Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 19 - 15 ottobre 1902

510 RIVISTA pnPOLARE DI POLI17CA, LETTERE E SCIE.VZE SOCJALJ forze della repubblica e d'indebolirla; eppure ne, che doveva esser favorita dalla esistenza plice non venne ! l'aggressio- Triplice nello interesse supremo della nazione, alt1uanto della Tri- - più elevato - come a tutti ipsegnarono Mazzini e GaNei due gruppi di alleanze. infine, Jaurès continua a scorgere una condizione favorevole al mantenimento della pace: di una pace, che ha tutti gli svantaggi del militarismo, ma ch'è sempre preferibile agli orrori ed alle devastazioni di una conflagrazione europea e che può gradatamente avviare al disarmo ed al trionfo dell'arbitrato. Tale pace ritiene sempre pref~ribile alla guerra, non solo pei motivi economici e morali, ma anche per quelli politici e che direttamente riguardano 111. democrazia. La grande rivoluzione del 1789 fu soffocata nel sangue perché provocò alle guerre; perciò saviamente e Danton e Robespierre, che ne videro le conseguenze disastrose, avrebbero voluto impedirle e limitarle. Che la provocazione alla guer!'a sia venuta dagli uomini della rivoluzione, chi per lo appunto si assunse il compito d'illustrarne la storia.ci dimostra colle dichiarazioni di Thuriot e di Lindet nel 1793, colla accusa formulala contro Brisso·t e Lebrun di aver provocata la guerra contro l'Inghilterra. Noi ci associamo a gran parte delle considerazioni svolte da Jaurés nei numeri della Petite R~publique dell'8 e del 30 Sellembre e 11e ammiriamo il coraggio veramente straordinario che mostra facendole nell'amuiente della vicina repubblica saturo di militarismo e di chauvinisme; e vi insistiamo in Italia perché tra le fila de!Tademocrazia prevalgono ancora gli odi e i pregiudizi contro i nomi, che si confondono spesso colle cose. Abbiamo fatt..ouna riserva sul passato della Triplice che non crediamo cosi innocente, come sembra a Jaurés. Se Bismark non aggredì la F1·ancia quando la vide impegnata nella politica coloniale e in rottura aperta coll'Italia e non ancora era conchiusa la Duplice, ciò si deve al fatto che la Russia vegliava semp1·e per impedire un ulteriore indebolimento deìla Francia ed ingrandimento della Germania. Ha dimenticato Jaurés che prima che s1 concludessero e la Triplice e la Duplice, lo Czar impedì risolutamente che Bismarck compisse l'aggressione premeditata contro la repubblica, appena si convinse che il pagamento dei cinque miliardi d'indennità di guerra e1·a stai.o ft1llo rapidamente e che l'amputazione dell'Alsazia-Lorena aveva lascialo abbustanza vigorosa la Francia~ · Guardiamo con occhio diverso oggi la Triplice, non solo perché è mutata la sua intonazione, ma perché data questa nuova situazione la consideriamo come il minor male - un vero pis alter -. La rottura della Triplice in questo momento vorrebbe dire la guerra immediata; della quale territorialmente, con tutta probabilila le spese verrebbero pagate dall'Austria-Ungheria. Questa probabilità fdrebbe esultare nella tomba le ossa di Matteo Renato Imbriani; ma noi che pur non abbiamo alcuna tene1·ezza per !'Imperatore degl'impiccati e pel suo entow·a_ge ultra clericale ce ne preoc~upiamo come di un grave pericolo. La scomparsa dell'Impero Austro-Ungarico vorrebbe dire la scomparsa di un comodissimo cuscinetto, il totale schiacciamento dell'elemento italiano nell'Adriatico, su cui si affaccerebbero potenti e prepotenti due colossi: il pangermanismo e il panslavismo. Ecco, perché, in questo momento possiamo sembrare partigiani della Triplice; ma non ·10 siamo pei motivi, che la fecero prediligere dai nostri monarchici, o meglio dai nostri dinastici. E ci duole che il Secolo - forse per difetto della nostra esposizione - non abbia Lene inteso il nostro movente. Come i lettori possono comprendere stiamo orct per la ribaldi - d{ quello derivante dalle forme politiche. Del resto· anche su questo punto di vista battiamo un chiodo, che sfugge a molti repubblicani. I repubblicani - con particola ..ità quelli dell'Italia del popolo - odiano la Triplice per le spese militari che ci addossò, e soprattutto perché scorgono nella medesima un interesse dinastico. E come non si accorgono essi, che oggi sono i r8ppresentanti eminenti della dinastia per lo appunto che vedrebbero con gioja lo sfasciarsi della Triplice, e sperano in una guerra contro l'Austria f Ed hanno essi valutato la situazione che venebbe fatta alla democrazia da una guerra contro l'Austria-Ungheria, a cui' ci avrebbe fatalmente trascinato il vecchio irredentismo? Se fortunata, sarebbe seguita da una recrudesceuza di militarismo, - che in Italia non ha trad,zioni gloriose e che vorrebbe cancellare i ricordi di Custoza e di Adua, - a tutto danno della economia pubblica e della libertà; se disgraziata, sarebbe una catastrofe nazionale, di cui rifuggiamo di esporre le conseguenze disastrose, che neppure potrebbero essere compensale dalla proclamazione di una repubblica nata male, e che forse non potrebbe abbracciare lutto il territorio nazionale, dato che ai vincitori piacesse il lasciarla proclamare. Ecco le obiezioni che noi sottoponiamo agli amici dell'Italia del popolo; e vorremmo che le esaminassero senza preoccuperai _dell'attitudine dei socialisti nella quistione. Nor. SUFFRAGIUONIVERSALE E RIDUZIONEDELLESPESEMILITARI (I mezzi e il fine) --w Nessuno negherà in Itali!:l, l'abilità e il tatto politico del partito socialista italiano; qualità che rifulgerebbero più vivamente se non fossero offu. scate dalla scarsa lealtà verso gli affini-ai.:-versari e da un certo spirito settario, che chiamano solidarietà e disciplina di partito, e che li porta tal volta al fenomeno della doppia coscienza, che si esplica in un modo nelle intime conversazioni e in un altro in pubblico. E questi di_fetti naturalmente li trascinano a l'icorrere spesso al sofisma ammantato sotto tutte le forme: anche sotto quella di una esplosione .... di sincerit,ì. Abilità e tatto politico indussero il partito Socialista a promuovere una agitazione in favore della riduzione delle ,pese improduttive. e specialmente delle spese militari; la scelta e lo spirito settario certamente si affermeranno nello sconoscere che questa piattaforma fu messa innanzi da altri, e specialmente da repubblicani, pochi anni or sono, quando i socialisti - in attesa della collettivizzazione totale -disprezzarono e posero in ridicolo. La slealtà e il sofisma ad un tempo hanno già fatto capolino nalla polemica impegnatasi sulla agitazione pel suffragio universale promossa dai repubblicani, e sopratutto dal suo instancabile apostolo: Roberto Mirabelli.

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