno, dovel'O~O l'intervenlo dello Stalo, il •1uale dovrebbe incoraggia1·e l'impianto di agenzie <lei Ba11co di Napoli e Banc.:a d'Italia in Lutli i capoluoghi di cit·condal'io. Chi d1 1101ha viaggialo l'Italia, avrà sentilo un terribile sconfol'LO 1·imettendo il piede in Sardegna. Di qui una v,enerosa gar·a pe1· inalza1·e l'isola al livello delle altre regioni d Italia. Ma cullai· i in queste vnne speranze, a me pa1·e un errore tanto pui grande in quanto, sfruttata inulilmenle quella po' di energia serpeggiante in cenl1·i un poco evoluti, si rip1ombe1·ebbe nello sconforto al quale pur troppo i sa1·di, cui manca lo spil'ito di combaLLtviLà, si abba11donano facilmente. Ce1·lo la nostra posizione mol'ale, finanzia1·ia nel continente é mollo !'Carsa; negli istituti italiani di erodilo é penetrata tale un11 diffidenz11, che non pe1·melte loro di apl'ire il po,-tafuglio e fai· pal'Le,~ipi i sa,·di degl'immensi vanlagg-1 del denaro a buon mercato. Niente di più dolorosamente falso di questa disa,:;Lrosa condiziono di cose a noi creala, più che dalla leggendaria bar:>arie, da infedeli, di.sonesli amminist1·aL01·i dei falliti istituti isolani, che colle loro gesta criminali confer111arono ancora una volta l'innata, infallibile buona fede della maggioranza dei s111·di,pei quali l'onestà ha semp1·e un cullo. A quanto ammontano i r1·editi non realizzali dal Banco Costa, che pe1· oltr·e meuo secolo maneggiò dei li,ilioni, collocandoli al Lasso del 9-LO per cento i Es,,i rapp1·,.senlano una percent,ua\e minima. A me pare che la diffidenza di lali istituti, che ci viddero viLL01-iosamente superare la prova del fuoco, dov1·ebbe as"olulamente scompari t'e. Ma di cooperazione iu Sardegna non si dovrà dunque parla,·e ! Si, ma sotto forma di cantine sociali da nnpianla_,·.si, di grandi magazzini cooperali vi per o lii, g-rani. cereali ecc. i cui beneficii ,;arebbero immensi. (Nuova Sardegna di Sassari). * Dote. Rcmlinger· : Le chiese dal puntodi vista dell'igiene.- Scuole Leat1·i, osP.edali, case1·111e etc., la maggior parte dei pubblici stabtlimenti sono slali in questi ultimi anni studiati dal punto di vista sanitario, ma non così lei chiese, che pe1· un'inconseguenza bizzarra sono completamrnte sfuggite alle preoccupazioni igieniche di questa fine di secolo. La salubri Là della chiesa lascia a desiderare perii cattivo staLo d1 ventilazione, per l'insufficienza del riscaldamento e dell'illuminazione, per gl'impiantiti difettosi, pel mobilio e pe1· le pratiche viziose nella pulizia. La cubatura d'aria di cui si dispone nella chiesa, duranle uua cerimonia che abbia riu11ilo molla gente è in generale insuflicienle, pe1·chè l'altezza della vùlla 11011 può compensare l'esiguità della superficie, la ventilazione nalu1·alo é mollo difeLtosa, e l'artificiale é add11·illu1·a mancante. Vi é un « male delle chiese» che ha Lulli i punti di conlatlo col conosciutissimo « male dei Leatri ,., I confessionali sono veri nidi di polvere. L'acqu,1 santa poi è noto che contiene innumerevoli bacilli. Ri~uarcto alla pulizia delle chieso, che come pochi altri edifici raccolgono Lanla polvere, é necessarissimo che lo spazzamento a umido 1·impiazzi quello a secco. Come i teatri e gli ospedali, le chiese sono esposle ad esser preda delle fiamme. Uno dei più g1·andi incendi é slalo quello della c,1Llodnile di Santiago (Chil'i) che costò la vita a 2ltOO pe1·sone. Per evitarli bisognert'bbe sopprimere i tio1·i artificiali, le ghirlande e le 01·ifiam111e di velo e di cada tinta che costituiscono, del 1·esto,una decorazione cli u11gu Lo mollo discutibile; bisognerebbe ridurre i ceri al minimum, e lo porle non dov1·ebbero mai aprirsi dal di de11L1·0,ed essei· tante da 11s-icurare come nei teatri, sufficenli vie per lo sfollamento. Molle malallie epidomicbe e conLagiose si contraggono in chiesa. Le pe1·so11e che frequeuLano i Lealri e i caff0 stanno gener1ilmenle bene, ma le chiese invece danno asilo ad una ve1·a folla di miserabili e di malati. Le modlfica1.io11i più urgenti e più facili a realizzare sarebbe1·0 la pro1bizio11e d1 sputare in Lena, l'istallazione di sputacchiere ad alLer.za d'uomo, lo spazzame11to ad umido, la p1·otezione dell'acqua benedetta, il miglioramento della ve11Ltlèiziono e de11'illuininq2ione. I templi prolesLanLi, e le Sinagoghe p1·esenlano, per la sempliciLà del rilo, una sol.J1•ietà d'ornamento alla quale l'igiene non può che applaudire. Le moschee «'imbiancano annualine11L0 con la calce ciò ùl1e equivale ad un11 vera sisinfezione, e i mussulmani non sputano mai nella moschea. (11nnaics d'ltigiene publique - Nove1nbre). Costumico11mercialinChina: Il " Comprador,, e lo "Shroff,, - L'indigeno che in Cl11na in una casa Ji comrnercio straniera occupa tra Lutti gli altri una siLu11zione più in vista, é il comprador, cioè !'inLe1·mediario delle compre del quale il com,nercianle -non può fare a meno, e da quale é seguilo come da un'ombra. La grande difficoltà e anche l'1mposs1bilità in cui si trova il comme1·ciante straniero d'inl'3nclersi coi Celesti é la ragione p1·incipale di questo inLermedia1-io. I compraclors si occupano di compre, di vendile, d'informazioni, e della ncerca di pe1·sonalc pel quale assumano la responsabilità. I compradors si reclutano generalmenle L1·a gli ab1LanLi di Canton, le cui altitudini sommerciali sono più 110Levoli di quelle dei loro compalriolli del nord; essi difendono gli inle1·ossi dei 101·0 principali con grande zelo esigendo pe1·ò sempre una percentuale, che vien loro pagala volentie1·i perchè riesr.0110 a liberare i comme, cianti da molte noie. Il braccio destro del camprador è lo shrojf, corruzione della parola araba sarraf che vuol dire banchiere. La parola chinese conispo11de a « espe1·Lo in ciò che concerne la finanza ». Nelle case importanti é una specie di con Labile ciel comprador. Nelle operazioni di ban- ,·a guarda specialmenlo che non si prendano le piastre fal;;o, i I che si verifica facilmente perché la 1J>onola corrente in China, che è la piastra messicana, é latta assai g1·ossonalmente e non é semp1·e di buona lega. Il c-?mpradnr deve conoscere parecchi dialelli chinesi por pole1· t1·allare direllamenl .. coi commercianti indigen delle diffe1·e11Li parli dell'Impero, ed essi genera Imen Le fanno mollo u~o del cc pudgm » inglese, <>he è come una specie eh « lingua franca >J dei paesi del Levante. (Tnur. de monde). llllllllllllll!llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll ~ Gli abbonati che invieranno all' Amministra~ione della Rivista Popolare l'importo dell'abbonamento scaduto e lire una e cinquanta, riceveran.rw.franco di porto, il volwne Per l'economia naziona.le e pel dazio sul grano, dell'on. Dott. Napoleone Cola)anni. Dott. NapoleoneColajannl, proprietario,direttore-responsabile. Roma - Tipografia, Piazza S. Apollinare, 46

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