l ) , RIVISTPAOPOLARE DI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI Direttore: D.r NAPOLEONE COLAJANNI (Deputato al ParlamenLo) Esce In Roma il I 5 e il 30 d ogni mese ITALI A : anno lire 6 ; semestre lire 3,50 - EST ERO : anno lire 8 ; semestre lire 4,50. Un nUJnero separato Cent. 30 e»- Amministrazione : Via Campo Marzio N. 43. ROMA <-<-- AnnoVIII. - N. 22 Abbona:rnento postale Roma,30 Novembre1902 SO]'\(C~ARIO: Noi: Gli avvenimenti e gli uomini: (Scandali e corruzione su tutta la linea. - Per le alleanze ita• liane. Ai nostri amici del « Secolo "· - Socialismo e clericalismo. - Per un re che non meritava l'onore di un attentato anarchico. - Gl'italiani devono fare concorrenza ai negri del!' Africa del Sud? - Confronti: liste civii di Re e di Presidenti. - Il socialismo municipale. Accuse e difese). - Lo Zotico: Sempre la questione meridiolnalc. - On. Dott. Napoleone Colajanni: li movimento agrario in Italia. - Roosevelt e Menenio Agrippa (Zeit d1 Vienna). - Paolo Orauo: La Sicilia (Impressione sintetìca). - Artux•o 1,aL,riola·: Dal collettivismo alla libertà economica (Sul concetto di « socializzazione del processo economico »). - Antonio i\1a1•1•as: La questione sarda. - Siculus: Le nostre colonie (Tunisi). - Rivistadelle Riviste: La questione del lavoro nel!'Africa del Sud (Nineteenth Centttry). - L'assicurazione contro l'impotenza àl lavoro e la vecchiaia (Revue des Deux ;M;ondes). - La mancanza della carne in Germania (Mouvemenl Socialiste). - La fine del collettivismo? (Cultura Sociale). - Dal Mediterraneo alle Indie (Revue des Revues). - Il maestro di scuola nel!'Asia (.American Montbly Revieiu of Reviews). - Il malgoverno dell'Irlanda (Review of Reviews). - Gli ebrei in Rumenia (Nort/J .American Review). - I segni dell'alba che comincia. La casa pei lavoratori (Review of Reviews). - Recensioni. - Illustrazioninel testo. GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI Scandali e c:'orruzione su tutta la linea. - Ar.- tonio Pelleg!'ini, lo ;;p1rito bizzano che tuLLi conoscono erl 11mmirano. spaci11lmente nel paese di Montecito,·io, nel dicembre dello scorso anno ad un deputato che aveva mostrato che se nel!' Italia meridionale e insulare prevale la delinquenza barbara e violenta a danno dei privati, in quel111settentrionale signoreggia la delinquenza cioile II base di frorle, che spesso non figura nelle manife;;Lazioni stAListiche, P che si esercita a danno del pubblico e che non di rado assicura uno stallo in Senato 0 un; villa sul Lago Maggiore anzil"hé IA g11ler11,diceva: tu hai eloquentemente e artisticamente dimostrato che in Italia. al nord qnant() al sud. siamo tutti _can:aglie! In questi giorni chi scorre la ci-onaca g1ud1z1ar1a dei giornali poliLici sarebbe di~posto a trovare sLreUamente corri~pond"nte àlla verità_ 11 paradosso del caustico deputa Lo di Genova : a Tonno con un processo s1 cerca chiudere - m11lamente e insufficientemente, secondo la più autorevole stampa locale - lo scandalo del Banco Sconto f' SPte; a Bolog-na s'istruisce il processo per lo asssassinio del Conte Bonm11rtini, la cui scelleratezza è forse m11ggiore di quella àello a~sassinio Nota_rba1:tolo; a Roma si tratta la cau~a Ronch1, in cu1 sono 111 g,uoco parecchi milioni dello Sta Lo e _la reputazione ~i qualche depuLato e di qualchfl alto funz1onar10; a Naroh s1 svolge il procPsso Casale-SummonLe, che meUe alla gogna una banda che sino a poco tempo fa ebbe la protezione dei ministri itnli11ni; a Mes~in11, infine, aUorno ad una rappresPnt11nLe degpner11ta dell'~r_istocrazia _e della g~ande proprieLà, 111marchesa Cass1bile, s1 liquidano preti, avvocati e... magi stra ti (1). La liquida,.ione più pPricolos11 e più dolorosa è quella dei ma00 istrati, che a quakhe ingenuo in1·eca soq,resa, ma no..;' a noi, che l'abbiamo denunziala da molli ~nm e che ci indusse a rievocare qualche buon nome della magistraLura ... borbonica a rampogna della magisLraLura ... sabauda. r,,_ que~La l_iquidazione. di magisL_rati, c'è, però, qualche co-sa di speciale alla S1c1ha, che s1 apprese dalla corag- (1) Tra gli avvocati. oltre quelli che stanno sullo scanno degli accusali. il più liquidato è un Lorenzo Maggio che la fece da bravaccio e da agente provocatore nel processo Pal'zzolo e che tentò di continuare la sua parte correndo a Messina a sfidare l'on. Alfobelli. Questi rifiutossi a lavare con l'acqua lustrale di una partita cavalleresca chi si sapeva macchiato da tante lordure. E fece bene. giosa depo;;izione del Bensaia, ispettore del Dazio di consumo in Messina e che VP1111iengenuamente confermata dal giudice Calcate,-ra in Bologna; e la specialita sta i11 in questo: a Messina magistrati e funzionari non pagano dazio cli consumo!. .. Non vogliamo commentare la 1·ivelazione con parole nostre e ci prnce, invece, riprodur,·e dalla Tribuna, l'autorevole giornale ufficioso, quesLo melanconico Lrafiletto: .. La confessione del giudice di Bologna è cosa assa.i grave che ci f~ meditare melanconicamente sul modo co11 cui sono traLtate alcune p1·ovincie ilali8ne. Ma come? i giudici sono eleUi e pagati per fare rispettare la legge e per inculcare ch'essa e ugual.e per lutti; e poi essi accella110 di quesLi priv\le;.ù e ?i _queste par_zialiLà contro la legge? Gli ammunstratori, 1 funzwnan sono messi a tutela del la buona amministrazione, ed essi pei primi dà11no esempio di disordme e di favoregiiamenLo f Oh che ci sono in !Lalia degli interi comuni calcolati come paesi di conquista, su cui i pubblici magisl1·aLi percepiscono taglie e balzelli per sé'? Noi invochianw che si vada severameute avanti in queste indagini e si colpisca senza pietà; perché_ è ora di elevare un po' meglio il concetto della eguaglianza e della morale pubblica. » Che ne dice !'on. Balenzano che si è scandaliziato di un accenno a trattamento speciale di alcune regioni, quasi fossero un'Irlanda iLahaua r E lo1·niamo donde siamo par-Liti. Gli italiani so110 davvero tulle canMg·ie, come proclamava paradossalmente il Pellegrinir Questa conclusione sa,·ebbe degna del guasc.one rlel sociatis,110; e i:1 og111 modo gua,·dando a ciò che di peggio avviene in Germauia, in Russia, in Francia, 1n Inghilterra, ne~li SLati Unili• si dovrebbe riconoscere che ·1ullo il monao è popolaLr da canaglie ... La conclusione nostra è diver5a e più otLimista. Que, ste canaglie sono una minoranza in conLinua diminuzione se intorno ad esse il rumore è maggiore che pel passato, ciò si deve in gran parte 1:11i1n'tensiLà maggiore della vita moderna. alla maggiore facilità dell'accusa, alla maggiore libertà di discussione. · In llalia, però, c'è una intera colletLività, che dovrebbe richiamare l'atlcnzion'l del governo e del paese: la magisLratura. D1:1llaputred111e sua crediamo che d.irivino molte corruzioni e molti scandali che allarmano e indignano i buoni. Si dice che ne sia convintoanch il Mininistro di grazia e giustizia ... Saprà provvedere?!
590 RIVISTA POPOLARE Di POLITICA, LET'l'E]t.E E SCIENZE SOCIALI Per le alleanze. italiane. Ai noi;.tri amici del " Secolo ,, - Un articolo de!I'.on. Colaianni pu?bli_cato nella Z1dt di Vienna sulla Po/dica della corte italiana, è slalo teleo-rafalo ai più importanti giornali della nostra penisola, i gui corrispondenti ha_nno a11giunto che h~ prodotto viva impressione e suscitato svar1at1 com~ent1. I nostri cari amici del Secolo al telt-gramrna da Vienna han~o aggiunto questa nota: « E' una fissazione dell'amico Colaianni quella di ere dere che l'ltaha abbia ingoiato volentieri la rinnovazione della Triplice. Tre mesi sono abb\amo ribattuto questa sua opinione in un ai-L1colo.apposito, perché n_on_v1 sono ragioni uè morali nè fiuanz1ar1e, né commerc_1ah, n~ politiche che valgano ad appagarla. Inoltre s1 d1ment1ca 11 principio della democrazia, sancito dal Patto d_1 R0ma, ché vuole l'amicizia dell'Italia con tutte le riaz1om, ma alleanze con nessuna, perchè quesl~ importano obblighi e legami che inceppano l'indipendenza_ d~l nostro paese e gl'impediscono di esercitare la. sua m1ss1~n~ pacifica >. « Il Secolo inollre, nel combattere la Triplice, ha per compagni i giornali democrat:ci a repubblicani ». (Nota della dir.) "!:Dopo quanto abbiamo più volte detto qui stesso i"ull'argome11to dovrebbe sembrare superflua qualun- •1ue altra spiegazione; pure a diradare qualunque equivoco vogliamo. più nettamente e sinteticamente espo1·re ·il nostro pensiero. . . 1° La Triplice di oggi non è più quella dei tempi cii Crispi; e il giudi_zio nosti:o più che con fatti ~ da LI di casa nost,·a possiamo suffragarlo co_nquelh tratti dalla Francia che costituiscono una vera pietra d1 pa1·agone: ivi nel :nondo ufficiale e nel partito democratico più avanzato. come risulta dagli articoli di Jean lau1·ès e d_1 Gerault-Richard nella Petite repub!ique 1 _ non suscita p1u la ripug11anza e le apprensioni. di una volta. L~ coi:nb_attono colla stessa antica energia - retlonca, 111tend1amoci bene - i nazionalisti antidreyfusiani, più per rao-ioni di politica interna 1·eazionaria che colla speranza ~eramente sentita di arrivare alle recanche. . . 2° La Triplice prima che si formasse la Duplice costituiva una 11,inaccia perenne contro la Francia e doveva da noi essere combattuta, perché un'aggres1Hone contro la vicina 1·epubbliéa sarebbe stata non solo _una scell_eratezza rr,a and1'" un danno della democrazia ed ui: _irreparabile iattura delle nazio11i a civiltà latin11. Oggi rnvece Io sfasciamento della Triplice potrdbbe riuscire ad un incoraggiamento alla Duplice, e segnerebbe la rottura dello eriuilibrio europeo. . . 3° L'attuale regime di pace _armata c1 sembra. disastroso ed esauriente; fu denunciato da tempo e p1u d_irecente dal miliarda1'io Carnegie_ com~ il faltore pi:ec1puo della nostra inferiorità economica d1 fronte agh Stati Uniti; ma lo riteniamo sempre meno pericoloso e meno esiziale di una grande gu~rra. eur_opea, nella quale, _nolenti o volenti, saremmo 1mphcat1. Se ce ne astenessuno il vincitore probabilmente ci farebbe pagare buona parte delle spese, e l'assenza di scrupoli che hanno most,·a_to da poco tutti gli stati europei -:- _e sop1·_atutto l'~ngh!lterra - insegnano che la ripetizione d1 Campoformio, sebbene non facile come ai temr,i del Bonapa_i-te, per_ch~ si dovrebbero fare i conti con una nazione di 33 milwm di abitanti, non sar<'bbe, però, impossibile. 4• Riteniamo la Triplice utile _in questo momento storico come garanzia di pace. 9diamo la gue_rra non solo per i noti motivi sentimentali ed economici, ma anche, perché, c1·ediamo sinceramente che_ l_ag_uerra c1 ~ondurrebbe ad una recrudescenza del m1hlan::ano e farebbe gl'interessi di chi con tut.ti i ·conti _e duchi asp_ira all~ gloria militare, diminui_ta se non d1s~ruLta dai ricordi d1 Custoza e di Abba Carima. La hberta e lçi svilu~po ~ella democrazia invece ne riceverebbero un colpo fo~'m1dabile, ad evitare il quale Sllrebbe _quasi desiderabile un disastro nazionale un Sedan italiano, con tutte le. sue conseguenze politi~he interne : d_esiderio da cui rifuggiamo con orrore perché n_o1aspiriamo ad una repubbliça, che sia il prodotto d1 una tiana evoluz1one e non di una sventura del paese. . . 5° Colla Triplice in Italia è stato po_ss1bile un . mutamento della politica interna in seuso liberale; ~01 spe:- riamo che esso continuerà - se la '1emocrazi_a sapr~ perseverare nella via battuta sinora - _e che s1 prepari pacificamente ad un aggruppamento diverso delle al · leanze europee, che sarà utile e proficuo nel senso vagheggiato da no\ e dagli amici del Seco!o solo qu~ndo la COtiCienza nazionale v1 sarà consenz1enle. E siamo avviati verso questo ideale col riavvicmamento colla Francia, che vorremmo completato con quello della Spagna e che si re_nderehbe più formidabile colla fo,·mazion~ di una Lega dei neutri, che rapprese1~terebbe, dalle Alpi all'estrema Scandinavia, un efficacissimo cuscinetto ti·a i maggiori stati che più facilmente potrebbero venire a conflitto. E il trionfo dell'ideale nosLro verrà affrettato dalla trasformazione dei nostri ordinamenti militari che aumenterebbe la nostra forza difensiva too-Jiendo all'esercito l'unpronta e lo spit·ito aggressivi. ~erciò plaudiamo di gran cuore al disegno di legge prepa1·ato dall'on. Ciccotti e pubblicato dall'Aoanti I che mi1·a a ridur- ,.., Je spese militari e a dare all'esercito la base territori;,le, che rappresenta il massimo di forza difensiva e il minimo di pericolo per le p, bbliche libertà. 6° Infine, nella Triplice più che la ga1·anzrn della Germania noi cerchiamo una garauzia per la esistenza dell'i111pero austro-ungarico, che ci sembra indispensabile al benessere dello Stato italiano come freno diremn10 quasi auLornatico, ai due pericoli che ci si affacciano minacciosi nell'Adnatico del pangermanismo e del panslavismo. E' un di più aggiungere che noi non siamo amici dell'Austria-Ungheria qual'è ò1·a; ma che desideriamo uno Stato federale in cui l'elemento italiano dell'lst1·ia, di Trieste e del Trent1110 sia pienamente rispettato e trattato alla pari degli slavi, dai magiari e !1ei tedeschi, possa svolgervisi liberamente ed eser-citarv1 la sua missioue di civiltà. Detto ciò agli amici del Secolo dobbiamo ricordare due cose. 1° Se abbiamo nominato solo ii Secolo tra i giornali che osteggiano la Triplice egli è che crediamo che ti·a i giomali democrat1c1 sia 11solo la1·gamente conosciuto all'estero. Non è esatto poi che la democrazia sia conco1·de nelle vedute del giornale di Milano. E l'A oanti! 11011rappresenta una corre(1te _di pubbli~a opi: nione, che vale quanto quella di tu'.t1 _gli altri gwrnah derno,·ratici riuniti insieu1e 1 2° Non ci attendevamo dal Secolo una condanni! in nome del Patto di Roma, questa condanna è in contradizione con quello sperimentalismo politico che tiene conto delle 1·ealtà e delle conti11genze del momento. Molto c'é aucora di _buono nel Patto di Roma, ma noi 11011possiamo e dobbiamo conside1·ado come le colonne d'Ercole della democrazia. ... Socialismo e clei•icalìsmo. - Abbiamo letto colla più viva allenzione e con nost1·a vera_ s?ddisfazione le prime risposte cne .Le !11ouoement_5_ociat_iste (1° No,vembre) ha pubblicato sull' rnchiesta rnmata rnto:no aliantictericatismo e al sociali;rn0. Ad eccezione d1 quella de! depull!tO Vaillant impregnata di giacobinismo e che s1 spiega colla lotta del dreyjusismo, le alt, e concordano colle idee, che abbiamo sewprn svolte e che hanno suscitato lo scandalo di alcuni sciocchi mangiapreti. Von Vollmar, deputato al Reichstag tedesco, ha ricordato che da venticinque anni il ·partito socialista tedesco ha riconosciuto che la religione è u~ affare _priva~o ~ che non intende combatte1·e colla vwleuza 1 cler1cah. All'uopo egli riproduce una parte del di_s,·orso pronu~- ziato nel!' ultimo congresso socialista di Monaco m risposta al vVelker, un soci1,lista pretofobo. Jules Destrée l'eminente nosti·o collaboratore, e che appa1·tiene al gruppo parlamentHre socialistH ·del Belgi<?, non è meno esplicito. E"'!i ritiene essere un errore pericoloso la tendenza mal'l~ata che c'è in questo moment~ a creder-e nell'unione fatale del socialismo e dell'ant1clericalismo ... Con ciò il valoroso deputato di Chai-ler<?i non crede che si debba rinunziare Hl!a propagrnda anticlericale, perché l'emancipazione filosofica facilita quella economica. « Ma non la si otterrà che colla dolcezza, la tolleranza, il rispetto vero di ogni convinzione sincerai coll'esempio di un ideale più largo e m1ghore. Non e coi paroloni che bisogna interrompere La oecchta canzone della miseria umana. >> E infine ci piace dare la chiusa della risposta di ~milio Vandervelde, il capo autorevole del s~c1ahsm~ belga, che viene, dopo una motivala adesione atla·talt1c~ del socialismo tedesco, riconfermata nel Congresso di Monaco. « La lotta fra il socialismo e la Chiesa è inevitabile, dice il Vandervelde. La qui~tione _sta ~el_ s~pere quali sono, in questa lotta, le armi che I socialisti, che sono ..
RIVISTA POPOLARE DI POLJTJCA, LEITERE E SCIE'NZE SOCIALJ 591 nello stesso tempo de{ liberi pensatori, devono adollare. E su questo punto la nostra conclusione si può prevedere. « Noi non vogliamo alcuna gue!'ra a colpi· di spillo. « ·Noi ci rifiutiamo d' impiegarn i mezzi cti costrizione e di per~ecuzione, di cui abbiamo sempre condannalo l' uso fatto dai nostri avversari. « Noi l'iponiamo la nostra fiducia nella forz11 dell'esempio, nell'evidenza della verità s•:ientifica, e so,pratullo nell'azione onnipotente delle trasformazioni economiche. « Invece di fare, come certi !ibel'i per.satori, che passano il meglio del loro tempo a mangiare del prete, salvo a passare per la Chiesa nelle circostanze solenni, sa;:ipiamo considerare come un obbligo inflessibile, per quelli che non credono più, di conformare sempre la pubblicità <lei loro att.i ali' intimità della loro lcoscienza. « Invece ài allaccarci direttamente al-..dogmi, spesso con una ignoranza delle cose teologiche che fa sorridere i nostri avversari, consacriamoci ad organizzare un i, se- . Questi savi consigli - tanto più notevoli in quanto che ci vengono dal Belgio dove i clel'icali hanno in mano lo Stato - che sono stati sempre i nostri, noi li dedichiamo ai repubblicani, ai socialisti, ai radicali mangiapreti, che b~bo11dano ancora in Italia; e li dedichiamo sopratutto a qualche frammassone, che parla in nome di una Massoneria, che non è quella del suo Gran Maestro italiano, E1·nesto Nalhan - m1111teequilibrata e colla che si vergognerebbe di ricorrere alle ,·iele forme del relloricume ciarlatanesco. Per un r•e che non n1e1•itava l'onore di un attentato ana1•chieo. - Non abbiamo bisogno di ripetere ancora una volta l'orrore che ci desta ogni attentalo contro la vita umana e il nostro biasimo c0nlro il Rubino, che non si sa se continua a fare la spia, ma che si sa essere un miserabile nel senso economico e morale. È bene, però, r·ilevi:.re che l'allentato non può Baloccamenti politico nervosi -I'; . - .. - ~.,► ...'... ..."-.._ :·,,r ~ ...,- . ~~{'r~ :-)>'4 ~ ,~ ....~;,., -Jflli~ ' 2::_: ' . ~ / ' .•"''.ci'·'f:' . fii, :<!-' ~"-..,_...,,_ ( I,.. o ,0 •... --frtI~t) .·~/. ,.,s\Fl'';.-j,_ •'•\ffl•:c~ \ ..... ~'.i~_:)/ ...,.,._~.JI">- ,._ •.:.il'~----- ~- .................... ,..~---- . ......... "-",..t-, Ahimè I I tepori dei 508 hanno un'influenza deleteria sulle fragili palle di neve!. ... gnamento popolare rigorosamente scientifico, lasciando a ciascuno la cura di decidere se la conciliazione è possibile fra i risultati della scienza e le rivelazioni dei libri santi. .: Infine, e sopratutto, invece di contare principalmente sulla propaganda dottrinale, non obliamo mai che noi siamo socialisti e ch'i rilevando la condizione economica del proletariato, abbreviando le sue ore di lavoro, rinforzando la sua or8anizzazione, liberandolo dalle potenze temporali che I asserviscono, che noi lavoreremo sempre ed efficacemente, alla sua liberazione intellettuale. » (1) (1) Con sommo piacere nell'ultimo numero della Reoue Socialiste abbimno letto un importante studio di Edoardo Berth (La p_olitique anticlericale et te Sociatisme] in cui si biasima I attitudine giacobinamonte anticlericale dei socialisti francesi. (Fischietto di Torino) che giovare ad un monarca che dal lato morale vale forse meno dell'anarchico italiano. ,-., i,~,'ì:-~'""" A proposito di questo attentato un giornalè" di parte nostra opportunamente sc1·ive: < Vi !;ono d'altronde delle monarchie le quali (a parte i dispiaceri personali di coloro che le rappresentano) si nvanlaggiano di un colpo di revolver meglio che di qualsiasi altra avventura. Se a Bruxelles esistesse un commissario intelligente e intraprendente come il famoso prefetto Andrieux, sarebbe lecito sospettare che si fosse messo d'accordo coi, Rubino, assegnandogli il compito di sparare molto in alto, al disopra della terza carrozza. La qual cosa non sarebbe nuova dopo gli esempi del secondo impero napoleonico; ma darebbe una nuova misura delle responsabilità inerenti all'accaduto. « Il vecchio re cattolicissimo che trascina l' inclita noia dei suoi giorni dalle biiche di Ostenda alle alcove parigine o di Montecarlo, e che per la moralità della
592 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOClALl famiglia inibisce alla contessa di Lonway di abbrac~iai-e un'ultima volta il cadavern della madre, non parve destinato ad accrescere forza e splendo1·e alle istituzioni delle quali è 1·appresentante incoronalo. Quanto più si fa grave nella vita di>! suo popolo l'urto delle passìorÌi politiche, tanto più si fa allegra in luì la coscienza del suo ufficio. Rumoreg-gia nelle vie di Bruxelles la rivolta armala, ed egli si abbandona al fascino della bellezza muliebre, lontano dalle cure dello Stato, che ha permesso in balia dei clericali. E non accenna certamente all'idea di morire per modo da dover essere lung-amente compianto. "' li suo compito principale nella vita politica pare che consista nel disprezzare le conv(inienze rendendosi odioso al popolo, che già si abitua a fare senza di lui. L'ultimo episodio narratoci dal telegrafo ne è una prova. Egli ha ricevuto, tra molli dispacci di congralulnzione per lo s<:11mpatopericolo delle revolverate di Rubino, anche un'affettuosa .espressione d'affetto da su-a fìglia, la contessa di Lonway, colpevole di essere bella e infelice; e (dice la notizia) non ha voluto l'ispondere; sempre in omaggio alla morali là della famiglia e della• corte, giacché la contessa di Lonway ha disertato il consorzio dei suoi pari, sposando chi non è di sangue réale. « Ora per un tale monarca un tentativo di assassinio è un onore immeritato. Egli non ,.egna se non per le ballerine dell'Opera, e per i prelati del Vaticano che confidano ancora nel suo zelante callolicisino. Egli non è un ostacolo serio alla liber·tà del Belgio, che si afferma spontaneamente con lui e contro di ltti. Non è un ostacolo alla prepotenza dei partiti reazionari ai quali l11scia intera ìa responsabilità del governo, mentre egli si dà le arie di chi aspetta rassegnatamente un congedo che non può manca1·e. Egli non è che un simbolo abbastanz.a sciupato dall'uso: e l'avventura delle revolver'ite si risolve in una vera fortuna, tanto più se non vi ha avuto parte nessun imitatore del prefetto Andrieux. « La violenza ingiusta nobilita coloro contro i quali è diretta. Tutti i tiamminghi che non amano Leopoldo, ma che pure lo tollerano perché egli rappresenta la loro civile insufficienza, si sentono naturalmente incitnti a reagire contro la brutalità dell'anarchico che tenta un atto di rivolta e di assassinio, perché questo é il carattere costante dell'anima umana di fronte ai pericoli, stringersi più facilmente a quegli uomini o a quelle cose cui si sente impotente a distruggere. « E questo è l'unico risultalo del gesto di Gennaro Rubino, lasciando sempre fuori di discussione che le revolverate non ammazzano le monarchie né le repubbliche. » Di più e di meglio noi non sapremmo dire. Noi ag- ~iungiamo soltanto questo: che l'attentato di Rubino ha ctalo occasione a Vandervelde, parlando a nome del ' gruppo parlamentare socialista nella , Camera dei deputati, di associarsi alla protesta dei monarchici benchè repubblicano. I socialisti del Belgio non conoscono lo snobismo dei socialisti italiani, che si dichiarano... a-monarchici. Gl'italiani devono fare coucor1.•enza ai neg1•i nell'Africa del Sud\? - Si parla da parecchi giorni di avviare la nostra emigrazione verso l'Africa del Sud dove c'è mancanza di braccia. GI' inglesi, i capitalisti specialmente, non la vedrebbero male. Ma c'è ,·hi propone invece d'importarvi i negri dal centro tlell'Africa, una volta che non se ne vuole sapere di cinesi. I nostri lettori nella rioista delle rioiste troveranno un articolo di Harry Johnston sul problema del lavoro nell'Africa del Sud, che dà le ragioni della proposta. Ora per il nostro sentimento nazionale niente può riuscire più doloroso quanto le discussioni che si fanno sulla triade dei lavoratbri possibili nell'Africa australe: cinesi, negri ... ed italiani ! Che gl'1taliani possano trovare materialmente conveniente di emigrare nell'Africa del Sud risulta da questo dato : laggiù i cafri - gl'indigeni impiegati nelle miniere, nell'agricoltura e nel servizio domestico ricevono un salario di L. 75 al mese; ora è noto che in Italia pei lavori agricoli ricevono .... la metà. Ed ecco spiegato come e perché i nostri concittadini possano andare a fare concorrenza ai ca fri ! Non sarebbe quindi un'ipotesi inverosimile che agli italiani, come a Marsiglia, ad. Aigues Mortes, a Zurigo diano la caccia gl'indigeni africani. Ce ne conforteremmo passando in rassegna i nostri dodici corpi di esercito I Coufronti: liste ch•ili di ne e di PI•esidenti. - La nascita della principessa Mafalda, che a suo tempo avr~ 11 suo appannaggio 1 _ela di_scussione austro-unga_ri_ca sull aumento d1 due 1111hornd1 corone nella lista c1v1le dell'imperatore Frances 1,o Giuseppe e' inducono a contentarn alcuni nostd abbonati che più volte ,·i domandarono la pubblicazione dei dati sulle liste civili dei Re e Presidenti di Repubblica. Li contentiamo con questo quadro, che abbiamo tolto: per la superficie e per la popolazione dai Geogrnphisch-statistische Tabellen del Professor Iuraschek (Ed. Keller di Francoto1-te, 1902); per la r\cchezzn privata dal Mulball: The Dictionary o/ statistics (Rutledge, London, 1899); e pe1· le liste civili dalI' Handwoterhaeh 1e1· Staatswi~senscha/ten di _C?11.rad, Lex1s (lena. G. E?1s 0 her, 19u0. ~0 voi. arnia: lioitliste). i:3.,:; CO <O lt:) ..... 0-1 -<!' o o o ..., <:l .... "" -<!'_ o LO °"-o o o e'- ~"' o o- o o- o- o o- é é e, Q.. ~ o o LO o a, o o o o ·,., o o ➔ o ➔ o o· o o '<3 o ~ o o 00 o o o o ci ..,.., o .6 <Ò o o o;i o ~ lt:) "" o ..... o LO o ..... IQ o 00 ..... <O ..,. °" °'! C\l "' <Ò -sr o e,; e,; C\1 ;:s ..,.., (N "" .;:l o o o <:l o o o o "' o o o o o o o ·t o o o o o o o o o o ci o o o Q.. o o o o o o o <:l o o o o o o o .. ci ci ci .6 ci ci o. ,, o lt:) o "" IQ o LQ Q.> o ..... ID <O °" o, r-- """ ci .6 o; o o-i o-i 00 '-' r-- a, ID <O -si' ..,.., o '-' C\I ,.... (N -si' a:: Q.> o:, ..... -si' la: ➔ a, <O LO "" r-- .s LQ o o o .... "" -si' "" 00 C\t CO °" lQ LQ C\1 O: o o, •• .6 IO o; o-i o o IO c6 <:l r-- o ID r-- <O 10 <O C\I o o ..... "": C'l ~ a, CO a, o, C'l g. ~ ::; .... r-: ci 00 ,:,:i <O "" ➔ "" - o, "" r-- e:. "'' I_Q 00 00 00 C\l ..... a, a, 00 a, ;i:, ID C\I <O <O "' <O t- <D a, a, -<I' <O lQ ... <Ò' "O' ,ci 00 <Ò c--i (D ~ ~ "' 00 ..,.., °" al O> - 00 ..... .... '$ "'' "" <O ,.,. °" LQ ..... OC, ~ "" Q.> ci §- & t,i ::,d "' e ..e OD ~ Ili) "' C ::i ~ ,:: ., ·a -~ '" "' "' '° "' "' "' ... ::i ,, ·e ·;;; C "' ·c3 ., ~ ~ e a, rn oc ·;;; C N "' ::, "' rn "' N ~ ~ '" ::, '" "'- ::, .... ·;:;: "' - e, <C! o.. rn o:: ti:. r:n U) I dati più contestabili sono quelli sulla ricchezza pri• vata del Mulhall; ad esempio la ricchezza della Francia i più competenti la portano a 220 miliardi e quella dell'Italia a 60 miliardi circa. Si può dire quindi, che il Mulhall abbia aumentati per tutti gli Stati la ricchezza. Ad ogni modo, in mancanza di altri dati omogenei, ci dobbiamo contentare di quelli che ci dà questo famoso dizionario di statistica. -Per là Prussia non ci dà la ricchezza separatamente, ma ci dà quella dell'Impero germanico in 201 milia~di e 300 milioni; assegnandone alla sola Prussia i due terzi, la sua ricchezza privata sarebbe di L. 134,200,000,000. Ciò premesso, facciamo poche altre considerazioni. Non abbiamo asse~nato per abitante alcuna quota alla Francia, alla Svizzera e agli Stati Unili perché la lista civile dei rispettivi presidenti non arriva ad un centesimo per abitante. Che popoli disgraziati! Nelle monarchie il Re che costa più caro sarebbe quello di Prussia ; ma tenendo conto che la ricchezza della Prussia è il doppio di quella dell'Italia, il Capo dello Stato tra noi peserebbe sui contribuenti assai di più che in Prussia; co~ì del pari la quota individuale bassissima dell'Impero Russo diventa enorme tenendo conto della miseria della Russia. li paragone poi è istruttivo tra Ia quota inglese e quella italiana: ogni inglese con una ricchezza di oltre L. 7000 paga al suo re 36 ce'ntesimi ali' anno; ogni italiano con una ricchezza <li circa L. 2300 ne paga 48 al proprio. - ..
RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE Jf SCIENZE SOCIA.LJ 593 Ponendo il paragone tra la lista civile del re d'Italia e quella ilei Pr<'sidente degli Stati Uniti, si trova che la p_rima è 64_ volte più >!rande della seconda, mentre la ricchezza privata della grande repubblica è oltre cinque oolte e me::za più grande della nostra. I mo,iarcliici rispondono che queste sono quisquilie inc~lcolabili .... Già, ma quando si L1·atta di uno sgravio o <li un~ spesa utile e indispensabile, le ,·agioni del bilancio s'impongono. Ad esempio, se il nostro Re si contentasse della lista civile del Presidente degli Stati Uniti, anche senza tener conto della differenza nella ricchezza, si potrebbe ridurre il dazio sul sale in tutta Italia e abolire le quote minime della fondiaria, senza che la solidità del bilancio venisse menomamente. intaccata. Qui abbiamo pol'Lato la spesa delle liste ci vili senza for menzione della proprietà delle Case Reali - che sono poi proprietà na~ional\ - f! delle laute prebende che si pagano a molti funzionari, che sono una necessaria conseguenza dalle istituzioni monarchiche. Ma se i sudditi di una monarchia pagano di più il C_apo dello ~Lato de\ qit_La?ini di una repubbli~a si pu~ dire del pari, che a1 primi vengono assicurati mag"'ior, benefizi? In Italia se ne sono viste tante; ma non °troveremo certo bigotti della monarchia tanto sfacciati o tanto imbecilli da poter affermare che tra noi la sicurezza, l'ordine, la libertà, il benessere, l'isti•uzione, il rispetl? dei ~itLadini ~!l'estero siano maggiori o uguali a· qulll, d, cui godono gli abitanti degli Stati Uniti. _Il soci_alismo municipale. Accuse e difese. - Il d1seg~o d1 legge pi·esentato dall'on. Giolitti sulla municipalizzazione de, pubblici servizi ha sollevalo vive discussioni. La bella relazione favorevole stesa dall'on. Angelo Majorana n_on ha disa1·malo i critici, i quali si sono fatti Fo1-L1d1 una serie di articoli pubblicati dal Times sui risultati del socialismo municipa!c i::: Inghilterra, e che pretendono dimostrare che i municipii esercitano in perdile certe imprese, e quindi con danno dei <'ontribuenLi. Se vera fosse dimostrata la perdita, in certi casi nulla proverebbe se l'impresa esercitata è realmente d'interesse gene1·ale e se i consumatori ollen"'ono migliore qualità e maggiore buon mercato nel prodotto o ne! servizi?, La perdita sarebbe compensata ad usura. Si abbia ad esempio l'impresa della illuminazione a ~as o l'esercizio di un tram: che importa se il mumcipio non vi guadagna qualora venisse dimostrato che il gas pei privati costerebbe meno; qualora le corse si pagassero meno, sarebbero più numerose, e quando oltre Lutto ciò fosse anche dimostrato che sarebbero diminuite le ore di lavoro e aumentati i salari degli operai addetti all'impresa, in questo caso sarebbe legittima la ~oncluaione: che il benefizio, spesso lautissimo, degli 1~traprenditor-i coll'impresa privata, coll'esercizib municipale venne assorbito dal pubblico e dai lavoratori. Le critiche del Times non sono rimaste senza risposta, specialmente quelle contro la città di Glasgow, presa particolarmente di mira, come una di quelle che maggiormente si erano spinte, dando anche l'iniziativa, sulla via del socialismo municipale. L'antico borgomastro di Glascow, Chisholm, protesta contro questi articoli e dimostra con delle cifre, che la situazione della città è soddisfacente, benché Glascow paghi pei suoi lavori comunali molto più che le ricclit: città di Birmingham, Liverpool, Manchester. Chisholm prova, specialmente in quel che concerne i tramways, che l'aumento delle entrate risulta dalla diminuzione delle tariffe di trasporlo avvenuta de che il municipio esercita direttamente il servizio. Ecco alcune cifre: Sotto le compagnie Lunghezza della reti in miglia inglese. (1) Distanza media per un 1[2penny(0,05) Per 1 penny (0,10) » 112 » .. 2 » » 2 '112 » ,, 3 » » 3 1,2 " 30 1,12 1,80 2,20 3,25 In media il prezio del trasporlo per (1) li miglio inglese .e 1069 metri. Sotto il municipio 68 1,2 0,58 2,29 3,45 4,60 5,7~ 6,84 8,13 un miglio inglese costava a tempo della Compagnia 0,89; aLtualrnenLe costa 0,47. Il numero dei viaggiatori è salito da 54 milioni a 170 milioni. Benché il municipio abbia diminuito la durata del lavoro del 2?i 010 e che abbia aumentato nella stessa proporzione i salari, l'utile netto si è accresciuto considerevolmente. Questi dati di fatto che la stampa liberale inglese ha largamente diffuso, spiegano il risultalo delle ulLirr.e elezioni municipali inglesi tanto disastrose _per la campagna del 'I'imes. Infatti a Glasgow, ~ Birm1~gham, o Wes~ Ham (che fa parte di Londra) e m molti Rltri comu111 d'lnghillerra e di Scozia, i sostenitori ~ella Municipalizza~ione sono stati trionfalmente elett1. A West Ham anzt per la prima volt~ un socialista, :VYillidon Torne, fu rieletto unrlpposed, cioè senza ?PPOs1z1one. . . . Ma non solo i fai.Li davano ragione a, munic1pal1zzatori ma anche le rivelazioni del Daillf News sul detrosce~a della campagna del Times. L'aÙlorevole giornale liberale inglese fece conoscere che _c'era _un Trus~ con un capitale di 625 milioni d_, ira~ch1, 111sp1rato_ ~ diretto da Garcke direttore ammimstraL1vo della Brdtsh Electric Traction Company. I privilegiati azionisti di quel Trust, tra i quali, va sans dir_e, ~•è 11 Mo~gan, han~o avuto dividendi favolosi: quelh dei fondatori sono arrivati al 1,800 010 ! L'allargarsi del_la munic_ipa_lizzazione mina~cia questi guadagni colossali d~I ?ap1tahsmo; perciò il Trust che ha scandalose relaz10111nel mondo parla men Lare i: negli aristocratici saloni del Constitutionnel Club di Piccadilly, h~ fon.dato l'Jndust;ial Freedom League - Lega della L1berta (!?) lndusLr~a)e - e pro_m?ssa la campagna del Times. La quale è d1sinteressant1ss1ma: Moberly Beli, l'amministratore del Times, fa p~rte del Trust ... ! Ecco un tipico esemp10 della moralit_à dell~ stampa inglese, di cui dovrebbero tenere conto I nostri italiani che gridano alla decadenza_ della. n9stra razza ad o"'ni scandaluccio che una rnchiesta c1 rivela. Notiamo infine che il Morning Leader nel N° del 23 ottobre 'ba riv~laLo che gli arLÌcoli contro la. mu_nicipalizzazione, quasi contempo_raneamente_ p~bbhcat1 · d~ moltissimi importanti gi?rnah. della provmcrn, son~ slat! fabbricati a Londra negh uffici della Lega per la liberta industriale. . . . Quando questo asterisco nostro sa:à. pu_bblic~to, certamente il pro"'elto italiano sulla mu111c1pahzzaz1one sarà stato approvat~ dalla_ Camer_a dei deput~Li. Nella discu~- sione gli amici nosL1·1~uerc1,_ De, An_dre1s,_e_sopra~utLo,11 Cornandini rilevarono I d1fetL1 e I uniformita del disegno di le"'"'e· r:ia tutti ne approvarono il principio informatore ~0e ~nche conservatori come Fusinato e Codacci Pisanelli· il relatore Maiorana ne fece una buona difesa. E noi s;,emo lieti se la legge passerà, nonostante i suoi difetti, nella speranzij che in app1·ess:l s1 possano correggere. NOI SEMPRLAEQUESTlONE MERIDIONA~E ~ (Da Sonninoa Balenzanoe agli altri - Il consensosulla im• portanzadel discorsoSonnino - Le contraddiziondi el Prof. De Johannis - Unmeridional.e.. antimeridionale - La trasformazioneindustriale : il Mezzogiornonon è I' Ungheria - Da Nittia MaggiorinoFerraris). La impof'tanza del discorso P:ommziato dall'?n· Sonnino ebbe il battesimo ufficiale colla rephca dell'on. Balenzano· la utilità delle sue proposte nello interesse del Mezzogiorno siamo lieti è1 i vedere che venne riconosciuta nel senso nostro nei campi pi.ù opposti, ·aa Alessandro Tasca_ nell' A:- vanti t e da F. S. Nitti nel Pungolo -di Napoli. Ivi, quest'ultimo, che riconobbe il ~erito de\l'-ini:- ziativa della di cussione presente ali on. ColaJanm, opportunamente osserva: • i meridion8:li c!rn an- « cora pochi anni fa erano (o suprema 1roma delle • cose!) accusati di pagar men_oche non_ doves- « sero, di nascondere le loro ricchezze, d1 sfrut-
594 RIVISTA POPOLA RE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCIALI • tare le loro ricchezze, di sfruttare quasi l'Italia « ufficiale, l'Italia burocratica, acquistano almeno « la dignità della loro sofferenza. » E che la sofferenza sia grande e che la malattia sia grave, da fare disperare qualcuno della guarigione, risulta chiaro dalla moltiplicità dei rimedi e dei medici .... *** Conosciamo in parte - di ciò che ci sembrava o ingiusto o non opportuno appositamente tacemmo - la ricetta Sonnino; non abbiamo bisogno di far menzione della ricetta Balenzano, perct1è è in sostanza quella stessa che venne esposta da noi nel numero precedente, e che i giornali assicuravano essere stata formulata in consiglio dei ministri. Se non parliamo della ricetta dobbiamo parlare del medico e della diagnosi. Alcuni si sono scandalizzati rlella vivacità polemica del discorso Balenzano; noi no. Anzi ne lo lodiamo. A la guerre comine à la guerre; ed è guerra pei portafogli, attraverso all'ipotetico bene del Mezzogiorno e dell'Italia tutta, quella che si combatte tra l'on. Sonnino e il ministero. Se vivace era stato l'attacco dell'uno, perchè non doveva esserlo la risposta difensiva dell'altro? Noi odiamo l'ipocrisia, e vorremmo vedere instaurato il regno delle sincerità anche nei discorsi politici dei ministri presenti, passati e futuri. Un nostro illustre amico che ascoltò il discorso Sonnino ci disse giorni or sono che gli era sembrata ciarlatanesca la posa dell'oratore nel momento in cui annunziò, per fare colpo sull'uditorio, la imminente presentazione del 'èlisegno di iegge sulla riduzione della fondiaria ecc. Siamo sicuri che l'impressione sua dovetteessereidentica leggendo le parole dell'on. Balenzano colle qua li annunciava solennemente: e ora vado a presentare al Parlarrlento una proposta di giusta riparazione ecc.. Noi invece riteniamo che abbiano fatto bene l'uno e l'altro dando affidamento agli uditori che alle parole facevano seguire g-li atti. Ma essi raggiunsero un effetto quasi teatrale ... E che perciò ? Si presero forse il disturbo di andare a parlare per non ottenerlo ? A. Tasca, con quel suo stile spigliato, del discorso Balenzano ha detto : • La situazione si delinea così : mentre il capo dell'opposizione conservatrice, l'on. Son_n\no, presentava un disegno di legge con delle proposte cQncrete, per venire in aiuto al problema meridionale, il Ministero in una settimana con un fare da bambino stizzito che voglia a tutti i costi dare una risposta ad un compagno di scuola dimostratosi più furbo di lui, ci ha esposto nelle bacheche del suo bazar giornalistico, quanto ha potuto trovare negli archivi dei diversi ministeri, di quella vecchia e polverosa paccottiglia lasciata dai precedenti governi a testimoniare che da venti e più anni tutti i ministeri hanno potuto prendere in giro le masse popolari con un insieme di progetti la cui inattuabilità è pari alla loro assoluta inefficacia. » E ciò non ci sembra nemmeno del tutto esatto. Non mancano nel discorso Balenzano le proposte concrete; ma hanno questo pregio o questo difetto: concernono tutta l'Italia e non il solo Mezzogiorno, ch'è l'ammalato grave del momento. C'è nel Mezzogiorno questa maggiore sofferenza di cui si preoccupava Sonnino~ Pare che ci sia, stando alle impressioni eloquentemente ed onestamente esposte da Zanardeli a Potenza; e pare che sia diversa l'opinione manifestata dall'on. Balenzano a Modugno, A noi non spetta il compito di mettere di accordo il Presidente del Consiglio col Ministro dei lavori pubblici; ma avremmo desiderato maggiore chiarezza nel secondo sulle condizioni del Mezzogiorno. Dalla diagnosi deve scaturire la cura; ora se nel Mezzogiorno ci sono sofferenze più gravi che nel resto d'Italia le proposte devono essere di una specie; se non ci sono devono essere di un'altra. Nel primo caso ha ragione Sonnino, in massima; nel se,:ondo Balenzano. La risposta difensiva del ministero, quindi, ha girato attorno all'attacco senza neutralizzarlo. Ma !'on. Balenzano ha fatto di più e di peggio, secondo l'avviso del prof. Nitti, che noi dividiamo: si è rivelato ministro antimeridionale. Se tale si fosse rivelato affermando cosa conforme a verità noi lo loderemmo: la verità innanzi tutto. Ma egli ha ridotto l'aritmetica ad una semplice opinione, sostenençlo che nel Mezzogiorno le spese per le opere pubbliche siano state di più che nel Settentrione; e che egli abbia sostenuto cosa non vera lo dimostrerò prossimamente continuando la serie nuova di articoli che ho cominciato col num. del 31 ottobre. Intanto ci congratuliamo vivamente con il ministro dei lavori pubblici per essersi accorto che vissero in Italia un certo Mazzini e un certo Cattaneo, ('.]le furono due grandi uomini, e non due semplici rompicolli. .. La evocazione del Cattaneo e delle sue proposte per l'Irlanda, però, dà ragione a Sonnino che vuole una legislazione speciale, e torto a Balenzano che chiuse col solito barocco inno all'unità della patria, che i federalisti non si sognarono mai di mettere in pericolo. . . . Come le preoccnpazipni politiche - e regionali, forse - possano far zoppicare la logica anche di coloro che vivono nel campo sereno della scienza, ce lo insegna in questa vccasione il Prof. De Johannis Egli nell'ultimo nnmero dell'Economista esaminando le proposte Sonnino e quelle del g-o. verno, a coloro che giudicano di poco giovamento ai consumatori la diminuizione del dazio sul sale osserva: sono sempre circa 20 milioni all'anno che verrebbero a pesare di meno nello insieme sulla massa dei contribuenti ! E siamo di accordo con lui. E allora perché negare efficacia curativa alla proposta Sonnino che vorrebbe far pesare in meno 19 milioni all'anno sulla economia del solo Mezzogiorno scaricandola cli una metà dell'imposta fondiaria'? Mah ! . •• Ed offende la lo0·ica òelle istituzioni JJOlitiche l'on. marchese Cappelli. Egli crede giovevole soprattutto al .Mezzogiorno una politica di trasporti, che avvicini i prodotti agricoli suoi all'estero e al grande mercato della Valle ciel Po. Benissimo: ciò sostiene da tempo la Rivista. Aggiungiamo che la proposta Cappelli, svolta nell'ultimo numero della Nuova Antologia, è assai più seria di quella Balenzano, che, sorpassando il sistema della tariffa a zona, iniziato utilmente dal Baross in Ungheria, propone nientemeno che la tariffa ... unica. Sin qui l'on. Cappelli non offende la logica; ma la trascura e non vede il rapporto di causa ad effetto, e le conseguenze di vers<~che scaturiscono dai diversi ordinamenti politici, quando prima in una postilla al suddetto articolo (Trasporti e 'f'icchezza) e poi in una lettera al Giornale cl'Italia e, in risposta al Sonnino, aggiunge che popoli ricchi sono quelli che hanno industria sviluppata, .
• . .. /t1VIS1'A.POPOLA.Rk bi PollrtCA. LÈ1'TERB • SCIENZE SOCIA.L1 595 e che il Mezzogiorno non sarà mai ricco se non diverrà industriale. E al MezzogiQrno - l'impeudente I - addita l'esempio dell'Ungheria, che ha saputo incoraggiare le sue inrl ustrie. Prima di lui l'on.,Colajanni pdrlando in Napoli sulle tariffe dog·anali e sui trattati di commer-. cio, aveva additato l'esempio dell'Ungheria; ma concludeva che il Me,,"zogiorno non poteva imitarla: l'imitazione non gli era consenttita dal regime unitario italiano tanto di verso dal duali sino Austro-Ungarico. Ecco ciò che !'on. Cappelli ha dimenticato. . .. Un medicò che vuole una cura radicale ricostituente è l'on. Maggiorino Ferraris. ll quale nella Nuova Antologia, in un . riconosciuto l'on. Rubini, devono esssere diretti a questo fine. li Mezzogiorno non risMgerà se non quando vi sarà in esso un nucleo indu15triale, che pennetterà una nuova orientazione economica e avrà nello stesso tempo funzione economica ed educativa in un paese che ha bi•sogno sopra tutto di esempio; • • • 6. Chiedere quei lavori pubblici che soli servano allo sv.ilitppo della produzione e preferirli sempre alle nuove ferrovie (lavori di barramento e di arginatura e sistemazioni di fiumi e torrenti, bonifiche ecc.). Tali lavori non possono essere fatti con leggi speciali e devono essere loro destinati gli avanzi ~l bilancio, minacciati ora da piccole riforme demagogiche; 7. Impedire clle,net nuo- · , interessante articolo ricco di cifre e di confronti internazionali sui dazi Pasticci Prinettiaui. vo regiine ferrooiario,l' Italia meridionale sia ancora sacri(it!a.la, e ciò; e sui consumi, dimostra elle l'italiano è il popolo ~ più sm,unto dell'Europa; e che a salvarlo occorre una diminuzione di. dazi e d'imposte che a breve scadenza farebbero riacquistare alla finanza dello Stato ciò che verrebbe immediatamente a perdere. Noi, a malincuore, dobbiamo limitarci a questo rapido accenno, perchè fe proposte del Ferraris sodo assai complesse, ed anche 'riassumendole ci • prenderebbero molto spazio. Inoltre la cura non sarebbtJ speciale per l'ammalato più grave, il Mezzogiorno, che in una rnisura omeopatica ed in una forma indiretta. Ci affrettiamo, perciò, a concludere• colla ricetta Nitti. Eccola integralmente: 1. Difendere la integrità del bilancio. Nessuna riforma econorn ica è pos- ' • non s9lo dal ~unto di vista dell'esercizio, ma dal •· purito di vista della col struzione e r:iuarazione del del materiale ferroviario.· 8. Preparare con opportune riforme e larga pi·epara:::ione (e non con improvvisazioni) il riordinamento dei debiti degli enti locali e la conversione del debito ipotecario. E a far ciò oc-corre sopra tutto una gran- • de moderazione nelle spese pubbliche, una cosciente r. ostinata resistenza ai debiti nuovi. sibile dove la finanza peggiori. ':l;utto ciò che allontana _dalla conversione della rendita e dal capitale a buon mercato deve essere combattuto; - Con tutti questi imbrogli di pirati, d'Albania, di Macedouia, d'Africa, ecc., ecc., Vostra Eccellenza non potrebbe mettei· in piedi una bella guerra per toglierci dalle noie della caserma i Que$ta ricetta a base della vecchia politarmacia, - e non ce ne può esser una diversa - gode la nostra simpatia. In un punto solo, però, non conveniamo: nella dichiarata inutilità della diminu- :i:ione del dazio sul sale e dell'abolizione delle quote minime; quest'ultima misura estesa ai fabbricati gioverebbe moltissimo al Mezzogiorno, - in •ciò di accordo con Ferraris e con Fortunato - e lo compenserebbe del' benefizio maggiore che verrebbe al piemonte dall'a- - E' ciò che penso anch'io: ma quei ùenede,t•i sovversivi ci mettono le travi nelle ruote! 2. Rinunziçire spontaneameate a tutte le pretese ingiuste: sopra tutto alla direttissima Roma Napoli, e a molte ferrovie patrocinate per la Basilicata e per altre provincie, c,ontentandosi di ciò che è assolutamente indispensabile alla Calabria. 3. Proclamar~ e di{ endere apertamente la necessità della legislazione speciale: e in ciò il nobile tentativo dell'on. Sonnino va lealmente secondato. Nessuna riforma utile al Mezzogiorno può essere fatta altrimenti che con leggi speciali; 4. Impedire che la situazione finanziaria sia sfruttata a favoi·e del Nord e pei· piccole riforme inutili o dannose at Sud (diminuzione del prezzo del sale, riduzione del dazio sul petrolio, abolizione delle quote minime, ecc.). 5. Secondare con tutti gli sforzi la trasforma'- zione indnstri"ale di Napoli: tutti i sacrifizi, ha (Uomo di piet,,a di Milano) bolizione delle quote minime sui terreni. Lo Zo'l'Ico. t ILMOVIMENTAOGRARION ITALIN 1 ) I. • Il movimento sociale che mira al miglioramento della classe dei lavoratori nel secolo xrx e in quest'alba del secolo xx ha preso dappertutto delle pl"oporzion i giaan tesche. 11moto ch'è stato univer3a]e t1•a i popoli a civiltà oç:cidentale, ~. che comincia ad avvolgere tra le sue (1) Questo studio con llU.ft~ior ampiezza è stato pubblicato nella Rivista d'ltcilia di Novembreed•è in corsodi pubblica,ione ol'ir Europecn di Parigi. •
• t t • 596 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE B SCIENZE SDCLU:.l . . •· spire anche l'Estremo Oriente - ad esempio il Giappone - è stato però dappertutto cir,·oscritto a, lavoratori' delle industi-ie e delle città, e poca parte vi presero i lavoratori della terra. Da due anni in qua, un'eccezione si nota,• e .la P!'esenta l'Italia, ove si svolge un movimento agrar10, cjl~ per. la sua e~tensione, p6r ~a sua intensità e per 1 sno1 caratte1-,1 pon trova sinora alcun riscontro altrove, né in quello di Danimarca a causa d~lla picc?lezza dell'ambiente e per l~diffusn. istruz10ne, nè m quello dei contadini di Gallizia, , he ha molta rassomiglianza col nostro: ma ne differisce non solo per la limitazione dell'ambiente, ma anche e p~ù per l'in_fluenza che_vi esercitano gli antagoni- • sm1 naz10nali tra Rutem e Polacchi. Per la estensione su~. senza tener conto dei moti dei I:asci IJel 1892-93 e di altri episodi, oggi si ha .che Il moto agrario dalle provincie di Palermo e di Trapani sale alla Basilicata, alle Puglie, tocca all'Agro Romano e alla Toscana, s'intensifica nelle R<?1:1ag_nG., per assu_mere ml!-ggiori proporzioni nell'Em1ha, m• Lombardia, nel Piemonte ed in alcune zone del Vene~o. Della: intensità si potrà meglio giudicare quando s1 verri allj:l organizzazioni d(li lavoratori della _terra, all_elotte intraprese ed ai risultati ottenuti. Intìne, ID quanto ai caratteri precipui'di qµesto moto agrario italiano: 1° esso ha un'impronta spiccatamente socialistica, che alcuni voo-liono anche qualificare collettivistica; 2° e si è lvolto é si svolge quasi sempre e quasi dappertutto sul terreno della legalita. L'isolamento e l'ignoranza in cui vivono di ordifiario gli abitanti delle campagne hanno generato ID essi e resi saldh;simi per la lunghissima e non interrotta trasmissione ereditaria attraverso tante g~nerazi<?ni, i se.~timen ti egoistici nella loro forma pm genuma e plU brutale; nanno impedito lo sviluppo 1el sen_tim_er:itodella solidarietà; d'onde in essi uno spiccato md1v1dual!smo ed un amore straordinario l?er,.la t_erra, ch_eli _sosping~ t~lo_raai più selvaggi reat1. L 1d1lhcaQontade1 contadm1 s1deve lasciarlà ai poeti, e non corrisppnde a,lla realtà; sicchè ~ Zola meglio degli aHri si attem10 al vero nella descrizione - una fotografia psicologica;_ di Jesus Christ e di altri malvaO'i protagonisti della Terre. . Qual_che _cosa ~i analogo a ciò che si osserva pggi m Italia, s1 trova nel famoso movimento Trade-unionist0 promosso da Giuseppe Arch in In~hilterra; - ma 11fatto che nella terra classica delle associaztoni di lavoz:ato~i, di quel movimento non sia quasi rimasto eh.e 11 ricordo - al Congresso di Cardiff, nel 1895, v1 erano .rappresentate due sole Unioni agricole rappresentanti 1120 membri che Masé-Dari ridusse a 171 nel 1898 e a zero nel settembre ciel 1901 ( Le leghe agrieole nel Mantovano, in Riforma soeiale. Settembre 1901) - conferma l'osservazione g~i:ierale ~ulle enormi difficolti, quasi inso,rmontab1h, che .§.l presentano contro l'associazione tra con- ~ad1_nie, che rende11anno ecci)zzionale il movimento 1tahano, se la sua durata e ·1a sua estensione sorpasseranno quelle del movimento di Arch. M~ggiore ~orrresa arre?a il carattere_ pacifico del movimento ltl}hano. La violenza sangurnaria e selvaggia fu invece la nota speciale delle ribellioni dei lavoratori della terra nel passato. Senza ricordare le Guerre servili in Sicilia e gli antichi movimenti dei Vagri nella Gallia appena romanizzata, sono tristamente celebri le Jaequeries dei tempi di Carlo il Malvagi9. Se in I!'}ghilterra, C(?nle ri?elfioni. di_White Tyler, d1 Cade, d1 Kett non s1 raggrnnsero gli orrori della Jacqueries francesi, questi furono uguagliati, se non sorpassati, in Svizzera e specialmente in Germania dall'Anabettismo, movimento esteriormente religioso ed intrinsecamente economico-agrario. In tempi a noi assai più vicini e più civili, alla violenza e al sangue si abbandonarono i contadini della Gallizia nel 1846. N~ mancano 113tristissime tradizioni nella s~essa It3:ha, _sia so~to il regime feudale nel Mezzogiorno, s1:t più tardi con le orde del Cardinale Ruffo nel Napoletano e con la Santa' Fede nelle Romagne e nelle Marche sino nel 184~, sia nEJlseèolo xxx.in Sicilia e in Basilicata. Più degna di attenziòne è ancora la circostanza che i lavoratori della terra in Italia sembrano conquistati dal socialismo, mentre altrove essi oppongono la più ~va resistenza alle nuove dottrine, non in Inghilterra dove il $Ocialismo penetra difficilmente anche fra gli operai industriali, ma in Germania che é il quartiere generale del collettivismo e della lotta di classe. In Francia, i socialisti che guadagnarono t3nte città, non poterono che [are delle punte poco importanti nelle campagne: e per riuscire meglio nei loro Congressi dettero uno strappo alla dottrina collettivistica e riconobbero la legittimità della pie.cola proprieti. Altrettanto si dirà del Belgio, che in Parlamento ha la più numerosa rappresentanza socialista, ma che ha nemiche le campagne che accordano, compatte e disciplinate i loro voti ai clericali. In lspagna, gli affamati iavoratori della terra sperano non nel socialismo, ma nell'anarchia. Negli Stati Uniti. Kautsky ha già rilevato nella Zeit, l' isolament9, la mancanza di spirito d'associazione e l'avversione o indifferenza pel socialismo tra i contadini. 1 II. Il movimento agrario attuale ;on ha preceden t. in Italia. Ci furono numerose società di agricoltori com_prenclenti le varie sottoclassi; ma queste associaz10ni o sì proponevano il mutuo soccorso a scartamento ridotto; o erano semplicemente decorative e di svago.' li miglioramento economico-morale e intellettuale era indicato come scopo precipuo nei loro programmi, ma in fatto nulla si operava per conseguirlo _: nemmeno tra quelle che facevano parte delle Società ajfratellate mazziniane che verso il 1870 ebbero una certa importanza e spiegarono un principio d'azione. Lo schema di ciò che è divenuto il movimento agrario italiano bisogna ricercarlo nella provincia di Mantova, dove le prime Leghe di contadini !iOrsero per generazione lenta •é natur:}le e nop per contagio e pe~ imitazione, e furono, per così d'ire, le .acque mr,idri, nelle cju}lli si formarono di1e grkndi associazioni: la Società di mutuo soceorso fra i eontadini della provineia di Mantova e l'Associazione generale dei lavoratori italiani che ebbero come organi i giornali: La libera parola, La Fatilla e il Pellagroso, e come condottieri, pieni di fede e di energia, un valoroso capitano garibaldino, il Si!ipraodi e l'ino-. Sartori. Ciò in torno al 1884. Nel 1891 si costituì la Fede,:azione mantovana delle Soeietà d{ operai e .eontadini. · ' L'emigrazione attenuò le sofferenze dei lavoratori' della t.,erra e ne rallentò il movimento; ma il migliorarrten to ne elevò le finàliti e fece assurgere ii, contadini al principio della cooperazione; cosi· che· nel 1892 vi erano 45 cooperative di consumo e di' lavoro, che arrivarono a 67 nel 1897 nel solo cir-· conciario di Mantova. Da questi nuclei partirono le prime scintille della resistenza contro lo sfruttamento del lavoro e le prime avvisaglie per il miglioramento dei contadini; i quali nel 1898 costituirono le Leghe di miglioramento, che sono servite di modello alle altre d'Italia e che, per reazione, hanno 1 provocato la costituzione di Leghe tra proprietari che si propongono la lotta e la resistenza contro i lavoratori. , · Gradatamente, dal 1898 in poi, queste Leghe di miglioramento del Mantovano si · propagarono come funghi nel Polesine, nel resto de!IJ,l.Lombardia, nel ,Piemonte e successivamente nel Mezzogiorno d'Italia. Al•Congresso dei contadini tenutosi in Bologna il 26 e 27 novembre 1901 vi furono rappresentate 704 Leghe con 144,178 aderenti· delle' quali Leghe: 264 appartenevano all'Emilia; 192 alla Lombardia; 13i ne aveva la sola provincia di Mantova· 123 il Veneto ed 80 la Romagna. Le Marche,'J'Umbria, la Calabria, gli Abbruzzi erano rappresentate da una Lega per ogn~ regione; la Basilicata, la Sardegna e la Caro- . pa111ada nessuna. Le Puglie erano rapI_>resentati da 8 Leghe; ma queste si svilupparono· più numerose nel 1902 nel quale anno si organizzarono anche in Basilicata. ' Accanto a queste Leghe di contadini, 'che prevalentemente sono sottoposte all'influenza dei socialisti e qualche volta, come nelle Romagne, a quella.
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