RIVISTA POPOLARE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCIALI 500 molo con iafinita ama~ezza, è dovu~a alla indifferenza del pubblico e dei rappresentanti nazionali, innanzi ad ttn fatto, che avrebbe dovuto muovere ogni onesto. Anche ora, la Rivista farà il suo dovere. ... Verso la pace. Sempre in tema di alleanze. - patriottardi francesi, che in questa occasione vediamo con dolore di accordo coi nostri carissimi amici del Secolo e dell'Italia del Popolo, non sanno perdonare a Jean Jaurés il suo giudizio sull'ultima fase della Triplice alleanza dal punto di vista dell'interesse supremo della pace perfettamente identico al nostro. Che all'illustre socialista francese gli attacchi fossero venuti• dai na::ionalisti si comprende; e si comprendeva del pari che l'antisemita Libre parole del Drumont sia entusiasta dell'aLtitudine intransigente dal Parti Ouorier francais e scagli fulmini contro Jaurés e la Petite ltepublique che yivono nella realtà. I ,soo:ialisti intransigenti attendono la pace dalla totale trasformazione della organizzazione sociale; disprezzano e combatt ono, quind Le Signore clericali in Francia - Signora prefettessa, le mie visite finiranno col compromet. tere vostro marito col governo. - Ah ! ... Io ho già detto pubblicamente che voi venite a trovare uno dei nostri servitori. (Echo di Parigi). ogni temperamento ed ogni espediente che conduce alla graduale realizzazione dell'ideale. I nazionalisti guerrafondai, perciò, siccome non credono alla trasformazione totale degli ordinamenti attuali o la ritengono remotissima, ballono le roani agli intransigenti che non ne disturbano l'azione colle riforme parziali e cogli adattamenti opportuni. Fa meraviglia, però, il vedere che gli organi p1u autorevoli della borghesia liberale, Le Temps e L~ Journal des Debats, si siano uniti al coro dei det1·attori di J aurès. Ma questi è uomo da saper resistere vittoriosarn~nte agli assalti che vengono da parti diverse; o vittoriosamente ha risposto in parecchi;articoli della Petiie Republiq ue dopo quello da noi riassunto nel numero precedente della R1oista, in difesa del punto di vista suo e nostro. Egli ribatte gli argomenti della borghesia che crede nella eternità e nella fatalità della guerra - credenza che giustifica la esistenza del militarismo che dissangua i popoli - senza lasciarsi trascinare dall'ottimismo idealista. La direttiva sua e nostra nella quistione della Triplice e delle alleanze la riassume nitidamente in quesLr termini: « Nella politica estera e nella politica interna respingo l'assoluto. Non mi figuro le età del mondo nella stessa guisa del mito antico, come la successione di un periodo tutto d'oro ad un altro tutto di fe!'ro. So bene che tutte le riforme non riceveranno il loro compimento e la loro efficacia totale che dall'avvenimento completo del socialismo. So bene che la pace internazionale. non riceverà la sua definitiva e immortale garenzia che dalla perfetta ·organizzazione socialista. Ma credo del pari, che sia possibile sin da ora d'introdurre nel sistema sociale delle istituzioni, che lo trasformano, che pre-· parano e disegnano il comunismo. E credo che sia pos-· sibile sin da ora d'introdurre nel mondo aspro, diffidente e tormentato delle garanzie di pa'!e. « Ho visto nella trasformazione parallela della Triplit-.e e della Duplice AlleaMa una prima giustificazione d'i questa speranza. L'alleanza franco-russa tutta fatta di rumori chaur:oines da principio, ha lasèiato apparire a poco a poco il suo vero fondo ch'è la pace. La Triplice Chamberlain e i generali boeri Chamherlaln (ai geMmli Boeri): Vediamo, siate ragionevoli perché c'è modo d'intendersi. Noi prendiamo tutto, e vi lasciamo il resto: non si potrebbe essere più discreti! alleanza che non ,è stata mai deliberatamente aggressiva, ma che era molto brutale e diffidente, si apre a poco a poco, per mezzo dell'amicizia franco-italiana, ad uno spirito di confidenza e di cordialità». Ma dove Jean Jaurès mostra il maggiore coraggio - e noi, per quanto riguarda il passato, su quest11via non possiamo seguirlo - è nella difesa esplicita del fondo pacifico e difensivo esclusivamente della Triplice. A chi gli ricorda che essa ha mutato carattere ,fopo la conclusione della Duplice egli 1·isponde, che essa avrebbe avuto tempo di esplicare il suo spirito bellicoso ed aggressivo per molti anni, prima che l'alleanza della Francia e della Russia s0rgesse ad infrenarla. Gli affari della Tunisia e l'affare Schnaebaele avrebbero potuto somministrarle gradita occasione per venire alla guerra. Si è affermato, egli soggiunge, che Bismarck spinse la Francia in Tunisia e ad impegnarla nella politica coloniale a base di conquista nel Tonchino, nel Madagascar·, in Cina per indebolirla, aggredirla e averne ragione più facilmente. Ma Bismarck ottenne lo scopo di divergere le
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