Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 19 - 15 ottobre 1902

M2 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ nel suffragio universale caldeggiato da Mirabelli scorge una eloquente prova dell'impenitente ideologismo repubblicano. Se si volesse ritorcere il giudizio ad Enrico Leone, giovane nutrito di buoni studi economici, come ben sanno i rettori di questa Rivista, si potrebbe fiomandare: ma non è peggio che ideologismo il vostro quando fate comprendere alle masse che colla falcidia delle spese improduttive si può colm.are il baratro della disoccnpazione ? .•• L'accusa d'impenitente ideologismo all'agitazione pel suffragio universale, poi, è intrinsicamente sbagliata. La riforma in sè stessa anebbe un contenuto politico, intellettuale e morale, che soltanto il socialismo italiano della vecchia maniera, e che io credevo tramontato del tutto, poteva deridere come ideologico. Ma il Mirabelli, che non è il primo venuto, e conosce la tattica dei suoi polli socialisti, stabilendo che il suffragio universa'.e è scala alla riconquista di altri diritti, politici e sociali, aveva già ribattuto anticipatamente l'accusa, assegnando al la riforma il significato genuino di mezzo per raggiunger-o. altri (lni. Data l'indole della su.a relazioné, e dato il pubblico cui si eivolgeva, egli avrebbe potuto fare a meu·o di dare degli esempi della stretta connessione tra riforme politiche del genere di ,.quelle da lui caldeggiate e riforme economiche e sociali; ma il Deeutato per Ravenna, sapendo che quod abundat non vitiat, pur incorrendo nella taccia di pred_icare a dei convertiti, tali esempi ha voluto ricOL'dare trnendoli dalla storia dell'Inghilterra e della stessa Germania; e molti altri avrebbe potuto aggiungere, che sr. contraddicono alle esagerazioni del materialismo storico, sono,pur sempre dei fatti reali, che distrnggono la qualifica d' ideologismo. Ma i rapporti, come di mezzo al fine, tra il suffragio universale e le altre riforme economiche e sociali, infine, emeegeranno lampanti dai risultati del! agitazione promossa dai socialisti per la riduzione del!e spese improduttive. Si farebbe offesa alla loro intelligenza se si affermasse che essi si illudono di ottenerne risultati pratici, diretti. Le masse che andranno ad applaudire nei comizi gli- oratori socialisti, - ai quali si ùovrebbero unire oratori repubblicani, e si potrebbero associare uomini come Giustino Fortunato, che non è nè repubblicano, nè socialista. - sono prive del diritto di voto in grandissima maggioranza, e perciò, si può essere sicuri che, almeno in quanto alle spese militari, la loro sarà vox ctarnans in deserto. Ho ristretto il risultato possibile alle spese militari, poichè in quanto alla riduzione degli interessi del debito pubblico la borghesia odiata e la stessa monarchia la vedono di buon occhio· e la conversione già viene discussa come riform~ probabile e prossima al di fuori e prima dell'agitazione socialista, che sfonderebbe una porta apt3rta. E qui potrei porre termine alle osservazioni, se un recente ed opportuno articolo dello stesso Mirabelli nella Italia del popolo _ non mi dasse agio a l'iferrnare il valore del CdSO particolare sin qui esaminato con _un altro esempio che vale sempre più a serrare la catena dei rapporti tra istituzioni politiche e vita economica e svciale. Il partito socialista, promuovendo l'agitazione di cui ci siamo occupati in vista delle tristi condizioni economiche del paese e specialmente del Mezzogiorno, reclama la pronta convocazione del Parlamento. La misura sarebbe opportuna. Ma si può sperare di ottenerla 1 Solo in un caso la rispost!l potrebbe darsi affermati va: qua.lora il Ministero tutto ritenesse indispensabile per la sua. esistenza la continuazione dell'appoggio dei socialisti; qualora i Ministri fossero con vinti che la denegata convocazione I i farebbe passare all'opposizione; qualora gli atti poteri dello Stato non trovassero da ridirvi; qualora questi stessi atti poteri si convincessero che le istituzioni coreerebbero maggiori J)ericoli opponendosi alla richiesta .... Questa ultima ipotesi ci conduce ad esaminare il precedente ti pico della convocazione del Parlamento richiesta dai deputati ed ottenutasi nel 1870, e ricordato dal Mirabe!li. Non dirò che la riduzione delle spese improduttive e i provvedimenti contro la crisi economica, non siano questioni importantissime; ma certo esse non hanno l'importanza, e sopratutto l'urgenza - non bisognava lasciare sfuggire allora l'occasione eccezionale che si presentava - dei moti vi che determinarono la richiesta nel 1870. Se la richiesta fu soddisfatta, però, ciò avvenne non per la importanza e l'urgenza dei motivi, - in alto tali moti vi furono designati colla storica frase: la grande batoussada I -; ma per altri più convincenti. Allora i deputati che premevano per la convocazione si chiamavano Orispi, Bertani, Fahrizi, Nicotera ecc.,... Per intelligenza, per coltura essi certamente erano al disotto degli attuali deputati socialistL Ma quelli minacciavano la rivoluzione .tout court, la rivoluzione senza agg,~ttivi, ed erano capaci di Carla. I socialisti se ripetessero la minaccia - e non sogneranno nemmeno di accennarla - susciterebbero la più schietta ilarità: si sa che essi accennerebbero alla rivoluzione copernicana ... da verificarsi da qui ad un se- .colo. È essa necessaria la pronta convocazione del Parlamento come pensano i socialisti? Bbbene essi la otterrebbero sicuramente, legalmente, senza ricorre a minacciose intimazioni, se le istituzioni politiche che ci reggono fossero diverse. È il Minibelli che giudica sterile la richiesta dei socialisti e ricorda quanto appresso: • In !svizzera - per la costituzione federale del 29 maggio 1874 - l'assemblea può essere convocata straordinariamente, su la istanza di una parte dei membri del Consiglio Nazionale o di cinque Cantoni: Les deux Conseils s'assemblent chaque- année une fois, en session ordinaire le Jour · fi,xé par le réglement. Ils sont extraordinairement convoquès par le Conseil f éderal, ou &ur la

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