632 RIVIST,i POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCULJ . . divina ... Se ques'ti due movimenti si accentuassero avremmo forse una fusione delle due concezioni in una sola, e i nostri figii - chi sa! - assiste-• rebbero forse all'affratellarsi delle due coscienze religiose,sionnista e cristiana,in una sola coscienza! Pari9i, X5WX50WWOOOOOCWO:XXOOOCUJWOCOCCCVOCX,woeeooooeox,eu.~~~ IconconresliSlecuoSlecondarie Ecco un argomento che, a preferenza di tanti altri, intorno a cui letterati e giornalisti spendono, tanto per scl'ivere, tempo e parole, merita di essere st~diato ~on utilit~ì non indifferente, poichè da uno dt questi concorsi dipende l'avvenire di molti studiosi, che fanno tanto bene all'Italia quanto indegnamente essa li paga, e elle potrebbero fare tanto male, se la coscienza, lungi dall'esse~e un mito, non rosse in ess-i che una delle più splendide realtà; ma siccome l'i:;truzione, nella culla delle lettere e delle arti, è o è stata, · per lo meno fino a ieri, considerata' come un di, più, da servire a mala pena alle esercitazioni retoriche di qualclie deputato o a un innocente sfooo· di spiriti solitari e di studiosi, non è meraviglia se questo argomento, come i cento i:1.ltriaffini non è stato ancora considerato ed ha provoc{lto se;npre e soltanto le ire degli interessati, stridi d:insetti nell'urlo dell'uragano. Ecco dunque. S. E. il Ministro. quanùo il personale manca ne' Ginnasi, ne' Licei o negli Istituti Tecnici, o quando ragioni di opportunità lo esigono o lo consigliano al meno, bl),ndisce un concorso, a scadenza più o meno lontana, ma che difficilmente supera il mese, con tutte le prescrizioni necessa. rie, che consistono nell'obbligo di presentare le redi di nascita, la fedina penale, i titoli accademici e gli altri, letterari o scientifici, che i con correnti credono possano giovare in qualche modo al risultato del concorso. r professori, che sono ammessi a prender parte (perchè non tutti ora possono, specie quando si tratta di cattedre particolari ne' Licei), si fanno subito un dovere di mettere insieme i loro titoli: raccolgono ciò che hanno potuto buttare sulla carta. nei ritagli di tempo della scnola,corrono da.Ilo stampatore, fanno imprimere ne' fogli bianchi tante e tante lettere che poi, raccolte in volume, con l'ameno corte!!:gio degli errori di stampa, mandano, insieme con quanto avevano presentato ai concorsi precedenti, al grande emporio della sapienza italica, per ottenere il responso che dovrà decidere ciel loro avrnnire. · Quando questa fastidio!'ia congerie di attestati, di titoli a,.ccademici, di libri e di giornali è mccolta in una delle bolgie del tumultuoso inferno della Minerva e la mezzanotte del giorno prescri t- _to per la chiusura del concorso è trascorsa, succede un periodo di riposo perfetto nel Ministero e cominciano le ansie negl'interessati, ansie che si esplicano in sul principio con una serie infinita di lettere e cli cartoline agli amici ed ai conoscenti resi,denti in Roma e agli uscieri del ministero, per aver qualche notizia intorno alla Commission-e esaminatrice, alle intenzioni del Ministro, ai posti vacanti etc. etc. Frattanto nella Minerva si ricordano che è ,tato bandito un concorso: che è già trascorso del tempo 11 che bisogna provvedere. Si pensa di. comporre una Commissione. I professori che desiùerano di .:lntrarvi cominciano subito a brigare; si 1'lresentano al Ministro, invocano l'aiuto dei pezzi grnssi, si fanno in cento parti per ottenere la preferenza e quando il Ministro, torturato e stretto fino a soffocare, non ne può più, prende quattro o cinque dei lottatori più violenti, ne acconcia un altro a presidente e la Commissione è form;ita. Gli uscieri, gli amici, i giornalisti carpiscono subito i nomi dei membri, li trasmettono ao-li interessati e da questo momento le torture d~l ministro passano alla. Commissione. Tutti i candidati, senza por ternpo m mezzo, mettono alle strette la memoria per spremerne i nomi di conoscenti e di amici propri e di qualche membro della Commissione, vanno a caècia di deputati e di senatori ricorrono perfino ai c,mfidenti del Ministro, al i\h? nistrn in persona, ai frequenta tori della Real Casa, al Papa se è nece~~ario, e strisciano, pregano, urgono, tormentano carne e spi rito percl1è il loro nome abbia il contorno li i una raccomandazione efficace ai signori della Commissione, raccomandazione che sopperisca al difetto del valore personale e provochi il tracollo della bilancia del merito dalla propria parte con danno dell'altra. I candidati poi clie, per caso, sono amici diretti degli esaminatori rischiano di perire per eccesso di gaudio e, prima ancora che la Commissione abbia pro<:ednto ai lavori, cominciano à scegliersi un posto conveniente nella graduatoria e a mettere in rilievo, per la giustificazione del prossimo voto le parti notevoli, a parer lol'0, delle 101·0 pubb!i'. ca~ioni. Con questa serenità di spi1:ito e di coscienza pertanto, con questo corredo cl i preghi ere e d'imposizioni, che si completa e si rinnova via via fino alla presentazione della relazione, la Commissione si a<:cinge al lavoeo, o, meglio, a una fatica da disgradare tutte quelle di Rrcole unite insieme e impiega qualche volta due mesi, tal• volta tre o quattro, che ridotti alle ore cli lavoro effettivo, po:;sono restringersi, senza tema di ~sagerare, a quindici o venti giorni al più. Vediamo pertanto in che cosa questa fatica consiste o dovrebbe consistere. 11 ministero consegna la lista dei concorrenti, che, per solito, ascendono a 350 o a -100, e la Commissione deve cominciare dall'esaminare se i titoli presentati da ciascuno (e elencati in un foglio dal concorrente stesso, per am,ore di ordino o di conservazione), corrispondono alle prescrizioni del concorso; poi- deve leggere i riassunti degli studi ratti e della carriera didattica percorsa; i certificati di laurea con lo specchietto dei punti; le relazioni dei capi degl istituti e infine tutti i libri, i libercoli, gli articoli, le recensioni, tutta la car-ta stampata insomma che, anche il più ne(l'ato ;~Ilo scrivere è costretto a presental'e, per nin essere scartato a occhi chiusi, giacchè è ornai accertato che non sa insegnare <:Ili non scrive qualcosa. siano pure delle corbellerie. Ora, supponendo che ciasqnno dei concol'renti presenti in media due memorie e che ciascuna cli queste non vada oltre le cento pagine, f'a<:encloil calcolo, si avranno ottocento memorie, ccn un numero cli 80000 pagine da leg·gere. 80 si aggiunge poi la lettura dei do• cumenti suaccennati, delle l'elazion i etc. etc. la ,-omma delle pagine già enorme diventa acldi1·itturn stravagante. Eppure questa immane fatica da spaventare, non un Ercole, ma un popolo intero, ~i• compie nella felice terra d'ftalia, da nati in Italia e fatti di car-ne e d'ossa, come tutti gli altri, in quei tre o q,uattro mesi, riducibili. a venti giorni. Non è possibile? Chi lo dice? Prendete una relazione c1ualunque d'un concorso e: vi persu:trlerete; p:-endete qur.11:t c-l1P. r1·nrerle la g-raduatoria del concorso ultimo alle Satteclre diliinna- , .
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