. . 618 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ <:apitalistici per la rèclame - la grande fattrice dei :0 uccessi in tutte le intraprese moderne, e specialmente nel camJJOdel giornalismo. ~oi mancammo, è vero, cli tali sussidi; e nondimeno abbiamo progredito 1·apidamente, e siamo sicuri che mcrcè l'ausilio costante dei nostri lettori, continueremo a progecdirc con rapidità sempre cre::::ccnte. Di maggiore soddisfazione infìne ci <.' stata la giustizia che ci ila reso il tempo, il grande gala11tuorno. Hi<.;01·diamo in proposito alcune cléllc nostre ca rnpag nc. 1\oi rumrno i pt·imi, e per molto tempo i soli, a metll'l'e in guardia 1·cpubblicani, radicaìi, monar<.;ilici, Javorato1•i contro gli errnri del partito socialista italiauo; 11oi fummo i pochi - fotta eccer.ione della stampa rcpt1hblicana di '.\Iilano: Jtnliri rlcl poroto cd Hrlrrcà~ione 1wlittca - a preçlicdre sino alla noia c.hc l'u11ità e l'u11iformitit kp:islaii\·a ernno .un disastl'Q ])Cl' l'Italia; ·noi 1'11mmo i p1·irni. e per molti anni i soli a so::;tcIwrc elle il Mezzogiorno era stato trnttato i11iq11anwnte dagli uomini che si succedettero per olll',: qual'ant'anni al governo, peI· cui ci pl'oct1rnmmo la stolta ed ing-i11t·iosa accusa di es«cI·C' scparntisti cd antiu11ita1•i. E st1 tutto <.;iò il ll'rnpn ci ha dato piena e <.;omplcta ragione; e le no,.ctI·c idc0 vediamo riten11te giuste a11che nei di;.:cnrsi dei eapi c!rl_lc <?PJ?ù~izioni, co111e ;::01111111o0,IIct doc:urnc11t1 11ffic:1aliche portano la firma di Gi11srppc Zanarrlelli. J:d a noi basta la gi11stizia c:hc ei ha 1·eso il tempo. malgrado J'aH('l'"'ÌOIIC <il'gli ll0lì1Ìl1i e elci partiti. Co11 tal<' conl'orto continuc,·emo nella nostra Yia c:ornhritI,,11,do pcl' le cose e sorpassando ,;ugli 11omi11i; afl'el'maudo s"'m1we il nostro culto per la ,-inc:eritit e per la vcl'ità; guardando, come a rai-o lt1rninoso, al 110 tro ideale: la 1·epubblica f'rdernle. La Direzione. SUL DIVORZIO .....w.... Chi dicesse che il disegno di lc7gc presentato dal Presidente del Consiglio on. Zan,.rdelli e dà! Guardasigilli on. Cocco Ol'tn clic con::;cnte in alcuni casi lo sèioglirnento del 1n1atl'imonio sia tale che modifichi p1·of'o11ùamente 'attuale ordinamento della fami1d1a affermerebbe cosa non \·el'a. L'agitazione che si é voluto provocare é stata abbastanza artificiale e tanto coloro cli,~ l'hanno propugnato quanto quelli che r h;.rnno rom battuto non \'i hanno messo mai del calore - salvo poche eccezioni. Né di ciò, del l'esto, c'è d,ì fare lP meraviglie: l'anestesia degli italiani é nota; essi non se la prendono calda nemmeno per la quistione tributaria che riguard<t il loro be11essei-e e-::onomico, la loro vita. materiale. A chi ben p:uarcla al foudo, menlre a r.Iontecitorio dagli uscieri al Presidente della Camera, si discute con una certa vivaciLà, che si riflelte nella stampa, degli sgr,tvi il paese, come un asino avvezzo a portare eia lungo tempo un basto pPsante, adattato alle sue sofferenze, aspetta con indifferenza, e forse diffida, dei val'i medici che vogliono salvarlo ad ogni costo. M'immedesimerò per un momento nella condizione ciel paese, e voglio esaminare la questione del divorzio colla maggj.0re serenità po sibila, somministrnndo al lettore i fatti che alla medesima si riforiscono, e lasciando che es o giudichi ex informata coscentia, limitandomi ad aggiungere ai fatti qualche modesto pun Lo inter1·ogati vo sulla loro interpctrazione. Ma prima di procedere alla esposizione dei fatti noto una coincidenza strana. Mentre gli Uffici della Camera dei deputati nominavano un:1 Commissione in maggio1·anza contraria al disegno di legge sul divorzio; da Buenos Ayres, per cortesia del governo Argentino, pervenivami una pubblicazione ulTìc~ale dal titolo: Divorçio. Debates en la Camera de Dl'putados. Il volume di 736 pagine contiene tutta la sto• ria delle pr·oposte sul divorzio nella ,-epubblica argentina - dal disegno di legge presen ta.'to dal Deputato Balestra nel 1888 fllla discussione su quello presentato dal Deputato Olivcra il -J5 r.laggio l:J0l, e terminata col voto del 3 Settembre mo~ che In respingeva - 50 voti contrari e 48 favorevoli (l). La piccolissima maggioranza contro il disegno di legge argentmo fa il paio colla piccolissima maggioranza che negli Uffici chiarivasi contraria al disegno di legge italiano. Questo equilibrio tra le parti indica che l'incerteua é gi-ande sulla conYenienza della riforma; ma se si tiene conto elle la grandissima maggi<JI•anza degli italiani e degli a1•o·entini é composta cli cattolici si dovrà supporre cl1e gli argomenti in favore del di\'Orzio, siano più poderosi di quelli con t.ra,·i. E il Pineclo, deputato argentino, ci tenne a. dichiarare, ad esempio, che egli sosteneva il divorzi • benché cattolico cd appa.-tenente ad una famiglia di cattolici. • .. In Italia e nell'Argentina, quasi contemporaneamen te, é stato davvero il son ti mento religioso che ha determinato il movimento contrario al divnrzio? Se così fosse ci sarabbe dari mancrne contenti, poiché si dovrebbe vedere nel f:l.tto una manifestazione lodevole cli sincerita delle prnpl'ie convinzioni. :\la disgraziatamente, per l'Italia almeno, cosi non é. E elle co~i non sia risul Là chiaro da una osse1·vazione fatta dall'Avanti! Osser"ava. infatti, il giornale cli Rnrna che le accoglienze fatte dalla. 1,,tess:i Camera attuale al progetto di legge d'inizh.tiva cl egli on. Borciani e l:lere nini fu ben diYe,·sa di quel 1a. incont1·ala testè dal disegno di legge presentalo dal ministero Zanardelli; fu tanto dive!'sa che 111gann6 il :V[inistcr" sulle accoglienze che avrebbe incontrato il prop1·io progetto. La diversa accoglienza é assai significante per questa circostanza: la proposta Bor ciani-Berenini era più larga di quella del ministero. L,1.quale é tanto ristretta che il disegno di legge non s'intitola dal divorzio, ma prende questo modesto ed ipocrilo titolo: Disposizioni sull'ordinamento della famiglia . Il voto degli Ufnci fu un atto di politica antiministe!'i1'1.le? Nemmeno per sogno: gli stessi Ul'fici · contemporaneamente approvavano a gran Ji,,sirna maggioranza lt:l proposte sugli sv,,aoi, dalla cui accettazione d)pende ben di più la vita del ministero• Duuque? E chiaro, e lo dissero senza velo e senza ipocrisia alcuni deputati nei corridoi: gli Uffici si dichiararono con tral'i al divorzio in omaggio alle minacci e ciel Vaticano, che ha l'atto un'attiva campagna contro la riforma. e et e ha fatto presentare al Presidente della Camera una petizione con tre milioni di firme, racimolate coi metodi soliti ad adoperarsi in casi simili. Dunque, ripeto, é chiaro: la maggioranza dei deputati che negli Uffici si manifeslò contrada al divorzio, non fec~ atto di convinzione reli• giosa, ma di politica clcric,tle per non perdere l'appoggio degli elettori che u bb1discono al Vaticano. Queslo alla sua volta non poté essere stnct>ro nelle sua opposi·done; poiché il divorzio, - cui ha fatto omaggio la Chie~a di Roma quando vi trov,Lva la sua convenienza, - come dimostrò il deputato argenLino Darroetavena, in Europa vige nella maggioranza delle popolazioni cattoliche - Austria-U ngheria, Francia, Belgio ecc. - senza che il cattoli<.:ismo ne abbia subito danno, e senza che il Vaticano ab- (1) La discussioue della Camera dei ,leputati arg•ntina ,, assai interessante. Gli oratori favorevoli - Balestra. Pinedo, Oliv~ra, Barroètavena, Argerich cc. - e quelli contrari - Galiano, Romero, Padilla ecc. - vi si mostrano doUi e eloquenti. Vi sono ricordate le vicende del nrogetto Villa, la impressione dell'annunzio d.e:Ia prescntasione della legge falla noll'nltimo discorso della Corona.
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