RIVISTA POPOLARE Dl POLJTJCA.. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 527 Rivoluzione ver~aelreivoluzione ~ratica (r:ontinua~ione Vedi n. 18). ~ E notate l'artificio e la sagacità delle potenze conservatrici I E,se si guardano bene, esse, di negare questo incomprensibile bisogno di distrazione, cosi imperioso come il mangiare e il bere! Esse anzi lo alimentano; esse seducano, dandole dei divertimenti, la folla spensierata. La Chiesa cattolica, che se n'intende dei modi per domiuare le anime, ha avuto bisogno di rendere abbagliante le cerimonie del suo culto: Come volete che la povera donna che ha bisogno di esser confortata nei giorni di tristezza non si precipiti sotto la volta maestosa della cattedrale, ove la bellezza degli apparati le fararmo dimenticare per un istante le sue pene 'l Come volete voi che• i fedeli ineb,-i11ti d'incensi, storditi dai canti e dalla musica, abbagliali dall'oro degli altari, dal fuoco multicolare d~i lampadari e dallo splendore dei preti, pensino ai traffici meschini e ripu)?nanti ai quali da luogo la loro fede f Come volete, voi ancora, quando nella strada sfila l'esercito dalle uniformi scintillanti, -sotto le fiere bandiere, e colle trombe squ11lanti, che il passante pensi che quesla decorazione eroica maschera malamente una 11reparazione alle odiose carneficine umane? Oh! la seduzione e la forza dello spettacolo! Quale follia, per quelli cht: cercano di facilitare l'evoluzione sociale, lasciarla ai nostri avversari no11 riconoscen- -done l'i11:po1'Lan.zaessenziale. La sloria di Roma avrebbe dovuto insegnare invece che la plebe mise un giorno sulla stessa linei la rivendicazione degli spettacoli e la riduzione del nutrimento. Panern. et circenses. Questo potrebbe essere un programma, se voi voleste prendere ;;ircenses if! senso nobile. Esso ci indicherebba che noi abhiamo da risolvere nello stesso lempo il problema del pane e quello dell'arte. E l'uomo, infalti, non é soltanto uno stomaco, é anche, e sopratutto, un èuore e un cervello. L'arte a tutti, per lutti, da t.utti. L'arte del passato, le ·sue gioie immense e i suoi tesori, messa a disposizione di tutti quei che sono suscettibili di goderne. Avete voi notato questo fatto - confermante le idee che io vi espongo - che fu con le raccolte d'operè d'arte che an2itutto si affermò il diritto collettivo~ L'arte dell'avvenire misla alla vita, si evolve fino a doventare l'espressione di un lavoro _fatto con gioia secondo le teorie di RusJ,in e di Morris, impregnante la vita pubblica ingrandita e anche gli ogg•~tli usuali: il pensiero della Bellezza nelle più piccole e nelle più grandi occasioni. Oh! io non reclamo delle odi al suffragio universale, -delle sculLure radicali o delle sinfonie socialiste! Sarebbe negare l'arte stessa cercando asservirla, sog11ando pazzamente a toglierle la sua indipendenza feroce e necessada. Io voglio dei riformatori assai larghi di intelligenza da non esigere delle ·opere d'arte conformi alle loro preferenze, e abbastanza chiaroveggenti per non sdegnare l'imporlanza considerevole del fattore estetico. Il socialismo belga l'ha tentato. Il suo più interessante tentativo a questo riguardo, è stato la sezione d'arte delta Casa del Popolo di Bruxelles. Essa ha osato presentare i Maestri a degli uditori operai che si mostrarono più rispettosi, più intelligenti e più attenti di certi uditori borghesi. Ma per quanto meritorio ciò sia, non é che un piccolo tentativo. Per un anima colpila ad un tempo dal Socialismo e dalla Bellezza.. vi é l'incisione, la canzone, il teatro - il teatro soprattutto - vi sono le feste, le manifestazioni, i cortei. Avete voi pensato mai al ricordo che lascia in un cervello di fanciullo l'impressione di una bandiera rossa spiegata al sole f Le prime opere di Victor Hugo furono napoleoniche, perché un giorno, essendo fanciullo, il poeta vide passare Napoleone. Certi ricordi hanno un'intensità che impressiona l'intiera esistenza. Voi che desiderate agire, per facilitare il cammino dei lavoratori verso il meglio, non trascurate l'Arlel E non trascurale neanche la morale! Sono forze sentimentali di un'energia incalcolabile. Un popolo non può vi vere senza Diritto, senza Scienza, senza Arte, senza Morale. Una teoria sociale che trascurasse l'uno e l'altro di questi aspetti essenziali, sarebbe in conseguenza di ciò colpita da sterilità (I). Il socialismo deve avere il suo ideale morale. Io intendo con ciò un insieme di educazione seeondo la quale la coscienza dirige la sua attività, discerne il bene dal male, scopre il suo dovere. Per la grandissima maggioranza degli uomini queste indicazioni sono più delle impressioni fugaci che delle regole ragionate. La nostra coscienza é raramente sensibile a delle dedùzioni con sillogismi. Essa sente. E questo modo di sentire determina tutti i nostri atti. E perciò che non é agevole parlare di morale, e più specialmente di morale nuova, con aforismi e definizioni. Noi però la sentiamo vivamente, e la mancanza del modo rli esprimerla precisamente 11011 sarà u11 motivo per negarne le realtà. Noi sentiamo, per esempio, l'importanza che vi è nel sostituire alle idee cattoliche di rassegnazione, il fecondo spirito di rivolta; alle idee di sacrificio, di rinunzia, di morte, quelle di energia, d'attività, di vita; alla maledizione del lavoro contrapporre la sua eccellenza e la sua dignità. E se in questo conflitto angoscioso tra la pretesa morale rivelata del passato e la morale realmente umana dell'avvenire, il disordine delle coscienze ba potuto lasciar schiudere delle nozioni bassamente materialistiche, noi sentiamo però l'inferiorità e l'impotenza di queste. Noi percepiamo che vi é qual,:osa di più olti-e le soddisfazioni dello stomaco, e noi restituiamo' alle grandi forze intellettuali e sentimentali la loro preminènza nella natura. Se la scienza p3rve alcuni anni or sono - col darvinismo dei primi tempi - legittimare l'aspro egoismo nella lot:a per la vita e la vittoria dei forti, la scienza, me-· glio penetrata dell'idea, ci rivelò quel che ci gridava la voce morale, cioé che le specie che sopravvivono e che· trionfano non sono quelle in cui gli individui sono più forti, ma quelle in cui gli individui, anche deboli, si prestano un mutuo appoggio e si organizzano per un aiuto fraterno. La storia naturale ci dimostra la necessità della solidarietà e che la prima delle leggi é la legge dell'amore. E ciò che gli scienziali ci confermano, gli 11rtisti, gli scrittori del secolo ce !"annunziano a sazietà. Una novella di To!stoi é intitolata: Ciò che fa vivere gli uomini. E ciò che fa vivere gli uomi11i, non é né il denaro, né il potere, né la fama, ma l'amore. E ancora l'amore che esalta cosi magnificamente il suo grido nell'opera enorme di Wagner; e la tetralogia: l'Anello dei Niebelungen /1) Preoccupations intelletfoelles esthetiques et morales du Parti ouvricr belge in Revue Socialiste, 1897. Questo studio, rivisto e accresciuto, è stato riprodotto nel Socialisme en Belgique, 2. edizione, 1902, pubblicato in collaborazione con E. Vanderwelde. presso l'editore Giard et Brière, Paris.
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