484 RIVISTA POPOLARE t>I POLITICA, LETTERE B SCIENZE SOCIALJ Parecchie cir·coslanze caratterizzano .tali periodi. Nel 1° ( l866-74) esiste il massimo disordine nell11 circÒJazione cartacea e nella finanza dello Stato. Il de.fìcit del bilancio raggiunse dollari 144.000.000 nel 1866 (guerra coll'Austria) e gradatamente si ridusse a dollari 2.000.000 principalmente per gli sforzi di Sella e Minghe~ti, i due capi del partilo conservatore. Nel 2° (1874'-81) si ebbe un rapido migliorarvento nelle condizioni economiche del paese. Il bilancio presentò un avanzo di quasi 11000.000 dollari nel 1881. Il partilo libe1·al~ abol"t nel 187Gil dazio del macinato; progettò molli lavori pubblici e ferrovie ed aumentò le pubbliche spese di ogni genere. Nello .stesso tempo il governo cercò riprendere i pagamenti in moneta metallica (oro e argento). Dei lrl8.ù00.000 di carta moneta, 68 milioni furono convertili in biglietti da L. 5 e L. 10; e 120 milioni furono cambiali alla pari in oro mercé un prestito contratto per mezzo della casa Hambro e figli sul mercato inglese. Il cambio su Parigi cadde a 100 e l'aggio sull'oro scomparve. In seguito a questo periodo di prosperità, governo e paese perdettero di vista, ogni principio di scienza economica. Le spese pubbliche aumentarono continuamente; l'aoanzo di 11 milioni dj dollari del 1881 si convertì in piccolo deficit nel 1884 che crebbe sino a 47 milioni di dollari nel i889-90 ! Nel solo anno 1887-88 si pagarono 60 milio11i di dollari per costruzioni ferroviarie fatte per mezzo di grandi prestiti. La speculazione, le banche per azioni malsane, i lavori pubblici delle graniF città - specialmente ,Ji Roma e Napoli - crebbero in guisa da indurre il governo e le Banche di emissione ad una grande eccedenza della circolazione cartacea. In tali condizioni vennero meno i pagamenti in moneta metallica, riapparve l'aggio sull'oro, discese il prezzo del consolidalo, molte banche fallirono o si ridussero a mal partito, e ne segu·1 una grave depressione finanziaria ed economica. La crisi rsggiunse il suo massimo negli anni 1889-1892. Quando ritornò al potere l'on. Crispi la crisi era intensissima. Si deve specialmente al ministro Sonnino se cominciò la ricostituzione fin.anziaria ed economica, che venne ostacolata dalla sfortunata guerra dell'Abissinia che costò 30 milioni di dollari ottenuti con un prestito, che accrebbe il· debito pubblico. Spetta al gabinetto Di Rudinì il merito della restaurazione finanziaria; durante il suo secondo ministero scomparve il deficit del bilancio, e riapparvero gli aoan.z-i con 1 milione 850 mila dollari nell'anno 1897-98, che gradatamente arriva ad 11 milioni 670 mila dollari nel 1'900-901 e a 12 milioni nel 1901-902. L'avanzo in gran parte è dovuto all'entrata doganale e sopratutto al prodoLLo del dazio di L. 7,50 per quintale sul grano estero. Durante l'ultimo periodo (1894-902) il miglioramento neJle condizioni economiche e finanziarie fu continuo e progressivo. Si cominciarono a pagare i debiti redimibili e sj provvide alle spese di costruzioni ferroviarie (circa 20 milioni all'anno di lire) e alla spedizione in Cina colle entrale ordinarie ~el bilancio. Il corso della finanza nazionale e dal debito pubblico rispecchia gli eventi ·politici attraversati dal paese. Nella seconda metà del secolo passato si ottenne l'unità e l'indipendenza ,Jel paese. Il presente regno d'Italia é il risultalo di un grande movimento patriottico terminalo colla fusione in un solo di vari pi~coli Stati, che spesso si trovavano in pessime condizioni economiche e sociali. In parecchie provincie, specialmente nel Sud, mancavano le ferrovie, le strade, i ponti, le scuole. Tutto dovette essere creato; e coloro che frequentemente deplorano le present.i condizioni sociali d'Italia, probabilmente ignorano l'enormità dell'impresa, compiuta da una sola generazione, di costruire un nuovo edifizio di civiltà e di progresso. Ancora poche altre .considerazioni sul Debito pubblico. Il fallo che una parte dei titoli del nostro consolidalo è posseduta dagli stranieri ha avuto un doppio ordine di conseguenze. Da una parte è aumentalo il CaJJilale e il credito nel paese per influenza dul capitale straniero; da un'altra parte si doveaero pagare in oro - colle relative perdite per l'aggio sull'oro - gl' interessi del consolidalo in mano degli stranieri e si pertu,-bò, con ciò, il corso del ..:ambio. Per tale motivo venne considerato come un fenomeno benefico il riacquisto da parte degli Italiani dei titoli del debito pubblico collocati all'estero. Le proporzioni del fenomeno vengono date dalla cifra degli interessi pagali in .oro dal Tesoro ali' estero: furono 39,400,000 dollari nel 1893 e discesero a 12,300,000 nel 1900. Ciò significa che in cifra tonda l' Jt.alia in sette anni ha riacquistato dagli stranieri oltre 200,000,000 di dollari del suo debito pubblico, e che all'estero, specialmente in Francia e in Germania, non ne rimane clie per 280,000,000. E il riassorbimento continua. Benché vi siano alcune voci dissenzienti, pure la preferenza al Debito di carattere internazionale - quale il nuovo titolo 3 112010 -- cresce. È opinione generale, che, nonostante il no,:tro debito coll'estero, la bilancia monetaria annuale ci sia favorevole, a causa delle rimesse di denaro dei nostri emigranti e specialmente di quelli andati in America e dello incremento continuo dei viaggiatori stranieri - con particolarità dei nord-americani - in Italia. Si calcola che ~ssi portino circa 400 milioni di lire italiane all'enno (1). In quanto al passato, e specialmente durante il periodo delle guerre nazionali, il consolidato venne emesso molto al di sotto _della pari. Frequentemente il 5 Oro venne emesso tra il 70 e 1'80; più recentemente il 3 010 dei titoli fe1Toviari lo fu sotto 60. Si afferma spesso, in ispecie dagli scrittori stranieri, che l'Italia è oppr'essa dal carico del debito pubblico. C'è molta esagerazione, benché il giudizio trovi il suo apparente fondamento nel fatto che il 40 Oro dell'intero bilancio dello Stato venga assorbito dagli interessi del Debito nazionale - compresivi gli 82 milioni di lire delle pensioni civili e militari. Ma dev'essere ricordato che gran parte dell'interes-;e è sottoposto all'imposta del 20 0tO e che i 137 milioni di dpllari si riducono così a 120. Inoltre più che un terzo del debito pubblico fu contratto pPr costruzione di ferrovie che rendono allo Stato circa 20 milioni di dollari all'anno. L'interesse del debito realmente pagalo si riduce quindi a circa 500 milioni di lire all'anno, che rappresentano meno di un terzo del bilancio annuo dello Stato e non giustificano il pessimismo di parecchie riviste straniere. L'Italia ebbe un periodo di progresso continuo dal 1870 al 1880, quando cominciò un periodo di follia economica e finanziaria, negli anni t881-93. La reazione inevitabile sopraggiunse tosto; e due ministri delle Finanze, Luzzatti nel 1891 e Sonnino nel 1894, iniziarono la sana politica di raccoglimento e gettarono le basi dell'attuale prosperità finanziarie. Le spe5e e i lavori pubblici furono diminuiti, nuove imposte furono votate, il bilancio fu ristorato e cominciarono gli avanzi. Come consegutmza naturale, fu arrestato l'incremento del debito pubblico, e se ne cominciò anche la riduzione, mentre d'altra parte si fecero dei tentativi per migliorare (1) Le rimesse degli emigranti si calcolano a circa 300 milioni all'anno. N. d. R,
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