530 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ dél leggero, del semplice, del chiaro, d~I pratico, del libero, del vivo. . Carchitettura dell'avvenire sarà di metallo e di vetro -e cm.Itri ma-t,eriàli a rapida composizione e scompbsizione, capaci di forme agili ed alte; la luce e l'aria vi penetreranno liberamente da tutte le parti, regolate, attbn11n.te, purificate; gli ascensori, l'acqua, il ~es, l'elettricità., le trasmissioni di ca.tore e di èo'i'za,.la fognll'tura, ne faranno un organismo compl'éto, vibrante, pa.lpWinte, funzionante come ·un essèrè vivo di vita intensa, perfetta, umana ...· E di tutto que~to, a Torin'o non c'è proprio nulla, o l:J.U'ìls:iper ora, credo bisogni ancora andare ad impa.ra:re i Cf'.lteri dell'architettura avvenire, nel Belgio: ~ infatti in ùnn. vetrina della sua sezione, ch·10 ho veduto, se non i modelli, almeno i disegni e le totbgràfie ché più mi soddisfano: oh, le svelte colonn'iti,e di ferro, simili a steli quasi ideali; oh, i bei càpitelli frastagliati ed espansi come fior-i fantastid; oh, le serpimtine scalee, avvolgentisi ai fusti sottili, come convolvoli o lupp )li; oh, le vetrate immense,, le intere pareti aeree, luminose, tra le quali par d'essere e respirare e lavorare all'aria libera e aperta! Écco, per me, le idee-madri dello slile nuovo in ari:hitettura: studiamole bene, dal punto di vista pratìco .e tecnico, che non ab)1iamo a tutt'og!li saputo as-similarci; dopo, v'inse1·iremo liberamente e sicui'à:tnente il nostro gusto e la nostra ra:n_tssia.· t, a proposito d'architéttura, due 'alti-e osservazioni gei]e1·ali mi accade di fare: la prima, é che lo spazio nt)Il é qui quasi mai eronomizzato a dovere: riienlre l'infittirsi della popolazio·ne impone alla casa ftilnra la l<'gge ciel minimo mezzo, cioè il più possibile di comodità nel meno p0ssibile di locali, qui si spreca allegramente l'area e la cubatura degli ambltlnti, come se si fabl1ricasse in aperta cam pa~na e per ricchi e pacifici latifonclbti soltanto. S'intende, che anche a questa mostra si notano e spicca!'lo belle e lodev,,li eccezioni, decisamente pru.- tiche e avveniristt.1: per esempio, il villino austriaco nel suo simpaticissimo insieme, il vero clou della mostra, così comodo, luminoso ed aerato; per esempio, le 11 ohnzimmern tedesche ,e le living rooms inglesi, praticissime ed ampie stanze comuni per famigliole modeste, di cui ogni angolo serve ad un uso diverso, di studio, di conversazione, di lavoro, di pasto, avendo così un locllle solo equi...alen te a tre o quattro altrettanto grandi, ove ognuno, senza privarsi della compagnia e dell'intimità dei suoi cari, e senza moltiplicare le spese di fitto e di riscaldamento, può attendere senza disturbo alle proprie personali incombenze. Tanto carine, anche, le scalette interne, ordinarie od a chiocciola, con le belle ringhiere in legno od in ferro, decorative, con sotto tanti ingegnosi e sgombranti ripostigli a piani, a cassetti, ad armadi, che fondono in una due stanze sovrapposte, raddoppiando cosi, in certo modo, la cubatura d'ognuna, e conservando in tutte le ore, nell'unità della casa, la unità della famiglia. La quale,viceversa, è spesso tutta isolata dal mondo esteriore, e sottratta alla volgare curiosità dei vicini, dalla disposizione e dal tipo delle finestre, collocate assai in alto, onde spandono. attmverso i vetri brinati, attraverso le tende sottili, fìoJ'ale o istori-il.te, una blanda luce diffusa, che. inspira il rac- ~og-lìmento e il.lavoro. Per me, il locale più degno di plauso perchè più veramente pratico e moderno, è quello dello Sneyers nèlla sezione belga: il quale, in una stanza non mole to larga di base ma molto alta di pareti, ha appunto, mediante scale interne, come una saletta in bas-- so, uno studiolo a guisa di tribuna più in su, ,e un soppalco col lettuccio in cirria: il tutto disposto con ingegnosità pari al buon gusto, condensando un- intero appartamentino, quasi un microcosmo, in centocinquanta metri di cubatura,applicando all'abitaz,ione cli terraferma, con maggiore larghezza e libertà, na-. turalmente, i criteri dell'arredamento e dell'impianto navale. * • * . E i mobili f Ah, quante stranezze, quante follie, quante mostruosità, quante cose senza senso com·une ! Bisogna vedere la Scozia! Bisogna vedere ... Ma è inutile far la réclame al manicomio. Ripetiamo, piuttosto, anche per il mobilio, che non si tratta, oggi, di arredare la reggia di Semiramide o il palazzo di Sesostri, come pare proprio che qua.I- · cuno abbia sognato di fa~e, certo con genialità; certo con sf'arzo, ma certo anche con poco criterio ~ con niente opportunità. Ripetiamo che l'immane, il tozzo, il farraginoso, il snraccarico d'ornat,i pesanti ed inutili, non é pit' del nostro tempo in nessun modo, per quan·to di-: verso dagli stili storici; e che noi non arriiamo altro, perchè d'altro non abbisogniamo, che ùei mobili pratici e semplici, la cui belleua sia tutta, o.quasi, nella correttezza della liq_ea, nell'armonia delle proporzioni, nell'evidenza dell'uso, nella stilizzazione delle parti necessarie, delle ferramenta. delle cerni,·re, delle ser,raLure; nei capricci delle venature del legno, messi in cvid,mza, ma parcamente, con diafane penetrazioni di colori tenui; e nei ri-flessi del ferro, del rame, dell'alluminio, ammiccanti giocondamente nei punti ove il bisogno ne impone l'applicazione. ' Una caratte1·istica, che colpisce, di tutto il mobilia.rio odierno, è la sua compenetrazione ed unificazione, quasi la sua connaturazione, colla parete. da cui vien fuori come gemma dal tronco, tutt'uno con essa. La parete medesima, o meglio la stanza, non é più un recipiente qualunque, indifferente, per un qualsivoglia mobilio avventizio: è fatta in vece per, anzi con il mobilio suo, esclusivamente ed organicamente suo: scaffali, dispense, armadi, camini, mensole, letti, comodini, divani, attaccapanni, leggii, scrittoi, stipi, cartelliere, tutto, tutto, é come una sporgenza, un membro, una parte sostanziale dell:t parete, coperta fino ad una ce1'ta altezza dal legno medesimo: il quale sovente si slancia in_ archi, in• colonne, in nervature, in tramezzi, a guarnir po1·te e finestre. a costituire angoli intimi, a offrire appoggi e supporli, a celar ripostigli e sorprese, -t portar vaid e statuine, quadri e ritratti, lampade e pendole, ad incorniciare in riquadri la jrise· istoriata, a far da telajo ai panneggi o alle pitture floreali del!::,. volta o del soffitto a padiglione. E tutto ciò é bello e buono, certamente; ma non l'isponde, ormai, che ai bisogni della gente sedf)ntaria e che ha casa propria; mentre oggi i .più, anche non poveri, vivono in case d'affitto e vanno soggetti, per le travolgenti vicende degli affari, degli impieghi, delle professioni, a frequenti cambi di residenza. A costoro chi pensa? Che razza di stil nuo-
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