RIVISTA POPOLARE DI POL!TICA, LEITERE E SCIT?NZE SOCJALT 603 in solidità di opère d'al'te ove pulsa l'anima saracina e greca e normanna d'Italia. . J<~uor·del mondo delle cose belle antiche e vec- • chie la Sicilia esercita sul• vostro spirito l'azione dell'inaudito. Della grande isola leggevamo sol-, tanto - in continente - le notizie ros·se e gli avvenimenti oscuri. Ci pareva innegabile il fenomeno di un popolo così numericamente importante e così socia! mepte di fl'eren;dato, che stesse . chiamerà lo zoppo o lo storto o il monco o il gobbo o il piccolo. La Sicilia ce l'hanno fatta chiamare rna(losa. E non c'è stato verso; questo· titolo la ha perseguitata e bollata nell'opinione pubblica continentale, in maniera tale che della' Sicilia - 'mi gela il ripensarlo e m'inasprisce il coraggio che ho di scriverlo - l'Italia intiera, ratta una eccezione limitatissima, aonosce la mafia . .r Un re felice. • • - Cleo mio, lirmlmenle SùUO libero, e ti posso offrire la mia vedoranza. tuttodi a tendere insidie assembrato in tetri ambienti criminali a preparare opere di mafia .. \ccadeva nel nostro gpirito a riguardo della Sicilia quello che accade demopsichicamente a riguardo Ji un uomo anche grande, anch•tl potente, anche celebre in un modo qualsiasi. Se egli avrà un diretto visibile, il mondo.:_lo definirà dal difetto. Lo (Wlùll'C lacol., di Stullgart). Nella storia della n1orale pubblica italiana è questo il pregiudizio più grave e più scandaloso. Se v'è stato in realtà nell'ultimo venticinquennio un quasi raffreddamento dell'Isola che pensa e che studia verso una grande parte del pubblicismo italiano - 11 fatto doloroso è giustificato. Non è lecito, è criminoso derivare da uri carat 1 • •
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