RIVISTA POPOU.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 519 in una lettera sul programma di Erfurl, rer.entemente pubblicata, che non si può impedire le comunità religiose " di fondare, coi loro propri mezzi delle scuole che loro &ppartengono in proprio e d'insegnare le loro dottrine:.. Egli giudicava brutalmente l'insegnamento ecclesiastico, ma non credeva, come Jaurès, che biio• tendenza: nella Petite Republique del 4 agosto, si poteva leggere un att11cco contro i guesdisti del consiglio municipale di lvrv che non avevano voluto votare un indirizzo di feli-;;itazione al governo; e nel numero del 2 settembre si attaccava una federazione 9uesdista che non aveva .-oluto inserire nel suo giornale un indirizzo in Per la visita di Re VittoriQ I I I. ,' r , Q-R. . ' \ . : \ ' ' ;, I I E , ò • I Ecco il modo migliore per "presen•are al re d'Ita 1ialdurante la rivista i nostri uomini piu illustrì. (Hauptrruinn, Roentgen, Mcnzcl, Mommsen, Richter). (lustige Bliitter di Berlino) gnasse interdire questo insegn11mento per impedire il suicidio della libertà. Noi afferriamo dunque 'lui una prima pruova che lo spirito dei socialisti francesi si allontan11 molto dallo spirito ma1·xista e che s'avvicina sempre piu alle tradi- :doni giacobine, piene di odio contro la Chiesa. I guesdisti hanno cercato di tenersi fuori della nuova coraggiante il governo a perseverare nel suo anticlericalismo. « Ecco dove è caduto oggi il Partilo operaio francese », concludeva il giornale di Jaurès. È facile vedere, leggendo il Socialiste, giornale di Guesde, che il Partito operaio è molto seccato per la questione anticle1·icale: i suoi membri più nettamente socialisti, non sono per nulla partigiani di una politica
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