.. 612 RIVISTA POPOU ..RE Dl POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI dog~n.ale che produrrà un aumento di prezzi ancora ma~g1ore. · D1 fronte però all'attitudine vergo()'nosa del 0'0verno e della stampa reazionaria, e al cinismo degli agrari, le proteste scoppiano violente in Germania e non p~ssa giorno. in cui un consiglio municipale non voti una moz10ne contro l'usura sulla carne (Fleischwucher). Il più spesso sono i socialisti che prendono l'iniziativa. In tutta la Germania numerosi comizi hanno avuto luogo - in una sera ve ne furono 17 a Berlino - e non. v'é stato congresso in cui questa situazione non sia stata discussa. Queste .mozioni, questi voti non sono stati vani perché i ministeri del Baden, della Bavarese dell'Hesse hanno ,deciso di aprire delle inchieste per rimediare a questa pericolosa situazione, e 'la questione é stata posta all'ordine del giorno del Reichstag ed ha già dato luogo ad una scaramuccia tra il deputato socialista :Stadlhagen e il rappresentante del governo nella commissione delle tariffe do1pnali. La democrazia sociale combatte fieramente I progetti del governo e degli agrari, senza fidarsi troppo dei suoi alleati liberali; e la impossibilità di mantenere ancora la situazione aituale le. assicurerà la vittoria su gli sfruttatori. ·(Mouvement socialiste - 9 Novembre).: • • M.: La fine del collettivismo? - Sono pochi anni che in Italia il socialismo era o appariva una grande famiglia intellettuale, unita da un fede sicura e operosa nelle dottrine di Carlo Marx, pochi anni sono passati, e le tesi di Marx sono minate dalla critica: e il collettivismo se ne va insieme con esse. Con Bernstein, Sorel, Millerand, Jaurés, Turati il socialismo, dottrÌna e pa:rtito, rientrava nella più vasta circolazione della vita e del pensiero moderno, prendeva atto dei colpi portati dalla critica al plusvalore ed al filo ,conduttore marxista della storia, mostrava come fossero operose nel suo seno tutte le varie tendenze che dividono il resto degli studiosi e degli uomini d'azione. Ciò non vuol dire che cinquanta anni di marxismo e di collettivismo sieno passati invano: il Manifesto del partito comunista e il primo volume del Capitale, frutto anche essi d'una meravigliosa elabor~zione d'idee, sono staj,i il lievito di altre possenti maturazioni di pensiero e di attività sociale, hanno obliterato molti vecchi abiti mentali, frugato più addentro nelta storia dell'umanità, aperto altre vie: ipotesi geniali, come altre note sorelle loro, raccolsero in un {ascio lun\inoso la sparsa luce della s_cienza e deJle aspirazioni sociali, ed irradiarono per largo tratto la via dell'avvenire. · • TI collettivismo in particolar modo giovò gradatamente a dare alle confuse aspirazioni e tendenze del proletariato risvegliantesi una forma concreta. Ma il collettivismo, ripetiamo, oramai e stato. Lo indebolimento delle basi sulle quali riposava la critica della possibilità, astratta d'un re~ime collettivista, e soprattutto il crogiuolo della esperienza pratica, la smentita recisa e formale che i fatti infliggono all'affermazione d'un processo immanente della società capitalistica verso la collettivizzazione dei mezzi di produzione, hanno introdotto n.egli ani- , mi la persuasione della inutilità d'un sistema che, idealmente e praticamente, cessa di apparire come una anticipazione di ciò che deve essere e che quindi va divenendo. Nella società e nella economia contemporanea é evidente il aiffondersi rapido di forme collettive di produzione: l'associazione produttiva si sostituisce rapidamente alla individuale, in molti campi di attività e in parte anche in quello che sembrava inesorabilmente riservato alla libertà individuale, nel capitalismo industriale: e la cooperazione, intesa nel i,enso ovvio e più stretto, che pure ha avuto un così rapido sviluppo, non occupa forse la parte più importante. L'organizzazione di classe e lo Stato , • provvedono ormai in buone parte ad una funzione sussidiaria al lavoro economico, l'assicurazione contro i rischi del lavoro e della industria, contro la invalidità e la vecchiaia. Ogni giol'Ilo nuovi mezzi di produzione, implicanti o no di natura loro una specie di monopolio, passano allo Stato o ai Comun1. In mano dello Stato sono, od accennano a pas- • • sare, in un periodo di tempo più o meno breve, le poste, il telegrafo, le strade ferrate, parecchie forme di assicurazione, e un dominio sempre più vasto di terreni sperimentali, cli semenzai, di musei eommerciali, le scuole, un numero sempre maggiore di opere pubbliche. In mano dei Comuni o alle dipendenze di essi l'acqua, la luce, la beneficenzA. con i suoi enormi possessi, le tranvie, uffici del lavoro, assicurazioni, mezzi di traspo1-to intercomunali, scuole commerciali, case operaie: e la municipalizzazione, per i grandi e per i piccoli Comuni, é applicata quasi ogni giorno a nuovi rami di attività e d'iniziativa d'interesse generale Se non che, tutto questo non prova a vantag 0-io del collettivismo; anzi lo elide e lo elimina, poiché: a) men tre tale pro~ressiva socialitzazione rientra benissimo nel quaaro di altre dottrine e di altre previsioni storiche; b) contemporaneamente molti altri fatti avvengono, indizio della azione nulla, mai diminuita e talora cresce11te di forze e tendenze che sono in perfetta ant_itesi col _co\lettivis_mo; e) e pe~ l'una e per l'altra via la societa va risanando dai· mali nei quali questo trovava la sua ragione di essere. Questa progressiva sostituzione di associazioni a individui isolati é favorita e promossa da per::.one le• qt,ali nop credono al collettivismo, anzi lo avversano vìo-orosamente in nome di un programma di pace e di ~iustizia sociale, senza per questo trattenere la società sul declivio d'una parziale collettivazione della proprietà privata e delle funzioni individuali della produzione, affrettandola anzi sulla facile via. Né é a dire_ che essi s'ingannino e che coli profonda abilità i socialisti accettino collaboratori o si offrano 'essi stessi ausiliari alla classe borghese ed ai nemici ·del collettivismo in questo lavoro di graduale socializzazione: poiché esso è anzi rivolto a raggiuncrere risultati ben differenti da quelli vaghe<Y-. giati daf col1ettivismo: sicché i più tenaci fautori di questo si spaventano invece dei sempre più frequenti contatti dei loro colleghi con altri partiti, ed osservano a ragione come, se la società moderna fa sempre più buon viso ai socialisti, ciò avviene perché l'attuazione del programma minimo é a scapito del programma massimo di questi, e la minaccia di uha espropriazione violenta o «legale» dei proprietari dei mezzi di produzione apparisce ogni giorno più lontana e meno paurosa. In Francia il Millerand, nel suo programma di Sain t-Mandé, preconizzava il passaggio graduale e pacifico della società borghese alla collettivistica. Qualche anno più tardi egli ha ,wuto la fortuna di essere ministro: ebbene, dopo l'esperimento, le forze del socialismo non sono certo aumentate: ed oggi, mentre la borghesia francese vedrebbe senza timore il Millerand risalire al Governo, il partito socialista dichiara di non aver nulla guada~nato dall'opera positiva del ministro socialista. L esperimento, a parer nostro, é d'importanza decisiva: esso mostra che la riforma sociale ha rotto l'involucro del sistema collettivista per penetrare e avvivare tutte le tendenze della società con temporanea. E ciò é perché il processo che abbiamo sopra notato avviene sul margine del terreno riserbato alle tendenze individualistiche verso la proprietà privata, e non minaccia in alcun modo il permanere e lo sviluppo di questa: spesso anzi esso le diviene amico ed aumenta, anziché diminuire, il numero dei proprietari. Infatti, se si osservano le forme più spiccate di produzione collettiva: o hanno luogo nella produ- ,;ione di servigi prima o per nulla o meno sentiti, o tendono a sopprimere determinate funzioni d'intermediarii e di parassiti, semplificando il meccanismo degli scambi e della distrihuzione - o trovano nel loro stesso sviluppo un correttivo; e se talora applicano nuove invenzioni che rendono antieconomica e quindi impossibile la produzione privata di certi beni, per converso mirano a riabilitare la produzione a domicilio od in piccoli opifici. In molti casi poi, vien socializzata la produzione, ma non la proprietà, la quale anzi si avvantaggia di questi progressi. Nelle cooperative la produzione é comune, ma i singoli, per mezzo delle loro azioni, sono pro..,
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