Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 18 - 30 settembre 1902

480, JUVJSTA POPOLARE Dl POLITICA, LEITERE E SCIENZE SOCIALI inCattij è stata rappresentata dalla stampa inglese; la quale non trovò mai da protestare - salvo le poche e nobili eccezioni, che i nostri lettori conos½ono - contro il suo miles gloriosus, Chamberlain, che ha provocato insulsamente, cogli atti e colle parole, l'intera umanitA, e s'indegna e ricorre ali' ironia spietata o ali' insulto plateale contro l'imprudenza di un democratico francese che si è affrettato a fare ammenda onorevole dell'errore commesso. Ciò premes~o per quanto si riferisce all'Italia oltre le accennate dichiarazioni del Combes, due cose sono da osservare a proposito del discorso di Ajaccio: 1" li Pelletan peccò. di sincerità dicendo a voce alta ciò che tutti ripetono, più o meno sommessamente; e cioè che se l'Europa_ dove,se assistere prossimamente ad una guerra, in que$ta Francia e Italia si troverebbero l'una contro · l'altra armate. 2° Sono innegabili e di antica data le simpatie del Pelletan pel nc>stro paese. Altrettanto non potrebbe dirsi di molti politici e di molti scrittori, che in questo quarto d'ora con linguaggio mellifluo e seducente puttaneggiano coli' Italia. A compenso àelle improntitudini di un ministro, che vennero biasimate -dalla stampa, non es,•lusa la nazionalista, ci giunge gl'aditissima la eco della gran voce di Jean Jaurés, che non esita un istante ad affrontare le ire e le calunnie dei chauoins e dei nazion,ilisti suoi propri c.oncittadini , pur di servire la causa santa della pace, che comprende quella del benessere e delle libertà dei popoli. Egli non ha esitato anch~. a mettere a repentaglio la propria popolarità pur di compier.e il proprio dovere di uomo politico che guarda al futuro, passando sopra alle contingenze del presente. Ciò egli ha fatto colla lettera ad Andrea Costa, in cui giudicò la Triplice nella stessa guisa, 00n cui noi la giudicammo, e colla reLtifica successiva e col magistrale articolo sull'Alleanza Europea pubblicato nella Petite republique. Il nostro pensiero nello eloquente socialista francese ha t.rovato una esplicazione giustificativa che non avremmo potuto desiderare migliore; e noi mentre mandiamo un grato ed affettuoso saluto, in nome nostro e della democrazia italiana a Jea1, Jaurès, crediamo di fare cosa utile e doverosa nel riassumere in un altra rubrica tale coraggioso e magnifico articolo (1). (1) Ecco come la Peti/e republique ha messo a confronto il discorso di Pellctan e l'articolo di Jaurés (vederne il riassunto nella nostra rivista delle riviste) rilevando tutta l' impronta socialista di quest'ultimo. « La malafede non conosce frontiere, soprattutto quando è nazionalista. « così che una frase, assai malintesa del resto, del discorso pronunciato da Cammillo Pelletan a Aiaccio, fornisce ai gi0rnali, detti patriottici in Francia e Italia, materia a delfe considerazioni della stessa natura e che giungono alle stesse conclusioni. « È pure così è una frase della lettera indirizzata da Jaurès a Andrea Costa, frase gesuiticamente separata da tutto il resto, e non meno gesuiticamente snaturata, fornisce ai medesimi iiornali l'occasione di accusare il nostro amico di una quantità di delitti e di cattivi disegni. « Però il discorso di Palletan e la lettera di J aurés rispondano a due moi completamente contraddittori. Il ministro della marina, dendosi obbligato, a causa delle sue funzioni, ad avere de _te bellicose, vantava la posizione strategica della Corsi a di fronte ali'! talia. « Veramente, niente lo costringeva a tenere un simile linguaggio, proprio nel momento in cui gli uomini pacifici, al di quà e al di là delle Alpi, stringono i legami di amicizia già sciolti così penosamente tra i due paesi. Ma è necessaria tutta la perfidia dei gallofobi crispini e dei rivendicatori di Clobentz e di Scdan per dargli un'intonazione aggressiva che era lontana dal suo pensiero. « Tutt'al più si deve.rimpiangere ch'egli abbia creduto opI trnst!il e· 1a p1•ossi111a campagna per la ele - zlone del P••esldente degli Stati Uniti. - L' estrema plasticità dei grandi partiti anglo-sassoni non si è mostrata in un modo cosi evidente agli Stati-Uniti come in questo momenlo. Tutta la campagna eleLtorale del 1900 era stata fatta sulla questione dei trusts. Bryan, il candidalo del par - lito democratico, domandava la loro regolamentizzazione, ossia la loro completa disti-uzione; i candidati del partilo repubblicano, Mac Kinley pe1· la presidenza e Roosenvelt per la vice-presidenza, 1-ifiutavano invece ogni piccola offesa alla « libertà della concorrenza. ,. Ma l'attentato di Buffalo avendolo messo al posto di Mac Kinley, Teodoro Roosevelt ha adottato il programma stesso del partito vinto nell'ultima battaglia elettorale. Roosevelt, però, comprende troppo bene l'evoluzione capitalistica moderna per volere - "Oli la piccola borghesia esasperata dell'Ovest - la distruzione dei trusts. Egli sa benissimo chP- non è nel potere di nessun uomo arrestare il cammino del!' evoluzione economica che procede con la potenza e la regolarità d'un fenomeno naturale; ma è un fatto che il suò programma attuale è es;;enzi3lmente inspiralo a quello di Bryan. È ciò che i grandi giornali repubblicani capitalisti americani mostrano ali' evidenza mettendo a confronto i discorsi di Bryan con t[uei che fa adesso R'losevelt. Per comprendere tutta la stranezza di questa situazioue, bisogna rico1•darsi che il p'lrtito repubblicano americano, di cui Roosevelt è l'eletto, rappresenta direttamente gl' interessi dei grandi capitalisti. Tutta la macchina repubblicana, l' 01·ganizzazione del partito, i suoi leaders, come il famoso Marcus Hanna, come il senatore Pia tt di New- York, o il senatore Quay di Per,ailvania, non erano che ai servizi dei potenti « re ,. del carbone, delle st1·ade ferrate, del pet!'olio e della me• tallurgia. I tentativi di Roosenvelt sono evidentemente sinceri ed onesti, ma per quanto egli abbia anche nel suo partito degli ardenti dÌfensori, e per quanto l' ar1·0ganza dei migliardari abbia prodotta una riazione, temiamo ch'egli debba subire uno scacco completo. I trusts, la cui potenza finanziaria è calcolata a 38 miliardt di lire, non possono essere contrntlati sotto il regime capitalista; ma sono i trusts che attualmente controllano lo stato borgl,ese di cui sono i padroni. ..... Il Cong1•cssll socialista di Monaco. - L' ambiente artistico, e diremmo quasi mondano della capitale della Baviera, ha dato un'impronta calma e serena ali' annuale congresso dei Socialisti che per la prima portuno di far eco alla manìa da Tirteo del generale André, che Cla qualche tempo non apre la bocca che per evocare le carneficine passate e per invocarne delle nuove. « La lettera di J aurès era, non se ne può dubitare, essenzialmente antiguerriera. Essa augurava che i socialisti italiani cooperassero, con una pressione continua sulla politica estera della penisola, pel riavvicinamento, in attesa della fusione, della Triplice Alleanza e della Duplice. « Tale è, infatti, il fine al quale tendono i veri amici della pac~, che sonÒ i veri amici del popolo, e quindi i soli veri patriotti. Gli Stati Uniti di Europa si formeranno cosi; dispiaccia o no ai rivendicatori che non hanno sinora preso la rivincita, e vcrosimibilmente non la prenderanno sul buon senso e sul buon pubblico. « Dunque, J aurès pel suo amore per la pace, Pelletan per la sua punta bcllicos'l si vedono trattati nello stesso modo dagli stessi giornali di Francia e d'Italia. Ciò che prova una volta di più che bisogna cercare la sincerità altrove che dai ciarlatani, tanto che facciano del patriottismo n vendan,o degli specifici. »

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