Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 19 - 15 ottobre 1902

RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCI.A.LI 525 Poi, come avviene sempre nella storia delle dottrine e dei sofismi, non si ragionò più che tanto, su questo punto, ed il socialismo venne sistematicamente pensato come l'opposto logico del regime a base di libera concorrenza. . .. Altrove il passaggio dal sistema a vincoli legali al sistema della libertà, si effettuò g-radatamente. Per tale lentezza del ciclo evolutivo fu possibile rilevare due cose. La prima fu che il nuovo regime presentava dei vantaggi sul sistema di prima; la seconda, che il vantaggio consisteYa appunto negli sviluppi successivi della libertà. Fu allora se non evidente per lo meno abbastanza visibile che i mali della società non nascevano flal regime liberale, ma anzi dal suo imperfetto sviluppo. Onde ru possibile vedere un gigantesco movimento di masse agitarsi intorno a due precisi postulati del sistema Iiberale: le leggi doganali protettive ed il suffragio uni versale. Mentre in Inghilterra la classe lavoratrice manifestava concretamente, a questo modo, la sua fiducia nel sistema della libertà, m Francia, ove il passaggio dal feudalismo al liberal is1110era stato così brusco ed era stato seguito da moti reattivi così .feroci che ne avevano compromesso lo sviluppo, il proletariato del!' insurrezione di Lione alle giornate di giugno, cadeva eroicamente per un tragico sogno d' inafferrabile comunismo. Come degli uomini, così delle dottrine. Il socialismo inglese non è comunistico, o quando si dice tale, lo fa per obbedire ad una specie di suggestione verbale, ma in realtà non è che cooperativistico. È notevole certamente il fatto che, per esempio, mentre Godwin e Babe11f si agitano e scrivono nello stesso giro di tempo, l'uno pon capo al comunismo vero e proprio, nella sua forma più risolutiva e completa e l'altro ad un vago filantropismo, che sì e no vuol essere egualitario; e tutti e due attaccano spietatamente quel regime sociale, che si è convenuto chiamare capitalistico e li"berale. li Godwin, nelle sue Ricerche sulla giustizia politica, apparse precisamente in quel sintomatico 1793, che fu come l' astuccio nel quale erano rinchiuse tutte le idee moderne, rigetta l'organizzazione comunistica, la direzione della produzione e del consumo per mezzo dello Stato, il lavoro in comune, i pasti in comune, i magazzini in comune per la conservazione delle cose utili comuni, tutte idee babuvistiche. Godwin vuol conservare l'economia individuale e la proprietà privata, la quale dovrebbe essere egualitariarnente divisa fra tutti i membri della società. Ma questo stato sociale non è possibile che come risultato d' una trasformazione di sentimenti, in forza della quale ciascuno di noi dovrebbe esser pronto ad abbandonare la parte dei provri beni eccedente i propri bisogni. L'idea- anti-comunistìca si ritrova in quasi tutti i socialisti inglesi. Hall (1805) vorrebbe leggi sunuarie e una periodica ripartizione delle terre. Il Thompson, il grandissimo Thompson, il vero padr:e intellettuale di Carlo Marx, al quale il primo suggerì la parte più geniale delle teorie sul _sovrapprodotto, sul soprallavoro e sulla rendita; nella s-ua Inchiesta sui principii della distribuzione della ricchezza (1824) è partigiano d'un socialismo avanzato, ma non ilei comunismo. La sua medicina sociale consiste nell'organizzare degli opifici cooperat~ vi di capacità media, i quali dovrebbero produrre tutto il necessario. Queste cooperative dovrebbero abbracciare dai 500 ai 2000 operai e non più. Esse dovrebbero costituire tante unità indipendenti, appena munite di un vincolo federale. Dovrebbero attendere con temporaneamente al lavoro dei campi ed al lavoro industriale. Le terre e le macchine necessarie dovrebbero essere comprate coi risparmi. Tutti i membri della cooperativa .riceverebbero in ragione dei loro bisogni. È noto poi quanto poco comunistiche siano le idee del Bray e del Gray, altri precursori inglesi del Marx, ai quali egli evidentemente improntò una parte notevole delle proprie idee, ri fondendole nel crogiuolo purificatore della filosofia classica tedesca, e che pure debbono contarsi fra gli scrittori più ri~oluti della Ietterat.ura anticapitalistica, che fiorì in Inghilterra sui principii del secolo XIX. Notevole poi di tutti questi scrittori è la violenza degli attacchi che essi rivolgono allo Stato, risparmiato in vece dalla letteratura comunistica vera e propria. :::ìembra che sia possibile concludere che essi vedevano il rimedio ai mali della società meno nell'organizzazione comunistica della produzione, che nella sparizione dello Stato. Questi scrittori socialisti sono bene a ragione rivendicati dalla letteratura anarchica, la. quale, per un certo verso, è contraria ad un regime di comunismo statale, come è concepito dalla scuola corrente del cosidetto socialismo scientifico. (1) Le condizioni dell'Inghilterra, al principio del secolo scorso, ed i vantaggi arrecati dal regime libernle, con la lenta dissoluzione del feudalismo · erano una critica indiretta tiella dottrina che vor .. rebbe fare della libera concorrenza la causa dei mali che presentemente travagliano la societù. II. Adesso è di moda gridare contro il taisse1· (aire, taisser passer. La retorica italiana, che tante voi te ha pretensioni di scienza, non risparmia a questo principio le più atroci invettive. Socialisti della cattedra e politicanti, democratici-cristiani e gazzettieri, dilettanti di scienza ed agitatori pratici gridano tutti contro il manchesterismo. Con qual fondamento? Quando in Inghilterra prima, in Francia dopo, (1) Non é il caso di ripetere qui tutte le obbiez;oni che il Bel'• nstein ha rivolto oontro lo strano accoppiameno <li queste due parole.

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