. / RIVISTPAOPOLARE DI POLITIC.ALETTERE E SCIENZESOCIALI Direttore: D.r NAPOLEONE COLAJANNI (Deputat'o ili_ Parlamento) Esce ln Roma il r 5 e il 3o d'ogni mese ITALI A : anno lire 6 ; semestre lire 3,50 - EST ERO : anno lire 8 ; semestre lire 4,50. ' Un nu:rnero separa-to Oent. 80 ~>Amministrazione: Via Campo Marzio N. 43. ROMA <-<> AhnoVIII. - N. 23 Abbona:rnen-to p.ostale Roma,15 Dicembre1902 S01'd;.1'1:[ARIOa LA DIREZIONE: Agli amici della« Rivista Popolare». - On. Dott. Napoleone Colajaooi: Sul divorzio. - La Hivista: La nostra vergogna e i nostri pericoli (L' ù1iwigrazione nedi Stati Unili). - l•'rancesco l\1ormina Penna: Per la storia. - Lo Zotico: Ciò che si consuma a Milano ; a Palermo. - Alfredo Niccfòi-o: Nuovi scismi e nuove sette. - Prof. Salvatore l\1ultinelldu: I concorsi nelle scuole secondarie. - Noi: « Scuola e Libertà ». - Donato Bachi: I partiti politici e le organizzazioni economiche. - Avv. IJuigi Manfredi: Per il Molise. - On. Nicola Bar•bato: Per Emilio Zola. - RivistadelleRiviste : Un annodi presidenza di Roosevelt (Monlhly Review). La relazione sul Codice civile svizzero (Revue de Paris). - li problema s~r~o. (Nno7.1aSardegna). - Le Chiese dal punto di vista del!' igiene (Am,ales <l'l!igienepubliqne). - Costumi commcrc1ah 111 Chma: « Il Comprador » e lo « Shroff » (Tour <ln :}.fonde). - Illustrazioninel testo. . Agli Amici della "·Rivista Popolare ,, Col Gennaio del -l903 la nostra Rivistd entra nel nono anno cli vita. Quale vita sia stata la sua non diremo ai suoi vecchi lettori; a q11clli che la seguono da recente diremo che la sua è stata una vita di lotta indefessa con tutti e su tutto. Essa ha battagliato volta a volta coi mouarchici e coi repubblicani, coi socialisti .e coi radicali; li ha ora biasimati più o meno aspramente, ora lodati, ora semplicemente spronati; ma la sua lotta J?iù fervida, più aspra, davvero inesorabile ed incessante, è stata contro la menzogna, contro l'ipocrisia oomunqne ammantata e da qualunque luogo, da qualunque persona venisse. E in tante lotte mai essa ebbe a deviare dalla propria mira, mai rinun~ ziò ad un punto solo del proprio programma. Dato questo genere cli vita è facile comprendere come a noi non siauo mancate amarezze ineffabili; a cui, per altro, eravamo preparati. Ci dissero talvolta rinnegati perchè dinanzi a qualche tomba lasciammo passare serena la storia; ci considerarono come tiepidi verso . i reazionari perchè noi, che guardiamo alle cose e nou alle persone, non negammo ciò çhe si doveva anche agli uomini della reaziqne; e in senso opp'osto ci rimproverarono il ministerialismo, quando al governo non movemmo accusa cli aver fatto mancare la pioggia; si arrivò perfino a dubitare della nostra fede repubblicana, alla qtJale senza rimpianto abbiamo consacrato la vita. Tante e sì varie e sì contraddittorie accuse ci furono mosse o per passione cli parte o per ignoranza o per mala fede. Che l'ignoranza ,ci abbia in esso lo zampino lo dice eh iaro il fatto che non pochi respinsero la Rivista perchè troppo dotta(!) .... e incomprensibile - incornprensibz'le questa RùJista, in cui si rinurlzia spesso all'eleganza ed alla preziosità dello stile pur di essere ch"iari e limpidi come cristalli di rocca -; che la malafede non sia rimasta e!:jtranea alle accuse risulta'all'evidenza dal fatto che spesso gli accusatori, dopo una premeditazione più o meno breve, ripresentarono come proprie, senza nemmeno tentare un travestimento decente, le idee e le. proposte nostre che avc,vano provocato le loro ire e le loro proteste. Quanta influenza vi ·abbia inoltre avuto la passione di par-t~ non fa d'uopo ricordare; ciel r'esto essa è la più scusabile e non ci, suscitò mai alcnn risentimento. Gli amici e i lettori possono agevolmente im. maginarc che, battendo una via seminata cl~ triboli, abbiamo dovuto provare molti e' atroci dolori; ma confessiamo che nessuna cosa ci addolorò maggiormente e più profondamente quanto la indifferenza dei compagni di fcclcsalvo, s'intende, alcune nobili eccezioni, che sono scritte in un no. tro libro d'oro - e la •cospirazione del silenzio, vergogno ·amente sistematica, che a danno della Rivista, più che gli avversari, ordirono gli amici politici e certi cdfini, che si accorsero soltanto,della sua esistenza, quando poterono cogliere il destro cli calunniarla o cli falsarne il pensiero e le intenzioni. • Ma d'altro canto, siamo giusti, non ci mancarono i conforti. Ci è stato cli sollievo incst(- mabile il fatto che il numero dei nostri lettori è ariclato crescendo continuamente, creanrloci un pubblico specialissimo composto più rli avversari che di amici politici, e che ama ·nelle nostre pagine quelle qualità tecniche che nessuno ci nega, e soprattutto la parola onesta e sincera sempre e su tutte le quistioni più vitali e più ur-genti. Ed è così che attorno a questa Rivista si è raccolta una falange numerosa quale mai non ebbe alcun'altra rivista demoeratica, e quale ce la inYicliano molte altre che solleticano i gusti delle masse, che ttanno l'appoggio' cli partiti politici e classi sociali uumerosissime, che dispongono cli poderosi mezzi
. . 618 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ <:apitalistici per la rèclame - la grande fattrice dei :0 uccessi in tutte le intraprese moderne, e specialmente nel camJJOdel giornalismo. ~oi mancammo, è vero, cli tali sussidi; e nondimeno abbiamo progredito 1·apidamente, e siamo sicuri che mcrcè l'ausilio costante dei nostri lettori, continueremo a progecdirc con rapidità sempre cre::::ccnte. Di maggiore soddisfazione infìne ci <.' stata la giustizia che ci ila reso il tempo, il grande gala11tuorno. Hi<.;01·diamo in proposito alcune cléllc nostre ca rnpag nc. 1\oi rumrno i pt·imi, e per molto tempo i soli, a metll'l'e in guardia 1·cpubblicani, radicaìi, monar<.;ilici, Javorato1•i contro gli errnri del partito socialista italiauo; 11oi fummo i pochi - fotta eccer.ione della stampa rcpt1hblicana di '.\Iilano: Jtnliri rlcl poroto cd Hrlrrcà~ione 1wlittca - a preçlicdre sino alla noia c.hc l'u11ità e l'u11iformitit kp:islaii\·a ernno .un disastl'Q ])Cl' l'Italia; ·noi 1'11mmo i p1·irni. e per molti anni i soli a so::;tcIwrc elle il Mezzogiorno era stato trnttato i11iq11anwnte dagli uomini che si succedettero per olll',: qual'ant'anni al governo, peI· cui ci pl'oct1rnmmo la stolta ed ing-i11t·iosa accusa di es«cI·C' scparntisti cd antiu11ita1•i. E st1 tutto <.;iò il ll'rnpn ci ha dato piena e <.;omplcta ragione; e le no,.ctI·c idc0 vediamo riten11te giuste a11che nei di;.:cnrsi dei eapi c!rl_lc <?PJ?ù~izioni, co111e ;::01111111o0,IIct doc:urnc11t1 11ffic:1aliche portano la firma di Gi11srppc Zanarrlelli. J:d a noi basta la gi11stizia c:hc ei ha 1·eso il tempo. malgrado J'aH('l'"'ÌOIIC <il'gli ll0lì1Ìl1i e elci partiti. Co11 tal<' conl'orto continuc,·emo nella nostra Yia c:ornhritI,,11,do pcl' le cose e sorpassando ,;ugli 11omi11i; afl'el'maudo s"'m1we il nostro culto per la ,-inc:eritit e per la vcl'ità; guardando, come a rai-o lt1rninoso, al 110 tro ideale: la 1·epubblica f'rdernle. La Direzione. SUL DIVORZIO .....w.... Chi dicesse che il disegno di lc7gc presentato dal Presidente del Consiglio on. Zan,.rdelli e dà! Guardasigilli on. Cocco Ol'tn clic con::;cnte in alcuni casi lo sèioglirnento del 1n1atl'imonio sia tale che modifichi p1·of'o11ùamente 'attuale ordinamento della fami1d1a affermerebbe cosa non \·el'a. L'agitazione che si é voluto provocare é stata abbastanza artificiale e tanto coloro cli,~ l'hanno propugnato quanto quelli che r h;.rnno rom battuto non \'i hanno messo mai del calore - salvo poche eccezioni. Né di ciò, del l'esto, c'è d,ì fare lP meraviglie: l'anestesia degli italiani é nota; essi non se la prendono calda nemmeno per la quistione tributaria che riguard<t il loro be11essei-e e-::onomico, la loro vita. materiale. A chi ben p:uarcla al foudo, menlre a r.Iontecitorio dagli uscieri al Presidente della Camera, si discute con una certa vivaciLà, che si riflelte nella stampa, degli sgr,tvi il paese, come un asino avvezzo a portare eia lungo tempo un basto pPsante, adattato alle sue sofferenze, aspetta con indifferenza, e forse diffida, dei val'i medici che vogliono salvarlo ad ogni costo. M'immedesimerò per un momento nella condizione ciel paese, e voglio esaminare la questione del divorzio colla maggj.0re serenità po sibila, somministrnndo al lettore i fatti che alla medesima si riforiscono, e lasciando che es o giudichi ex informata coscentia, limitandomi ad aggiungere ai fatti qualche modesto pun Lo inter1·ogati vo sulla loro interpctrazione. Ma prima di procedere alla esposizione dei fatti noto una coincidenza strana. Mentre gli Uffici della Camera dei deputati nominavano un:1 Commissione in maggio1·anza contraria al disegno di legge sul divorzio; da Buenos Ayres, per cortesia del governo Argentino, pervenivami una pubblicazione ulTìc~ale dal titolo: Divorçio. Debates en la Camera de Dl'putados. Il volume di 736 pagine contiene tutta la sto• ria delle pr·oposte sul divorzio nella ,-epubblica argentina - dal disegno di legge presen ta.'to dal Deputato Balestra nel 1888 fllla discussione su quello presentato dal Deputato Olivcra il -J5 r.laggio l:J0l, e terminata col voto del 3 Settembre mo~ che In respingeva - 50 voti contrari e 48 favorevoli (l). La piccolissima maggioranza contro il disegno di legge argentmo fa il paio colla piccolissima maggioranza che negli Uffici chiarivasi contraria al disegno di legge italiano. Questo equilibrio tra le parti indica che l'incerteua é gi-ande sulla conYenienza della riforma; ma se si tiene conto elle la grandissima maggi<JI•anza degli italiani e degli a1•o·entini é composta cli cattolici si dovrà supporre cl1e gli argomenti in favore del di\'Orzio, siano più poderosi di quelli con t.ra,·i. E il Pineclo, deputato argentino, ci tenne a. dichiarare, ad esempio, che egli sosteneva il divorzi • benché cattolico cd appa.-tenente ad una famiglia di cattolici. • .. In Italia e nell'Argentina, quasi contemporaneamen te, é stato davvero il son ti mento religioso che ha determinato il movimento contrario al divnrzio? Se così fosse ci sarabbe dari mancrne contenti, poiché si dovrebbe vedere nel f:l.tto una manifestazione lodevole cli sincerita delle prnpl'ie convinzioni. :\la disgraziatamente, per l'Italia almeno, cosi non é. E elle co~i non sia risul Là chiaro da una osse1·vazione fatta dall'Avanti! Osser"ava. infatti, il giornale cli Rnrna che le accoglienze fatte dalla. 1,,tess:i Camera attuale al progetto di legge d'inizh.tiva cl egli on. Borciani e l:lere nini fu ben diYe,·sa di quel 1a. incont1·ala testè dal disegno di legge presentalo dal ministero Zanardelli; fu tanto dive!'sa che 111gann6 il :V[inistcr" sulle accoglienze che avrebbe incontrato il prop1·io progetto. La diversa accoglienza é assai significante per questa circostanza: la proposta Bor ciani-Berenini era più larga di quella del ministero. L,1.quale é tanto ristretta che il disegno di legge non s'intitola dal divorzio, ma prende questo modesto ed ipocrilo titolo: Disposizioni sull'ordinamento della famiglia . Il voto degli Ufnci fu un atto di politica antiministe!'i1'1.le? Nemmeno per sogno: gli stessi Ul'fici · contemporaneamente approvavano a gran Ji,,sirna maggioranza lt:l proposte sugli sv,,aoi, dalla cui accettazione d)pende ben di più la vita del ministero• Duuque? E chiaro, e lo dissero senza velo e senza ipocrisia alcuni deputati nei corridoi: gli Uffici si dichiararono con tral'i al divorzio in omaggio alle minacci e ciel Vaticano, che ha l'atto un'attiva campagna contro la riforma. e et e ha fatto presentare al Presidente della Camera una petizione con tre milioni di firme, racimolate coi metodi soliti ad adoperarsi in casi simili. Dunque, ripeto, é chiaro: la maggioranza dei deputati che negli Uffici si manifeslò contrada al divorzio, non fec~ atto di convinzione reli• giosa, ma di politica clcric,tle per non perdere l'appoggio degli elettori che u bb1discono al Vaticano. Queslo alla sua volta non poté essere stnct>ro nelle sua opposi·done; poiché il divorzio, - cui ha fatto omaggio la Chie~a di Roma quando vi trov,Lva la sua convenienza, - come dimostrò il deputato argenLino Darroetavena, in Europa vige nella maggioranza delle popolazioni cattoliche - Austria-U ngheria, Francia, Belgio ecc. - senza che il cattoli<.:ismo ne abbia subito danno, e senza che il Vaticano ab- (1) La discussioue della Camera dei ,leputati arg•ntina ,, assai interessante. Gli oratori favorevoli - Balestra. Pinedo, Oliv~ra, Barroètavena, Argerich cc. - e quelli contrari - Galiano, Romero, Padilla ecc. - vi si mostrano doUi e eloquenti. Vi sono ricordate le vicende del nrogetto Villa, la impressione dell'annunzio d.e:Ia prescntasione della legge falla noll'nltimo discorso della Corona.
RIVISTA POPOLA.RE DI POLITlCA., LETTERE E SCIENZE SOCIALI 619 bia fatto quella, energica opposizione che ha spie- • gato in Italia. E anche chiaro, perciò, che la campas-na della Chiesa cattolica ha avuto carattere politico e non finalità religiose. * .. Sul clivorzio sotto l'aspettQ giuridico religioso e sentimentale si sono pubblicati tanti volumi da potersene riempire una biblioteca: non è facile, agigiungere alcunché di nuovo contT'O-Oin favore dell'istituto. Mi asterrò, quindi, rigorosamento dal toccare tali tasti,.che del resto non si adattano ai miei studi ed al mio temperamento. Credo, invece, di potèr fare opera più utile ed anche più convincente esponendo alcuni elementi di fatto di carattere sociale, che si connettono al divorzio, rilevandoli dalla discussione della Camera Argentina, e specialmente dai di:,corsi di Padilla, di Barroetavena, di Romero, di Argerich, di Pinedo -, dall'opuscolo çl.i Morselli e dalle opere di Mayo Smith, di von Mayr, di Bertillon e d1 Bosco (I). Il primo dato di fatto 'eia rilevare è questo: la frequenza del divorzio è diversa da paese a paese, e eia provi11cia a provincia nello stesso paese. ìVfayo Smith ci presenta questo quadro, dal quale tolgo l'llalia, non volendo confondere le separazioni coi divorzi, e qualche altro piccolo Stato: Stato Totaie dei divorzi Divorziper 100,000 (1885) ab itantl(1886) 6245 32,51 Francia Germania Austria li16l 25,97 17"18 Russia Svizzera Danimarca Inghiltera, Scozia ( 1789 920 635 508 Irlanda ( Belgio 290 Olanda 339 Svezia 229 ,T' ·.\ J 64,49 3,79 0,28 Norvegia 68 Stati Uniti 23472 88,71 Tre paesi della stessa ~azza, la cui costituzione politica e sociale e la cui coltura si rassomiglia tanto, la Norvegia, la Svezia e la Danimarca, differiscono mollo nel numero dei divorzi. Il Berlillon che ha riunito i diversi Stati in tre gruppi a frequenza minima, media e massima del divorzio mette nel gruppo: Divorzi per 100,000coppie Per 1000 matrimoni esistenti. In un anno celebrati dw·ante: 1875-80 dei minimi la Norvegia 2,5 (1875-80) 0,54 • dei medi la Svezia 27 (1871-80) 6, 4 ("1871-80) dei massimi la Danimarca 174 (1871-80) 38, O (1871-80) Similmente in !svizzera nel periodo 1876-80 per 1000 matrimoni si ebbero divorzi definitivi nel Cantone di Uri 0,0: Vallese 4,0; Alto Unterwalden 4,9; Argovia 40,0; Neuchatel 42,4; Vaud 43,5; Berna 47,2; Zurigo 80.1; Glaris 83,1; Appenzell esterno 100,7; Sciaffusa 106,0. Appenzell in terno differisce dall'allro mezzo Cantone enormemente non avendo che 18,9 divorzi. Le stesse differenze si osservano tra i dipartimenti in Francia e tra le provincie e gli Stati in Germania. La statistica del divorzio non allarma; ma la sua dinamica, il suo aumento, dice il Morselli, è visto ton terrore dai sociologi. L'aumento dei divorzi in Francia è noto ed è enorme: dopo la le"ge del 1884 le domande di divorzio furono 3648 nel 1885 e arrivarono a 9148 nel 1896 oltre le 2446 domande di separazione; cosi rimasero smentite le previsioni di Bertillon,- il quale nel 1882 assicurava che i divMzi non avrebbero superato il numero delle separazioni. In Germania dalla media (1) Prof. ll:nrico llforselli: Per la polemica sul dioor;;io. Genova 190;l. Terza Edizione riveduta. - Mayo Smith: Statistics c,nd Sociology. New-York, Macmillan and e.o 1895;-Von Mayr: Statistics itncl Gesettschafslehrc. Leipzig 1899; - Bertillon: Cours elemcntaire dc Stafistiquc. Paris, 1895. Mentre correlj'- go le bozze di stampa per cortesia squisita dell' autore ricevo m bozz~ alcuni capitoli dell'esauriente lavoro del Prof. A. Bosco: I dwor:.i. Vedrà la luce in Gennaio prossimo ed anà sicuramente un vero successo. • ; di 7983 nel 1881-85 si passa a 10,215 nel 1893; Alsazi·a-Lorena da 21 nel l873-74 a 171 nel 1891-95; In-. ~hil tena in 36 anni aumentò del 167 010; Stati Uniti cta 9937 divorzi nel 1867 a 25535 nel '1885: la, popolazione vi aumentò ciel 60 010 'e il divorzio del 157 010. (F adilla) Col sistema dei numeri indici, dando ai divorzi del quinquennio '1851-55 il valore di 100, nel 1876.80 divengono: 152 in Olanda; 161 nella Svezia; 420 nel Belgio (Morselli). Si rilevi, infine, che per molto tempo si credette che i divorzi non sarebbero· stati 'frequenti nell;;i, classe operaia; ora invece in Francia I divorzi tra gli operai da 889 nel 1885 passarono a 4674 nel '1895; fatto tanto più grave in quanto che i matrimoni tendono a divenire più rari nella classe lavoratrice.. Questi dati statistici permettono qualche conch:- sione ~ Anzitutto a noi sembra che si possa escludere l'influenza della razza e della religio.ne: le proporzioni assai vicine tra la Francia e la Germania, le disuguaglianze tra i cantoni cattolici e protestanti, o latin1 o tedeschi della Svizzera e tra i paesi scandinavi bastano a giustificare l'esclusione.Di più: le grandi differenze nella manifestazione statistica dove la legge consente il divorzio, insegnano chiaramente che non è la volontà del legislatore che determina o favorisce la ,manifestazione. La legge non fa altro che lasciarla apparire nella sua forma genuina e più diretta. • Il Bertillon formula qt.lesta legge ch'è pure accettata dal Morselli: in tutte le condi~ioni nelle quali il suicidio s frequente, il divorzio é frequente; è raro il di• vorzio quando il suicidio è raro. Le eccezioni a questa regola non mancano; ma anche se fosse indiscutibile la coincidenza fra i due fenomeni lascerebbe na-· scosta la causa che entrambi li g.enera. Bertillon non esita ad attribuirli all'influenza di quel grande ed indeterminato fattpre che si chiama la civiltà. Ma diremo che la Norvegia e la Gran Brettagna non sbno civili essendovi scarsi gli adulteri? Il Morselli accetta ~uest'altra legge del Durkheim che riguarda il suicid10, ma che avendo ammesso la sua coesistenza col divorzio, a questo anche si applica: il suicidio· varia in rayione inversa del grado d'integrazione della Società domestica, religiosa e politica. Qui ci troviamo dinanzi a qualche cosa di più chiaro, sebbene non sia facile assegnare il grado d'integrazione e di d_isintegrazione di una Società. Ma si può agevolmente ammettere che il generale malcontento e il senso di malessere che affligge molte collettività sia indice sufficiente di disintegrazione. L'armonia nello sviluppo economico, intellettuale e morale che sinora si è avverato nella Grantle Brettagna confermerebbe la legge - tanto più che questo grande Stato è il solo in cui alla scarsa proporzione dei suicidi e dei divorzi corrisponde una notevole diminuizione nella delinquenza. N,m mi nascondo· che d'altra parte poi l'esempio dell'Inghilterra insegna che si deve accordare un valore relativo alla causale più comune assegnata dal Bosco alla frequenza del divorzio; cioè: allo sviluppo dell'industrialismo e dell'urbanismo: la Danimarca con tracidirebbe alla conclusione sui rapporti tra disintegrazione e divorzio. Ma data la desintegrazione sociale, a che cosa si riesce negando il divorzio 'il Certo non si riesce ad evitare il suicidio, che si ride delle leggi e che sarebbe il fenomeno più grave e più doloroso. Dove esistono le cause del divorzio, dove la de- • sintegrazione domestica, religiosa e politica è avanzata, a che vale volerne impedire !::i. manifestazione legale, genuina, naturale f La negazione, a mio avviso, non riuscirebbe che a trasformare, con maggior danno sociale, gli effetti di quella causa di desintegrazione, che rimangono immutate, quando si vuole soltanto impedire che vengano fuori gli ef- . fetti. Si avrebbe soltanto trasformazione ed equivalenza di effetti: mancando il divorzio si avrebbero corruzione, delitto, discordie domestiche, dissesti economici. Il clivcrzio dice che la famiglia e la società sono ammalate; negandolo )10n si too-Jie la malattia. ma si sopprime una delle voci rivelatrici. Niente altro. Nè la Societa, nè la famiglia vi guadagnano. f ,
• • .. 620 Rll'ISTA P0POLA.RE DI POUTICA,.LETTERE E SUE/1..ZE SOCIA.LI . .. Quest_a ultim~ concl!lsione toglie ogni valore al lussc:i d1 det~a~l! che. c1 dà; il Prof. Morselli sui rapporti tra smc1d101 alienazione mentale e divorzio che s.:icr_ebberotutte conseguenze di una medesim~ causa: 11malessere sociale, la clisin teO'razione domestica, religiosa e politica della Società. Ma una induzio_ne più precisa e più generale ad un tempo che egh ne trae rende utile l'esame di tale rapporto. Rifer(sce l'illustre professore di Genova che in S!lssoma i divor~iati so_no il 2,6 owg della popolaZ\One_m, a_ sono mvece Ii l2 per I 00 dei suiciclt - c10é 1/ _quintuplo. _In B!=l-vierai suicidi sono 132 per un rmhone eh ab1tant1 m generale, e 2580 tra i divorziati -:- quasi il ventuplo; il rapporto discende al sestuplo 111 qualche anno. In Prussia, facendo 100 la cifra dei suicidi fra i coniugati, si avrà la seo-uente scala: 0 Stato coniugale Vedovanza e separazione Divorzio Uomini 100 354 1660 Donne 100 233 417 çi? _signi!ì~a che lo sta~o di divorzio moltiplica i su1c1d1 sedici volte tra gli uomini e quatt7'o volte tra le donne. Non so1;10d'ivers_e le cons~guenz_e che si possono tr3:rre ~a1_r3:pport1 tra pazzia e divorzio. Su '100000 abitanti d1 ciascuna categoria in Baviera impazziscono: Uomini Donne fra coniugati 52 63 » celibi 113 109 » vedovi 119 185 » divorziati 556 688 Nel Wurtemberg le proporzioni sono Per 100.000 abi tau ti più alte: Uomini Donne pazzie tra i coniugali 140 143 >> celibi 236 2i4 » vedovi • 338 388 l> divorziati 1484 1510 Il Morselli a chi obietta che il divorzio per l'appu_nto f!l, c~us_ato dall'essersi sv?lta la pazzia in uno dei co111ug1,risponde che « l'obiezione, se pur vale per un certo_ numero di. matrimoni, non può valere per la magg10ranza. E, mvero, le statistiche ci parla.no d~ per~one cadute in pazzia quando già e7'ano dwo7'~ia(e; m se~ondo luogo, per quanto certi codici autor1zzmo lo sc10glimento del matrimonio per una pazzia sop_raggi_un~aad uno dei coniugi, questa é eventuahta ranss1ma. Or dunque, o la pazzia precedet_te il m_atrimonio e ques~o mostra la leggerezza • e la 1mprev1denza, per non dir altro, cli coloro che si sposarono malgrado l'esistenza della infermità e dell'~red_iLà_psic~patic'.'1n-el coniuge; o la pazzia ha seguito 11d1vorz10, e m allora non si può negare l'influenza disastrosa di questo istituto. » Una contro obbiezione si può rivolgere al Mor- ~illi; _e1a lui, psichiatra _illu~tre, a_ttendo risposta: e egh sicuro che la pazzia si manifesta improvvisa in tutti i suoi caratteri più si:,iccati in un dato momdnto della vita? La pazzia prima di manifestarsi statisticamente, conducendo la· vittima al manicomio, non si trascina nelle famiglie per anni ed anni ~ E se è così, non é evidente che if perturbamento intellettuale e morale é causa ad un tempo e del suicidio e di quei disordini familiari che rendono necessario il divorzio ? · Pure si conceda ciò che sostiene il Morselli: che il suicidio e la pazzia siano effetti del di".'orzio, e non causa la seconda e fenomeno concomitante il P.rimo dello stesso divorzio; dato ciò é legittima la illazione in favore della indissolubilità del matrimonio? Lo ps\chiatra dell'Ateneo genovese arriva a tale conclusione argomentando in modo stranissimo. « Suicidjo o pazzia - egli dice - sono segni cli degenerazione; e le leggi non devono farsi in favore dei degenerati: accordando il divorzio, egli continua, si dimmuisce il senso della responsabilità nei coniugi; non si fa sviluppare il potere inibitorio, e varrà in".ece a diminuire il potere di volontà in qu~nto viene a por~ere del_le c_omode scappatoie a chi per 1?atura,_é g_1apoco mcl111atoa rijlettere sulle proprie aeterminaz10ni. li potere inibitorio infine essendo la molla più poderosa per la evÒJuzion~ progr~ssivl!-, fia9candolo e diminuendone lo sviluppo col divorzio, s1 farebbe• opera contraria al progresso! " In verità stenterei a credere che uno scienziato come il Morselli abbia formulato tali enunziati se non foss_ero stati_ pubblicati sott9 la sua firma' nel 1893, e r1stamrati ora senza che errli a~esse protestato, tanto m1 sembrano enormi IOD"icamente contrari allft giustizia e contraddetti dalla storia.' Avrò agio di r_itornare un poco più tardi sul rapporto tra divorz10, potere inibitorio ed evoluzione progressiva; qui mi arresto alle considerazioni sulla logica e sulla giustizia. · Se ve1_1issedimos~ra_to.che entrambi i coniugi fossero dei Jegenerat1 s1 potrebbe ammettere la indissolubilità del matrimonio come pena straordinaria - non iscritta nei codici - contro la impreveggenza di coloro che l'hanno contratto. Ma questa dimostrazione il Morselli non ci ha dato, e nessuno ci potrà forse dare mai. E allora non é evidente che uno dei conjugi iniquamente, scelleratamente dovrà rimanere indissolubilmente legato a quello degenerato ? Quale giu~tizia divin_a ed umana potrà dare una condanna simile? Ed e Yero che la impreveO'- genza, il non esercitato potere inibitorio, fu la cau~a crirniJ?OSa del matrim_on!o male assortito? Bisogna non vivere nella soc1~ta con temporanea, bisogna non conoscere come s1 contraggono i matrimoni e quanta parte vi abbiano l'inganno o la iO"noranza unilaterale, per denunziare la impreveggen°za come causa del male; e bisogna essere mancanti del senso della giustizia per fare subire a due - al reo ed alla vittima od un tempo - la pena per un fallo commesso da uno solo ! Se coloro che vogliono divorziare sono dei degene7'ati, uno scienziato come il Morselli, che invoca la biologia e che scrive nell'interesse sociale dovrebbe essere logico: dovrebbe lasciare indissolubile il matrimonio per puni7'e i coniugi-impreveao-enti· ma dov_rebbe separare i degenerati per imp;dire' che essi procreando aumentino la degenerazione sociale ! • • • La scuola penale positiva ha sostenuto il divorzio come un sostitutivo penale. Morselli, Padilla e Romero !HlD"anoquesta efficacia. Morselli aggiunge: ,,_come e contro quali reati potrebbe essere sostitutivo il divorzio? Contro il conjuncicidio ? Contro l'adulterio? Contro il lenocinio'! Contro il maltrattamento del conjuge o della prole? Tutte queste e le altre consimili azioni crimino~e no_n mancano nella statistica dei paesi che pure mserirono da molto tempo il divorzio nei loro codici; né le differenze delle cifre assolute e relative depongono in questo capitolo della criminalità comparata, a svantaggio dell'Italia. che non ha ancora il divorzio, e che pur troppo ha una cifra altissima di delinquenza a paragone delle altre nazioni. » Più oltre, pur confermando che l'uxoricidio per adulterio in Francia fra il periodo decennale 1874-83 e il ll'iennale 1885-87 non é diminuito in seguito alla promulgazione del divorzio, concede che s,rno diminuiti gli uxoricidi per dissensi domestici da 29,7 O[O a 15 010-Qui l'azione sostitutiva - o meglio p1'eventiva - del divorzio sarebbe considerevole. Il Padilla, citando il Proal, conferma, però, che gli uxoricidi non sarebbero diminuiti col divorzio. Trattandosi di una sola nazione, e di percentuali di fatti molto rari, come sono gli uxoricidi, la manifestazione statistica ha una scarsissima imporLanza. P7'o bonçi pacis, del resto, si può concedere che l'azione sostitutiva o preventiva di alcuni delitti non esista; ciò non distruggerebbe le ragioni in favore del divorzio. · Ma gli avversari delle riforme restano nel campo delle criminalità per assestargli colpi che credono formidabili. Il Morselli, senza sussidio di cifre, attribuisce al divorzio in Francia un aumento di adulteri reali o fittizi ..
.,.. RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.Ll 621 e combinati tra le patti per ottenere il divorzio. Il Romero con mag~ior_e pre~isione aggiunge le cifre perdimostrare che I d1vorz1 per adulterio della donna cr;ebbero ~ontinu~mente da 888 nel 1887, a 1314 nel 1897. Poscia soggrnno-e: « E' noto che in Pari<>i esistono case nelle quaTi, per ufficio e professiine vi sono persone sempre pronte perchè gli sposi 'incorrano m adulterio per commissione e affinchè le spose possa'no chiedere dopo il divorzio. In un aiornale (La Prensa del 19 Maggio 1901) si lego-e quinto appresso: 0 mondo di falsari, parte ciel quale si trova in carcere. Negli Stati Uniti si trovano a migliaia le donne che non sanno s~ sono nubili, coniugate o vedove. Un solo agente della Casa è intervenuto in 9258 divorzi domandati dai mariti senza che le spose sape~se~o ~he s~mo div'orziate e che avessero domandato il cl1vorz10contro i loro marit1. >) Si tratta di canards a.merican i spacciati dal New J:"orkHerffld.2 O _1a Prensa ha esagerato riproducencloh? Le due 1potes1 sono accettabili. Conviene accettare la notizia_ per verità indiscutibiler,per comodità po- ' Germania e Inghitterra. Il volo dell'aquila tedesca. « Agenzia di divorzi. Uno scandalo sociale in NewYork Negli Stati Uniti si sta svolgendo uno scandalo colossale. Specialmente in New-York, lo scandalo ha assunto proporzioni eccezionali. Si tratta cli un vero cataclisma sociale, corr.e lo qualifica The New York Heralcl d'onde prendiamo le informazioni. La polizia ha scoperto in New-York una grande agenzia, diretta da vV. \Valdo, che facilitava il divorzio a chiunque anticipava venticinque dollari. La Casa teneva testimoni falsi, signorine che si lasciavano sorprendere dai loro supposti mari li perché il giudice constatasse un'adulterio, e concedesse il divorzio senza che la vera moglie nulla ne sapesse; magistrati venali, polizia comprata; tutto un 1/, / _? ,.,. . .:;, . - ·::J ( Whare Iaeob di Stuttgart) .• !emica, tanto più che la cqrruzione americana è spaventevole in ogni manifestazione ;;ociale. Basta leggere, per convincersene, il Se Cristo venisse a Chicago di William Stead, gli articoli pubblicati dalla North American Review sulla polizia di NewYork, quelli di altre riviste sulla Tammany Hall e sulle amministrazioni comunali, che spesso sono state riassunte nella Rioista popolare o nella Minerva, e dei quali ho tenuto conto nel mio libro: Latini e Anglosassoni. Data una siffatta corruzione non si !.a vedere ciò che guadagnerebbero la società e la famiglia nordamericana coll'abolizione del divorzio. Che razza di famiglie possono essere quelle nelle quali la donna
. 622 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAU ignora se è nubile, vedova o. maritata?_ N_on è me: glio cento volte sciogliere siffatte fam1~he. f Quali esse sono non possono essere. che cen_tn d_1produzione e di diffusione dei germ.1 della. più ributtante depravazione, della degenerazione più avanzata, del massimo disqrdine morale. ** * Una parola va consacrata alla manifestazione statistica •francese: l'aumento dei divorzi per adulterio. Non e' è da metterlo in dubbio. Ma delle due l' una: o'l' adullerio è reale _o è fittizi'?· r~J primo caso non si negherà al conJuge tra~, to 11 diritto di separarsi dail' altro infedele; volerli man: tenere riuniti sarebbe lo stesso che c~n~annai:h alla infelicità, al pervertimento della fam1gl1_a,a p1~ gravi reati. Si deve riconoscere, per~. <:he in ca 1 rarissimi il divorzio più eh~ da sostitutivo o da preventivo penale agisce da stimolante al i:eato,. poiché l'adulterio tentato o consumato nel d1vorz10 non troverebbe una pen3:, ma. un pr~?lio ed. U?a so1disfazione. Però la sp1egaz1one p1u v~ros1mtle _dellaumento dei divorzi per udulteno è d1v_e1·sa.Pr111:ache esistesse il divorzio gran parte degli adulter.1 non veniva denunziata per assoluta mancanza d1 convenienza: il conjuge tra~ito, f~Ce!]dO_constatare J·egalmente il reato, alla d1sgra~1~ mtr1nseca de_lfa~to aggiungeva il disonore o il nd1colo .. c!1e su d1 lui a piene mani avrebbe versato la. soc1e_ta,eh~ i:iel caso avrebbe tr9vato soggetto. di god1ment1 ~stet1c1 troppo noti, anzi troppo vol~ar1. Ammesso 11 d~vorz1<? la denunzia del r&ato divenne mezzo per la liberazione sicura· se restava un poco di ndicolo, come una S<?- pravvivenza di sentimenti .e di condizio!li domestiche passati, c'era almeno 11conforto ,.e 1! compenso di sottrarsi ad una catena gravosa. o d1sonorevole o pericolosa. . rn quanto agli ad.ult~ri fi~tizi ~enunziati dai conjugi per ottenere 11d1vorz10, ess.1mostrano solt3:n t~ quanto siano irragionevoli e pericolose certe hm1tazioni. Se i conjugi si sottopongono al disonore che procura la denunzia di un reato da loro non comm~s~o, è segno che la convivenza tra loro non è possibile; e in questi casi il d,iv~rzio è un rimedio ed u.n P.!'e: ventivo l?enale: rest1tu1sce la pac~ e la. ross1b1.hta di una vita pi!Ì refice a dùe e~sen l!ma!11;1mpecl1sc~ che al dissolvimento del matnmomo s1 venga pe1 motivi più criminosi. La limitazi_one. al divorzio sarebbe la vera causa della denunzia d1 un falso reato; le false denunzie si potrebbero circoscrivere. accordando il divorzio, ma punendo seml_)re, e più gravemente il reato di adulterio in p;u1sa che le persone chè sapranno di dovere incorrere in una pena per un reato non commesso non I~ ~enunzierani:io con leggerezza, per semplice capr1cc10. Il meglio, però sarebbe di concedere il divorzio chiesto da entr~mbi i coniu$i senza che siano costretti ad addurre falsi motivi, ma in forza del mutuo consenso. E' la soluzione razionale ed equa preconizzata dai fratelli Margueritte ed a cui. contro la lettera dell:1 legge si è attenuto in una sua recente sentenza 11 buon' giudice Magnaud. . . . . . Ad impedire che giovam scostumati e capr1cc1os1 abusassero del mutuo consenso, sarebbe opportun'?, forse, apporre due limiti: non potersi _concedere. il divorzio se non dopo un'anno di convivenza coniugale; non concedersi in seguito a richiesta per mutuo consenso, se non dopo. qualche altro anno _di separazione. Né mi dilungo a dimostrare la razionalità della limit:1zione, evidente per chiunque sa che un certo tempo occorre perché si costituis.ca.no certi legami sentimentali e che se hanno esistito occorreranno gravi motivi per romperli: il dispetto, il risentimento, il capriccio di un momento, specialmente per certi temperamenti focosi ed impulsivi avranno tempo di spegnersi durante la s~parazione lasciando che gli affetti di una volta riprendano la loro azione e il loro predominio. . •• Dal punto di vista morale e sociale, al divorzio ~i sono attribuite colpe, che se fossero vere non esiterei a consi~liarne l'abolizione <love esistere ad oppormi vigorosamente alla sua'.in troduziony in I,~alia L'interesse collettivo dovrebbe sovrapporsi all interesse individuale. . . . . Si è detto, adunque, che il divorzio d1minu1sce. la natalità, e che aumenta in pari tempo la nas~1t.a degli illegittimi. Nulla di più contrano alla ver1ta. Un maltusiano come me nori,. proverebbe alcu~ rammarico vedendo diminuire la natalità; ma se 11 divorzio producesse tale diminuizione, di. ~icuro I.e maggiori opposizio.ni, anzi ii:1sormont:=i-b1hopposizioni le avrebbe riscontrate in Francia, dove del probÌema della popolaziò_ne, per ragioni po)itiche e patriottiche sopratutto, s1 preoccupano tutti: de~ografì, economisti, politici e (TIOralisti - dallo scienziato come Bertillon all'artista come Zola; e se n~ preoccupano gli scrittori di tutte. le scuole :- d:i,1 socialisti ai cattolici, agli economisti ortodossi - m senso antimaltusiano. Eppure il divorzio passò, perché in Francia meno che altrove esso poteva tissere accusato di diminuire la natalità. Al deputato argentino. i:tomero che ~ttribuiva al divorzio la scarsa natahta della Francia e la stagnazione della popo1azione francese "dal 1885-;- data del divorzio - al 1901, e che paragonava l' mcr~- mento tenuissimo che c'è stato in Francia in diciassette anni con quello considerevole cieli' Italia nello stesso pe.riodo, risros~ un'al.tr<:>deputato argentino, l'Alger1ch. che gh dimostro inoltre la . fallacia delle previsioni sull'aumento della popolazione degli Stati europei nel fut.uro in base alla a~tuale quota annua di accrescimen~o. . Duole però che la medesima erronea accusa sia stata f~·mula'ta·dal Morselli contro gl'insegnamenti della demografia. E l'errore si dimostra evidente C<?n una semplice comparazione nel teml?o e nello spaz10. Si dimostra l'errore comparando 11decorso della natalità francese nel secolo XIX come l'hanno studiata tutti i demografi francesi e s(ranieri -:- ~evassaur Bertillon, Dumont, Cauderher, Goldstem, ec. ec. ~ La diminuizione era cominciata e conti· nuata badiamo, sen~a interru~ione alcuna, molli anni prima che venisse ammesso il divor~io. Pri~a del 1881 infatti, e precisamente nel quinquen010 1874-78~i trova che la natalità tedesca erg, di 40,t per 1000 abitanti, l'italiana di 3i, la britannica di 34,3, la francese di 25,8. Da quell'epoca in poi, come ha dimostrato il Cauderlier esaurientemente, la natalità di:òcende e spess<? rapida men te, in tutti i grandi Stati. Col meto~o. dei numeri-indici dando il valore di 100alla natahta del 1874 nel 1898 la troviamo a 90 in Germania, a 75 in Austria, a 94 in Italia, ad 83 in Inghilterra, ad 86 in Francia, L'errore viene dimostrato ancora più luminosamente dalla comparazione della natalità attuale tra gli Stati che hanno il divorzio. In Germania la troviamo a 361; in Sassonia a 41,8 (1887-91); in Francia a 22,3 Perèhé in Germania, in Russia. Gran Brettagna il divorzio non produce gli effetti che si attribuial divorzio ? Perché l'Italia e il Portogallo (1886-90) senza divorzio presentano una natalità tanto inferiore a quella della Sassonia, e special men te a quell~ altissima della Russia - di 48 per 1000 abitanti - che hanno il divorzio f Perché due contrade che fanno parte 'dello stesso Stato - l'Irlanda e l' Inghilterra - e sottoposte egualmente al divorzio devono avere una: - l'Irlanda - una natalità bassissima uguale alla Francese - circa 22,5 0100- l'altra - l'Inghilterra - assai più alta - 35,4 Owo - nello stesso periodo del 1887-91 ( Mas1r)? Perché nei quartieri ricchissimi di Parigi e di Berlino la nato.: Jità è bassissima e quasi uguale - 12,7 e 13,8 pe1 periodi 1885-97 per Parigi e 1894-96l?er Berlino - ed è invece assai più alla nei quartieri poverissimi -- rispettivamente: 29,3 e 39,3 - benché sottoposti alla stessa legge del divorzio? Attendo risp9sta - e temo di attenderla invano - da! Prof. Morselli. Altrettanto infondata, anzi più evidentemente erronea è l'accusa che si fa al divorzio di favorire la natalità illegittima. Il Prof. Morselli, con leggerezza imperd<?nabile in uno scienziato del suo valore, scrive: « Tutte le statistiche provano una diretta relazione fra il numero dei divorzi e quello delle nascite illegittime, indizio queste ultime di scar1 .
#JVJS1'A. fOPOLAkÈ bt PoUticA., lkt'Tb'RÈ k SCIENZE SOCIA.LJ sa moralità. Nelle provincie Prussiane, che stanno a capofila per la crescente proporzione dei divorzi, ad esempio nel Brandeburgo e nella Slesia, si vede una nascita illegittima per ogni 7-8 nascite legittirpe: per contrario nelle provincie dove l'istituzione del divorzio è poco utilizzata, per es. nella \Vestfalia e nelle Renane, vi è pure maggiore moralità: un solo nato illegittimo contro 25 o 26 legittimi. » In nome della statistica morale, senza uscire dal• J'ltalia, si può dnre una brutale smentita al Morselli. In Italia, senza divorzio, tra provincia e provincia si trovano differenze maggiori di quelle segnalate tra le provincie prussiane, t11tte sottoposte alla stessa leg~e. ma nelle quali differiscono per la frequenza dei divorzi - diversa frequenza che rispecchia la diversità delle condizioni sociali e dblle famiglie. Prenda il Morselli un volume sul movimento dello Stato eioile di qualunque anno e vi troverà - ad esempio nell'ultimo del 1900 - che nella provincia di Roma ~!'illegittimi fu!'ono il 21 Oto - più di 1 su 5 ! - nella Romagna 19 Ow e nella provincia di Perugia 13 Oro; invece in Lonibardia Jiscesero a 2,4 Oro e in Piemonte a 3.1. sbalorditivo addiritturà l'ardire del deputato Rom ero, che parlando nella Assemblea della Repubblica Argentina, si allarmò della possibilità di un aumento della natalità illegittima in se"'uito all'accettazione di una legge del divorzio. L'a1larme é davvero comico; e la comic:ità deriva dalle cifre che lo stesso deputato Romero addusse sulle nascite illegittime del proprio paese; media della Repubblica, 232 -par 1000 con questo crescendo ultra- rossiniano in alcune provincie: Catamarca 314, Iujui 361, Tucuman 363, La Rioja 377, San Luis 406, Santiago 425, San Juan 450, Salta 457, Corrientes 661 ! Via: non c'è eia nutrire timori di possibili aumenti col divorzio: senza il divorzio in ciascuna provincia la proporzione degli illegittimi è tale, che c'è da chiedersi se vi funziona l'istituto del matrimonio. . . . li punto di vista più interessante, elevato, sociale è quello relativo alla sorte dei figli dei divorziate. Non esiterei a respingere là. riforma se venisse dimostrato che col di.vo1•ziola condizione dei figli peggiora dal lato fisico, intellettuale, economico e moÌ·ale. Questo peggioramento clov1·ebbe imporsi non Cass,t e Coscienza. Caro mio, voi date meno sul peso. Ohi la gMte uon se n'accorge neppure! Ma questa è mancanza di coscienza, perché l!e ne accorge la mia cassa! Insegnamenti altrettanto chiari vengono dalla dinamica delle nascite illegittime. Tra il 1865-69 e il 1887-9_1 crebbero da 5,33 UJO a 7,30 in Italia, senza divorzio; crebbero in una proporzione minore da 7,60 a 8,41 in Francia col divorzio. Ma fu più o meno notevole la diminuizione nella grandissima maggioranza dei paesi con divorzio - Gran Brettagna, Prussia, Sassonia, Norvegia. Danimarca; crebbero soltanto nel Belgio e nella Svezia tra gli Stati a divorzio. La diminuzione fu colossale in Baviera: da 20,59 a 14,01 (Mayr). Attribuiremo il fenomeno all'azione benefica del divorzio 'l Oibò ! La diminuizione si deve all'abolizione delle inique leggi restrittive del matrimonio, che lo impedivano·a coloro che non fossero in possesso di determinati mezzi cli esistenza. La diminmzione seguì tanto immediata e rapida alle riforme che non ci può essere dubbio sul rapporto di causalità. Del Morselli, che non ha tenuto conto della eloquenza ammonitrice delle cifre, si può rlire, che quandoque bonus dormilat et divus 1101,ierus; ma e (Simplicissinws di Monaco) solo nello interesse sociale, ma anche sotto l'aspetto della giustizia; l'iniquità sarebbe flagrante nel fare portare la pena delle colpe e degli errori altrui a poveri esseri. che ebbero la disgrazia, senza la menoma loro responsabilità, di nascere da genitori capricciosi, frivoli o criminali. · Ma questo ch'è il punto più delicato e più interessante, è il meno chiarito dagli oppositori e dai fautori del divorzio perchè mancano statistiche precise in proposito. Quelle stesse che la statistica morale cr dà sugli illegittimi non sono· tra le più evidenti, benchè io mi sia dichiarato, in una al Lombt'.OSO,disposto ad ammettere una maggiore criminalità negli illegittimi. E i vagabondi, le prostitute, i delinquenti sembrano più numerosi tra ~li abbandonati e tra gli orfani di uno o di entrambi i genitori. Per analogia, quindi, si potrebbe ammettere che col divorzio oltre il suicidio e la pazzia tra i figli pot_rebbern ammettersi le. tre gravi. pi3:ghe soci::i.li: delinquenza, vagabondaggio e prostituzione . •
624 RIVISTA POPOI,A:RII DI POLITICA., LEITERE II SCIENZE SOCIA.li Ma, a parte, le precauzioni che :si POl1'0i1btJl'Clprendere per assicurare la sorte dei figli - la quale sara migliore col divorzio quando i genitori J1on li amano o non li curano, e che peggiora empre e dappertutto coi progressi della grande industria, che sottraela madre il.alla casa e dalle cure della famiglia e faun largo impiego di minorenni nelle officine con o senza divorzio - dei divorziati, si deve ricorrlare che se si vuole tener conto del danno probabile dei figli per le mancate cure di entrambi i genitori. si dev·esse1·e logici ed abolire l'istituto analogo a quello del divorzio 111 riguardo alla sorte dei figli: la separazione. Né il numero delle separazioni è scarso; le domande si aggi1•ano attorno alle 2000all'anno in Italia e sostituiscono il divorzio. Su tale proposito il Balestra, sin dal 1888 sostenendo nella (.;;i.mera dei Deputati dell'Argentina il suo progetto del divorzio, poneva questo confronto istruttivo: nel Belgio nel 1845 col divorzio c'erano 17 separazioni per 10000 matrimoni; in Francia sonza divorzio ce n'erano 27; nel 1881 nel Belgio arrivavano a i2 e in Francia a 117 ! Ancora: in ln~hiltel'l'a c'è il divo1•zio e rliv01·zi e separazioni arrivano ad 1,06 p.er 10000 coppie e a 2.0t ogni 1000 matrimoni. In Italia senza divorzio lo sole separazioni sono 1.5 ogni '10000coppie e :ì,4 ogni 1000 matrimoni. Meg-lio' anco1·a: iii lnµ·hilterra col divorzio diminuiscono: i delinquenti minorenni: in Italia senrn. divorzio aumentano. Con ciù non intendo affatto asserire che il divorzio sia la cau a dellit diminuizione dei delinquènti minorenni. li Bar1·oetavena poi nell ultima discussione della stessa Assemblea legislativa Argentina, a rassicurare coloro che temevano della sorte dei figli con un secondo matrimonio del genitore dh·orziato, si domandava: perché non allarmarsi di 120,000 ,·edovi all'anno che passano a seconde noz1.e in Francia e preoccupiirsi soltanto della cifra molto minore dei divorziati, che si rimaritano? Sotto questo interessantissimo aspetto della sorte dei figli, adunque, si può conchiudere che se essa deve pesare sull'animo del legislatore. questo de,·e essere logico ed abolire l'istituto della separazione, completando la riforma colla proibizione delle seconde nozze dei vedovi con i flgli. • .. E vengo finalmente alla donna, che è statn l'og- ~etto di particolari attenzioni nelle discussioni sul divorzio in Italia e altrove. Si é disposti ad ammeLl,ere che nella societ:"t presente e nel matrimonio male assortito la vittima sia più frequentemente la donna; il divorzio quindi dovrebbe andare a benefizio della donna. L'ipotesi trova conforto nel dato sulle domande di divorzio. Negli Stati Uniti quasi due terzi dei divorzi sono domandati dalla moglie colla seguente percentuale di motivi: 40,15 010 per abbandono; 21/t5 pe1· adulterio; 16,35 per maltrattamenti (eruelt_11); 4,'tO per 11bbriachezza ecc. (Mayo-Sm.ith). Ma per gli Stati Uniti si obbietterà che questa prevalenza delle donne nelle domande di divorzio é artificiosa, e vien data dalle false mogli. cli cui ci . iamo intrattenuti precedentemente. Ebbene tale prevalenza viene ammessa per la Francia dal Padilla avversario del <livorzio; se le rlonne che intentavano l'azione non erano 1'80010 quante il Bertillon diceva che fossero quelle che invocavano l'istituto della separazione, arrivavano, però, al 58 010col divorzio: cifra che differisce di poco da quelle riportate dal MayoSmith per gli Stati Uniti. li divorzio sarebbe quindi una liberazione più per la donna che per l'uomo. Ma qual sorte attende la donna dopo il divorzio? Statisticamente un elemento solo della sua sorte é stato studiato; ma non senza contraddizione: quello <lella probabilità di rimaritarsi. Si sapeva che le vedove si rimaritano più difficilmente dei vedovi; era da imma~inarsi facilmente, perciò, che non dovesse crescere ta proporzione delle divorliate che ritrovano marito. E così dicono alcune statistiche. Pel Carroll Wright ne~li Stati Uniti (18!!0) sopra 100 divor- ,dati che non s1 erano rimadtati c'erano 59 donne o 41 uomini. In Francia nel 1896 c'erano 25536 uomini divorziati òor1 riammogliati, e ::;32:18donne -divorziate non rimal'ilate (J->adilta). La minore mo1·talità Jelle donne in certi gruppi di età pel'turba i CJ.lcoli; perciò sal'anno da tenere in maggiore considerazione le tavole di Be1·tillon (padre) o di i\la_n in cui si calcola per l'Olanrla e pel' la Svizzera quanti si maritano in un anno nei vari gl'llppi di età, tra le nubili, le vedove e le divorziale. I 1·isultati della l'Ìcerca - per o-li anni ·18.}5-6I per l'Olanda; pe1· il 1870-82 per la Svizzera secondo Bel'tillo11 e pel 1876-90 secondo ;\layr - so1·- prendono: poiché in molti gruppi di età, specialmente nei più avanzati, (ci si deve seorgere l'influenza della dote?) rh 35 a11ni in pni in OJauda e da 24 anni i11poi in lsviZ1.era - il numero delle divorz•a te ehe 1·iprandono mari lo è superiore non solo a quello rlelle vedoYe, ma anche a quello delle nuhili. Se la, sorte della donna che divorzia p~ggiorasse; se il poggioramento si dovesse misurare da.Ila magiriol'e o minore probabilità di riprendere m,trito .:.... date le cifre suesposte si dovrebbe concludere che e:;sa ~11adag1rn e non perde col divorzio. Se le cifre fossero clivc1·se e rlimost1·assero che le don no più cl iflìcilmon te si rimaritano, sarehhe il caso di dir trwo che esse hanno aYuto quello che si meritano. e lo stato cli artiticinle Yeclovnnza é uno ·stato di puni zinne non lo av1·ehbe1·0 ben meritate le donne. che volontariamente se lo procurnrono chiedendo in maggior nume1·0 degli uomini il divorzio t E di fronte a questi risultati io non arrivo da,·- vel'O a comprenrlere queste. parole del Morselli : « \'ella cosidecta quistione della donna a me pare che si sia sempre dimenticato un aspct.lo particolare dell'unione sessuale fra i popoli inferioJ'i·i e<l (· questo che alla donna non fu quasi mai dato i mezzo di elevarsi mediante l'aLtivita. spontanea individuale. In altri termini, alle donne non si concesse. e ne1,!rnre ora si concede, il ,,;ommo vantaggio del.: l'individualismo in azione: essa fu sempre ed è tuttora un;i, dipendenza dell'uomo». Ora dicano gl'imparziali in che, come e quant0 il divorzio può diminuire la indipendenza della donn:1 e la sua altivita spontanea individuale. A me sembt·a inveco <'he tale istituto l'aumentA; e consido,·evolmente . • . . E vengo alla conclusione di questa esposi,done critica cli fatti, lontana da preconcetti sentimentali. politici e religiosi - e quelli rrligiosi nemmeno il sen3-:tore Fogaizaro vuole farli intervenire nel dibatt110. È il l\lorselli,che é il campione del matrimonio indissolubile di cui bisogna preoccuparsi, perrhè parla in nome della sociologia e della scienrn po itiva, combatte il divol'zio in nome della teo1·ia della evoluzione. riferendosi spesso al suo grande sistematore, ad HelJcrt Spencor; e in nome della teoria della evoluzione respinge il divorzio come una riforma non progressiva, ma inoolutioa o meglio regressiva. L'as!'unto dimostra costruendo una scala della gerarchia dei popoli secondo la loro forma di relazione sessuale; la quale gli darebbe la prova etnogrnfìca che i popoli nella più bas. a geral'chia sociale hanno le unioni più instabill, e che quelli più elevati le hanno più stabili. Col divorzio, quindi, egli crede che si tornerebbe indietro alla primissima barbarie. Non mi intratterrò della giusta obbiezione che gia gli fu mossa sulla distinzione tra progresso formale e sostanziale e sul progresso sostanziale ch'è accompagnato talora da un re~1·esso nella forma. Si invocò in p1·oposito l'autorita di Dramard, e si può a,~giungere quella di Vanderwelde, di De Greef e di aftri che giustificaI;ono sempre più la teoria dei corsi e ricorsi di Vko. E volendo stare alle forme soltanto, come si potrebbe dire quando c'é progresso o regresso, se repubblica e monarchia, proprietà individuale e collettiva ec. si succedono nella storia e si riscontrano ora tra i barbari ed ora tra i civili ed a seconda degli interessi o dei pregiudizi vengono giudicate un alto ideale di progresso o un detestabile regresso? Ma c'è di più contro il Morselli.,Egli invoca talora rautorità di Spencer ed esalta la monogamia. Ma clii ... .
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