590 RIVISTA POPOLARE Di POLITICA, LET'l'E]t.E E SCIENZE SOCIALI Per le alleanze. italiane. Ai noi;.tri amici del " Secolo ,, - Un articolo de!I'.on. Colaianni pu?bli_cato nella Z1dt di Vienna sulla Po/dica della corte italiana, è slalo teleo-rafalo ai più importanti giornali della nostra penisola, i gui corrispondenti ha_nno a11giunto che h~ prodotto viva impressione e suscitato svar1at1 com~ent1. I nostri cari amici del Secolo al telt-gramrna da Vienna han~o aggiunto questa nota: « E' una fissazione dell'amico Colaianni quella di ere dere che l'ltaha abbia ingoiato volentieri la rinnovazione della Triplice. Tre mesi sono abb\amo ribattuto questa sua opinione in un ai-L1colo.apposito, perché n_on_v1 sono ragioni uè morali nè fiuanz1ar1e, né commerc_1ah, n~ politiche che valgano ad appagarla. Inoltre s1 d1ment1ca 11 principio della democrazia, sancito dal Patto d_1 R0ma, ché vuole l'amicizia dell'Italia con tutte le riaz1om, ma alleanze con nessuna, perchè quesl~ importano obblighi e legami che inceppano l'indipendenza_ d~l nostro paese e gl'impediscono di esercitare la. sua m1ss1~n~ pacifica >. « Il Secolo inollre, nel combattere la Triplice, ha per compagni i giornali democrat:ci a repubblicani ». (Nota della dir.) "!:Dopo quanto abbiamo più volte detto qui stesso i"ull'argome11to dovrebbe sembrare superflua qualun- •1ue altra spiegazione; pure a diradare qualunque equivoco vogliamo. più nettamente e sinteticamente espo1·re ·il nostro pensiero. . . 1° La Triplice di oggi non è più quella dei tempi cii Crispi; e il giudi_zio nosti:o più che con fatti ~ da LI di casa nost,·a possiamo suffragarlo co_nquelh tratti dalla Francia che costituiscono una vera pietra d1 pa1·agone: ivi nel :nondo ufficiale e nel partito democratico più avanzato. come risulta dagli articoli di Jean lau1·ès e d_1 Gerault-Richard nella Petite repub!ique 1 _ non suscita p1u la ripug11anza e le apprensioni. di una volta. L~ coi:nb_attono colla stessa antica energia - retlonca, 111tend1amoci bene - i nazionalisti antidreyfusiani, più per rao-ioni di politica interna 1·eazionaria che colla speranza ~eramente sentita di arrivare alle recanche. . . 2° La Triplice prima che si formasse la Duplice costituiva una 11,inaccia perenne contro la Francia e doveva da noi essere combattuta, perché un'aggres1Hone contro la vicina 1·epubbliéa sarebbe stata non solo _una scell_eratezza rr,a and1'" un danno della democrazia ed ui: _irreparabile iattura delle nazio11i a civiltà latin11. Oggi rnvece Io sfasciamento della Triplice potrdbbe riuscire ad un incoraggiamento alla Duplice, e segnerebbe la rottura dello eriuilibrio europeo. . . 3° L'attuale regime di pace _armata c1 sembra. disastroso ed esauriente; fu denunciato da tempo e p1u d_irecente dal miliarda1'io Carnegie_ com~ il faltore pi:ec1puo della nostra inferiorità economica d1 fronte agh Stati Uniti; ma lo riteniamo sempre meno pericoloso e meno esiziale di una grande gu~rra. eur_opea, nella quale, _nolenti o volenti, saremmo 1mphcat1. Se ce ne astenessuno il vincitore probabilmente ci farebbe pagare buona parte delle spese, e l'assenza di scrupoli che hanno most,·a_to da poco tutti gli stati europei -:- _e sop1·_atutto l'~ngh!lterra - insegnano che la ripetizione d1 Campoformio, sebbene non facile come ai temr,i del Bonapa_i-te, per_ch~ si dovrebbero fare i conti con una nazione di 33 milwm di abitanti, non sar<'bbe, però, impossibile. 4• Riteniamo la Triplice utile _in questo momento storico come garanzia di pace. 9diamo la gue_rra non solo per i noti motivi sentimentali ed economici, ma anche, perché, c1·ediamo sinceramente che_ l_ag_uerra c1 ~ondurrebbe ad una recrudescenza del m1hlan::ano e farebbe gl'interessi di chi con tut.ti i ·conti _e duchi asp_ira all~ gloria militare, diminui_ta se non d1s~ruLta dai ricordi d1 Custoza e di Abba Carima. La hberta e lçi svilu~po ~ella democrazia invece ne riceverebbero un colpo fo~'m1dabile, ad evitare il quale Sllrebbe _quasi desiderabile un disastro nazionale un Sedan italiano, con tutte le. sue conseguenze politi~he interne : d_esiderio da cui rifuggiamo con orrore perché n_o1aspiriamo ad una repubbliça, che sia il prodotto d1 una tiana evoluz1one e non di una sventura del paese. . . 5° Colla Triplice in Italia è stato po_ss1bile un . mutamento della politica interna in seuso liberale; ~01 spe:- riamo che esso continuerà - se la '1emocrazi_a sapr~ perseverare nella via battuta sinora - _e che s1 prepari pacificamente ad un aggruppamento diverso delle al · leanze europee, che sarà utile e proficuo nel senso vagheggiato da no\ e dagli amici del Seco!o solo qu~ndo la COtiCienza nazionale v1 sarà consenz1enle. E siamo avviati verso questo ideale col riavvicmamento colla Francia, che vorremmo completato con quello della Spagna e che si re_nderehbe più formidabile colla fo,·mazion~ di una Lega dei neutri, che rapprese1~terebbe, dalle Alpi all'estrema Scandinavia, un efficacissimo cuscinetto ti·a i maggiori stati che più facilmente potrebbero venire a conflitto. E il trionfo dell'ideale nosLro verrà affrettato dalla trasformazione dei nostri ordinamenti militari che aumenterebbe la nostra forza difensiva too-Jiendo all'esercito l'unpronta e lo spit·ito aggressivi. ~erciò plaudiamo di gran cuore al disegno di legge prepa1·ato dall'on. Ciccotti e pubblicato dall'Aoanti I che mi1·a a ridur- ,.., Je spese militari e a dare all'esercito la base territori;,le, che rappresenta il massimo di forza difensiva e il minimo di pericolo per le p, bbliche libertà. 6° Infine, nella Triplice più che la ga1·anzrn della Germania noi cerchiamo una garauzia per la esistenza dell'i111pero austro-ungarico, che ci sembra indispensabile al benessere dello Stato italiano come freno diremn10 quasi auLornatico, ai due pericoli che ci si affacciano minacciosi nell'Adnatico del pangermanismo e del panslavismo. E' un di più aggiungere che noi non siamo amici dell'Austria-Ungheria qual'è ò1·a; ma che desideriamo uno Stato federale in cui l'elemento italiano dell'lst1·ia, di Trieste e del Trent1110 sia pienamente rispettato e trattato alla pari degli slavi, dai magiari e !1ei tedeschi, possa svolgervisi liberamente ed eser-citarv1 la sua missioue di civiltà. Detto ciò agli amici del Secolo dobbiamo ricordare due cose. 1° Se abbiamo nominato solo ii Secolo tra i giornali che osteggiano la Triplice egli è che crediamo che ti·a i giomali democrat1c1 sia 11solo la1·gamente conosciuto all'estero. Non è esatto poi che la democrazia sia conco1·de nelle vedute del giornale di Milano. E l'A oanti! 11011rappresenta una corre(1te _di pubbli~a opi: nione, che vale quanto quella di tu'.t1 _gli altri gwrnah derno,·ratici riuniti insieu1e 1 2° Non ci attendevamo dal Secolo una condanni! in nome del Patto di Roma, questa condanna è in contradizione con quello sperimentalismo politico che tiene conto delle 1·ealtà e delle conti11genze del momento. Molto c'é aucora di _buono nel Patto di Roma, ma noi 11011possiamo e dobbiamo conside1·ado come le colonne d'Ercole della democrazia. ... Socialismo e clei•icalìsmo. - Abbiamo letto colla più viva allenzione e con nost1·a vera_ s?ddisfazione le prime risposte cne .Le !11ouoement_5_ociat_iste (1° No,vembre) ha pubblicato sull' rnchiesta rnmata rnto:no aliantictericatismo e al sociali;rn0. Ad eccezione d1 quella de! depull!tO Vaillant impregnata di giacobinismo e che s1 spiega colla lotta del dreyjusismo, le alt, e concordano colle idee, che abbiamo sewprn svolte e che hanno suscitato lo scandalo di alcuni sciocchi mangiapreti. Von Vollmar, deputato al Reichstag tedesco, ha ricordato che da venticinque anni il ·partito socialista tedesco ha riconosciuto che la religione è u~ affare _priva~o ~ che non intende combatte1·e colla vwleuza 1 cler1cah. All'uopo egli riproduce una parte del di_s,·orso pronu~- ziato nel!' ultimo congresso socialista di Monaco m risposta al vVelker, un soci1,lista pretofobo. Jules Destrée l'eminente nosti·o collaboratore, e che appa1·tiene al gruppo parlamentHre socialistH ·del Belgi<?, non è meno esplicito. E"'!i ritiene essere un errore pericoloso la tendenza mal'l~ata che c'è in questo moment~ a creder-e nell'unione fatale del socialismo e dell'ant1clericalismo ... Con ciò il valoroso deputato di Chai-ler<?i non crede che si debba rinunziare Hl!a propagrnda anticlericale, perché l'emancipazione filosofica facilita quella economica. « Ma non la si otterrà che colla dolcezza, la tolleranza, il rispetto vero di ogni convinzione sincerai coll'esempio di un ideale più largo e m1ghore. Non e coi paroloni che bisogna interrompere La oecchta canzone della miseria umana. >> E infine ci piace dare la chiusa della risposta di ~milio Vandervelde, il capo autorevole del s~c1ahsm~ belga, che viene, dopo una motivala adesione atla·talt1c~ del socialismo tedesco, riconfermata nel Congresso di Monaco. « La lotta fra il socialismo e la Chiesa è inevitabile, dice il Vandervelde. La qui~tione _sta ~el_ s~pere quali sono, in questa lotta, le armi che I socialisti, che sono ..
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