634 RIVISTA POPOLARE DI POLITJCA, LETTERE • SCIENZE SOCJALJ 6 devono ritornare al Ginnasio Inferiore. E il risulfato sospirato viene, e parecchi di essi, dopo essere stati per anni nel Ginnasio Superiore ed aver· ratto scrupolosamente il loro dovere, devono ritornare al Ginnasio Inferiore, tra la 0ompassio• ne sincera dei colleghi e quella clegli studenti Yecchi, per incontrare la diffidenla degli allievi, nuovi;devono andare in residenze di verse, !on tane o vicine, dove, come di un reduce dall'ergastolo, si saprà subito che erano su e che son') stati mandati giù, forse per immoralità, forse per turpitudini, forse per inettitudine e si difenderanno in utilmente. imprecheranno. minacceranno e, se deboli, si• daranno fremendo in braccio al la rassegnazione, se forti, ricorreranno alla vendetta e, nell'un caso e nell'altro, perderanno, se ne a1·evano un poco, quell'entusiasmo che è tanto necessario per sopportare la scuola. E al meno si trattasse di una legge generale 0 duratura, cli una legge che riguardasse comandati e inc!lricati ciel Ginnasio e del Liceo e che facesse cessare per sempre quest'infamia di sollevare per abbattere _poi, ma è ristretta al Ginnasio superiMe soltanto ed è temporanea, perchè i 135 della 2'' categoria dell'ultimo concorso dicono chiaramente che vi saranno altri incaricati e comandati che dovranno poi rifare il concorso e soggiacere allo stesso destino dei colleghi ora sacrificati. Cosi è e cosi sono tutti i concorsi che si fanno in l tal ia pel' le scuole secondarie e che hanno il rnlore e la durata che al Ministro piace di assegnatgli. •· Un disgraziato professore, che voglia accrescere di 200 lire il suo stipendio miserabile, è condannato ogni anno a fare un concorso per rifarlo l'anno dopo; è condannato a soffrire continue umiliazioni, ad affrontare nuove fatiche, a sopportare nu0ve spese, a stillarsi il cervello per ammannire nuove pubblicazioni. mentre a qualsivoglia impiegato di qualunque altra amministrazione dello Stato <' concesso, per forza d'inerzia, òi arrivare fino all'ultimo grado senza essere un super uomo,anzi senza conoscere bene il fatto suo, come n'è prova il famoso concorso dei pretori a. giurl ici (del quale nessuno ha parlato), in cui non risultò neppur uno meritevole della promozione. E sapesse almeno un disgraziato professore quanti posti sono vacanti; come deve regolarsi per ottenerli, cosa deve scrivere e come per farsi premiare! .:\1onsa nulla. Il numero dei posti lo ignora anche il Ministro, quanto poi allo scrivere, se fa delle ricerche e capita sotto una Commissione di letterati è sca1·tato o messo in coda senza remissione; se scrive delle pregevolissime opere, in cui brilla l'intelligenza come sole meridiano, se scrive un'altra Di·vina Commedia ed ha la disgrazia d'incappare in una Commissione di tormentatori di. biblioteche e di bibliotecari tocca la stessa sorte del primo, se non si guadagna anche la taccia di sraccendato e d'imbratta carte. Ma quest'ultima parte del! 'articolo m'accorgo ora che è inutile pen;hè ho dimostrato che le Commissioni non possono leggere tante memorie, tant'è vero che per lo più ritornano intonse, dunque si consideri come non scritta e si pensi soltanto che è da cercare in tutto ciò che ho detto finora la ragione per cui, frn lo shalo rd imento di chi sa, si vedono andare innanzi tanti asini e restare indietro tanti cavalli. La colpa pertantoi Non certo delle Commissioni, che sono quasi sempre compo~te rli uomi11i rispettabilissimi, ma di uomini, non di Dei, q uinrli hannò bisogno di tempo e cli libertà per giudicare; la colpa è del sistema e la Commis~ione stessa del Concorso, che abbiamo esami nato, • /'rt voti, infatti, perchè s. . e. vogti'o, dis<;iptincire con •. ,io;•me sicure it proceclimento delle na1·ie gare r,·a gt'z'rtsegnanti • voti che non saranno, s'intende, esauditi, percltè par proprio destino che tutto ciò cl1e riguarda la scuola e gl'insegnanti in Italia debba essere fatto coi piedi. Studierò in seguito altre questioni non meno gravi: ora mi affretto a conclu1ere questa. divenuta, già I unga, domandando: E prop1·io necessario il concorso 1 E se è necessario lo sono al trettanto le pubblicazioni? E, se sono necessarie anche queste,di che genere devono esserei Ricerche o composizioni geniali1Saggi di cultura o d'intelligenza? Si vogliono nelle scuole secondarie degli eruditi o degl'insegnanti, che non siano idioti e che siano capaci, col vigore dell'intelletto, di trasmettere amore al sapere ed entusiasmo per tutto ciò clte è bello ed è buono 1 Si stahiliscano una volta i criteri, si o~servino scrupolosamente e si scartino nei concorsi o si bandiscano dalla scuola quelli che non corrispondono, o, affidando la direzione degl' Istituti a pel'sone onestissime ed elette per cultura ed intelligenza. si. chieda ad esse il giudizio sui professori <:' si ponga fine una buona volta a questa brutta e dannosa commedia dei concorsi, o s'impieghino degli anni pet' giudicare, affinchè uno sappia, come nelle gare universitarie, la ragione del v.oto; affinchè sappia perchè è stato dichiarato un cretino o un grand'uomo e si rassegni, se non può far di meglio; Caccia se può: si emendi se ha fatto male. Così come si fanno non offrono ne,suna garanzia e sono causa cli malumori, di gelosie e di dolori, che non tornano certo a benefizio dell insegnamento, già in condizione deplorernlissima, uer chi vuole vedere e per chi considera l'istn1zione non un lu~so tra ·curabile, ma il mezw più ellicace per la redenzione dei popoi i rtall'errore, dalla s11 perstizione, dal I a depravazione, dal delitto: il principale l'attore del benessere, del potere, della ù ign i Ui, del progresso umano. Prof. SALVATORE MULTINEDDU. ,, (I) I due termini non doVl'ebbcro mai disgiunge1·si tra loro; anzi la loro efficienza separata oggi non s' intende. La scuola senza la libertà non può dare che degli ipocriti; somminist1·a le armi nella lotta per la vita, pur condannandole a rimanere quasi sempre inope1·osc. La libertà senza la scuola può assomigliarsi soltanto a quella goduta dai primitivi cx Lcge, nello stato di semi-anarchia. L'una senza dell'altra non può stare, ed a lungo anda1·e o l'una sospinge alla conquista dell'altra, o periscouo entrambi. Con questo criterio certamente, A1·cangelo Ghisle1·i, benemerito della pubblica educazione in gene1·ale, ollt'e che della causa repubblicana, ha 1·iu11ito in un volume alcuni suoi a1·ticoli ed alcune confe1·enze, scriU.i e· dette iu diverse occasioni, ed ancht' a lunga distanza t1·a loro. Sono tulli preo1·d1nati a dimost1·81'e la connessione tra la scuota e la Libertà e la necessità di promuoYerle per un popolo che vuole essere grande e civile. Si pri11cipia magnificamente co11 u11a serie di a,·ticoli, chiari, sereni, convincenti, sulla Legge Casati e LaLibertà degli insegnanti in Italia, scritti nelle occasi•,ni in cui si volle meno111a1·e la lir.ertà dei cittadini, anche fuori della (I) Seuol/1 e li/,,•,·tù. Qui.-;lioni vu,·ie cli e1hi,·11,JÙJ1u' e 1t'in- ·"'fJttWncnto. 8,-,·gamo, '1(/02. l'l'~sso l'Istituto d'al'li gl'allche. L. 3,50. .. .
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